"Quanto c'hai?"

"20 euro..."

"Ok, meglio di niente." Poi ci levano gli orologi, la catenina di AIis e anche quella di Clod : "Ma era della Prima comunione ". Neanche le rispondono. Salgono sulle nostre biciclette, con le nostre cose in tasca. Il tipo più grande, quello con l'iPod di Alis, si mette le cuffiette nelle orecchie. "Andatevene và..." E iniziano a pedalare allontanandosi da noi, continuando per la ciclabile, tornando indietro, verso chissà quale meta. Forse stanno andando a quelle roulotte. Appena sono lontani corro indietro. Scendo giù dalla pista e cerco tra l'erba alta. Eccolo, il mio telefonino! Compongo subito il numero.

"Pronto Rusty..."

"Che c'è? Che succede?" E gli racconto tutto e quasi mi viene da piangere per la rabbia ma Rusty non mi dice nulla. Non mi sgrida. Non mi dice "Ve l'avevo detto che non dovevate superare quelle roulotte...".

Rimane poi per un attimo in silenzio.

"E le tue amiche? Tutto a posto?"

"Sì... stanno bene."

"Ok. Allora tornate verso il barcone..."

"Ok..." Rimango un attimo in silenzio. "Rusty James..."

"Sì?"

"Mi dispiace..."

"Sì, sì, va bene... iniziate a camminare prima che faccia buio." E chiudiamo.

"Dai muoviamoci... Dobbiamo tornare verso il barcone..."

"Non ci viene a prendere?" Alis ha anche il coraggio di lamentarsi.

"No... Ha detto intanto di camminare che poi forse ci raggiunge..."

"Non poteva venire subito, no eh?"

"Senti, se stiamo in questo casino è per colpa tua."

Alis non mi risponde e comincia a camminare veloce. "Forza Clod, andiamo."

"Ma non trovo la batteria!"

"Dai te la ricompro io... Dobbiamo andare."

E iniziamo così a passo svelto a camminare lungo la ciclabile. Cinque minuti. Dieci. Venti. "Ho caldo..." Clod si lamenta.

"Dai che manca poco..."

"Ora rimpiango la bicicletta. Poi mi devi prestare il telefonino per avvisare casa..."

"Certo..."

Alis cammina davanti a noi, sembra quasi non sentire le nostre parole. Ha la testa alta, con il mento all'insù, come se fosse infastidita da tutta questa storia. Che poi... sa benissimo che è tutta colpa sua. Ma guai a ripeterglielo. Una cosa assurda e fondamentale di Alis è che lei non c'entra mai nulla. Se qualcosa non è andata è perché comunque non sarebbe andata e in questo si ricorda sempre una frase che le aveva detto sua nonna calabrese, "Vuoi dire che non era cosa...".

Ma dopo la curva, un'altra incredibile sorpresa. Un piccolo furgone con due tipi grossi lì di fianco e le nostre biciclette sopra. E poi... non ci posso credere.

"Rusty James! " Corro verso di lui e l'abbraccio, gli salto a collo, con le gambe quasi intorno alla vita per quanto salto in alto.

"Sì, sì. Quando ti pare fai così... Tieni." Scendo da Rusty e vedo che mi consegna la catenina della comunione di Clod, l'iPod di Alis e diverse altre cose che quei tre ci avevano preso.

"Questi dovrebbero essere i vostri soldi..."

"60 euro? Me ne avevano presi solo 20..."

"Ah..." Rusty James guarda i soldi in più, non sa bene che farci. "Tieni..." li da a uno dei due ragazzi dell'Ape. "Vi farete qualche caffè."

Il tipo si mette a ridere e comunque se li infila in tasca. Poi guardano giù sotto la ciclabile. Lontano tra le frasche vicino al fiume ci sono i tre ragazzi che ce li avevano rubati, ora li vedo anch'io. Quello più grosso trascina la gamba come se zoppicasse. Un altro ha una mano sul viso e ogni tanto l'allontana e ci guarda dentro come a controllare che non ci sia del sangue. Si girano ogni tanto verso di noi ma cercano di allontanarsi il più velocemente possibile...

"Allora ecco le vostre biciclette."

Uno dei due sbatte con la gomma poggiando forte a terra e la da a Rusty.

"Ciro, fai piano... eh..."

"Uè... Queste rimbalzano..."

Devono essere napoletani. E" altro ragazzo lo aiuta.

"Ecco questa è la mia..." Mi avvicino al furgoncino mentre stanno tirando giù quella che guidavo. Rusty mi aiuta.

"Veramente sono mie... E pensa che le avevo prese proprio per farvi andare sulla ciclabile ma non dopo le roulotte..."

"Hai ragione..." Clod controlla la catenina che si è messa al collo. Poi prende la sua bicicletta. Nel vano dietro del furgoncino ci sono alcune cose. Clod le vede e sorride.

"Ehi, ma che giocate a baseball...? Mi piace un sacco... Ho fatto la richiesta per giocare a softball nel campo dietro l'Amene..."

Ciro si rivolge all'altro ragazzo. "Giuliano, copri con il telo le mazze... da baseball... che si rovinano così..."

Poi il tipo sorride a Clod. "Non giochiamo spesso... Solo quando ne ha bisogno un amico..." Guarda Rusty. I due si sorridono.

"Noi rientriamo alla "basé, qualunque cosa sai dove trovarci..."

E se ne vanno così, con quel buffo furgoncino di diversi colori, sopra c'è disegnata una pizza mezza mangiata, sotto il nome "Gennariè". Torniamo piano piano verso il barcone. Rusty sulla sua bicicletta. Noi davanti a lui. Una volta arrivati rimettiamo a posto le bici. Rusty le chiude tutte con una lunga catena e le fìssa a un palo a terra.

"Bè, meno male che si è risolto tutto."


"Già..." Rimango un po'"così con le mani infilate nelle tasche dei pantaloni. Mi sento un po'"in colpa.

"Dai andate, se no fate tardi... Caro, salutami mamma."

"Sì Rusty..."

"Ciao!" Anche Alis saluta. "Ci vediamo. "Poi sale sulla sua macchina, accende e parte via veloce. Io salgo vicino a Clod. "Guarda..." Mi sorride tutta felice mostrandomelo.

"Me lo ha regalato..."

Clod ha in mano l'iPod Touch di Alis.

"Bene... Sono felice per te." Clod lo poggia sul cruscotto. Mi guarda un po'"perplessa. "Secondo te non lo dovevo prendere? Mi ha detto che se no lo buttava..."

"No no.. E" che Alis non la capirò mai."

Clod mi sorride. "Ma l'amicizia è anche questo, no? Una persona ti sta simpatica, le vuoi bene e basta... Mica la devi per forza capire..."

E riprende a guidare.

Sì. E vero. Forse è così. Ci sono cose che a volte ti sfuggono e che invece una persona così semplice come Clod coglie nel modo più naturale. La guardo e le sorrido. Anche lei mi sorride. Faccio un respiro lungo e poi un breve sospiro. Comunque è stata una bella giornata e il libro di Rusty mi è piaciuto moltissimo. Come finiva? Ah, sì. "Non andartene mai più."

Sono passata a casa da nonna. Mi ha preparato un dolce. "Grazie, proprio quello che mi piace un sacco..." Nonna mi sorride. "Danne un pezzetto anche a tua sorella." "Sì, ma lo taglio prima per Ale, se no lei se lo mangia quasi

tutto!"

"Va bene, fà come vuoi..." E non diciamo altro, usciamo fuori in terrazza e facciamo una passeggiata. Nonna ha messo un sacco di vasi e di fiori diversi.

"Ecco..." Si avvicina a una pianta che scende giù dal muro, una cascata di verde profumato.

"Questo è glicine..." lo prende con la sua mano magra, quasi scavata e se lo porta al viso. Si tuffa in quel fiore lillà, chiude gli occhi e l'annusa come se lì ci fosse tutta la primavera, un pezzo della sua vita, l'amore che se ne è andato...

"Senti, senti come è profumato..." E quasi non ci arrivo e mi abbraccia da dietro e mi aiuta ad alzarmi. E delicato e leggero. E mi perdo tra quei piccoli petali. E guardo i suoi occhi che curiosi leggono i miei.

"Sì, è buonissimo..." E continuiamo così a camminare per il terrazzo e lei mette una mano sotto il mio braccio e io lo allargo un po'"e lei ci si infila e continuiamo così, a braccetto, in silenzio, ognuna con i suoi pensieri, anche se io li immagino i suoi e la lascio andare. La guardo con la coda dell'occhio e la vedo come cercare tra i suoi ricordi qualcosa, poi lo trova e sorride. Allora chiude gli occhi. È come se si stringesse il cuore perché quell'immagine ormai sfuocata, vola via così. Allora poggio una mano sulla sua che tiene sì mio braccio, la sfioro leggera, senza disturbarla, ascoltando tutto quel dolore che, così educato, mi cammina accanto.

Sera di qualche giorno dopo.

"Ehi, ma ti ho mandato un messaggio!"

Sono sul letto che studio, non avevo vicino il cellulare fino a quando non ha suonato.

"Ah sì, Clod, lo vedo..."

"Eh, volevo sapere cosa avevi deciso. Allora che fai, Caro, vieni?"

"Ma non so... Non è che mi va tanto."

"Ma guarda che è fìchissimo... Dai, Aldo non può. Ti passo a prendere, ci sarà una musica pazesca."

In effetti ho finito di studiare.

"Dai, è la serata di chiusura del Piper, non puoi mancare..."

"Boh non so. Risentiamoci dopo" chiudo. E continuo a stare così, con i piedi poggiati in alto sul muro, le gambe mezze piegate. Le muovo a destra e sinistra, insieme, facendo ballare il polpaccio, sciolgo un po'"i muscoli.

Risuona il cellulare. Lo guardo. Alis. Rispondo.

"Ho parlato adesso con Clod, non esiste proprio... Scendi tra venti minuti se no salgo e ti distruggo casa."

"Ok, ok" sorrido, lo so che scherza ma sarebbe sul serio capace.

"Guarda che sul serio tra venti minuti sono sotto casa tua... non mi fare aspettare..."

"Sì, badrone!" La sento ridere dall'altra parte. Chiudo il telefono.

Dopo una "tatticosa" anche se veloce trattativa riesco a far dire di sì a mamma. Ma che fatica! Comunque non ero uscita mai nella settimana. Inizio a prepararmi. Dopo un secondo mi risquilla il cellulare. È Clod.

"Cioè non capisco, te lo dico io niente... Ti telefona lei dici subito di sì."

Sorrido. "Ma non è vero... Ho detto di no... Poi mi ha detto che stavi male, che ti eri mezza mollata con Aldo! Che dovevamo farti compagnia."