Va bè. Comunque del filmato incriminato con il prof Leone alle mie spalle nessuna traccia, neanche la possibilità di rivederlo almeno per farsi due risate. Niente. Anche questa cosa del filmato... delle tracce che restano di qualcosa che hai fatto... Voglio comprare una scatola, di quelle di cartone rigido coi disegni dei fiori sopra. Grande, grandissima, per metterci dentro le cose che da quest'anno non userò più. Perché mi sento un po'"più grande. Sono tante, quelle cose. Per esempio le Bratz, le Winx, i libri di Lupo Alberto, le magliette di Pinko Pallino che mia mamma mi comprava sempre anche se a me facevano rabbia, i diari segreti quelli col lucchettino che ho riempito di adesivi e scrutine varie, i libri di Geronimo Stilton, i dvd dei cartoni animati, le foto delle elementari,il calendario di quando avevo cinque anni, vestita da Carnevale, bruttissima, la scatola con le perline per fare i braccialetti, il matitone di plastica delle Bratz, l'astuccio con le matite di cera, i cerchietti per i capelli coi fiori di plastica. Tutto quello che ora mi sembra inutile. Anche se ho quasi quattordici anni! Mi sento diversa da quando quelle cose mi sembravano tutto.

Pomeriggio. Alis e Clod sedute davanti a me. Non ci vogliono credere.

"Allora vi racconto..."

Era giusto che fossi io a offrire, d'altronde la maggior parte delle volte offre Alis ed è pure naturale e le ho portate da Ciòccolati, un piccolo posto in via Dionigi, vicino a piazza Cavour dov'è l'Adriano, che tra l'altro non lo conoscevano e fa pure orario continuato.

Clod ha iniziato subito a mangiare, ha chiesto il Trilogy, che è peggio dell'anello di Bulgari come prezzo ma meglio come bontà. Infatti se l'è spolverato in un battibaleno.

Ci può portare anche due frappé al cioccolato e una tisana?"

Alis non sta nella pelle, la vedo che si agita, lei è nata per il gossip a tutto spiano da qualunque parte si cominci e dovunque si finisca. E ne devono succedere! Quello che ormai combinano Paris Hilton o Britney Spears quasi l'annoia.

"Allora Caro! Ci racconti o no? E dai!"

Anche Clod fa segno di sì con la testa e si lecca le dita come se si volesse mangiare pure quelle. Poi si asciuga con un fazzolettino di carta e a momenti fa fare una brutta fine anche a quello!

Ma Clod è da sempre così. Mi ricordo quando c'eravamo iscritte tutte e tre al catechismo per fare la comunione. Ci compravamo le bustine con le ostie dentro e lei, con la scusa che si doveva allenare, se le mangiava una dopo l'altra. Le teneva sotto il banco di scuola e sembrava una specie di mitragliatrice al contrario! Tum tum tum... se le sparava in bocca come se niente fosse e ogni tanto si bloccava, ma mica perché l'aveva beccata il catechista.. noooo! Perché gliene rimaneva qualcuna attaccata al palato. E allora tentava uno strano intervento semichirurgico cercando di "estrarla" con le sole due dita cicciotte e oltretutto colorate, visi o che amava il disegno, unica materia nella quale se la cavava senza problemi, le infilava su per il palato e scavava, scavava e guardarla era uno spettacolo tipo The Cell e The Ring e insomma anche Wes Craven avrebbe avuto dei dubbi se scritturarla o no per uno dei suoi orrori!

"Ma cosa aspetti Caro! E dai, non ce la faccio più! "

Alis non ha problemi mai a dirti le cose che pensa e questo mi piace proprio! Forse questo suo modo ha a che fare con i soldi? Ecco: i soldi danno la libertà. Mah, forse sto diventando troppo filosofa.

"La tisana?" La signorina arriva al nostro tavolo con un vassoio.

"È per me, grazie." Alzo subito la mano con una velocità incredibile, come quelle poche volte che il prof Leone fa qualche domanda generale e per caso, dico per puro caso, mi capita di saperla.

"Quindi i frappé sono per voi due."

La guardo e sorrido dentro di me. Bè, non doveva andare molto bene in matematica la tipa. La sua sottrazione è talmente scontata che non ho parole. E comunque tutte sorridiamo e diciamo di sì, almeno ce la togliamo dai piedi e posso cominciare il mio racconto. Finalmente se ne va. "Allora?"

"Lore, come lo chiamo io, è un raga dolcissimo. Lo conosco da quando siamo piccoli e ci frequentiamo da sempre anche se ha due anni più di me..." Bevo un po'"di tisana. "Ahia, brucia!"

Alis mi mette la mano sul braccio. "Appunto, lascia stare, vai avanti ! "

Perfino Clod è talmente presa dalla storia che si è fermata con un pezzo di cioccolato a mezz'aria ed è rimasta a bocca aperta a fissarmi. "Sì, dai Caro, vai avanti..."

E così poggio la mia tazza sul serio e sorrido alle mie due amiche dl cuore. "Allora, e dai! Non farti pregare!"

Ok. E in un attimo sono di nuovo laggiù.


Anzio. Agosto. Quasi fine dell'estate. Una grande pineta, Villa Borghese, una strada in mezzo ai boschi piena di foglie, di aghi di pino e di cicale. E poi il caldo di quel sole lungo tutta la giornata. Un'eco lontana, il rumore delle onde del mare.

"È pericoloso qui, vero?"

Avanziamo in gruppo. Siamo in cinque. Stefania, io, Giacomo, Lorenzo e Isabella che da sempre chiamiamo Isabrutta anche perché lo è. Stiamo in mezzo ai viottoli della pineta, dobbiamo camminare nascosti perché non si può oltrepassare la grande recinzione della villa. E invece noi l'abbiamo fatto, abbiamo deciso di correre il rischio, di darci all'avventura. Andiamo a vedere il casello di Villa Borghese.

"Ma è pericoloso..."

"Ma che pericoloso! È che se ci beccano, il guardiano ci fa la multa."

"Sì ma qui in mezzo è pieno di vipere!"

"Ma che! Le vipere non ci sono di sera!"

"come no, è quasi il tramonto e questa è l'ora che escono perché hanno fame!"

"ma no, vi dico di no." Stefania è fissata. Crede di sapere tutto lei. non lho mai sopportata quando fa così. Però sua madre fa una crostata da sogno e per pranzo in spiaggia ce la offre e così ci conviene tenercela buona. Lorenzo guida il gruppo, è il più coraggioso. Giacomo che da sempre, o almeno da quando li conosco, è amico suo, sembra avere più paura di noi, forse perché è più piccolo.

Track. Lorenzo allarga le braccia e ci fermiamo tutti di colpo. Un rumore sordo alla destra del cespuglio. "Fermi, può essere un animale... sembra grosso."

"Magari un riccio" fa Stefania. Ma poi sentiamo qualcuno che ride. Isabrutta è in fondo alla fila e ride come una pazza, anzi si lascia andare ancora di più, ride proprio a crepapelle. Con una piccola pigna nella mano sinistra e un pezzo di legno nell'altra. Deve aver tirato lei qualcosa e provocato quel rumore. Giacomo stringe gli occhi. "Come sei, sei... sei proprio cretina!" Lorenzo alza le spalle. E io ci metto il giusto.

"Ma dì bene le cose se devi dirle... È una stronza e basta, ci ha fatto prendere un colpo."

Stefania scuote la testa. "Bè, è stata furba, ha buttato la pigna proprio nel cespuglio con le palline rosse..."

"E allora?"

"Ma che non lo sapete, le favine rosse sono quelle che mangiano le vipere!"

Io non so che cosa diventerà Stefania nella vita. Ma se non si occuperà di ortobotanica e animali vari, farebbe un grande sbaglio! Quasi come quello che abbiamo commesso noi a portarcela dietro! Ma non riesco a ridere dei miei pensieri perché proprio n quel momento... "Ehi voi! Dove state andando?" Lo scorgo da lontano, in mezzo agli alberi che avanza minaccioso. Dietro di lui sul bordo della strada la sua vecchia Seicento grigia con la portiera aperta.

"È il guardiano! Scappiamo!" E iniziamo a correre a più non posso andare avanti, tra le piante, in mezzo agli alberi. Lorenzo mi prende per mano e mi tira dietro di sé.

"Vieni, andiamo, dai, corri veloce! Andiamo di qua che ci sono le grotte."

"Ma io ho paura!"

"Ma paura di che, non devi avere paura, sei con me!"

E così cominciamo a correre in mezzo alle piante alte, nel bosco, in mezzo ai cespugli, sempre più veloci, dritti per dritti.

Giacomo e Stefania invece sono andati a sinistra, mentre Isabrutta corre più lenta, quasi arranca dietro di noi. Non c'è nulla da fare, non c'ha proprio il fisico quella ragazza.

"Ecco, presto, vieni."

Lorenzo mi trascina dentro una delle grotte. Sono alte almeno dieci metri e diventano improvvisamente fredde e buie, ma così buie che dopo due passi non si vede più niente. E nessuno può vedere te e così ci appiattiamo contro il muro. Silenzio e uno strano odore di verde come se fosse umido, bagnato. Poi vediamo il guardiano passare lontano, attraverso le assi di legno che fanno da porta alla caverna, di quelle che se solo le sfiori ti si ficcano nelle mani delle schegge che fanno un male...

Si vede un po'"di luce e il verde del bosco con qualche riflesso del sole sulle foglie più grandi. Ma fa freddo in questa caverna e quando respiriamo si formano delle piccole nuvolette davanti alla bocca, come se fumassimo.

"Senti Lore, ma..."

"Shhh..." mi fa lui e mi mette una mano sulla bocca. Appena in tempo. Perché il guardiano si affaccia sulla porta di assi e guarda a destra e sinistra e allora noi ci appiattiamo ancora più contro il muro. E lui non vede niente. Allora tira indietro la testa e si allontana. Dopo qualche secondo Lore mi leva la mano da sopra la bocca.

"Fiuuu." Lascio andare il fiato che avevo trattenuto fino a quel momento.

"Meno male."

"Hai avuto paura?"

"No, con te no."

Gli sorrido. E nell'oscurità vedo i suoi occhi, prendono un po'"di luce e sono grandi e profondi e belli e non capisco se mi guarda o no, ma sorride. Vedo i suoi denti bianchi nel buio della caverna. E un po'"in realtà ho avuto paura. Un po'"no. E comunque non voglio dirglielo.

"Dai che un po'"hai avuto paura. Se ci scopriva..."

"Bè! " Ma non faccio in tempo a continuare perché lui si avvicina e... mi bacia. Sì, mi bacia! Sento le sue labbra sulle mie e per un po'"sto con la bocca ferma e non so bene cosa fare. Ma sento che lui preme. E ha una bocca morbida. E che strano, piano piano la apre... e allora la apro anch'io. E il primo pensiero è meno male che non ho l'apparecchio! L'ho portato fino a quell'inverno e adesso sono belli che dritti i miei dentini. Ma se lo avessi portato, Lore se ne sarebbe accorto. È uno attento. Ecco, mi piace un sacco perché è un tipo attento, cioè pensa a te, se hai paura, se ti va, se ti piace andare al castello, insomma si interessa ai tuoi pensieri.