Arriva papà dall'altra stanza, ha il "Corriere dello Sport" tra le mani. Sorride. Ma non troppo. Com'è fatto lui. Come fa... mai che si sprechi. "Bene, allora facciamo un po'"di vacanza serena senza problemi... Non come tua sorella Alessandra." Alza un po'"la voce per farsi sentire fino in camera sua. Poi se ne va.

Mamma sorride, poi solleva tutt'e due le sopracciglia. "Ha preso due debiti, quest'estate dovrà studiare. Si dovrà portare i libri dietro. E le tue amiche? Come sono andate loro?"

"Oh, bene! " Mi siedo al tavolo. "Clod ha preso sufficiente..."

"Bè, mica tanto bene..."

"Ma che le importa, intanto è promossa. Alis invece distinto."

"Capirai, faceva la smorfiosa con il prof! "

"Mamma, ma che dici! Tu ogni volta che c'è del buono in lei, devi vederci sempre del male..."

"Non mi piace. Non mi piace la sua famiglia. Sua madre che non c'è mai a casa, il padre che non si fa sentire se non per le feste..."

"Ma che c'entra questo con il suo voto. Se lei sa, se ha saputo rispondere ed è andata bene agli esami, perché non dovrebbe prendere distinto?"

"Bè, allora mi da fastidio che è andata meglio di te..."

"Allora se è questo..." mi avvicino al lavello dove sta lavando dell'insalata per la cena, "mi sta bene" e l'abbraccio.

Sorride mentre mi poggio sulla sua schiena.

"Nessuno può andare meglio di mia figlia..."

"Ma mamma, guarda che io in matematica sono negata..."

"E migliorerai... Sono sicura che migliorerai, vero?" Si gira verso di me e mi stringe le guance con le mani bagnate.

"Ma mamma! Mi bagni tutta! " Mi libero dalla sua stretta e vado verso la porta, poi mi fermo un attimo e le faccio un sorriso bellissimo, il più bello che abbia mai fatto.

"Sabato c'è la festa di fine scuola a Sutri, ci posso andare, vero?"

Mamma si gira e fa la faccia leggermente infastidita.

"L'ho saputo stamattina, giuro!"

"Sì sì... giurin giuretto..."

Ma allora la conosce anche lei! Vado tutta felice in camera, contenta di quel suo modo di rispondere che è stato, in un modo o nell'altro, il suo sì.

"Ciauuu!"

"Ehi, non ti aspettavo, Caro..."

Rusty James mi sorride vedendomi salire sulla passerella del barcone.

"Sono venuta a farti una sorpresa..."

"Bene..." Me lo dice con un tono strano. Poi sento dei rumori dalla cucina e improvvisamente compare lei.

"Debbie! Che bello, non sapevo fossi qui..."

"Ciao!" Debbie posa un vassoio sul tavolo. Le corro incontro e l'abbraccio.

"Quanto tempo che non ti vedevo... Ti sono cresciuti i capelli e sei abbronzata..."

"Anche tu, Caro, stai benissimo."

Rusty James allarga le braccia. "Ma perché non vi scambiate i numeri? Sembrate due vecchie amiche che non si vedono da troppo tempo..."

Ci guardiamo io e Debbie e ci sorridiamo. "Già... proprio così. Aspetta... Vado a prendere un bicchiere anche per te." E sparisce in cucina.

Guardo Rusty James che ha in mano una busta.

"Bravo, R. J., sono felice..."

"Ma di che..." Non vuoi darmi confidenza.

Sorrido e mi siedo vicino a lui. "Sono felice e basta... Lo sai, mi è troppo simpatica."

Sto per dire un'altra cosa ma proprio in quel momento torna Debbie.

"Vuoi il te freddo al limone o alla pesca?"

"Oh, quello che c'è..."

"Li ho portati tutti e due."

"Pesca allora..."

"Bene, abbiamo tutti gli stessi gusti..." Debbie versa nei tre bicchieri quello alla pesca. Prendo il bicchiere e lo alzo.

"Brindiamo al mio buono buono! "

"Brava, sono felice per te! " Debbie sbatte il suo bicchiere contro il mio. R. J. fa un fischio. "Fiuuuu... meno male, ti credevo bocciata. "

"Stupido..."

"Bè, se non altro rimandata... cos'hai di diverso da Ale?"

"Tutto! E anche da te..."

"Sì, è vero..." Fa il serio. "Noi due siamo molto diversi."

"No! Non voglio! " Mi butto su di lui apposta con forza. "Voglio essere identica a te! "

"Ahia! Caro..." Mi spinge sull'altra poltrona. "Guarda che Debbie è gelosa.."

"Io?" Debbie da un sorso al suo te. "Ma figurati... Piuttosto, lo stai facendo apposta... Apri un po'"quella lettera..."

Rusty James riprende la lettera che aveva in mano. La guarda, la gira e rigira, cerca di leggerla in controluce.

Debbie smania. "E aprila dai... E da stamattina che fa così..."

"Ma cos'è?"

Rusty James mi guarda. "È una lettera di una casa editrice. Devono aver letto il mio romanzo."

"E ti scrivono?"

"Sì... ti dicono se gli è piaciuto o no."

"Vuoi che la apra io?"

"No. E che mi stavo gustando il momento in cui l'avrei fatto. Ecco. Guarda l'orologio. Sono le sette e un quarto, c'è un bellissimo tramonto e due splendide donne che mi fanno compagnia. "

Gli sorrido. "E un ottimo te alla pesca..."

"Giusto." Poi non indugia più. Fa un sospiro lungo e la apre con forza, quasi strappandola. Tira fuori un foglio, lo spiega, lo mette per il verso giusto e iniia a leggerlo.

Debbie e io rimaniamo così, sospese, con il respiro quasi immobile, preoccupate che qualcosa, anche il minimo movimento,possa rovinare quel che già su quel foglio è stato deciso. Rusty James piega il foglio. Ci guarda. Allarga le braccia.

"Niente da fare... Non è andata. Peccato..." Si alza. "Bè, vado a prendere qualcosa in frigo."

Scendo dalla poltrona e lo accompagno per un pezzo. "Sì, ma non importa, ce ne saranno altre e magari arriverà quella giusta... Ne hai mandate altre, vero?"

"Sì, certo..."

"E allora!"

"Sì, hai ragione..."

Lo lascio andare di là in cucina e torno da Debbie.

"Peccato... mi spiace che se la sia presa così..." Prendo il foglio e inizio a leggere.

"Gentile signor Giovanni Bolla, mi dispiace... ma il suo romanzo non rientra nella nostra linea editoriale..." Tiro giù il foglio.

"Sì, c'è scritto proprio così! Ma come sapevi..."

Debbie apre un cassetto lì vicino. "Guarda..."

E pieno di lettere di altre case editrici. Mi avvicino. Ne prendo una. Poi un'altra.

"Ne sono già arrivate... sì, nove e dicono tutte la stessa cosa, più o meno..."

Guardo meglio il foglio. In alto c'è il titolo del suo romanzo.

Come un cielo al tramonto. Alla fine l'ha chiamato così.. E" bello."

"Sì, anche a me piace molto."

"Sono sicura che prima o poi lo leggerà qualcuno in grado di apprezzarlo... e sarà un successo."

Proprio in quel momento rientra Rusty James. "Tenete, ho portato un po'"di fragole..."

Ci mette davanti una coppetta piena e un po'"di gelato alla crema.

"Ti ho sentito, sai? E" un peccato..."

"Che cosa?"

"Che hai ancora quattordici anni... Dovevi essere più grande, ti facevo fare da mia agente ! "

"Per quello c'è Debbie, allora..."

"Lei non va bene... Non è obiettiva. Si fa troppo influenzare... " Rusty James l'abbraccia e la stringe forte. "Se vede che uno rifiuta il libro, invece di esporre i lati buoni di quello che ho scritto... gli rovescia il te in testa... E" che mi ami troppo! "

E le da un bacio sulle labbra. Debbie si stacca e ride. "Su una cosa hai ragione..."


"Che mi ami troppo?"

"Che gli rovescerei il te in testa! "

"Ah, bastarda..."

Debbie si divincola e gli sfugge da sotto le braccia. Corre di là, Rusty James le è subito dietro. "Ora ti prendo..."

"No, no, aiuto... aiuto! " Ride Debbie, mentre passa dietro i divani, si nasconde dietro una colonna, si ferma dietro una poltrona. Finta a destra e poi a sinistra e poi di nuovo a destra. Rusty James salta verso di lei, provando a prenderla, ma lei si scansa indietro e lui inciampa e cade con tutta la poltrona.

"Ahia! Se ti prendo..."

Prova ad acciuffarla da per terra, a prendere la sua gamba da sotto, ma lei salta, leva tutte e due le gambe e riprende a correre.

Rusty James si rialza e le è subito dietro.

"No! Aiuto! Aiuto!"

E finiscono così nella camera da letto. Un tonfo.

"Ahia! Ahia, ahia, mi fai male..."

Poi più nulla. Una risata soffocata.

"E dai..." Qualche voce lontana, leggermente soffocata.

"Dai fermo, che c'è tua sorella..."

"Ma ora va via."

Dal salotto li sento benissimo e non ho dubbi. Alzo la voce per farmi sentire.

"Ciao, io vi saluto..."

"Vedi? Che cretino che sei..."

"Ciao, Caro... E brava!"

"Per che cosa?" urlo uscendo.

"Per l'esame!"

"Ah, pensavo per il fatto che me ne stavo andando! "

Li sento ridere. Salgo sul motorino, l'accendo e mi metto il casco. Parto così, tra il leggero profumo di quei fiori gialli e quel bellissimo tramonto che s'incastra nell'arco di quel ponte lontano.

"Mi ami troppo." Poi risate. La fuga. La caduta. E ora staranno facendo l'amore. Sorrido. "Mi ami troppo." Superata la paura, dev'essere tutto bellissimo.

Massi. E io? Io non sono ancora riuscita a dirti "Ti amo". "Ti amo, ti amo, ti amo." Provo tutte le intonazioni, mentre vado in motorino lungo la ciclabile. Come se fossi un'attrice. "Ti amo." Seria. "Ti amo." Allegra. "Ti amo." Passionale. "Ti amo." Minacciosa. "Ti amo." Leggera. "Ti amo." Canzone napoletana. "Ti amo ti." Tozziana. "Ti amo." Soap venezuelana. "Ti amooooo." Urlatrice pazza.

Due ragazzi che corrono nell'altro senso, si girano ridendo. Uno dei due è più veloce dell'altro. "Pur'ioooooooooooooooo! " E se ne vanno così, ridendo. Ora sono pronta e molto più serena.

Quando entriamo nel suo splendido parco, c'è la musica a palla.