"Ciao, ragazze! Ci sono!"

Tutti la salutano.

"Bene, allora possiamo andare allo sportello" dice Erica.

"No, aspettiamo un attimo" fa Olly.

"Ancora… e perché?"

"Sta arrivando una persona, si è fermata un attimo al bagno laggiù…"

Erica, Diletta e Niki si guardano. Poi guardano lei. "E chi è, scusa, mica c'avevi detto che non venivi da sola…"

"Lo so, ma tanto ha trovato un posto sull'aereo e poi al resort uno in più o in meno mica sarà una tragedia."

"No, va bè…" fa Erica. "Però ti avevo detto di avvertirmi…"

"Hai ragione, ma non lo sapevo ancora…"

Dopo qualche istante arriva Simone, trascinandosi dietro due trolley e inciampando su uno di essi. Si ferma di colpo. Guarda intimidito tutto il gruppetto.

"Ciao… piacere… sono Simone, lavoro con Olly…"

Tutti lo osservano. Niki, Erica e Diletta sorridono. Sanno benissimo chi è, Olly ha raccontato loro tutta la storia dei disegni. Ma non si aspettavano di vederlo lì.

"Sì, lui è Simone…"

Erica corre accanto a Olly. Le dà una gomitata. "Ma allora stai con lui!"

Simone intanto si è messo a parlare con Filippo, sta facendo conoscenza.

Anche Diletta e Niki si avvicinano. "Eh sì, dai, è evidente! Tu che ti porti un ragazzo a Fuerteventura! Ci stai insieme per forza!"

Olly fa il verso a tutt'e tre. "No… non ci sto insieme. Lo porto solo per ringraziarlo. Lo sapete, no, il favore che m'ha fatto… mi ha salvata con Eddy."

Nessuna di loro ci crede. "Seee… Senz'altro!" Erica si copre gli occhi facendo finta di non voler vedere. "Ti piace! E basta!" Diletta è ancora più sicura. "No no. Le piace e molto, sennò mica se lo portava dietro!" e scoppiano a ridere. Olly le spintona un po'. "Siete delle vipere!"

"E tu sei innamorata!" e continuando a spingersi a vicenda e a scherzare, si avviano tutti insieme verso il check- in.


Centocinquantadue


Pietro è in macchina, e guarda l'ora e accelera sicuro su dove andare. Anche Flavio corre sulla sua macchina e suona il clacson e ride e sembra felice. Suona ancora. Pé pé pé. "Spostatevi! E forza! E che aspetti, mettiti di lato, ecco, bravo, così. Ce l'hai fatta, eh…" E supera quel signore che lo guarda come se fosse un pazzo. E anche Enrico guida veloce ma non troppo, controlla che la cintura del seggiolino sia messa bene e comunque tiene ferma Ingrid con la mano e lei gioca stringendo le dita del suo papà. È Pietro il primo ad arrivare. Scende in palestra, nella sua palestra, e si guarda intorno. "Susanna?" E lei si gira e va verso di lui, imbarazzata ma anche un po'"preoccupata. "Che succede? Che è successo? Ma che… qualcuno dei bambini?"

"No… Noi."

"Noi? Noi che?"

"Noi non potremmo… Sì, ecco, riprovarci un'altra volta. Mi sembra assurdo che le cose siano andate in questo modo…"

"Ti sembra assurdo, eh?" Susanna lo guarda e quasi ne ride, infastidita. "Mi sembra assurdo che io me ne sia accorta solo ora. Tu hai sempre avuto una vita tua, dove io non c'entravo nulla, una tua vita fatta di altre, alle quali chissà che storie raccontavi. Sai cosa mi ha ferito di più. Pensare che loro avevano dei pezzi della tua vita che io non avevo, qualcosa che tu dicevi, che facevi, magari avevi visto un posto, letto una notizia, mangiato un certo piatto, insomma una cosa che io non ho fatto con te."

Pietro sorride e la prende per le spalle, la tiene ferma davanti a lui. "Ma questo è amore!"

"Era, forse. E levami le mani di dosso, sennò finisce che qualcuno ti dà un cazzotto…"

Pietro si guarda intorno, poi lascia cadere le mani lentamente. "Chi? Cosa vuoi dire?" Susanna solleva la sacca. "Voglio dire che non provo più niente per te… Dividi la tua vita, le tue parole, i tuoi momenti con chi vuoi tu, ma non con me. Per me esistevi solo tu.

Ora esiste un'altra persona. E sono ottimista, spero che le cose vadano meglio…" E si dirige verso l'uscita.

Pietro le corre dietro e scuote la testa ridendo. "No, non ci credo, mi stai prendendo in giro, mi vuoi far soffrire… ma lo so che non c'hai un altro…"

Proprio in quel momento si ferma davanti all'uscita della palestra una Bmw scura che lampeggia. "È lui, mi sta aspettando… I bambini sono da mamma e noi andiamo a cena fuori…"

"Ah…" Pietro guarda nella macchina ma non riesce a capire chi possa essere.

"È il mio istruttore di Kickboxing."

"Ah…" E capisce che non è proprio il caso di fare piazzate o altro.

"Comunque ti devo dire che ci ho pensato, alla storia del quadro di Schifano. Tu non lo volevi e io invece ho insistito. È vero che lo abbiamo preso insieme, ma la volontà più grande è stata la mia… Quindi… Me lo tengo io."

"Certo. Figurati. Se ci tieni…" E la vede andar via di spalle, tirandole un po'"su, come per darsi importanza, con un fare sicuro. Pietro butta un ultimo sguardo alla Bmw, poi sale sulla sua macchina e parte. Susanna rimane a guardarlo finché non gira l'angolo. Poi scuote la testa e sorride. Abbassa gli occhi e cammina verso la Bmw. Ecco, pensa tra sé, è una di quelle volte che sei sicura e felice della tua scelta. Ed è così raro non avere dubbi. Poi sorride entrando in macchina. "Ciao, scusami."

Anche Davide le sorride. "Figurati."

Prende la sacca e la mette sul sedile di dietro.

"Tutto a posto?"

Susanna annuisce. "Sì. Molto a posto."

"Dove vuoi andare?"

È da tempo che non si sente così serena. Si appoggia allo schienale e chiude gli occhi. "Dove vuoi tu."


Centocinquantatre


Suona il campanello. Suona un'altra volta.

"Arrivo!" Si sente la voce di Anna.

Enrico fa saltellare Ingrid tra le sue braccia.

Anna apre la porta dopo aver guardato dallo spioncino. "Ciao! Che bella sorpresa…" Sorride a Enrico felice di vederlo. "Vuoi darla a me?"

"Sì… Volentieri."

Anna gli leva Ingrid dalle braccia e la prende tra le sue. "Devi andare da qualche parte? Io sono qui che studio, non ho problemi a tenertela…"

"No, avevo voglia di vederti… Anzi, di vedervi insieme… Siete bellissime." Poi Enrico si avvicina ad Anna e le dà un bacio leggero sulle labbra. Guarda Ingrid, poi di nuovo Anna e le sorride. "Ci sta guardando… Cosa penserà?"

Anna sorride. "Penserà che se suo padre è felice allora lo è anche lei."

Enrico è sorpreso. "Ha già dei pensieri così?"

Anna annuisce. "Lei non lo so. Io li avevo fin dal primo giorno…"

"Proprio come me." Enrico le dà un altro bacio. Poi accarezza i suoi capelli e la guarda teneramente. Anche Ingrid, divertita e curiosa, prende i capelli di Anna e ci gioca. Anna ed Enrico seguono i gesti della bambina e poi emozionati si scambiano un'occhiata. Poi Ingrid tocca anche i capelli di Enrico e allora lui la guarda e scuote la testa. "Ho capito… da grande vorrà fare la parrucchiera!" E tutti e due scoppiano a ridere.


Centocinquantaquattro


Cristina apre la porta di casa e se lo trova di fronte.

"Flavio, che ci fai qui?" Lei in qualche modo si sistema e in un attimo cerca di capire come è vestita. Flavio se ne accorge. Per la prima volta da tanto tempo se ne accorge. E decide di dirglielo, perché le cose a volte non vanno solo pensate, vanno anche dette. "Non ti preoccupare. Sei bellissima…"

E Cristina rimane sorpresa, forse perché quella frase non la sentiva da tanto tempo. Da lui.

Flavio sorride e la osserva e nota cose alle quali da tempo non faceva caso, i suoi capelli, il colore, l'attaccatura, le piccole pieghe delle sue labbra, gli occhi e quella profondità nel suo sguardo. E di colpo gli tornano in mente le parole di Alex. "Magari tua moglie ha già trovato un altro e a te neanche interessa."

Flavio abbassa lo sguardo. Cristina ci fa caso e lo guarda curiosa e avvicina le sopracciglia, preoccupata di quale pensiero possa mai aver attraversato la sua mente.

Flavio alza gli occhi. "Cristina, ti devo fare una domanda…"

E lei aspetta silenziosa. Flavio fa un sospiro e poi si butta. "Non pensi che potremmo riprovarci? Questa lontananza mi ha fatto capire molte cose e forse incontreremo nuovi amori e avremo qualche possibilità di riuscire, ma anche di fallire un'altra volta. Tutto funziona i primi mesi… le difficoltà arrivano dopo un anno, due, noi ne avevamo già fatti tanti insieme. Non te lo dico per amore dell'abitudine, non te lo dico perché è più facile per due che già si conoscono e che certe cose le hanno già superate… te lo dico perché è proprio te che voglio, perché sei una novità ogni giorno, anche se non me ne accorgevo. Lo sei da anni." Flavio sorride. "Ed erano andati benissimo, poi ci siamo seduti, persi, addormentati… Ti va di svegliarti ogni giorno con me, in ogni senso?"

Cristina non risponde niente. Si avvicina silenziosa e lo abbraccia. "Speravo tanto che tu mi venissi a fare questo discorso."

Flavio la bacia e subito dopo piange e le sue lacrime salate scivolano tra le loro guance, tra le loro labbra, mischiate al loro sorriso e poi alle loro risate. "Sembriamo due bambini…"

"Tutti sono sempre bambini."

Flavio la guarda e l'abbraccia. "Ti amo, perdonami…"

Cristina si nasconde in quel bacio. Poi si scosta e chiude gli occhi poggiata alla sua guancia. "Perdonami tu, amore mio…" E ripensa a tutto quello che è accaduto da quando Flavio ha lasciato la loro casa. Flavio invece chiude gli occhi e ripensa di nuovo alle parole di Alex, ma stavolta sa che non ha più il diritto di fare quella domanda che tanto vorrebbe fare, che crescere è anche non aver bisogno di certe risposte, di non cercare sicurezze ma di saperle dare. "Amore… Siamo qui. Solo questo conta."