"Invece adesso, che finalmente stiamo insieme..."
E prova a darmelo, ma appena arriva alla mia bocca io mi giro e me lo stampa sulla guancia.
"Ecco, è proprio questo" mi alzo. "Noi non stiamo insieme. Anzi è proprio quello il rischio, se continuasse così alla fine noi non avremmo ne l'uno ne l'altro... Ci perderemmo di vista."
Gibbo allarga le braccia. "Ma scusa non l'hai visto Harry, ti presento Sally?"
"E allora?"
"Loro sono molto amici, anzi così amici che addirittura cercano sempre un altro uomo o un'altra donna per l'altro ma poi alla fine capiscono che gli unici che possono andare bene per loro sono proprio loro stessi, lei per lui e lui per lei, non ci sono altre possibilità."
E si avvicina di nuovo per baciarmi, ma io mi giro veloce dall'altra parte e così mi bacia anche sull'altra guancia.
"Già, ma c'è solo un piccolo dettaglio..."
"E cioè?"
"Che quello è un film mentre la nostra è una triste realtà."
E me ne vado così, di spalle. Un po'"esagerata, eh? Ho fatto l'uscita figa con la frase a effetto, ma almeno lui ci pensa. Gibbo rimane sul fondo del giardino e allarga le braccia. "Ma scusa, perché triste realtà? Mi sembrava che ci divertissimo un sacco noi due!"
Faccio finta di non sentire, rientro e salgo su per le scale. E sembra quasi un film sul serio.
Ma non passa un secondo che incontro Filo che mi prende per il braccio.
"Scusa, puoi venire un attimo?"
Mi trascina per il corridoio e qualcuno dei ragazzi appoggiati al muro se ne accorge e ci guarda pure un po'"sorpreso.
"Vieni, vieni, entra qui."
Apre la porta dei bagni dei prof e mi spinge dentro.
"Ahia Filo, mi fai male al braccio! "
Mi lascia andare.
"No, spiegami questa cosa che ho sentito, no spiegamela."
Mi si piazza davanti e mi mette nell'angolo. Cerco in tutti i modi di sfuggirgli ma mi tiene le braccia alte intorno alla testa, appoggiate al muro.
"Ma cosa?" Anche se temo di capire di che parla. Alis e Clod... mai una volta che sanno tenere la bocca chiusa. Brave! No, brava tu che continui a raccontargli le cose.
Provo a sfuggire, ma Filo ogni volta mi blocca nell'angolo.
"Allora?"
"Allora cosa?"
"È vero?"
"Ma cosa! " gli urlo in faccia.
"Che hai baciato Gibbo?"
"Sì..."
"Come sì?" quasi urla.
"Cioè no."
"Ah, allora no..." E più tranquillo.
"Cioè sì e no."
"Ma che vuoi dire?"
"Te l'ho detto, sì e no." Gli passo sotto e riesco a fare il giro dall'altra parte, ma subito mi blocca di nuovo.
"Che vuoi dire sì e no? Non può essere, o l'hai baciato oppure no. Mi spieghi?"
"Ok. Però lasciami stare eh, mi devi lasciare stare, mi devi lasciare libera, ok? Dammi un po'"di spazio che mi stai soffocando. Ok?"
"Ok."
Filo sembra tranquillizzarsi. Si sposta un po'"ma controlla sempre, in modo che non posso scappare.
"Allora ok," lo guardo negli occhi, "ora te lo dico."
Faccio un bei sospiro lungo. "L'ho baciato."
Filo stringe gli occhi. "No. Non ci posso credere. Non è vero. Mi stai dicendo una cavolata! "
"Ma perché scusa, me lo hai chiesto, no?"
"Ma perché l'hai baciato? Quando te l'ho chiesto io mi hai detto di no, che non era possibile, che eravamo troppo amici! E che, con lui non lo sei? "
"Sì, infatti ti ho detto sì e no."
"E cioè?"
"Che l'ho baciato, ma gli ho già detto che non lo farò mai più."
Filo rimane un attimo perplesso. Poi alza il sopracciglio. "Va bè, però siccome te lo avevo chiesto prima io, dovevi baciare prima me."
"Ho capito, ma si vede che quello non era il momento. Sono poi successe delle cose, magari sono cambiata."
"Sei cambiata?"
"Sì, sembro uguale, ma sono cambiata."
"Ok, allora, da cambiata, ora devi baciare anche me."
"Che cosa? Ma non esiste proprio."
E veloce come una saetta riesco a fare una fìnta e uscire dal bagno dei prof. Dopo un secondo Filo mi raggiunge e mi prende sottobraccio. Un po'"stringe.
"E dai Caro, così non vale! "
"Non stringere, Filo."
"Ok, però non vale. C'ero prima io. Lo devi dare anche a me un bacio, non è giusto. Poi torniamo a essere di nuovo tutti amici... alla pari, come eravamo prima."
E lo vedo lì, capriccioso e bambino, e forse sul serio ferito e in Fondo anche più bello del solito, con quel suo viso imbronciato, con quei capelli arruffati. È scuro di carnagione Filo, più alto di Gibbo, magro, con i capelli lunghi e le labbra carnose, gli occhi scuri e qualche lentiggine nascosta sugli zigomi qua e là. Piace a un sacco di ragaze Filo, ma non so com'è, da un anno a questa parte e entrato in fissa con questa nostra storia. Mi fermo e lo guardo negli occhi. E lui sorride.
"Giusto, Caro? Siamo onesti... Per dirla bene come stanno le cose. Ho ragione?"
"Ma che ragione! Un bacio è un bacio. Lui mi ha corteggiato, mi ha fatto una sorpresa, mi ha fatto ridere. Ha avuto una bella idea, mica mi ha chiuso in un bagno... e mi ha costretto a darglielo! "
E lo lascio lì. Mi giro e me ne vado. E Filo rimane fermo così, mezzo al corridoio, a fissarmi. Poi urla.
"Ok! È giusto! Una bella idea, eh? Va bene. Vuoi dire che la troverò!"
Non mi giro, continuo a camminare, sorridendo, anche se lui non lo può vedere.
Però, quanta fatica devono fare i ragazzi per cercare di conquistarci. Ma vale anche per noi. Come si fa a beccare qualcuno che ti piace? Cioè, a parte quelli a cui piaci già un po', che ti cercano loro, che è un'altra storia, che poi, non so com'è ma quelli non ti piacciono mai o se ti sono piaciuti, quando scopri che gli piaci pure tu, puff, tutto svanisce. No, davvero, è così. Io invece dico quelli che piacciono solo a te, che loro cioè neanche lo sanno e tu in qualche modo vuoi farglielo capire. Alis dice sempre: "Conviene fare "la preda che fuggè". Primo teorema di Alis! Dice che è la tattica migliore. Secondo Clod invece a fare così si perde solo un sacco di tempo, magari a quello gli piaci già veramente e poi gli passa. Bisogna essere diretti, dirglielo subito, senza pensarci troppo. Prima legge di Clod! Alis dice anche che bisogna controllarsi per non diventare troppo rosse quando passa lui... perché così lui pensa che all'inizio ci piaceva ma che già adesso non ce ne importa poi molto. Ecco così è perfetto perché se per caso gli piacciamo pensa che ci sta perdendo! Eh, ho capito... come se si potesse controllare il rossore! Dice, sempre Alis, di non considerarli mai più di tanto e di farci vedere sempre che si parla anche con altri ragazzi. Poi vedere che fa. Comunque io in realtà ho un altro problema da risolvere, ci piacciamo da morire e ce lo siamo detti! Ma dove sei Masssiii! Oh, come se non bastasse, alla quarta ora il prof di italiano ci ha dato per casa una fotocopia con delle domande su un racconto dal titolo Che cosa veramente state cercando. Cioè... Me lo sono guardato e gli volevo dire... Ma che, parla di me?
Casa dei nonni Luci e Tom
La casa dei nonni è bella. Non è che sia particolarmente grande o ricca. E" calda Ma di quel calore particolare che non arriva dai termosifoni. E in tante piccole cose. Nei quadri, nelle foto che riprendono la vita di mamma, di quando era piccola, di quando cresceva. Nella cura di tutte queste cose da parte di nonna Luci.
"Caro, con più energia però! Sennò non viene bene! "
Non mi è mai riuscito di far lievitare bene la pasta per la pizza. Mi rimane tutta bassa e molliccia. Ma mica è un fatto semplice prepararla! Verso la farina a fontana sul marmo del tavolo. Poi ci sbriciolo nel mezzo il lievito di birra e lo sciolgo con qualche cucchiaio di acqua tiepida. Poi sale e olio. Ma mi sembra sempre di sbagliare le dosi o il metodo. E qui arriva il bello: bisogna ottenere un impasto morbido, dice a nonna. E ci vuole forza!
"Devi arrivare al punto che l'impasto ti si stacca dalle dita. Poi puoi fare la palla e la infarini, la copri con un tovagliolo e si lascia riposare al riparo da correnti d'aria per circa due ore. O comunque finché l'impasto raddoppia di volume."
Solo che a me non aumenta! Per questo mi arrendo e lo faccio sempre fare alla nonna. Altra cosa che non mi riesce ma mi diverte preparare con lei, quando vado a trovare i nonni specie, è il risotto ai funghi. Mi piace troppo e mamma non me lo fa quasi mai, nonostante nonna Luci glielo abbia insegnato.
Stare insieme in cucina è bello. Ho anche il mio grembiule personalizzato con ricamato sopra il mio nome e due mestoli ai lati, fatto a mano da nonna. Si può parlare tranquillamente di tante cose mentre si tagliano le verdure, si fa il soffritto, si sceglie la carne e così via. Cucinare insieme è un po'"come essere più amici. Mi ricordo la scena del film Chocolat, quando Vianne vuole andarsene dal paese che non l'accetta perché la considera pericolosa e diversa. Così nonostante le proteste di sua figlia, fa le valigie. Poi scende le scale, apre la porta della cucina e vede tutte quelle persone che stanno preparando insieme tante prelibatezze al cioccolato. Persone che fino a qualche giorno prima non si capivano, non si parlavano, ora sono lì, una accanto all'altra e sembrano felici e unite. Ed il merito è anche suo. Così quando "il vento irrequieto del Nord parla a Vianne di paesi ancora da visitare, di amici bisognosi ancora da scoprire, di battaglie ancora da combattere..." lei chiude la finestra e rimane a vivere lì, con quelle persone ormai amiche. Mi piace un sacco quel film. L'ho visto con nonna Luci.
Con mamma non c'è mai tempo di cucinare insieme. Solo a volte di domenica, ma non è che prepari cose particolari. E poi entra sempre nel mezzo Ale che ci prende in giro o peggio ci fa ammatire, o papà che dice di sbrigarci e che non capisce a che serve perdere delle ore per preparare cose complicate quando basterebbe fare uno spaghetto al burro. Insomma, non restiamo mai davvero sole e non c'è gusto. Invece dai nonni è più divertente perché nonno Tom si fa vedere pochissimo, si affaccia solo ogni tanto alla porta e dice "Le mie donne!" e se ne va di là e non vuole sapere cosa stiamo preparando perché vuole la sorpresa!
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