Ma poi si chiede cosa gliene può importare a Dio di uno

come me, di uno così. Niente. Dio è felice. Lui ha le stelle. Guar-

da in alto, nel cielo. Nitide, a migliaia appaiono immobili bril-

lando. Improvvisamente quel blu gli sembra lontano come non

mai, irraggiungibile. Allora accelera, mentre il vento gli pun-

ge la faccia, mentre gli occhi cominciano lenti a lacrimare e

non solo per il freddo. Sente Paolo che si stringe più forte a lui.

"Dai Step, non correre. Ho paura!"

Anch'io ho paura Paolo. Ho paura dei giorni che verranno,

di non farcela a resistere, di quello che non ho più, di quello

che sarà preda dei venti. Leva un po' di gas. Scala dolcemen-

te. Per un attimo gli sembra di sentire la risata di Pollo. Quel-

la risata forte e allegra. La sua faccia, la sua voce amica.

"Cazzo Step, ci divertiamo, eh?" E giù birra e giù nottate,

sempre insieme, sempre allegri con la voglia di vivere, di fare

a botte, con una siga a mezzi e tanti sogni. Allora da di nuovo

gas. All'improvviso, di scatto. Paolo urla, mentre la moto si al-

za. Step continua così, accelerando su una ruota sola, pinnando

come ai bei tempi, sorridendo a quel mazzo di fiori fermo sul

ciglio della strada.

Lontano, più lontano, sul divano di una casa elegante, due

corpi nudi si accarezzano.

"Sei bellissima." Lei sorride vergognandosi, ancora un po'

estranea. "Ma cos'è questo?"

.,»j Un leggero imbarazzo. "Niente, un tatuaggio."

"È un'aquila, vero?"

"Sì." Poi un'amara bugia. "L'ho fatto con una mia amica."

E in quel momento non c'è nessun gallo a cantare. Ma un

senso di tristezza le prende ugualmente il cuore. E un cattivo

destino radiofonico si accanisce contro di lei, quasi a punirla.

Beautiful. La loro canzone. Babi comincia a piangere.

"Perché piangi?"

"Non lo so." *> « tf, * *}'>>' " ,.n . /*" *> 1 >*"!<.>'>!>.,

318

Non trova nessuna risposta. Forse perché non ce ne sono.

Altrove gente gioca urlando e facendo confusione. Fiches

colorate cadono su panni verdi. Stanche nonne vengono riac-

compagnate a casa. Una ragazza bruna si addormenta ro-

mantica stringendo il cuscino. Sogna di incontrare quel ra-

gazzo che ha visto passare.

Dolcemente la ruota torna a terra, così, come si è alzata,

senza problemi.

Paolo torna a respirare. Step rallenta. Sorride.

È estate. Sono tutti e due piccoli. Sua madre e suo padre

sono lì, felici sotto l'ombrellone. Chiacchierano su due sdraio

azzurre, quelle con il nome dello stabilimento sopra. Step esce

dall'acqua correndo verso di loro, con i capelli bagnati, con

gocce salate che gli scendono giù sulle labbra.

"Mamma, ho fame!"

"Prima cambiati il costume e poi ti do la pizza."

Allora sua madre lo avvolge con un grosso asciugamano.

Glielo tiene sulle spalle sorridendo. Lui si sfila ubbidiente il

costume. Poi, timoroso di restare nudo, si infila subito quello

asciutto. Cerca di non sporcarlo con la sabbia bagnata e più

scura che è lì sulle sue caviglie. Non ci riesce. Sorride ugual-

mente. Sua madre lo bacia. Ha delle labbra morbide e calde e

un profumo di sole e di crema. Step corre via felice, con il suo

pezzo di pizza bianca in mano. Morbido, ancora caldo, con il

bordo croccante, proprio come piace a lui.

Piano piano la moto inizia a curvare. È ora di tornare a ca-

sa. È ora di ricominciare, lentamente, senza strappi al moto-

re. Senza troppi pensieri. Con un'unica domanda. Tornerò mai

lassù, in quel posto così difficile da raggiungere. Lì, dove tut-

to sembra più bello. E nello stesso istante in cui se lo chiede,

purtroppo, sa già la risposta.

319