E quasi iniziano a litigare.
"Ragazze in classe! " E questa volta è la prof di matematica che ci salva. In tutto questo non sono riuscita a fare neanche colazione! Però è stata la cosa più divertente che abbia mai fatto.
Mi arriva un messaggio di mamma.
"Tutto ok? Sei a scuola?"
"Sì certo." Rispondo.
E mi viene da ridere. Se solo potesse immaginare che ho preso il treno, sono arrivata a Venezia, poi a Mestre, ho visto il concerto di Biagio e ho passato la notte in treno e sono tornata, bè morirebbe. Poi mi giro. Filo è crollato, dorme sul banco mentre la prof spiega. Gibbo invece è vispo come un grillo e mentre la prof sta scrivendo alla lavagna, si sporge dal suo banco e con una striscia di carta fa il solletico nell'orecchio a Filo.
Filo si infastidisce, poi si sveglia di botto e si gratta veloci tutti ridono. Cudini naturalmente ha filmato il tutto, la prof si gira.
"State buoni ragazzi... Ma che c'avete oggi! "
Gibbo è immobile al suo banco. Sorride. In qualche modo si è vendicato.
Sono troppo forte! Ho passato l'esame per il patentino! Ho fatto due errori ma l'ho passato! Mamma era felice, mio fratello pure, papà... meno. Sarà che non ci credeva. Non ci credo nemmeno io! In effetti quando ho fatto qualche prova in cortile con lui usando lo scooter di mia sorella non è che fossi stata troppo brava. Avevo anche rischiato di sbattere contro la macchina di Marco, quello del mio piano, ma per fortuna con una specie di gesto atletico non indifferente mi sono ripresa! Senza danni. Quindi ora ho pure il patentino... a tutta Vespa! Tanto l'ho guidata lo stesso nel frattempo.
Ormai sono una scheggia. Non ho proprio problemi. Mi diverte anzi a conoscere un po'"le strade. Certo, per andare dai nonni siccome non c'ero mai stata per conto mio, l'ho guardate sullo stradario di Internet che è fichissimo perché le trovi subito, ti da la distanza e ci mette un secondo a stampartelo. Te lo metti in tasca e tac! Infatti dopo otto minuti, due di meno di quanto diceva il sistema Google Maps, ero già da loro. Mi sono fermata solo una volta per ricontrollare una strada dove dovevo girare che non mi ricordavo. Nonna è uscita a fare la spesa. Domenica vuole invitare un po'"di persone perché è il suo compleanno. Nonno invece è nel suo piccolo studio e disegna. E" bravissimo. In un attimo con pochi tratti riesce a creare subito delle situazioni, un paesaggio, una casa, una persona.
"Nonno, ma che stai facendo?" Mi sorride senza guardarmi.
"Un biglietto per tua nonna... Domani è il 14 febbraio, la festa degli innamorati."
"Sì." Continua a disegnare. Usa pennarelli di diversi colori, li apre, colora, chiude con il tappo e li lascia cadere sul tavolo, e poi un altro e un altro ancora.
"Ti piace?"
"Me lo fai vedere? Moltissimo! "
E riconosco nonna mentre cucina e poi c'è una tavola in fondo con un po'"di gente.
"Ma quella nell'angolo sono io!"
"Sì... E quello vicino è tuo fratello, come lo chiami? Rusty John..."
"James !
"Ah, sì... Rusty James, Alessandra.. E quello sono io!"
"Sì, l'avevo capito."
"E lei ci cucina da mangiare tutte quelle cose buone che sa fare... "
"Eh già..." E poi c'è un cuore grande e rosso che tiene il nonno e la scritta sopra "Per te, che sfami il mio cuore! ".
"E" bellissimo, nonno!" E guarda soddisfatto il suo disegno e sorride compiaciuto. Se lo guarda un'altra volta. Poi si sente il rumore dell'ascensore e poi la chiave nella porta.
"Shh...Èlei!"
"Ci siete?"
Nonno nasconde presto il disegno sotto una cartella, raccoglie tutti i pennarelli e li infila veloce dentro un grande bicchiere. Poi mi guarda tutto furbetto e mi fa l'occhiolino.
"Sì, siamo qui!"
Nonna Luci arriva nello studio.
"Ciao... Cosa stavate combinando?" Alza il sopracciglio e sorride.
"Niente, chiacchieravamo..."
"Sì!" lo guardo allegra. "Voglio portare nonno dietro a me in Vespa..."
"Ma non si può, così ti fanno la multa..."
"Che ne sai tu?"
"L'ho letto... Dovrai aspettare i sedici anni."
Poi si avvicina a nonno e lo bacia leggera sulle labbra con un sorriso che lo sento fin da qui che è pieno d'amore.
"Ti ho preso quello che mi avevi chiesto..."
"Quello che piace a me?" Nonno si trasforma in un attimo in un bambino molto più piccolo di me.
"Sì, proprio quello! Vi vado a preparare qualcosa da mangiare, va bene?"
"Sì nonna, ti aiuto! "
E così ci mettiamo in cucina. Nonna apre delle patatine e le mette in un grosso piatto.
"Erano queste che mi aveva chiesto,., le patatine alla paprika."
"Ah..."
E io chissà quale misteriosa cosa mi aspettavo e continuiamo così a girare per la cucina, a preparare qualcosa, con i tovagliolini, i bicchieri e tutto il resto, a parlare di tutto e di niente. E nonna mi fa un sacco di domande e io rispondo ma con una leggerezza e il piacere di stare insieme e quel sapore d'amore che si respira per tutta la casa. E tutto mi sembra così semplice e le dico tante cose che a volte, anche se ti ci metti da morire, se ti impegni tanto, non riesci veramente a dirle.
I prof hanno cominciato a parlarci degli esami ma a me sembrano ancora così lontani e non ne voglio sentire parlare! Fra l'altro ad aprile ci sarà il mega ricevimento generale per i genitori, l'ultimo, definitivo, assoluto, mamma mia e non posso più toppare nulla. Ma non avevano detto che lo abolivano?! Da Internet ho scaricato un sacco di tesine ma non so se bastano. Mia sorella una volta mi ha detto che è una cavolata ma con lei non sai mai bene cosa pensare, è così diversa da me. Allora, secondo me a storia potrebbe essere Italia nel dopoguerra, geografia l'Oceania, italiano Svevo o Calvino, e scienze? Non lo so. Si può collegare l'Oceania con terremoti e vulcani cioè c'è una zona molto soggetta a questi? Non lo so. Francese e arte avrei pensato di portare Henri Matisse. Andrebbe bene con il periodo? Inglese porto l'Australia, musica non so se si fa all'esame, penso comunque che la collego in storia con la musica jazz, tecnica non so. Poi non ho capito se è meglio ripetere tutto il programma delle materie. E" essenziale o alla fine è inutile? Boh. Non resisto. Mentre mi perdo in tutte queste domande scarto il panino sotto il banco, mi inchino nascondendomi dietro a quella che sta davanti e cerco di leccare un po'"di Nutella che è uscita dal bordo. Clod che mi vede dal suo banco mi chiama. È già pronta a offrirsi volontaria. Oh, come se l'avessi chiamata, suona l'ora di ricreazione... E arriva subito la notizia bomba.
"Mi sono lasciata con Dodo."
"Cioè?"
"Cioè basta... Mi sono scocciata."
Io e Clod rimaniamo in silenzio.
Poi allargo le spalle. "Mi dispiace però... Magari poteva essere importante... piano piano."
Clod, la grande curiosa, "E" perché voleva troppo?". È allusiva.
"Magari!" Alis si accende una sigaretta, vuole essere trasgressiva a tutti i costi. "Niente, non gliene fregava niente neanche di quello... Pensava solo a giocare a calcetto, sempre con i suoi amici, a bere con i suoi amici, fuori con i suoi amici e se no al negozio della mamma... Dai ragazze, ma non esiste una vita così! "
"Già..." In realtà non sappiamo molto che dire, ha fatto tanto per mettercisi, per un attimo sembrava anche innamorata. Forse l'ha fatto solo perché c'era la gara, vuole essere la più forte e primeggiare come al solito. Ma questo lo penso e basta. Non posso certo dirglielo.
"Vi siete lasciati proprio oggi che è San Valentino..."
"Ieri. Gli avevo comprato pure il regalo ma l'idea di passare la serata con lui... Non ce l'ho fatta."
"Che gli avevi preso?" Clod in certe occasioni non ce la fa proprio, quando dovrebbe stare zitta parla, anzi esagera.
"Oh, una macchina fotografica digitale. Non gliel'ho data. Ce l'ho qui, anzi vi faccio subito una foto..."
Ci mettiamo in posa e la fa alzando la macchinetta e prendendoci tutte e tre mentre facciamo delle facce assurde. Poi guarda come è venuta.
"Perfetta! Sentite facciamo una cosa..."
"Che?"
"Stasera alla faccia di tutti gli innamorati ceniamo tutte e tre insieme, vi va? Offro io... sapete dove andiamo, da Wild West, sulla Giustiniana! E" troppo forte."
"Ok!" E per fortuna il pomeriggio passa tranquillo, senza neanche troppi troppi compiti da fare. Mi stendo sul letto, piedi in su e iPod acceso. Ascolto un po'"di musica random. Non c'è niente da fare. Sembra che ti conoscano. Che vivano con te e possano sentire tutto quello che pensi. A volte mi sembra così quando ascolto certe canzoni. Dicono proprio tutto quello che sento e che vorrei poi dire ad esempio a Massi. Cioè proprio come vorrei dire io. Né meglio né peggio. Bisogna ringraziarli i gruppi e i cantanti perché parlano per noi. Tu ami uno ma sei timida o pensi di sbagliare e zac! Basta che gli dedichi quella canzone. E se sei fortunata bè lui capirà tutto quello che non sei riuscita a dirgli a parole e magari te ne dedicherà un'altra. Canzoni da canticchiare, riascoltare e ballare insieme a una festa. Canzoni per tenersi abbracciati, canzoni da ricopiare sul diario... Massi, noi abbiamo già la nostra canzone. Che buffo, non abbiamo una storia ma abbiamo la nostra canzone.
"Mamma, stasera esco."
"Ehi, ma non starai studiando troppo poco?"
"Non c'era molto da fare per domani."
"Ok, alle undici ti voglio qui..." Poi ci ripensa un attimo. "Come mai esci proprio stasera? San Valentino... Con chi vai?! "
"Ma che!" Vorrei dirle: magari! "Esco con Alis e Clod."
"Sicura?"
"Certo! Te lo direi, no?!?" Ripenso a Biagio Antonacci e non ne sono così sicura.
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