"Già. Bè, ci vediamo domani."
Mi tiro dietro Clod e finiamo di attraversare.
"Ma la Bellini è proprio rincoglionita... A una festa in maschera! "
"Bè Caro, siamo vestite un po'"strane..."
"Strane? Ma questa è moda! "
"Se lo dici tu. Carini però che escono insieme! "
"Stanno insieme!"
"No! Pazzesco! Due prof che stanno insieme! E assurdo! Mi sa che non è permesso! E comunque non l'avrei mai detto, Alis ci rimarrà malissimo."
"Perché?"
"Le piaceva il prof Leone! "
"Pure?"
"Ma sì... Perché non piaceva pure a te?"
"A me! Io ho solo detto che è un bell'uomo, un tipo simpatico...
"Ah... Comunque ogni volta che ti piace qualcuno, automaticamente non so com'è ma piace pure a lei! "
"Dai, risparmia il fiato che siamo quasi arrivate."
Riprendiamo a camminare in silenzio. Strana questa cosa. Non ci avevo mai pensato. È vero, però. Forse proprio perché siamo così amiche, abbiamo un po'"gli stessi gusti... Però mi ricordo che una volta Alis si è messa con uno che mi stava sulle balle. Era tutto pieno di borchie e andava sempre coi pantaloni strappati. Ma non è per come andava vestito che non lo sopportavo. Cioè, uno fa come gli pare. Era l'atteggiamento. Faceva la III E ed era cugino più grande di uno dei Topi. Insomma, ogni volta che mi vedeva, questo tipo che si chiama Gianni, detto Giagua perché è sardo e di cognome fa Degiu, insomma, mi prendeva sempre in giro, mi spingeva per le scale, mi tirava i capelli, mentre a Clod diceva che faceva meglio a farsi una dieta di quelle ammazzaciccia. Oh! Ma che voleva? E Alis nulla, anzi, mi sembrava che sotto sotto lei si divertisse. Ma come faceva a uscirci insieme? Diceva perché è alternativo. Alternativo a che? Faceva tutte le scene per il corridoio a ricreazione, arrivava e la prendeva in braccio sollevandola, ma non in modo dolce, no, tipo bulldozer e Alis faceva i gridolini. Si era un po'"rimbecillita. Io queste cose non le capirò mai. So solo che per me un ragazzo ok è uno che intanto rispetta anche le mie amiche, e di certo non le prende in giro. Poi uno che se mi viene a trovare a ricreazione non fa tutte quelle scene per farsi vedere dagli amici, ma mi viene vicino e mi da un bacio solo perché gli va.
Alis mi disse pure che lui voleva fare l'amore, cioè lui ovviai m non lo definiva amore, ma sesso. Alis era un po'"incerta. Io gli dissi che secondo me era troppo presto! Aveva tredici anni! Ma che scherziamo?! Fare l'amore con uno così poi che dopo due secondi lo va a sbandierare a tutta Roma. Comunque, per quanto io mi senta molto più vicina a Clod, è Alis che sa tutte le mie cose, con lei riesco ad aprirmi di più. E con questi ultimi pensieri finalmente arriviamo a casa. Alis ci corre incontro, è già struccata e con un pigiama elegantissimo. E ti pareva.
"Ma dove siete andate! Che avete fatto? C'era un'altra festa? Non mi avete detto niente, eh? Avete rimorchiato? Comunque ho vinto! Ho vinto io!!!"
E balla sul letto, salta, lancia i cuscini in aria e fa un casino. E subito ci togliamo le scarpe e saltiamo con lei. E non dico nulla della macchinetta di Clod, di Aldo e di tutto il resto! Non dico che Dodo, prima di tutte, ci ha provato con me! Non ci penso più. Salto e rido, rido e salto. E ci abbracciamo e alla fine cadiamo giù dal letto. Ma per fortuna...
"Ahia!"
Atterriamo su Clod. Si è fatta male e non riesce a liberarsi di noi e più ci prova e più ci ingarbugliamo tutte e due sopra di lei e vi giuro che non ho mai riso così tanto.
Sono la nonna di Carolina. Mi chiamo Lucilla e lei mi ha soprannominata nonna Luci. Amo la mia terrazza, i fiori che al mattino mi salutano appena alzo le tapparelle e la mia tazza di te, stavolta ai fiori di bosco. Come mi piace stare qui, specie nel tardo pomeriggio, quando il cielo si tinge d'arancione e si alza quel venticello... La casa, le stanze, la cucina dove mi piace stare per preparare qualcosa di buono. I quadri alle pareti, le foto mie e di Tom, il mio Tom. Insomma, le mie abitudini, i miei punti di riferimento. Quando si diventa anziani, o maturi o gente della quarta età come amano dire oggi, tanto la sostanza non cambia. E" bello guardarsi intorno e sentirsi a nostro agio in mezzo a quel che conosciamo meglio. Così è più piacevole ricordare la vita e tutte le cose che ci ha regalato. In particolare l'amore, quello vero. E io sono stata fortunata perché l'ho trovato. Ora mi diverto molto con la mia nipotina preferita, Carolina, che mi fa ricordare tutta la mia gioventù, ma non mi viene a trovare abbastanza spesso. La vorrei sempre qui. Ma la capisco: è giovane, è in quell'età delle novità, delle scoperte in cui il tempo e lo spazio non bastano mai. E divertente, simpatica, davvero intelligente. E poi mi ascolta, curiosa, e quando si hanno i capelli bianchi come me è importante, fa piacere. Anche se a volte mi sembra di annoiarla e allora le dico "Vai, su, esci con le tue amiche, ti divertirai molto di più che a sentire queste vecchie storie". Ma lei no, rimane, almeno finché non arriva l'ora di tornare a casa sua, altrimenti suo padre chi lo sente? Mi spiace un po'"de lui abbia un carattere scontroso e diffidente, credo che Carolina ci soffra un po'"e pure Giovanni, anzi, Rusty James come lo chiama lei. Sono molto sensibili tutti e due e sento che hanno bisogno di parlare, di raccontarsi semplicemente, come si fa quando ci si sente a proprio agio e non ci sembra di dire sciocchezze. Ma a volte con un padre un po'"sbrigativo ci si vergogna e si tende a dire solo quello che lui vuole sentirsi dire. Mia figlia è diversa, so che con lei Carolina e Giovanni hanno sempre parlato un po'"di più anche se non hanno la stessa confidenza che si è creata con noi nonni. Per questo sono contenta quando li vedo. Mi sento un po'"come una vice mamma. In particolare mi piace quando io e Carolina possiamo cucinare insieme. Ad esempio le focacce. A lei piacciono tanto. Cucinare insieme è un momento magico perché nel dosare gli ingredienti, nel prepararli e poi nell'attesa che segue ci si sente in sintonia. Si crea qualcosa che poi mangeremo insieme. Bellissimo. Trecento grammi di farina, una bustina di lievito secco, un po'"di rosmarino e olio. E Carolina inizia a mettere la farina a fontana sulla spianatoia, io aggiungo il lievito che prima ho sciolto in acqua tiepida, un pizzico di sale e lei mescola bene. Quando è il momento di dividere la pasta in quattro parti e tirarla, Carolina passa il testimone a me perché dice che non ci riesce bene. Allora io ungo la pasta con dell'olio e ci metto sopra il rosmarino e un pizzico di sale. E poi la cottura. Sono buone così, senza nient'altro. Senza ripieni o condimenti vari. Un po'"come l'amore, crudo e svestito. Sì, forse sono una nonna troppo sincera e forse proprio per questo vado così d'accordo con mia nipote. Quando escono le focacce ci mettiamo a mangiarle tutti insieme, magari anche con Giovanni perché Carolina gli manda sempre un sms per avvertirlo e lui, se riesce, passa e sta con noi. Giovanni e il suo sogno di scrivere. Come vorrei che lo realizzasse, che fosse felice. A volte mi ha fatto leggere qualcosa, è davvero bravo, intenso, capace. Ma suo padre non lo capisce, vuole per lui un altro futuro più certo, più sicuro. Il medico. E lui no, ha deciso di non nascondere più la sua vera passione e di andare via. Che coraggio. Lo ammiro, ma ho anche tanta paura per lui. Non vorrei che ci restasse male. Spero che possa trasformare il suo sogno in un lavoro, se lo meriterebbe proprio. Mia nipote Alessandra invece è il piccolo interrogativo di quella casa. Io non la capisco molto. Ma le voglio comunque bene. Come dico sempre, ognuno si comporta come sa, è inutile prendersela troppo. Ognuno segue la sua strada e il suo modo di vivere e anche se a volte non ci troviamo in sintonia con qualcuno, non bisogna giudicare. Come si fa a sapere davvero come si sta nei panni degli altri? Spero quindi che anche Alessandra trovi la sua strada, così come più le piacerà. Quest'approccio è sempre stato anche quello di Tom, il mio Tom. L'amore della mia vita. La persona con cui condivido tutto, che mi comprende, mi fa ridere e sognare. Vivere con lui, alzarsi ogni mattina guardandosi negli occhi, condividere gioie e dolori, difficoltà e sorprese e la voglia di continuare anno dopo anno, sempre insieme. Sono fortunata. Amo e sono amata. E la quotidianità non ha sciupato nulla, non ha tolto magia. Il nostro amore si è trasformato nel tempo, ha saputo crescere grazie alla nostra volontà. Perché una storia funziona solo se ci sono impegno, sentimento e collaborazione. Non bastano le farfalle nello stomaco, come dice a volte Carolina. Quello è il punto di partenza. Poi bisogna voler costruire un progetto. Noi ci siamo riusciti. E auguro ai miei nipoti di poter vivere altrettanta bellezza e felicità.
Ora c'è un problema ma non ci voglio pensare. Sono fiduciosa. Voglio esserlo, anche perché non ho alternative.
Se tu fossi un cantante come ti chiameresti? Caro x.
Il nome con cui ti chiama tua madre? Piccola.
Età che vorresti avere? 18.
"Da grande" sarai? Spero me stessa.
Ciò che ti piace corrisponde a ciò che realmente fai? Quasi mai.
Hai un un tuo "sogno nel cassetto"? Fare la fotografa.
Lo aprirai mai questo cassetto? Se trovo la chiave...
Sei fidanzata? No.
Innamorata? Credo.
Canzone preferita di questo mese? Goodbye Philadelphia di Peter Cincotti.
Lui è (biondo, moro...)? Moro e bello!
Hai successo con i ragazzi? Quando non m'interessano sì.
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