"Ma Clod, almeno oggi..."
Si sporge dalla mia parte e mi apre lo sportello. "Vai, via, filare. Allora non ti posso proprio aiutare..."
"E perché?"
"Se non mangio non connetto."
"Sì va bè" richiudo il mio sportello. "Le inventi tutte, eh? Dai andiamo" e naturalmente siamo andate proprio da Mac.
"È più forte di te, eh?"
"Ma scusa, c'è il menù offerta. Due Mac, le patatine e la Coca solo dieci centesimi in più rispetto a due Mac e basta! Non c'è paragone. Se vuoi ti do un po'"di Coca,"
"Capirai... ti sei sprecata!"
Va bè, con lei almeno sul mangiare è partita persa. E siccome non voglio "perdere la partita" visto che poi di tennis alla fine si tratta, l'accontento. E mi frego pure qualche patatina.
Dopo un po'"che mangia, Clod mi fa:
"Sai, l'altro giorno ho mandato un mess ad Aldo".
"Ma dai. E che gli hai scritto?"
"Niente, una cosa così."
"Sì, ma così come."
Vedo che non vuole tanto parlare. "Ma, scusa eh, prima me lo dici e poi alla ne non me lo dici."
"Ok niente." Mi sorride. "Gli ho scritto che mi piacevano le sue imitazioni."
"No! Non ci credo! " Mi mangio altre due patatine veloci. Oh, m'è venuta fame. Com'era? Ah sì, una di quelle di nonna Luci "Chi va al mulino s'infarina". O anche "Chi va con lo zoppo impara a zoppicare". Però la cambierei "Chi va con Clod finisce per mangiare!".
"Oh, ma che stai a pensare?"
Mi scuso. "No, niente, niente..." Mi riconcentro su di lei. "Cioè, non ci credo Clod. Ma tu a quello lì gli stai dando delle false sperane, quello si sente un grande imitatore, quello alla fine sul serio è convinto d'andare in tivù, di fare delle trasmissioni, di andare a teatro! Perché non gli dici che ti piace e basta?" Mi mangio altre due patatine e vedo che mi guarda preoccupata. Mastico mentre parlo. "Così magari lascia perdere questa storia delle imitazioni." Mangio un'altra patatina. "Poi se lui vuole comunque continuare..." un'altra patata "...allora è una vera passione, ed è giusto, ma non è stata colpa tua! Anche perché diciamocelo... Aldo è negato!" E dopo questa precisazione mi mangio un'altra patata. "Sei d'accordo?"
"Sì, sì, sono d'accordo..." Prende tutte le patate e se le sposta dalla parte sua. "Soprattutto sul fatto che sei furbetta, perché mi fai tutto questo discorso, mi distrai e intanto ti stai mangiando tutte le patatine!"
"Ma che dici! " M'infilo tra le sue mani per prenderne un'altra ma lei è veloce, si sposta e le copre tutte. Allora provo dall'altra parte con l'altra mano, ma lei le copre tutte abbracciandole. E io insisto e mi infilo e cerco di liberare le patatine prigioniere e le allargo le mani.
"No, e dai, no! " E le tiro un braccio, poi l'altro e le prendo una mano. "No, aiuto." E intanto Clod cerca con la destra di prenderne qualcuna e di mangiarsela comunque. "Le faccio sparire! " "No, dammele" e la tiro con più forza. E lei si oppone.
"No, ho detto di no! " Allora la lascio andare di botto. E lei finisce all'indietro, fa come un tuffo, giù dallo sgabello. Le patatine saltano via, in aria, insieme al piatto e al vassoio e a tutto quello che resta della Coca. E Clod atterra sul pavimento, con le risate di qualche ragazzino più piccolo che la indica ridendo. Arrivano subito due persone un po'"più grandi che l'aiutano a rialzarsi.
"Che, si è fatta male?"
Clod si rialza. "No, no, tutto a posto..." si pulisce i pantaloni dietro, sul sedere, poi sorride soddisfatta: "Meno male che i Mac me li ero già mangiati! ".
La guardo e allargo le braccia. "Vedi, a non essere generosi ci si rimette ! "
Morale. "Certo eravamo giovani, eravamo arroganti, eravamo ridicoli, eravamo eccessivi, eravamo avventati, ma avevamo ragione." Abbie Hoffman. Cavoli, come ha ragione. Nelle citazioni famose trovo le risposte che spesso io non ho. Mi piacciono. Questa l'avevo trovata l'altro giorno in Internet e me la ricordo! Me le scrivo sempre sul diario! E direi che stavolta ci sta troppo bene! Perché ho avuto ragione!
"Vai piano, piano, gira di qui, devi mettere a freccia, Caro."
Sto guidando la sua macchinetta. Clod è seduta vicino a me e mi fa un po'"di lezione. Se mai dovessi averne una. Mi piacerebbe tanto.
"Ecco, ora vai dritta, di là, dritto e poi a destra. Metti la freccia..." In realtà mi ha lasciato guidare solo perché si è fatta comprare un altro cartoccio di paatine e se le sta mangiando tutta tranquilla, senza possibili attacchi da parte mia. "Ecco..." si mangia una patatina, si lecca il dito, poi mi indica un posto "Posteggia lì che si può".
M'infilo con una manovra perfetta in un posto libero. Non so come lo ha visto!
"Peeeeeee!" suona una macchina dietro di noi. "La freccia!" urla un signore anziano di almeno almeno trentacinque anni, stressato dal traffico e dalla vita.
Mi affaccio al volo dal finestrino "L'avevo messa! ".
"Ma de che! La devi mettere prima! " E si allontana veloce così che non possiamo continuare quella nostra bella discussione "aerostradale".
Clod mi guarda e scuote la testa. Io allargo le braccia. "Tanto con te è sempre colpa mia! " e le frego l'ultima patatina scendendo al volo dalla macchinetta.
Poco dopo camminiamo con il naso all'insù, sbalorditi dalla grandezza. "Ehi, ma come l'hai scoperto questo posto? E fichissimo!"
"Una volta mi ci ha portato mia madre. Abbiamo comprato un sacco di cose per Natale per tutti i miei parenti. E siamo riuscite a stare nel budget!"
"Forte!"
Continuiamo a camminare in silenzio. Clod non ha fratelli. Ha solo una serie di cugine e cugini sia da parte del padre che da parte della madre, che a loro volta hanno un sacco di fratelli e sorelle e tutti hanno avuto una gran voglia di fare figli. Insomma, alle feste comandate casa sua è una specie di parco giochi. C'è di tutto di più. Dal bambino appena nato a quelli già cresciuti, a quelli che sono così cresciuti che si sono appena sposati. Insomma non manca nessuna fascia d'età. Mancano solo i soldi. Però a quasi tutti, così non ci sono quelle invidie inevitabili che accadono sempre nelle famiglie. Che poi il papà di Clod si occupa di vari appartamenti e palazzi, nel senso che è amministratore. E lui dice sempre che se prendesse 1 euro per ogni discussione che gli tocca sentire, diventerebbe milionario. Ma così non è. La casa di Clod è semplice. E" arredata in modo buffo, le tende sono tutte diverse e ogni stanza è piena di colori, di poltrone strane, ognuna fatta a modo suo, forse perché sua mamma ha uno strano negozio in centro dove vende mobili di ogni tipo. Ma alla fine Clod non si lamenta. E" riuscita ad avere una macchinetta usata e i suoi non le fanno mancare niente. E poi vanno d'accordo, non li ho mai sentiti discutere. Chissà perché Clod allora mangia così tanto. Magari perché le piace e basta. Boh... comunque.
"Come si chiama questo negozio?"
"Mas! Vieni, andiamo al secondo piano che c'è lo sport!"
Corriamo su per le scale. Bè, vi giuro che è un posto pazzesco. Ci sono tute appese in ogni angolo, ma non cento, mille, e tutte a 3 euro! Poi magliette di tutte le marche, Nike, Adidas, Tacchini, Puma e tutte a 2,50 euro.
"Guarda questa, come mi sta?" Clod se ne appoggia una addosso, è carina, bianca coi bordini sulle maniche blu e rossi. Ma secondo me le sta cortissima. Anzi, non c'entra proprio. "Carina, ma a che ti serve?"
"Bè," la riposa nel mucchio, "per ginnastica!"
Le ho spiegato tutta la storia di Lele. Ha detto che è stato troppo carino a mandarmi quel pacchetto. "Si era capito subito che gli piacevi. "
"Va bè, Clod, se lo dici tu. Facciamo così, se poi imparo qualcosa a tennis t'insegno."
"Sì sì, voglio proprio vedere!" Prende un'altra maglietta. "E questa?" E azzurra coi bordini celeste chiaro e bianchi. Le sta un po'"più larga.
"Meglio. Mi piace di più." Guarda il prezzo, 4 euro. Le sembra troppo.
"Dai, prendila, te la offro io! "
In realtà dopo Mac siamo già scesi da 100 a 93 euro e 40, meno la maglietta sua 89,40. Ormai come "genio ribelle" sono fortissima, almeno su questo non posso più toppare. Certo pure Clod! Tra tutte quelle che c'erano ha scelto la più costosa!
"E questa ti piace?" le faccio vedere una maglietta bianca con delle righette davanti beige e blu. Clod la guarda, piega la testa. "Non è male, ma mi sa che non è famosa. Che c'è scritto là sopra, sul petto?"
"IL."
"Boh... mai sentito."
Prendo la maglietta e guardo la targhetta dietro. "C'è scritto Fila."
"Sì, Fila via! Con quelli non prendi neanche una pallina."
"Ma che dici! Guarda che è famosa" le indico sul muro. Ci sono attaccate le foto dei più grandi giocatori di tennis che le hanno indossate.
"Nooo, troppo forte..." Clod legge il nome su uno dei pannelli, sotto la foto. "Ma se l'è messa pure... Dmitry Tursunov!"
"E chi è?"
"Che ne so, questo della foto. Se lo mettono qui vuoi dire che non è negato."
"Quanto sei cretina! "
"Sì, intanto tu prendila, vedrai che giocherai benissimo!"
"E questa? E" Sergio Tacchini! " E continuiamo così, pescando dentro delle grandi ceste di ferro piene di magliette e tute di ogni genere, moderne e del passato, ma è tutta roba nuova, mai usata e a un prezzo incredibile. Pescano con noi in queste ceste di ferro le persone più diverse. Donne grandi e grosse, ragazzi magri e piccoli, un tipo di colore, un asiatico, un vecchietto, una ragazza di trent'anni, una di quaranta e poi una coppia di venti. E poco più in là ci sono le gonnelline da tennis e in un'altra cesta i calzettoni e poi altre magliette e poi degli scaffali con tutti i tipi di scarpe sportive centinaia di racchette, da quelle da 15 euro a quelle da 150. Quest'ultime però sono tutte legate tra loro da una piccola catena di ferro e se le vuoi devi chiamare un commesso o una commessa come quella ragazza che sta aiutando un nonnetto a trovare una tuta Adidas adatta a lui.
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