"A me il cuscino è piaciuto moltissimo. Sul serio..."
In realtà le piacerebbe anche collaudarlo con lui.
Chicco le sorride. "Ti credo, scusami."
"Ma... fra poco servono la pasta..." gli grida dietro Rober-
ta cercando in qualche modo di fermarlo.
Sulla terrazza, delle morbide poltrone, con cuscini chiari
ricamati a fiori, un pergolato dalle luci soffuse ben nascoste
dietro ciuffi di piante. Un gelsomino si arrampica lungo lo stec-
cato. Babi passeggia sul pavimento di cotto. Il vento fresco del-
la sera le agita i capelli, le accarezza la pelle portandole via un
po' di profumo e lasciando solo qualche lieve brivido.
"Cosa devo fare per farmi perdonare?"
Babi sorridendo fra sé si chiude la giacca, coprendosi.
"Cosa non avresti dovuto fare, per non farmi arrabbiare."
Chicco le si avvicina.
"È una notte così bella... è sciocco sprecarla per litigare."
"A me piace moltissimo litigare."
"Me ne sono accorto."
"Ma poi mi piace anche fare la pace... Anzi mi piace so-
prattutto quello. Invece con te, non so com'è, ma non riesco a
perdonarti."
"È perché sei combattuta. Un po' ti andava di stare con me,
un po' no. Classico! È una cosa tipica di tutte le donne."
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"Ecco, è quel 'tutte' che è la tua rovini? »j86si ;'4
"Mi arrendo..." -1"
"Ti è piaciuto il film l'altra sera?" "
"Se solo me lo avessero fatto vedere!"
"Ho detto che mi arrendo. Be', vorrà dire che ti manderò
la cassetta a casa. Così te lo vedi tranquilla, da sola, senza nes-
suno che ti disturba. A proposito, lo sai cosa mi hanno detto?"
"Cosa?" vr
"Che c'è molto più gusto quando sa di panna." u> J
Babi ridendo prova a colpirlo. ->'!*
"Porco!"
Chicco le ferma il braccio in alto. 'i
"Alt! Scherzavo. Pace?"
I loro visi sono vicini. Babi guarda i suoi occhi: sono mol-
to belli, quasi come il suo sorriso.
"Pace." Si arrende.
Chicco le si avvicina e le da un lieve bacio sulle labbra. Sta
per diventare qualcosa di più profondo quando Babi si stacca
e torna a guardare fuori.
"Che splendida notte, guarda che luna!"
Chicco sospirando alza gli occhi al ciclo.
Alcune nuvole leggere navigano lentamente nel blu del ciclo.
Accarezzano la luna, coprendosi di luce, schiarendosi a tratti.
"È bella, vero?"
Chicco risponde semplicemente "Sì", senza apprezzare ve-
ramente tutta la bellezza di quella notte. Babi guarda lontano.
Le case, i tetti, i prati ai bordi della città, le file di alti pini, una
lunga strada, le luci di una macchina, i rumori lontani. Se so-
lo potesse vedere meglio, si accorgerebbe di quei ragazzi che
si sorpassano, ridendo e suonando il clacson. Forse ricono-
scerebbe anche quel tipo sulla moto. È lo stesso che l'ha af-
fiancata una mattina mentre andava a scuola. E che si sta av-
vicinando.
Chicco l'abbraccia e le tocca i capelli.
"Sei bellissima stasera."
"Stasera?"
"Sempre."
"Così va meglio."
Babi si lascia baciare.
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*>*tu:.
Molto più lontano, nella stessa città.
In perfetta divisa bianca, con pochi capelli in testa e suda-
ticcio, un cameriere cicciotto passa tra gli invitati con un vas-
soio d'argento. Ogni tanto una mano spunta da un gruppetto
di persone e s'impadronisce di un cocktail leggero con dentro
qualche pezzo di frutta galleggiante. Un'altra, più veloce, po-
sa un bicchiere vuoto. Sul bordo, tracce di rossetto. Si può ve-
dere perfettamente dove la donna ha bevuto e che tipo di lab-
bra ha. Il cameriere pensa che sarebbe divertente riconoscere
le donne dai singoli bicchieri. Erotiche impronte digitali. Con
questo pensiero stuzzicante rientra in cucina, dove dimentica
ben presto quelle fantasie alla Holmes. La cuoca infatti lo sgri-
da ricordandogli di portare i vassoi con i fritti.
"Cara, stai benissimo."
Nel salotto, una donna dai capelli troppo colorati si gira
verso l'amica e le sorride, stando al gioco.
"Ma hai fatto qualcosa?"
"Sì, mi sono trovata un amante." f*
"Ah, sì? E che fa?" ?
"Il chirurgo plastico." f"
Ridono tutte e due. Poi, prendendo un carciofo fritto chft
si trova a passare di là, lei confessa il suo segreto. 1
"Mi sono iscritta alla palestra di Barbara Bouchet." ^
"Ah, sì? E com'è?" «
"Favolosa! Dovresti venire."
"Lo farò sicuramente."
E, pur volendo chiederle quanto costa al mese, pensa che
lo scoprirà a sue spese, nel vero senso della parola. Poi si im-
possessa di una mozzarella fritta e la manda giù serena, tanto
l'avrebbe smaltita presto.
Claudio tira fuori il pacchetto di Marlboro e si accende una
sigaretta. Manda giù il fumo, assaporandolo fino in fondo.
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"Ehi, hai una cravatta bellissima."
"Grazie."
"Ti sta veramente bene, sul serio." Claudio mostra orgo-
glioso la sua cravatta bordeaux poi, d'istinto, nasconde in bas-
so la sigaretta e cerca Raffaella. Guarda in giro, incrocia alcu-
ni visi appena arrivati, li saluta sorridendo poi, non trovando-
la, da un altro tiro più tranquillo.
"Molto bella, vero? È un regalo di Raffaella."
Un basso tavolino d'avorio, con sopra olive e pistacchi rac-
colti in piccole ciotole d'argento. Una mano affusolata dalle
unghie ben curate lascia cadere le bucce simmetriche di un pi-
stacchio.
"Sono preoccupata per mia figlia."
"Perché?"
Raffaella riesce a mostrarsi abbastanza interessata, quel
tanto da far continuare la confidenza di Marina.
"Frequenta un poco di buono, un nullafacente, uno che sta
sempre per strada."
"E da quant'è che si vedono?"
"Ieri hanno festeggiato sei mesi. L'ho saputo da mio figlio.
Sai cosa ha fatto lui, eh, sai cosa ha fatto?"
Raffaella lascia perdere un pistacchio troppo chiuso. Ora
è sinceramente interessata.
"No, dimmi."
"L'ha portata in pizzeria. Ma ti rendi conto? In una pizze-
ria in corso Vittorio."
"Be', ma questi ragazzi ancora non guadagnano, magari i
genitori..."
"Sì, ma chissà da chi nasce... Le ha portato dodici rose stri-
minzite, brutte, piccole, di quelle che appena arrivano a casa
perdono tutti i petali. Le avrà sicuramente comperate al se-
maforo. Stamattina in cucina allora le ho chiesto: 'Gloria, co-
s'è questo orrore?'. 'Mamma, non ti azzardare a buttarle eh?'
Figurati! Ma quando è tornata da scuola non c'erano più. Io le
ho detto che è stata Ziua, la nostra filippina, allora lei si è mes-
sa a urlare e se n'è andata sbattendo la porta."
"Su queste storie non devi assolutamente ostacolarla, se no
è peggio, che poi Gloria si ostina. Lasciali fare, vedrai che fi-
nirà per conto suo. Se c'è questa differenza... E poi è tornata?"
"No, ha telefonato che andava a dormire dalla Piristi, quel-
la bella ragazza biondina un po' tonda, la figlia di Giovanna.
Lui è l'amministratore della Serfim, lei si è rifatta tutta. Giu-
stamente, se lo può permettere."
"Sul serio? Ma non si vede niente..." wtv
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"Usano questa nuova tecnica, ti tirano da dietro le orec-
chie. È perfettamente invisibile. Allora può uscire con Babi?
Mi farebbe tanto piacere."
"Ma certo, scherzi? Le dirò di chiamarla."
Finalmente Raffaella si concede un pistacchio. È più aper-
to degli altri. Lascia la sua buccia per la sua bocca, e per lui
non è uno scambio conveniente.
"Filippo? Raffaella ha detto che convincerà Babi a portare
Gloria con il suo gruppo."
"Ah, benissimo, ti ringrazio."
Filippo, un uomo giovane, dal viso riposato, pare interes-
sarsi anche lui più ai pistacchi che alle vicende di sua figlia. Si
piega in avanti, impossessandosi di quello che Raffaella aveva
già scelto come sua futura vittima. Lei lo guarda sospettosa
dietro le orecchie, cercando anche in lui il segno di quella ina-
spettata giovinezza.
"Ciao Claudio."
"Sei bellissima."
Un sorriso perfetto dice "Grazie", e sfiorandolo si allon-
tana con un henne da almeno centocinquanta euro. Lo ha fat-
to apposta? Nel suo pensiero lentamente quel vestito lungo
scivola via e immagina che completo porti sotto; ma poi gli
viene un dubbio: ci sarà qualcosa da immaginare? Proprio in
quel momento vede arrivare Raffaella. Claudio da un ultimo
tiro alla sigaretta e la spegne veloce nel portacenere.
"Fra poco cominciamo a giocare. Mi raccomando, non fa-
re come al solito. Quando non ti arriva la carta, dopo un po'
che non fai gin, batti."
"E se mi fa under?"
"Batti quando stai basso."
Claudio sorride composto. "Sì cara, come vuoi." La siga-
retta è passata inosservata.
"A proposito, ti avevo detto di non fumare."
Sbagliato.
"Ma una sola, non mi fa male..."
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