Cosa fondamentale. Dovessi incontrare Massi e magari mi fa "Chi sei tu? Chi? Carolina? Si, venti chili fa!".

La ginnastica è fondamentale. Lì ad artistica mi piace un casino, si fatica, si suda, ci si diverte.

"Drin." E" il mio cellulare. Guardo lo schermo. Alis. Non resiste proprio. Le manco. Tra MSN e cell mi avrà chiamato cento volte. Rispondo e non le do il tempo di parlare.

"Ok, ti posso capire... Non ce la fai, eh? Guarda che dopodomani stiamo di nuovo a scuola, eh."

"Scema... Sei pronta Caro, una notizia bomba! "

"Dimmi tutto."

"Siamo state invitate alla festa della Borzilli! "

"Nooo!"

"Sii."

"Grande Alis!"

"Ti passo a prendere fra mezz'ora, ok?"

"Per cosa?"

"Shopping sfrenato!"

E chiude. Non mi da mai il tempo di rispondere alle sue proposte. E se avessi qualcos'altro da fare? Un impegno, un'uscita con mia madre, con un'altra amica, con... con un ragazzo! Alis è così. Prendere o lasciare. O meglio prendere ed essere travolti. Comunque è un mito. Sono sicura che è solo grazie a lei che la Borzilli ci ha invitato.

Stefania Borzilli. Quindici anni, bocciata una volta in II. Mito della scuola. Sua la leggenda, vera o falsa che sia, che ha già fatto l'amore. Cioè non so se è vero ma d'estate, appena fatti quattordici anni, si è chiusa in una camera da letto nella sua villa in campagna a Bracciano, nella camera grande dalla quale si vede il lago, con un bellissimo ragazzo, tale Pier Frery, un francese che parla italiano e prima stava a scuola nostra e che comunque è ripartito per Parigi. E nessuno ha mai saputo di quella storia. Quella notte sono usciti correndo e si sono buttati in piscina nel bel mezzo della festa, lui con degli slip neri, lei aveva solo le mutandine e di sicuro quello che tutti hanno visto è che si sono solo baciati in acqua.

Un giorno ero in palestra. Era l'altr'anno. La II aveva appena fatto lezione e noi stavamo per entrare a giocare a pallavolo, c'era anche la Borzilli e uscendo le è caduta la felpa che portava legata in vita.

"Ehi, ti sei persa questa" l'ho raggiunta e gliel'ho data.

"Grazie" e mi ha sorriso in un modo incredibile. Un bel viso aperto, senza pensieri, un po'"di lentiggini, due occhi grandi blu e i capelli castano chiari, un po'"ricci, liberi e selvaggi. Poi ha preso la felpa e si è girata e se ne è andata quasi rimbalzando sulle gambe. Ora io non so se la sua storia è vera, ma Alis da allora è in competizione con lei e quando le ho detto "Mi sembra simpatica...", mi ha risposto: "No. Non può essere, una così non può starti simpatica". E sinceramente l'ho lasciato cadere lì quel discorso, non l'ho più ripreso. Non so perché Alis ce l'abbia tanto con Stefania Borzilli e ancora di meno perché ci tenga così tanto allora ad andare alle sue feste.

Ma mi sa che sarà una cosa pazzesca e assolutamente non voglio perdermela.

"Prenditi questo, guarda che bello."

Alis tira fuori tra le stampelle un top di paillette blu.

"Ma è minuscolo! "

"E che vuoi, una tuta? Guarda che il titolo della festa è Tokio Hotel."

"E allora?"

"E allora dobbiamo essere delle cubiste scatenate."

"Sì. Io voglio essere pazzesca." Clod esce da alcuni vestiti. "Questa come mi sta?"

Alis e io insieme. "Ma è minuscola!"

"Ma l'avete detto voi! "

"Sì, ma lì tu non c'entri!" Ridiamo e ci scateniamo. Da Catenella a via del Corso è uno spettacolo, proviamo di tutto e di più. Gonne di paillette, boa, top di ogni genere, giubbotti corti con fibbia di metallo, cinghie e lacci in gomma nera. Fichissimo. E poi.. "Adele, metti tutto sul mio conto". Alis è di casa lì. E infatti ci trascina fuori con tutti i vestiti possibili e immaginabili.

"Saremo strafichissime!"

"Andiamo da Ciòccolati. Vi va?" Clod e le sue fisse.

"Ok..." Allargo le braccia e chiarisco subito un punto. "Però offro io!"

"Ok."

"No, no, sul serio Alis, se no non ci vengo, e che cavoli! "

Poco dopo siamo sedute al nostro tavolo preferito.

"Ok ragazze, che vi porto? " Rimaniamo tutte e tre a bocca aperta. Cioè al posto della solita signorina rallentata, e anche leggermente antipatica e un po'"rincoglionita per essere sinceri, c'è lui: Dodo. Almeno questo c'è scritto sul cartellino della giacca. Cioè, avete presente uno strano incrocio tra Zac Efron Jesse McCartney con un pizzico di Scamarcio e Raoul Bova? Ecco, agitate il tutto e paff. Come una magia viene fuori lui. Cioè, un sorriso ma un sorriso che non ha un dente fuori posto, carnagione scura, capelli neri folti, occhi nocciola, sembra quasi un indigeno per quanto è scuro e un Bounty per quanto è bono. Ma dov'era fino a oggi? Ci vede tutte e tre con le bocche aperte e lo sguardo leggermente vitreo. Allarga gentilmente le braccia.

"Non siete pronte? Volete che ripasso?"

"Ehh..." Clod è veramente fuori di testa o lo fa apposta. Le do una gomitata. "Ahia!"

Dodo ride. "Sì sì, ripasso che è meglio." Si allontana. Lo abbiamo sicuramente pensato tutte, ma Alis è la prima a dirlo.

"C'ha pure un bel culetto!"

"Alis!"

"Bè, perché? Che c'è, che ho detto di male? Non è vero?"

Clod sorride. "A me ricorda il Magnum classic, il primo e il più buono..."

Lei vede tutto in chiave cibo. Poi Alis ci poggia tutte e due le mani sulle braccia.

"Sentite mi è venuta un'idea fìchissima... Facciamo una gara?"

"Di cosa?"

"Chi ci si mette prima! "

"Ma dai..."

"Avete paura, eh?" Alis ci guarda e ala il sopracciglio con aria di sfida.

"Io non ho paura." Le sorrido. "Non ti temo proprio."

Clod alza il sopracciglio. "Ma a me piace Aldo."

"Ma se non ti si fila! Anzi magari ti vede che stai dietro a qualcun altro e invece di farti le solite imitazioni... passa ai fatti! "

Insomma, abbiamo riso e scherzato fino a quando non è tornato.

"Allora, avete deciso ragazze?"

E iniziamo a fissarlo. E sembriamo cretine. E parte una specie di gara assurda dove io un po'"mi vergogno e Alis invece è di uno sfrontato che fa paura.

"Allora io vorrei... Un profiterole, hai presente quello tutta panna, gustoso con il cioccolato scuro... come te?"

"Alis! " le dico sottovoce. E lei ride e si tappa la bocca.

Dodo invece è impeccabile. "No, mi dispiace, non ce l'abbiamo."

"E il tiramisù?"

"Neanche."

Alla fine Clod e io ordiniamo. "Per noi una cioccolata... al peperoncino."

Insomma quando si allontana ridiamo tutte e tre e ci sentiamo ridicole. Però alla fine non mi vergogno più, anzi mi diverte da morire e non so perché ma per la prima volta in vita mia mi sento trasgressiva. E me ne vanto, lo guardo mentre prepara le cioccolate al peperoncino dietro al banco. E improvvisamente mi sento fragile. Di quelle cose che non capisci. È un attimo, lui alza lo sguardo, incrocia il mio e si ferma. Rimane sulla stessa linea un po'"troppo a lungo e alla fine io cedo e abbasso lo sguardo e arrossisco e un po'"mi vergogno. E quando guardo di nuovo su, lui non c'è più. E" sparito.

"Alis..."

"Sì, che c'è?"

"Ho un problema."

Mi guarda sul serio preoccupata. "Che c'è? Che succede?"

E io le sorrido "C'è che mi piace sul serio...".

"Mi hai fatto spaventare!" Mi da una botta sulla spalla e quasi mi fa cadere dalla sedia.

"Alis!"

"E comunque piace un casino anche a me."

E così comincia la gara.

"Ti vedo sorridente, Caro."

"Sì nonna, lo sono! "

"Troppo sorridente."

"Sì nonna, lo sono!"

E ridiamo. E un po'"mi ha scoperto. Le faccio compagnia mentre prepara da mangiare. È bello che abbiamo la nostra casa vicino a quella di nonna, così posso andare e venire senza problemi e quando mi sento sola o quando i miei genitori discutono o quando Ale rompe troppo o quando Rusty mi manca all'improvviso, ecco, io mi rifugio qui...

"Che fanno le mie donne preferite?! "

Nonno Tom è uno spettacolo. Ha i capelli bianchi sempre spettinati ed è alto e un po'"grosso, con le mani grandi ma le dita fini. Ama moltissimo costruire, creare, dipingere, disegnare. E io rido quando lo vedo.

"Facciamo le pettegole! "

"Allora ferme così! " E prende dal suo collo la macchina fotografica, la Yashica digitale e ci scatta delle foto e siamo sul divano, io mi levo le scarpe al volo e tiro su le gambe e le porto dietro e mi metto in posa e alzo con tutte e due le mani i capelli, me li porto tutti sulla testa, come se fossero raccolti.

"E chi sei, Brigitte Bardot?"

"Chi? Ma chi la conosce?"

Abbassa la macchina fotografica. "Tutti i veri uomini di un tempo non la possono dimenticare."

"Allora sì, mi somiglia un sacco ! " E faccio un sorriso mostrando tantissimi denti. E nonno scatta altre foto.

"Vado subito a stamparle! Voglio proprio vedere come vieni..."

Tutto felice, con le sue gambe lunghe, goffo si muove nel piccolo salotto e quasi inciampa sul tappeto e sbatte contro un angolo di un tavolino e una scatolina d'argento cade e nonno Tom la raccoglie. La mette dove era prima, la sposta un poco, controlla pure la direzione nella quale era inclinata. Poi sorride un'ultima volta a nonna Luci e scompare giù, in fondo al corridoio. E nonna Luci è ancora lì che lo guarda. Non si arrabbia delle cose che urta il nonno. Non ha mai niente da ridire. E i suoi occhi sono allegri mentre guarda ancora in quella direzione. Mamma non ha mai guardato così papà. Poi si gira verso di me. "Cosa mi stavi raccontando, Caro?"

E le dico del posto dove andiamo sempre, di Ciòccolati, del nuovo ragazzo Dodo e della gara di noi tre.