Cristina lo abbraccia ancora più forte sentendo di nuovo tutto il loro amore.



Centocinquantacinque


Simona va ad aprire la porta di casa, alla quale hanno appena suonato, e rimane sorpresa quando lo vede.

"Alex…"

"Ciao." È visibilmente imbarazzato. Ma sorride. "Sono contento di vederti."

Arriva Roberto con il giornale tra le mani. "Chi è? È per me? Stavo aspettando un pacco." Ma quando lo vede rimane a bocca aperta. "Alex, che piacere…" E lo dice sul serio, sinceramente dispiaciuto per come sono andate le cose e anche imbarazzato per la situazione. "Prego… Entra! Vuoi qualcosa da bere?"

"No no, grazie."

"Però entra dai, non stare sulla porta." Simona la chiude alle sue spalle. Si scambia uno sguardo con il marito sollevando leggermente le sopracciglia, come a dire: e ora che facciamo? Mentre Alex fa qualche passo guardandosi in giro. Proprio in quel momento arriva Matteo. "Ehi, ciao Alex!"

"Ciao, come stai?" Si danno la mano in modo un po'"buffo.

Questa volta Simona e Roberto assistendo alla scena sorridono divertiti.

Matteo riprende a parlare. "Sai, mi dispiace molto per una cosa… Cioè, sono pure affari vostri… Certo… E in questo non voglio intromettermi… Però mi avevi promesso che facevamo un giro a cavallo e poi non l'abbiamo più fatto…"

Alex sorride, divertito della sua ingenuità. "Hai ragione. Lo faremo, ti prometto che qualunque cosa accada, noi quel giro a cavallo lo faremo…" E gli scompiglia teneramente i capelli.

Matteo lo guarda come illuminato da una grande intuizione. "Ma che hai portato un'altra lettera?"

"No…" Ma Alex non fa in tempo a rispondere.

"Vai in camera tua, Matteo." Simona si alza e va verso il figlio.

"Ma non è giusto, ormai sono grande, posso seguire tutta questa storia!"

"Vai in camera tua, ti ho detto…" E lo spinge quasi per il corridoio fino a quando finalmente Matteo si convince, accelera il passo e si chiude arrabbiato in camera sbattendo la porta. Simona scuote la testa e torna veloce in salotto, piena di curiosità, emozionata e con il cuore a duemila. E ora, pensa tra sé, che succederà? Poi si siede davanti ad Alex e fa un bel sospiro.

Roberto ci riprova. "Sei sicuro che non vuoi niente? Una Coca, un bitter, forse abbiamo anche dei succhi."

"No no, niente davvero." Poi fa una piccola pausa e riprende tranquillo. "Mi dispiace molto che le cose siano andate così, è stato tutto così… così… caotico, insomma avrei voluto che andassero diversamente!"

Roberto annuisce. "Eh, dillo a noi!"

Simona gli dà una botta sulla gamba. "Non lo interrompere!"

"Volevo solo essere solidale con lui, volevo fargli capire che anche a noi dispiace."

"Ecco…" Alex sorride. "Vorrei più di ogni altra cosa la felicità di vostra figlia."

Roberto si infila di nuovo. "Anche noi…"

Simona lo guarda malissimo, Alex non ci fa caso e continua. "E sono venuto qui per parlarle… Vorrei chiarirle alcune cose e sono sicuro che…"

Questa volta è Simona a interromperlo prima che dica troppo. "Alex… Mi piacerebbe molto che tu parlassi con Niki, ma ormai è partita…"


Centocinquantasei


Onde lunghe si abbattono sulla Playa Bianca, poco lontano dal Puerto del Rosario. Un vento forte, teso, ha soffiato per tutto il giorno spazzando in maniera decisa la sabbia. Gabbiani allargano le ali e si mettono di traverso facendosi portare lontano dal vento. E giocano così, spericolati, fuggendo improvvisamente dal gruppo e tornandoci poco dopo per poi tuffarsi tra le onde. Ribelli, ogni tanto affamati, rapaci nella loro presa, strappano al mare piccoli pesci argentati per andarli a mangiare in volo poco più in là.

Niki cammina da sola sulla lunga spiaggia. I capelli le vanno spesso davanti, le coprono gli occhi, le nascondono il viso, e lei con le mani, muovendole come una bambina, imprecise, confuse, cerca di levarseli dagli occhi. E con il palmo, quasi strusciandolo contro il viso, se li porta indietro, con forza, con rabbia, ma sono attimi. A nulla serve tutto questo. Il vento di nuovo li mette in disordine rendendola ancora più selvaggia in questo suo inutile tentativo.

Niki si ferma su uno scoglio. Si siede, guarda il mare lontano, poggia i gomiti sulle ginocchia. E cerca oltre, più in là, lì dove finisce l'orizzonte, come se qualcosa o qualcuno, una barca di pirati, un veliero o chissà cos'altro, la potesse aiutare. Ma non è possibile. E non c'è niente di più terribile di quando lo senti, quando te ne accorgi, quando un'inquietudine di fondo ti assale, ti rapisce, ti possiede, ti sbatte giù con forza sulla sabbia e ti blocca i polsi e ti monta sopra la pancia e ti tiene ferma a terra. Ecco, così si sente Niki, bloccata in questa sua sensazione. E tutto improvvisamente le appare chiaro, nitido come la giornata che sta per finire, come il sole caldo e infuocato che ha battuto tutto il giorno su quella spiaggia. Sì. Niki ora lo sa. È infelice. E c'è un'altra cosa che sa. Ha sbagliato. E non c'è niente di più terribile quando ti accorgi di aver fatto una scelta sbagliata, che non permette ripensamenti o meglio non ti consente più di tornare indietro, una scelta definitiva. Sì, non c'è niente di peggio. No, pensa Niki, una cosa peggiore c'è,

quando questo tuo errore, questa tua scelta avventata, riguarda l'amore. E ad un tratto si sente piccola, sola, si sente stringere il cuore e le vengono le lacrime agli occhi e vorrebbe gridare, piangere… Ma ormai quelle lacrime sono finite. Nessuno se ne è accorto ma da quando è partita per questa vacanza non ha fatto altro che piangere di nascosto, a casa, in bagno, nelle sue passeggiate solitarie, nel suo letto. Solo una volta ha riso. Quando si è ricordata la prima volta che Erica aveva lasciato Giò, il suo primo ragazzo, e si era messa con un altro. Era al liceo ed Erica aveva pianto per tutta la lezione di matematica e lei l'aveva presa in giro, se lo ricorda come fosse ieri.

"Vedi, tutte volete un altro, vi ci mettete e appena ci state insieme volete di nuovo quello con cui stavate prima… Siete tutte così, sai quante ne ho sentite di storie come queste?"

Ripensando a quel giorno, Niki si era messa a ridere. Poi aveva pensato alla sua situazione e si era sentita ridicola. Ora anche lei era una di queste e se ne vergognava. Solo all'idea di rifare un discorso del genere con le sue amiche si sentiva morire, figuriamoci con Alex poi. E terribile essere così indecise, avere dei ripensamenti in amore… Voler di nuovo tornare con lui, con Alex… E che gli potrei dire ora? Come mi giustificherei? E improvvisamente si sente sporca come non mai, anche se non l'ha tradito fino in fondo. E anche tutto questo le sembra assurdo. Che vuol dire fino in fondo? C'è qualche cosa che intacca e non intacca l'amore? C'è una cosa che se fai o non fai ti fa tradire o no? Sa bene che ogni legame più stretto del normale, ogni sintonia che vada oltre l'amicizia, ogni pensiero in più per una certa persona, significa essersi allontanati dalla storia che si stava vivendo. Inutile dire di no. Niki si sente morire. Cresciuta, diversa, donna, lontana. E anche solo il fatto di aver pensato a un altro, aver immaginato una nuova storia con lui, una nuova possibilità, un nuovo futuro, anche solo questo è già il più grande tradimento. E rimane così, in silenzio, a guardare il mare, ad ascoltare il verso dei gabbiani, le parole del vento. E un improvviso dispiacere. "Un amore durerà per sempre solo se non è stato del tutto consumato." Questo l'ha detto una volta qualcuno, o è stato in un film… Fatto è che sta male. Dove è ora Alex? Io non voglio che duri per sempre il nostro amore senza averlo qui accanto a me. Ora, qui. Penso a lui ogni minuto e la mia ossessione, invece di passare, aumenta. Mi manchi da morire, Alex…

"Ehi, ma che fai Niki?" Olly arriva alle sue spalle. "Ti cercavamo dappertutto

Niki si asciuga al volo quella lacrima che ancora non aveva avuto il tempo di cadere. "Ehi…" Olly se ne accorge. "Tutto bene?"

"Sì." Niki sorride. "Tutto bene…"

Olly sa benissimo che non è così. "Ehi, se ti va di parlare… Io sono qui. Lo sai."

E per un attimo Niki ha un'incertezza. Sa che comunque forse le farebbe bene. Ma ripensa a tutto quello che si era immaginata prima, quel suo discorso che proprio lei aveva fatto a Erica… e ora non le va di trovarsi al suo posto, raccontare la sua incertezza, la sua indecisione a Olly, il suo ripensamento e venir giudicata. Cosa potrebbe dire Olly se le raccontasse tutto quello che le sta passando per la mente? Forse le darebbe un consiglio, forse non la giudicherebbe, forse ci scherzerebbe su. Forse. Ma a cosa servirebbe poi? Forse a farla stare meglio? No. Solo parlarne con una persona potrebbe servire a qualcosa. Con lui, con Alex. Ma è l'unico a non essere qui.

Niki sorride. "No, ti ringrazio… Solo qualche ricordo sciocco. È tutto ok."

Olly sorride. "Bene!" Anche se non ci crede per niente. "Allora andiamo!" E la prende per mano. "C'è il concerto del grande Lovat. È arrivato da poco e sta già mettendo i primi dischi, roba da sballo, fantastica!" E corrono sulla sabbia mano nella mano, arrancando, fino a quando superano l'ultima duna.

Nella grande spiaggia raccolta della baia ci sono più di duemila persone che ballano su quella musica. TI. featuring Rihanna, Live Your Life. Si muovono a tempo con i loro parei colorati, camicie bianche, celeste e blu, jeans strappati, fasce in testa, canna in bocca, occhiali sulla fronte, quelli a specchio sugli occhi, e agitano le mani ballando nella luce arancio e blu del tramonto sul mare. Ballano i ragazzi, ballano, a occhi chiusi ballano, sognando, cantando, immaginando lei o lui o altro, lasciandosi cullare da quelle note magiche. Qualcuno è abbracciato alla sua ragazza, un tizio grosso con i capelli ricci tiene sulle spalle la sua che si leva la maglietta e la rotea sopra la testa. Lei rimane così, con il seno nudo, sorridente, ammirata, desiderata, divertita, si sente parte di quella musica con il suo seno abbronzato e i capelli castano chiari che le scendono sul collo come una dolce colata di miele, fino ai jeans che strappati mostrano pezzi di gambe lunghe e altrettanto belle.