"Ma dai… Sai che il blu è un sinonimo di tristezza."
"Ma sei sicura? Mi sembri così allegra… Con il giallo comunque non ti avrei saputo immaginare…"
Raffaella è felice della sua risposta. "Sì, è vero. Stasera poi sono proprio allegra…" E sotto sotto pensa: e vorrei tanto che lo fossi anche tu. Poi lo guarda. "Metto un po'"di musica, ti va?"
"Certo, come no…" Accende la radio, spinge il tasto 3 e dallo stereo della macchina continua la canzone di Ram Power. "No che non vorrei, dopo corro e faccio presto…" Raffaella sorride "Ho memorizzato le stesse frequenze che hai tu nella radio dell'ufficio."
Alex rimane sorpreso.
Poi Raffaella lo guarda leggermente preoccupata. "Non ti dispiace, vero?"
"No no, figurati."
Si è accorta che Alex si è intristito. Forse perché sta ascoltando quelle parole. "Meno bella certo non sarai…" Ho fatto conoscere io questa canzone a Niki. Non conosceva Battisti. L'aveva sempre ascoltato distrattamente. Chissà dov'è ora. E la canzone continua. "E siccome è facile incontrarsi anche in una grande città…" E proprio in quel momento la 500 nuova blu metallizzata passa su ponte Cavour, gira poco più in là, proprio davanti a Ruschena, e scorre via sul Lungotevere. "Cerca di evitare tutti i posti che frequento e che conosci anche tu…"
"Hai sentito quanto sono buoni questi rustici di Ruschena?" "Sì. Buonissimi."
Niki ne mangia un altro e poi beve un sorso di Coca Cola. Ha abbandonato quel pensiero di prima e non sa che Alex è passato ad appena qualche metro da loro. "E tu sai che io potrei purtroppo non esser più solo…"
Alex sorride a Raffaella. Non ci voglio pensare. Non adesso. "Nasce l'esigenza di sfuggirsi… Per non ferirsi di più…" Roma è grande, non possiamo incontrarci. Alex non sa quanto in realtà ci sono andati vicini.
"Dove andiamo?"
Raffaella scuote la testa. "Te l'ho detto… È una sorpresa." E accelera superando una macchina da sinistra e procedendo spedita verso la sua meta.
Guido prende lo scontrino e lascia dei soldi sul tavolo. "Era tutto di tuo gradimento?" Niki gli sorride. "Sì. Era perfetto."
"Ti va di andare da un'altra parte?"
"Dove?"
"In un locale di amici miei."
"Ma non facciamo molto tardi, vero?"
"Promesso…"
Niki lo guarda perplessa.
Guido allarga le braccia. "Ma scusa, ormai ti sei accorta che mantengo le mie promesse."
Niki scuote la testa. "Un po'"sì e un po'"no. A volte te le rimangi."
"Non è vero."
"Dovevamo studiare…"
"È vero."
"Allora giura che non facciamo tardi, così devi mantenere per forza."
"Ok, mi hai fregato." Incrocia gli indici davanti alla bocca e li bacia. "Giuro!" Niki si mette il casco e sale dietro di lui. "Ma io non ho capito una cosa, come mai fai questo gesto così antico come giuramento?"
Guido ride. "Perché questo non vale!"
"Che stronzo… Allora dammi la tua parola che non facciamo tardi! Sennò scendo in corsa!"
"Sì, va bè…"
Niki si alza in piedi sulle pedaline.
"Ok. Ok!" Spaventato Guido la fa sedere. "Ti do la mia parola
che non facciamo tardi…" Continuano così a correre lungo il Tevere. Poi Niki si accorge di Guido. "E ora perché ridi?"
"Perché non facciamo tardi, ma non abbiamo deciso cosa significa tardi!"
Niki gli dà un pugno. "Ahia."
"Tardi è quando decido io!"
"Ok…" Guido prova ad accarezzarle la gamba.
"E metti tutte e due le mani sul manubrio…"
"Ecco qua la mia sorpresa… Ti piace?"
Alex e Raffaella scendono dalla macchina.
"Questo barcone è una novità. Si mangia lungo il Tevere… È molto bello."
"Ci sei già stata?"
"No, ne ho sentito parlare e vorrei tanto provarlo con te…"
Alex rimane solo un attimo a pensare. "Volentieri."
"Solo una cosa, però. Devi essere mio ospite."
"E perché?"
"Perché il successo che abbiamo avuto è soprattutto tuo."
"No. Accetto solo se pago io."
"Ma così mi fai sentire una donna che non decide, che non è indipendente e che deve sottostare alla decisione del suo capo… Che poi sei tu."
Alex ci pensa un po'. "Ok. Allora facciamo alla romana. Non ci sono né capi né donne troppo indipendenti. Due amici che si dividono una cena."
Raffaella sorride "Ok. Così mi sta bene!" E sale sorridendo sul barcone.
"Buonasera."
Un ragazzo alla cassa la saluta. "Buonasera."
"Abbiamo prenotato un tavolo per due. Avevo chiesto un posto in fondo. Avevo lasciato il nome Belli…"
Il ragazzo controlla sul foglio delle prenotazioni. "Sì, eccolo qua. È l'ultimo tavolo a prua. Buona serata."
Raffaella precede Alex dirigendosi verso il loro posto. Alex scuote la testa divertito. "Scusa… Ma hai dato il mio cognome?"
"Sì."
"E se non potevo venire stasera? Se arrivavi a casa mia e non c'ero, se ero con un mio amico o una donna o non volevo uscire con te?"
Raffaella si siede e gli sorride. "Siamo qui, no? Era un rischio. Senza rischi la vita è noiosa."
"Già." Anche Alex si siede.
"E poi tranquillo… Mi hanno detto che si mangia molto bene…"
"Bene. Solo una cosa… Ci sono altre sorprese?"
Raffaella apre il tovagliolo e se lo mette sulle gambe. "No…" Poi sorride. "Per il momento."
Lasciandolo così per il resto della serata con questa curiosità. Solo una cosa è senza ombra di dubbio, la sua bellezza. Il barcone lentamente si stacca dalla banchina, con i motori diesel un po'"soffocati, e quasi borbottando si porta al centro del Tevere. Poi, aiutato dalla corrente, accelera, scivolando silenzioso nella notte verso Ostia.
Centoquaranta
"No! Lo sapevo! Non ce l'abbiamo fatta!"
La moto di Guido si ferma sul ponte Matteotti appena in tempo per vedere al centro del fiume il barcone che aumenta la velocità e raggiunge in breve tempo il ponte successivo. "Era quel barcone il locale dei miei amici! Ti sarebbe piaciuto un sacco…" Niki alza le spalle. "Uffa, che peccato! Sarà per un'altra volta." "Che pizza! Ecco, non mi hai fatto correre. È colpa tua." "Ma che sarà mai! Mica doveva essere per forza stasera, no?" E Niki non sa quanto arrivare in tempo forse avrebbe nuovamente cambiato la sua vita.
"Già, hai ragione…" Guido invece pensa all'atmosfera che si sarebbe creata lungo il fiume, le luci soffuse, la musica jazz dei suoi amici, tutto gli avrebbe dato una mano.
"C'è un altro posto molto carino… Andiamo."
Il barcone naviga lungo il Tevere. Una cantante francese perfettamente intonata, dalla voce calda e piacevole, segue il ritmo di due ragazzi che al basso e al sax arrotondano piacevolmente le note. Alex ascolta il divertente parlare di Raffaella.
"Sono stata a Berlino. Lì costa tutto di meno, anche le case, quella città ha un sacco di occasioni di ogni tipo, poi è troppo troppo bella, piena di arte e di cultura, secondo me ci può dare un sacco di spunti… Perché una volta non ci andiamo, Alex?"
Sorseggia quell'ottimo bianco. Andare a Berlino con un'altra donna. Con Raffaella poi. Così bella.
"Che dici? Professionalmente…"
Professionalmente. E ancora peggio sentire pronunciare quella parola con quel suo sorriso malizioso, mentre aspira dalla cannuccia.
"È buonissimo questo Daiquiri… Sono proprio bravi qui… Allora, che dici, ci andiamo?" Alex si versa di nuovo da bere. "Perché no."
Raffaella non crede alle sue orecchie. "Me ne porta un altro, per favore?" chiede al ragazzo che passa, quasi volesse festeggiare questa sua inaspettata vittoria. Alex che cede un pochino. Le sorride. Poco dopo arriva l'altro Daiquiri.
"Ma sono velocissimi" e ne beve subito un sorso. E continuano le note e le canzoni francesi jazzate sono bellissime e la barca scorre silenziosa sul fiume, luci di case lontane, riflessi di lampioni sull'acqua, timida si affaccia anche la luna e la cena poi è deliziosa. Ora Raffaella sorride, leggermente brilla e ancora più affascinante.
"Sono felice che siamo qui."
"Già." Rimane in silenzio. Un sorriso educato. "Anch'io."
Ma niente di più. Raffaella riprende a mangiare, un ultimo boccone, prima dell'arrivo a Ostia ce n'è di strada da fare. In tutti i sensi. E lei lo sa. Alex la guarda un'ultima volta, lei sorride, lui abbassa gli occhi. Quella canzone… "Le sorrido, abbasso gli occhi e penso a te. Non so con chi adesso sei…"
"Allora? Ti è piaciuto?"
"Molto carino e poi abbiamo mangiato veramente bene."
"Pensa che è un appartamento vero e proprio, Niki. Come se ti invitassero a cena a casa di qualcuno, e infatti questo ristorante si chiama proprio L'appartamento. Cucinano benissimo."
"Ecco perché la cucina è un po'"casereccia!"
"Già, lo fanno apposta. Se lo cerchi sull'elenco o sulle pagine gialle o su Internet non lo trovi."
"Ma questi posti li conosci solo tu…"
"Sì. Guarda, mi dispiace un sacco per il barcone, ti sarebbe piaciuto ancora di più!"
"Ma anche questo mi è piaciuto."
"E poi pensa quanto sono bravi i miei amici, che da lì hanno un pulmino che riporta su tutte le persone a Roma, altrimenti in barca ci si metterebbe troppo a risalire il fiume."
"Ah, giusto… Bell'idea."
Guido le passa il casco. "Magari ci andiamo anche con gli altri, Luca, Barbara, Marco e Sara."
"Basta che non porti Giulia."
"Ok." Anche lui si infila il casco, accende la moto e parte.
Centoquarantuno
Il pulmino procede spedito verso ponte Matteotti. È appena rientrato a Roma da Ostia. Si ferma nella piazzetta.
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