"Vicinissimo!"

Mamma continua a guidare tranquilla. "Se lo dici tu!"

"Ci sono stata! " Ho pure montato una sedia, vorrei aggiungere, ma mi sembra un po'"riduttivo. "Gli ho pure dato una mano a montare i mobili."

"Ah..."

Così va meglio. Ho questa pianta in mezzo ai piedi, e il fiordaliso sale su e profuma un sacco, ma ogni tanto mi va in faccia e un po'"mi pizzica il naso e allora mi sposto a destra e sinistra per non finire tra le foglie. Ma mi da molto meno fastidio di Ale, che come immaginavo, non è potuta venire.

"Mamma, che gli scriviamo?"

"E che ne so... sei tu la scrittrice! Con tutto quel diario che fai! "

Mi viene in mente che ieri mattina Alis mi ha fatto leggere una frase troppo bella, trovata su Internet: "L'amore è quando la ragazza si mette il profumo, il ragazzo il dopobarba, poi escono insieme per annusarsi. Martina 5 anni". Cioè, troppo forte. Troppo vero. Ce ne vorrebbe una buffa così!

"Ma che, quello che scrivo nel diario mi serve per ricordarmi quello che ho fatto... Casomai lo scrittore è lui! "

"Speriamo! " Mamma fa una strana smorfia. E" preoccupata. Ma alla fine decide di non pensarci. "Vado dritto?"

"Sì, sempre dritto, tra poco siamo arrivate. Ecco, mi è venuta, sei pronta?"

Mamma mi guarda. Sorride.

"Sì, certo. Dì un po'."

"Perché possa sbocciare tutto quello che vuoi..." La guardo un po'"interrogativa. Veramente più che una frase per uno scrittore, mi sembra per un fioraio. Ci penso da sola a rispondermi. "No, no, è una cretinata." Continuo a pensare. Ecco: "Per la tua nuova casa...". No! Anche perché è un barcone, ma questo a mamma ancora non gliel'ho detto. Ecco, mi viene un'altra frase.

"Per te con tutto il nostro amore."

Mamma è tutta felice. "Questa mi piace! "

Ci ripenso.

"Sì, ma è troppo da comunione."

"Cioè?"

"Mette tristezza!"

"Ma che vuoi dire?"

"Che non è allegra. Non va, non va" e continuo a ipotizzare una serie di frasi che non so proprio come mi vengono. A un certo punto me ne esco perfino con un "Per un futuro celeste..." perché i fiori di quella pianta sono chiaramente di quel colore! E alla ne trovo qualcosa che sembra andare bene a tutt'e due.

"Gira, gira qui!"

Mi sono distratta e glielo dico all'ultimo. Mamma segue subito le mie indicazioni, prende e fa una curva quasi a gomito scendendo giù per la discesa che porta al Tevere. La macchina slitta un po', sembriamo due pazze.

"Ma stiamo andando sul ume."

"Eh..." Non dico altro. Fa ancora qualche metro.

"Ecco, siamo arrivate!"

Mamma rimane a bocca aperta. "Ma è un barcone! "

"Eh, bello, vero?" Suono il clacson tra le mani di mamma sul volante e scendo veloce dalla macchina portandomi dietro la pianta.

"Rusty... siamo arrivate, siamo qui!"

R. J. esce sorridendo dal barcone e corre sulla passerella.

"Ecco le mie donne preferite! " e mi prende in braccio e mi fa fare un giretto sporgendomi sul fiume con tutta la pianta in mano.

"Aiuto!" Ma tra le sue braccia non ho paura. Poi mi posa facendomi cadere sulle tavole in legno dopo la passerella e corre fuori a prendere mamma.

"Vieni... vieni che ti faccio vedere."

"Ma non è pericoloso? Non ci sono i topi?"

"Ma che! Guarda che ho fatto..." indica per terra una serie di piattini pieni di alici, lungo la strada. "Ho i gatti da guardia..."

"I mickey mouse non possono passare se non come fumetto. Venite, venite, che vi faccio vedere" ed entra dentro e ci mostra tutto il barcone. "Allora, qui c'è la cucina, questo è il salotto, e qui invece c'è la camera da letto. "

E noi lo seguiamo estasiate. Non ci posso credere, l'ha trasformata sul serio, sembra un altro posto. Tende azzurre e bianche e celesti e tavoli chiari di Ikea perfettamente montati.

"Ecco, tutti questi mobili mi ha aiutato a montarli Caro..."

Mamma mi guarda soddisfatta.

"Ma non è vero, ho fatto solo qualcosìna."

"No, no, ha fatto molto. E infatti guarda qua" e ci conduce in una piccola stanza tutta chiara, che si affaccia sul fiume con una bellissima vetrata e un tavolo grande, con sopra anche il suo computer che mi piace tanto... anche perché è molto più veloce del mio!

"Questa è la tua stana, Caro. Quando vuoi, vieni qui a studiare. Tra poco avrò anche l'ADSL e così non ti mancheranno le tue amiche Alis, Clod e tutti quelli su MSN..."

" No ! Non ci posso credere, mi hai messo anche la foto di Johnny Depp! Cavoli, ma è stupenda questa stanza! " Anche perché è molto più grande della mia. Ma questo non lo dico.

"Mamma, posso venire qualche volta a studiare?"

"Certo, basta che studi sul serio, secondo me qui ti distrai e basta."

Rusty mi abbraccia. "Ma no. Qui c'è una calma, una tranquillità, nessuno che urla o fa rumore. Molto più che a casa."

Mamma e lui si guardano. Rimangono per un attimo in silenzio. Poi Rusty vede la pianta o forse fa finta che se ne accorge solo in quel momento.

"Ehi, che bella! Ma cosa mi avete portato... Un fiordaliso" si avvicina e prende il biglietto. "Per il nostro scrittore, perché tu sia felice!"

Rusty sorride. Chiude il biglietto e se lo mette nella tasca del giubbotto. "Lo sono, ora che siete qui, lo sono. Forza, andiamo a tavola!"

Bè, vi assicuro, un pomeriggio bellissimo. Rusty James ha preparato la tavola in salotto, vicino alla finestra più grande, quella baciata dal sole. Perché oggi, anche se siamo a fine novembre, c'è stato un sole bellissimo.

Insalata di riso, vari antipastini prima, di quelli che piacciono a me, mozzarelle piccole, piccoli wurstel, e poi olive, piccoli pomodori conditi, piccoli peperoni, di quelli tondi ripieni con tonno e capperi. Insomma, tutto piccolo.

"Questa è una specialità, l'ho presa apposta per voi... sono i tomini alle erbe."

Boh, io non sapevo cos'erano. Neanche mamma. Però l'abbiamo assaggiato e c'è piaciuto. Un formaggio morbido, non troppo grasso, non troppo saporito, con sopra tutte delle erbette. E poi uno spumante bello freddo, ghiacciato. Pum! E bello quando saltano liberi, i tappi, senza essere trattenuti da niente. E Rusty l'ha aperto indirizzandolo fuori dalla finestra aperta, verso il fiume. E il tappo ha fatto un volo lunghissimo e poi... spluk! E atterrato in mezzo al Tevere, è andato sott'acqua ed è tornato subito su, in superficie. L'abbiamo guardato scivolare via, così, libero, nella corrente, diretto chissà dove.

"Mamma, posso berlo anch'io?"

"Per oggi..."

"Sì, certo." E così lo bevo e mi metto lì ad assaggiare anche quella bella insalata.

"Ma che sono queste?"

Rusty sorride. "Foglie di spinaci."

"Così grandi?"

"Sì, così grandi."

Mamma le taglia con il coltello. "Uhm, buone, ci hai messo dentro anche la pera, il formaggio parmigiano", poi sposta alcune foglie e arriva al fondo. "Pinoli e uvetta! "

"Sì, e l'ho condita con l'aceto balsamico."

Assaggio meglio. "Ecco cos'è questo sapore che pizzica."

"Non pizzica!"

"Per te pizzica sempre tutto! " E ridiamo. E mi sembra di stare come a casa, anzi, in una nuova casa, più tranquilla però. E vero, non ci sono rumori. Si sta proprio bene. E mangiamo in silenzio. Rusty ha anche un piccolo stereo in salotto. A un certo punto si alza e mette un cd. Coldplay. X&Y. Bellissimo, l'ho sentito una volta sola ma mi è subito piaciuto. Forse perché c'è quella canzone con quella frase che dice "You don" t have to be alone, You don" t have to be... all alone at home..."

Poi va in cucina e ricompare poco dopo. Ha una piccola torta al cioccolato, quella che mi piace da morire. E una candelina al centro!

"Ma dai, che forte, che festa è?"

"Del buon non compleanno!"

Sa che mi piace un sacco Alice.

"Ma no, scherzo, è perché siete i primi ospiti qui."

Chissà se è vero, ma mi fa piacere pensarlo. Soffiamo tutti e tre sulla candelina. E poi mamma inizia a tagliare la torta e la divide perfettamente in tre e vengono identiche, quelle fette, uno di quei rari casi che uno ne voleva proprio così, non un pezzetto di più ne un pezzetto di meno.

Poi Rusty fa il caffè ma lo bevono solo loro e ci mettiamo fuori, su delle sedie a sdraio a prendere il sole coi piedi appoggiati alla ringhiera.

Io ho la sedia più vicina perché sono la più corta. Ma chiudo gli occhi e sto di un bene che è proprio raro. Certo, mi piacerebbe avere Massi qua vicino su un'altra sdraietta accanto. Ma forse oggi non c'entrerebbe proprio nulla.

Rusty James ci guarda soddisfatto.

"Si sta bene qui, eh?"

Mamma gli stringe la mano. "Sì..."

E almeno su questo siamo tutti d'accordo.

Poi si sente all'improvviso un rumore strano. "Ciaff... ciaff..."

E poi dei respiri affannati. All'improvviso spunta dalla curva, a pochi metri davanti a noi, una canoa con due ragazzi che insieme remano andando a tempo.

"Ciauuu!" Li saluto con la mano e loro, senza smettere di remare, sorridono. Uno alza il mento di scatto, come per salutare e poi però spariscono così, come sono arrivati, veloci, seguendo la scia della corrente del Tevere.

Allora io mi siedo di nuovo, mi stendo al sole sulla mia sdraietta, appoggio la schiena e chiudo gli occhi. Sì. Si sta proprio bene e posso proprio dirlo: è stato il pomeriggio più bello di tutto novembre.


Dario, il papà di Carolina

Sono il padre di Carolina. Mi chiamo Dario. Ho quarantotto anni, mi sono laureato e lavoro al policlinico. Una cosa che non sopporto sono tutti questi discorsi inutili. E mai nessuno che s'impegni davvero nelle cose che servono. Quelle pratiche. Quelle serie. Quelle che da sempre mandano avanti il mondo. Lavori da una vita, ti sei sempre sbattuto per questo e per quello e sempre poco per te. Pensi di aver fatto il tuo dovere, di esserti sacrificato abbastanza ma poi il conto non torna mai e a partire dalla famiglia i crediti che avanzi nessuno te li restituisce. E va avanti così finché non muori. La vita. Tutti che chiedono e non danno. Tutti che rubano e gli va sempre bene. E tu che provi a fare l'onesto ci rimetti ogni volta. Anche in casa. Dove non posso mai stare in pace. Vorrei rientrare almeno una volta e trovare tutto fatto, tutto che scorre. Vorrei vedere mio figlio Giovanni che studia per dare gli esami su dei libri seri, invece di perdere tempo con quelle cavolate inutili dei suoi sogni e la sua voglia di scrivere. Tanto non ce la farà. Questo mondo non è dei sognatori. Basta guardarsi intorno. Con una laurea in Medicina in tasca, invece, almeno qualcosa combinerebbe. Poi con quello che costano le rette. Almeno si comprerebbe una casa e qui ci sarebbe un po'"più di spazio. Perché nessuno ci pensa mai ma non è che stiamo tanto larghi. E quando uno cresce un figlio fino a vent'anni vorrebbe che gli desse delle soddisfazioni, no? Alessandra spero mi deluda meno. Non va benissimo a scuola, ma secondo me un diploma lo strappa e poi potrebbe andare a fare la segretaria in qualche studio legale o commerciale. Ce la vedrei bene. Tanto a lei dell'università non importa. Mi piacerebbe anche che si vestisse un po'"meglio. E" bella, sì, ma a volte esagera a mettersi in mostra. Dice che è la moda di oggi. A me non piace e sopratutto non mi piace la gente che fa commenti. Cerco di trasmetterle qualcosa ma non c'è nulla da fare su questo. E" la madre che le fa fare sempre come vuole. Carolina poi ancora devo capirla bene. Più cresce più mi sembra simile a Giovanni. E questo mi preoccupa. Quando discuto con mio figlio lei si schiera con lui, poi anche mia moglie. Non si fa così, cioè i genitori dovrebbero avere una linea di condotta comune e non che uno contraddice l'altro davanti ai figli. Ti credo che allora crescono così. Vorrei che Carolina stesse un po'"più in casa, ha solo quattordici anni. Poi ci si lamenta che le cose vanno male e si sentono quelle storie alla tivù. Ci vuole disciplina. E un padre che sta tutto il giorno fuori a lavorare per portare i soldi a casa, vorrebbe che la moglie tenesse tutto un po'"più sotto controllo, no? Sennò che ci sta a fare? Che si fanno a fare le famiglie? E poi davvero, troppi discorsi inutili, quelli dei miei figli. Frequentano troppo gente che ha sempre la scodella pronta e non ha dovuto faticare. I sogni e l'amore. Magari! Ma prima ci vogliono i soldi! Poi con quelli stai sicuro che i sogni li realizzi e l'amore lo trovi facile. Ma i soldi non si fanno coi lavori umili come quello mio o di mia moglie e meno che mai scrivendo i libri. Dico, ma ci vuole tanto a capirlo per i miei figli? Che se gli dico di impegnarsi e avere meno la testa tra le nuvole, lo faccio per il loro bene e non per farli soffrire? Ma sembra che nessuno lo capisca e mi fanno sempre arrabbiare e urlare. Mai nessuno che mi appoggi, solo Alessandra ogni tanto, ma più per avere qualche permesso che per altro. Vorrei che anche mia moglie mi stesse un po'"più vicino. A letto la sera andiamo a orari diversi, lei prima, io dopo e quando arrivo dorme già. Non so nemmeno se ci amiamo o stiamo insieme per abitudine... Si è lasciata anche andare, non si cura molto. Magari qualche sera si facesse trovare un po'"in tiro, pettinata truccata invece che sempre con quel viso bianco e gli abiti uguali. Secondo me, comunque, l'amore nelle coppie finisce sempre dopo al massimo un anno. Poi, se va bene, ci si stima e ci si vuole bene. L'amore è roba da cinema o da libri.