"Ciao Carolina. Ma non ce l'hai già quel cd? Non è quello che i i ha regalato il ragazzo che ti sei persa?"

E" Sandro, il solito commesso. Mi levo le cuffie. Ma possibile? È una specie di calamìta o calamità? Ogni volta che passo di qui c'è sempre lui... E mi becca sempre! Ma faranno pure dei turni, no?

"Oh, sì, è quello che ho, ma volevo risentire un pezzo... Mi è presa voglia."

Sandro alza il sopracciglio, sembra non crederci molto. Ma poi decide di fare il suo lavoro. "Pensavo avresti ascoltato i Tokio Hotel! Sai che è uscito il nuovo di Justin Timberlake, è fortissimo! Piace molto alle ragazzine della tua età."

lo guardo. Ma perché quanti anni pensa che io abbia? Boh! E sinceramente non me ne importa poi molto.

"Bè, a me non piacciono, preferisco i Finley comunque sono venuta perché devo prendere un libro."

"Oh, bene, finalmente lo hai finito quell'altro... Ti è piaciuto Zoe Trope?"

"Abbastanza."

Mi la compagnia mentre camminiamo in mezzo ai reparti. In effetti poi non ho letto nient'altro in questo ultimo periodo, vuoi perché la scuola mi prende un sacco di tempo, vuoi perché secondo me non c'è niente di buono da leggere. Insomma non uno di quei libri che appena li apri e li inizi ti colpiscono! Prima leggevo Piccoli Brividi che non erano male. Non mi piaceva molto Geronimo Stilton, mi sono invece divertita un sacco con Harry Potter, ma al terzo episodio ho mollato.

"Hai mai letto Moccia?" Sandro entra nei miei pensieri come una bomba a mano.

"No!" Sono l'unica forse che in classe non l'ha letto, ma credo che sia proprio assurdo che uno ci racconti delle storie come le sue.

"E come mai? È piaciuto un sacco, soprattutto alle ragazze della tua età!"

"Appunto per questo! Io non capisco perché parla solo di gente bella, senza neanche un brufolo, straricca poi, hanno macchine bellissime, vanno a tutte le feste, vivono in posti fantastici, poi si innamorano e finiscono tre metri sopra il cielo!"

Mi sorride. "Bè, certo alla gente piace il ricco e il bello ma poi c'è dell'altro Carolina, guarda che le cose non stanno proprio così..."

Oh, ma questo che è... un amico di Moccia? "Bè io la penso così... E poi ho visto il film con Scamarcio..."

"E ti è piaciuto?"

"Lui sì, il film insomma.." Passa una bella ragazza vicino a noi, deve essere la sua collega. Ha il cartellino anche lei, si chiama Chiara. "Ciao Sandro, sono arrivati i nuovi moleskine, se li cerchi li ho messi dietro la prima cassa."

"Ok." Lo vedo arrossire. Poi continuiamo a camminare. Si gira un attimo a guardarla. Lei cammina veloce, è alta, ha le gambe lunghe e forti e i capelli castani che le scivolano giù verso una gonna nera mentre sopra ha un gilè bordeaux come quello di Sandro, deve essere una specie di divisa.

"E" carina..."

Sandro mi guarda. "Già."

"E" molto carina."

Sandro mi guarda di nuovo, ma stavolta non dice niente, anzi cerca di cambiare discorso. "Sai qual è un libro che ti potrebbe piacere? I love shopping di Sophie Kinsella. Racconta come alla fine fare shopping sfrenato sia un'arte."

"A me già una che suggerisce come spendere un sacco di soldi, mi fa venire il nervoso".

Sandro si mette a ridere. "Sì, hai ragione, ti capisco."

Arriviamo davanti a delle pile di libri con sopra scritto Narrativa. Lo guardo. "Ma tu leggi molto?"

"Abbastanza, mi piace leggere e poi per fare bene il nostro mestiere credo che tu debba sapere veramente cosa vendi, conoscere le storie, cosa voleva dire quello scrittore o quell'altro... non puoi solo limitarti a sapere quello che racconta un libro dalla quarta di copertina o nei trafiletti in seconda o terza o nei pezzetti che leggi qua e là aprendolo a caso, o ancora peggio quello che ne dicono sui giornali i critici o quello che ti hanno raccontato magari vagamente i venditori. Un libro è un momento particolare nel quale alcuni personaggi prendono improvvisamente vita, leggendo quello che pensano, dicono, provano, vivono e soffrono, tu puoi capire se uno scrittore è bravo. Perché ogni sua parola è diventata parte di quei personaggi che così hanno preso vita... ma solo per chi li ha veramente letti loro sono realmente vivi. " E mi guarda e alla fine sorride. Avrà trent'anni.

"Cavoli... belle queste parole. Cioè forti questi concetti che hai detto... sei fortunato."

"Perché mi dici questo?"

"Non lo dico io. Lo dice sempre la mia mamma. E" fortunato chi fa il lavoro che gli piace. " Proprio in quel momento ripassa la sua collega Chiara. "Ehi, vi trovate bene voi due, eh? Chiacchierate un sacco! Che bello..." Poi si allontana. Sandro rimane così, estasiato, la guarda e sorride. Ahia... Prevedo guai. O felicità. "Sei doppiamente fortunato." Sandro mi sorride. "E tu sei molto furbetta. Tieni..." Prende un libro da uno scaffale. "Questo te lo regalo io."

Torno a casa e sono molto contenta. Ora mi è simpatico Sandro. All'inizio avevo pensato che fosse uno di quegli strani tipi ai quali piacciono le ragazzine, non che io sia così piccola, però insomma se uno di trent'anni entra in fissa con una come me, non deve essere normale. E comunque non ci starei mai io con uno di quell'età. Ma è un gran lavoratore e poi ama il suo lavoro e alla fine ho capito che la sua era solo simpatia. Anzi, ha proprio preso a cuore il mio disperato e fallimentare tentativo di rintracciare Massi... E questa cosa mi ha fatto pensare per un attimo che lui fosse un ragazzo di trent'anni circa al quale non piacciono le ragazzine come me... ma gli uomini. Non so perché mi era venuta in mente questa strana idea. Forse perché oggi mi sembra raro che la gente possa trovare il tempo di occuparsi di qualcun altro senza che sotto sotto non ci sia nascosta una ragione. Ma poi, dopo che ho visto come guarda Chiara, non ho più dubbi. Non è che gli piacciono le donne. Di più! E strainnamorato di quella bella ragazza e chissà se ha fatto qualcosa, che ne so, qualche tentativo, oltre che sbavarle dietro come uno stupido. Non c'è niente di peggio che farsi trovare così imbambolati di fronte alla bellezza dell'amore. E che cavolo! Mica

capita spesso nella vita. Io lo sapevo e infatti quando è arrivato Massi ero strapronta a giocarmi tutte le mie carte. E" stato il destino a farmi lo sgambetto. Il furto del telefonino non ci voleva proprio, era impossibile da immaginare. Basta, non ci voglio più pensare.

Sono all'autobus di ritorno verso casa. Ho trovato pure posto a sedere. Questo libro che mi ha regalato Sandro è troppo divertente. Pensi qualcosa, lo apri a quella pagina e lui ti da la risposta. È il Libro degli oracoli. Ed è un mito. Di solito ti fai un sacco di domande per conto tuo e non trovi mai la risposta e soprattutto non hai il coraggio di chiederle a nessun altro perché se solo sapessero quello che stai pensando, forse la maggior parte della gente si sbellicherebbe dalle risate. Invece avere tra le mani un libro come questo è perfetto. E oltretutto... non può ridere! Bè, la prima domanda mi sembra scontata, ma la devo fare per forza. Incontrerò di nuovo Massi? Chiudo gli occhi. Poggio le mani sul libro, così tanto per trasmettergli un po'"di fiducia e soprattutto fargli sul serio sentire la voglia che posso avere nel rivederlo... No, glielo voglio far capire bene. Poi apro gli occhi e apro sicura a circa metà libro. E la frase che troneggia al centro della pagina sembrava avermi letto nel pensiero.

"Non disperare. Accadrà presto."

Bene! Anzi... Benissimo! Era proprio quello che volevo sentirmi dire. Grazie libro. Tu sì che sai ascoltare le mie preghiere. Ma solo un'altra domanda, no? Così tanto per essere un po'"più precisi... Cosa intendi per presto? No, sai perché a volte presto può essere inteso come qualche giorno, o settimana, oppure mesi, anni! E insomma io quel presto lo vorrei interpretare bene. Così ci penso su, chiudo gli occhi, poggio la mano sulla copertina per ritrasmettere tutta la mia curiosità e riapro il libro a metà. Ea risposta stavolta va interpretata sul serio.

"Bisogna essere pratici. "

Dillo a me! Io sarei subito pratica con Massi! Che bora. Ma, libro mio, cosa vuoi dire? Che devo cercarlo ancora, devo sforzarmi di più? Oppure essere pratici vuoi dire lasciar perdere Massi e trovarmene uno nuovo, che è più facile? Insomma mille domande mi assalgono. Così sto per ritentare la lettura di una pagina del libro, quando capisco di avere un'unica certezza: ho saltato la mia fermata! Suono subito il campanello. Mi prenoto per la fermata subito dopo, solo che è lontanissima da casa!

"Scusi..." Mi rivolgo al conducente. "Che può fermarsi ora per favore? Ho saltato la mia fermata. La prego."

Mi si rivolge senza neanche guardarmi. "Non possiamo, è il regolamento..."

"Grazie, eh." Ringrazio ma in realtà penso ben altro. Che pizza, sbuffo e me ne torno alla porta centrale. E certo che non potete, che non lo so? Per questo gliel'ho chiesto così gentilmente! Ma che risposte sono? Ci vorrebbe così poco a essere gentili con il prossimo. Niente, che palle... mi tocca arrivare alla fermata dopo. Che poi, non potrebbero metterle un po'"più vicine? Una signora che ha sentito la mia domanda al conducente entra nei miei pensieri.

"Non possono aprire ogni volta che uno lo chiede, se no a che servirebbero le fermate?"

Mi guarda come a dire "Come fai a non capirlo da te?". Vorrei risponderle: "Sulle fermate posso essere d'accordo, ma a che serve invece una rompiscatole come lei? Guardi che quello lo so da sola! Invece cosa mi aggiunge lei, eh? Cosa mi dice di più?". Ma proprio in quel momento l'autobus si ferma, mi incollo alle porte e appena si aprono, salto giù di corsa e inizio a correre come una pazza verso casa.

Suono il citofono.

"Chi è?"