Massi sorride. "Mica sono geloso."

Questa battuta l'ho già sentita. L'ha detta una volta Paolo, un ragazzo di Ale... Mi è stato così antipatico quando l'ha detta. Poi guardo Massi. Bè, con lui fa comunque tutto un altro effetto. Lui se ne accorge, si mette a ridere e mi salta addosso abbracciandomi. "E dai, lo dicevo apposta per darti fastidio..."

Faccio la sostenuta. "Bè, mi dispiace... Non ci sei riuscito!"

Cerca di baciarmi, lottiamo un po', ma poi alla fine, su questo, piacevolmente cedo.

Ma la cosa più bella mi è capitata a fine maggio.

Mattina presto. Cioè non tanto presto. Arrivo trafelata a scuola. Chiudo il motorino con tanto di catena e raccolgo lo zaino buttato lì vicino. Quando mi rialzo c'è Massi con un pacco in mano.

"Ciao! Che ci fai qui?"

Mi sorride. "Voglio venire a scuola con te."

"Dai scemo, lo sai che non si può... Ma non devi studiare?"

"Hanno spostato l'esame di diritto a metà luglio."

"Meglio, no? Non ti entrava molto in testa." Poi lo guardo curiosa. "E questo pacchetto?"

"È per te!"

"Che bella sorpresa, sul serio? Grazie!" Mi scoccia baciarlo e saltargli addosso qui, davanti a scuola ma lo farei di un volentieri... Solo che se mi vedono gli altri? Cioè mi porterebbero sfiga. Sono emozionatissima comunque, anche se cerco di non darlo a vedere. Scarto veloce il pacchetto.

"Ma... è un costume!"

Lo apro meglio, blu polvere e celeste, bellissimo.

"Hai anche azzeccato la taglia." Lo guardo perplessa. "Ma sei sicuro che è per me?"

"Certo" mi prende per mano. "Sono sicuro che non ce l'avevi."

"Questo no... ma altri sì."

"Non ce li avevi qui. Perché adesso..." arriva vicino alla moto e tira fuori da sotto un secondo casco e ci monta sopra, "andiamo al mare." E in un attimo vedo il prof di italiano, quella di matematica, la terza ora di storia e poi la ricreazione e poi inglese... E sono preoccupata, non perché io abbia problemi con la lingua, no, perché non andare a scuola, così, senza averci neanche pensato, ragionato, inventata già una scusa nel caso che... Poi lo guardo e con una tenerezza che non so raccontarvi lui mi fa: "Allora...?". Ma così delicato, ingenuo, quasi già dispiaciuto di fronte a un mio ipotetico no. "Andiamo?" Mi sorride e non ho più dubbi. Prendo il casco e me lo infilo al volo e un attimo dopo sono dietro di lui, lo stringo forte, appoggiata alla sua schiena. E guardo il cielo e quasi strabuzzo gli occhi. Ho fatto sega! Non ci posso credere. Non ci ho pensato più di un attimo, non ho avuto un pensiero, una paura, un sospetto, un'indecisione, un dubbio. Ho fatto sega! Lo ripeto dentro di me, ma non ci sono già più...

La città sfila sotto i miei occhi. Una via dopo l'altra, sempre più veloci, muri, saracinesche, negozi, palazzi. Poi più niente. Campi verdi appena fioriti, secche spighe che si piegano al vento, fiori gialli, grandi e tanti che riempiono quadrati. Andiamo via così, il Raccordo e poi giù, più giù, verso Ostia.

La pineta. non c'è nessuno. Ora ha rallentato. La moto borbotta leggera portandosi verso quell'ultima spiaggia, lì dove sfocia un piccolo fiume. Si ferma. Si toglie il casco.

"Ecco. Siamo arrivati."

Un cartello. Capocotta. ma non è quella spiaggia di nudisti? Non lo dico. Il sole è alto, bellissimo, fa caldo ma non troppo. Massi tira fuori gli asciugamani, dal bauletto là dietro, ha pensato a tutto.

"Vieni!" Mi prende per mano, arranco dietro di lui e corro felice, ridendo verso quell'immenso mare azzurro che sembrava aspettare solo noi.

"Ecco, mettiamoci qui."

Lo aiuto a stendere gli asciugamani. uno vicino all'altro. Non c'è vento. La spiaggia è vuota.

"Sai, questo è il posto dove di solito vengono i nudisti."

"Sì, siamo fortunati però, oggi non c'è nessuno."

Mi guardo in giro. "Già..."

"Possiamo fare noi i nudisti."

"Cretino! Mi vado a mettere il costume."

Per fortuna c'è lì accanto, a pochi metri, una casa mezza diroccata, uno di quegli antichi ruderi che facevano parte di chissà quale importante villa romana. Giro un po', poi trovo un angolo nascosto per cambiarmi. Che bello. Per fortuna non c'è veramente nessuno.

Il costume mi sta bene, almeno mi sembra, non c'è uno specchio qui purtroppo. E così mi rimetto sopra la camicia ed esco fuori da quel vecchio ridere.

Massi si è già cambiato. E" in piedi vicino agli asciugamani. Ha un bellissimo fisico, asciutto, definito ma non troppo magro. E non troppi peli. Un costume nero, largo, non troppo lungo. Mi accorgo di guardare lì e un po'"mi vergogno e arrossisco. Ma tanto lo so solo io.

"Ho indovinato la taglia?"

"Sì" sorrido. "E questo non mi piace."

"Preferivo sbagliassi... Vuol dire che hai troppo occhio. E che sei allenato!"

"Sciocca..." Mi tira a sé. Mi bacia e il fatto di essere così vicini senza niente addosso, senza quasi niente, mi fa strano, ma non mi vergogno. Anzi.

Poco dopo siamo sugli asciugamani. Lo spio. Lo guardo. Lo ammiro. Lo desidero. E" a pancia in su che prende il sole. Gioca con la mia gamba, mi accarezza. Mi tocca l ginocchio, poi sale su. Poi ridiscende giù. Poi sempre un po'"più su. E il sole. Il silenzio. Il rumore del mare. Non so. Mi sto eccitando. Mi sento tutta calda dentro. Che strana sensazione. Non capisco più nulla. Massi a un certo punto si gira lentamente verso di me. Anche se ho gli occhi chiusi lo sento. Allora giro lentamente il viso verso di lui e li apro. Infatti. Mi sta guardando. Sorride. Sorrido anch'io.

"Vieni." Si alza di botto. Mi aiuta e poco dopo sono nella sabbia. Corro dietro di lui. Non è troppo calda. In un attimo siamo al vecchio rudere. Si guarda intorno. Non c'è nessuno. Mi allontana come per guardarmi meglio.

"Ti sta proprio bene questo costume."

Mi sento osservata e mi vergogno. Sono bianca. Troppo bianca. "Vorrei esser almeno un po'"abbronzata. Mi starebbe meglio..."

"Ma che, sei bellissima..." mi tira a sé. Siamo in un angolo del rudere, tra due muri, nascosti dal resto della spiaggia. Solo il mare è il nostro spettatore curioso. Ma è educato. Respira silenzioso con qualche piccola onda. Sento la mano di massi sul fianco. Mi tira a sé. mi bacia. Lo abbraccio. Lo sento addosso a me. Sento che è eccitato. Tanto. Troppo. Mica per niente, è che non so veramente che fare. Invece lui sì, sa come muoversi. Poco dopo sento la sua mano sul mio costume. Lenta, morbida, delicata, piacevole. Poi si ferma sul bordo, allarga un po'"l'elastico e pluff, un delicato tuffo. La sua mano nel mio costume. scende giù, più giù, senza farmi il solletico, tra le mie gambe, mi accarezza lento e io mi abbandono nel suo bacio come fosse n rifugio per contenere tutto quello che sto provando che mi sorprende, mi meraviglia, che vorrei fermare, fissare per sempre, senza vergogna, con amore.

Continuiamo così a baciarci mentre il mio respiro si fa più corto, affannato, affamato di lui, dei suoi baci, della sua mano che mi ha rapito, che continua a muoversi dentro di me... E alla fine mi mordo il labbro superiore e quasi esausta rimango con le labbra aperte, sospese così, in quel bacio. Passano attimi. Ora lena, più lenta, la sua mano, come un'ultima carezza, quasi in punta di piedi, educata, si sfila dal mio costume. Lo vedo guardarmi come se mi spiasse, come se cercasse dietro i miei occhi chiusi tracce di quel piacere. E allora emozionata, con gli occhi socchiusi, sorrido. Quando a un tratto sento qualcosa, quasi mi spavento. No. Mi rilasso. E la sua mano, mi sfiora il braccio, il destro, scivola giù lungo l'avambraccio, poi il polso. Mi prende la mano. La tiene un attimo così, sospesa a mezz'aria, immobile come se fosse un segnale. Ma non capisco. Lo sento respirare allora più veloce, mi stringe la mano e lentamente la conduce verso il suo costume. Allora capisco. Che sciocca. E ora? Ora come faccio? Non è che non voglio... è che non lo so fare! E in un attimo ricordo tutto. Le spiegazioni di Alis. Ma saranno giuste? Saranno vere? Ripasso velocemente tutto quello che mi sembra di ricordare, ma in un attimo mi trovo lì, sopra il suo costume, ecco, la mia mano lasciata sola, abbandonata dalla sua che se ne va.

Resto così, ferma per un attimo, un attimo solo. Poi lentamente inizio a muovermi, piano, e senza fretta, senza paura, entro nel suo costume, delicatamente, cercando, giù, più giù, fino a trovarlo. Nello stesso momento cerco la sua bocca e lo bacio, quasi per nascondermi, per fuggire dalla mia vergogna. Ma intanto muovo la mano, su e giù, lentamente, piano piano e poi un po'"più veloce. Sento il respiro di Massi aumentare. Come i suoi baci rapidi, affamati, interrotti improvvisamente, e poi di nuovo all'attacco, e io continuo, ora decisa, sicura, più veloce, ancora, di più, mentre lo sento respirare sempre più desideroso. E improvvisamente quell'esplosione calda nella mia mano, continuo ancora un po'"mentre i suoi baci rallentano, più calmi, tranquilli, quasi frenano nella mia bocca. Poi Massi da sopra il costume mette la sua mano sulla mia, quasi a fermarmi.

Sorrido. "Mi sa che ho fatto un casino..."

Massi alza le spalle. "Non fa niente... Vieni."

Mi prende e mi trascina con lui, fuori dai ruderi, sulla spiaggia deserta, abbandonata, spazzata solo da un po'"di vento leggero, brulla, senza nessuno. Solo noi camminiamo su quella sabbia, soffice, bianca, calda, come quello che abbiamo vissuto. Arriviamo al mare. Massi corre dentro l'acqua, io mi fermo.

"Ma è fredda! È gelata!"

"E dai! E" troppo bello..."

Riprende a correre per dare ancora più senso alla sua scelta e poi ciaff! Si tuffa e appena sbuca fuori inizia a nuotare velocissimo per togliersi di dosso quei brividi di freddo. Poi si ferma, si gira verso di me.