quella camera, tra i suoi capelli, sulle lenzuola nuove, appe-

na messe.

"Le ho comprate io, ti piacciono?" Babi non risponde. Si

guarda intorno. Un piccolo mazzo di rose rosse riposa in un

vaso vicino al letto. Step cerca di buttarla sullo scherzo. "Giu-

ro che non le ho comprate al semaforo..."

Apre il bauletto.

"E voilà! "

Dentro c'è del ghiaccio sciolto e alcuni cubetti ancora gal-

leggianti. Step tira fuori una bottiglia di champagne con due

coppe incartate nel giornale.

"Per non romperle" spiega. Poi dalla tasca del giubbotto

prende una piccola radio.

"Non sapevo se c'era."

L'accende, la sintonizza sulla stessa frequenza dello stereo

della casa e la posa sul comodino.

Una piccola eco di Certe notti si sparge per la stanza.

"Sembra quasi fatto apposta... anche se siamo ancora al

tramonto..."

Step le si avvicina, la prende tra le braccia e la bacia. Quel-

l'attimo le sembra così bello che Babi dimentica tutto, i suoi

propositi, le sue paure, i suoi scrupoli. Piano piano si lascia to-

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gliere i vestiti, spogliandolo anche lei. Si trova fra le sue brac-

cia interamente nuda per la prima volta, mentre una luce ma-

gica, spargendosi sul mare, illumina timidamente i loro corpi.

Una giovane stella curiosa brilla alta nel cielo. Poi, tra un ma-

re di carezze, il rumore delle onde lontane, il verso di un alle-

gro gabbiano, il profumo dei fiori, accade.

Step scivola delicatamente sopra di lei. Babi apre gli oc-

chi teneramente sovrastata. Step la guarda. Non sembra im-

paurita. Le sorride, le passa una mano tra i capelli rassicu-

randola. In quel momento, dalla piccola radio lì vicina e in

tutta la casa attacca innocentemente Beautiful ma nessuno

dei due se ne accorge. Non sanno che quella sarebbe diven-

tata la "loro canzone". Lei chiude gli occhi trattenendo il re-

spiro, improvvisamente rapita da quell'emozione incredibi-

le, da quel dolore d'amore, da quel magico diventare sua per

sempre. Alza il viso verso il cielo, sospirando, aggrappando-

si alle sue spalle, abbracciandolo forte. Poi si lascia andare,

delicatamente più tranquilla. Sua. Apre gli occhi. Lui è lì,

dentro di lei. Quel morbido sorriso ondeggia d'amore sul suo

viso baciandola ogni tanto. Ma lei non c'è più. Quella ragazza

dagli occhi azzurri spaventati, dai tanti dubbi, dalle mille

paure, è scomparsa. Babi pensa a quanto da piccola l'ha sem-

pre affascinata la storia delle farfalle. Quel bozzolo, quel pic-

colo bruco che si tinge di mille splendidi colori e improvvi-

samente impara a volare. Allora di nuovo si vede. Fresca, de-

licata farfalla appena nata, tra le braccia di Step. Gli sorri-

de e lo abbraccia guardandolo negli occhi. Poi gli da un ba-

cio, morbido, nuovo, appassionato. Il suo primo bacio da

giovane donna.

Più tardi, distesi tra le lenzuola, lui le accarezza i capelli,

mentre lei lo stringe a sé con la testa poggiata sul suo petto.

"Non sono brava, vero?"

"Sei bravissima."

"No, mi sento negata. Mi devi insegnare."

"Sei perfetta. Vieni."

Step la prende per mano e la porta di là. Tra i fiori delle

lenzuola, un piccolo fiore rosso, appena sbocciato, si distingue

fra gli altri, più puro e innocente di tutti.

Di nuovo abbracciati nella vasca da bagno. Sorseggiano

champagne chiacchierando allegri, leggermente brilli d'amo-

re. Ben presto ubriachi di passione si amano di nuovo. Questa

volta senza paura, con più slancio, più desiderio. Ora le sem-

bra più bello, più facile muovere le ali, ora non ha paura del

volo, capisce la bellezza di essere una giovane farfalla. Poi pren-

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dono degli accappatoi e scendono giù nella caletta privata. Si

divertono a inventare nomi che possono andare per quelle due

cifre sconosciute cucite sul loro petto. Dopo aver fatto a gara

a trovarne i più strani, li abbandonano sulle rocce.

Babi perde. Si tuffa per seconda. Nuotano così, nell'acqua

fresca e salata, nella scia della luna, sospinti da piccole onde,

abbracciandosi ogni tanto, schizzandosi, allontanandosi per

poi prendersi di nuovo, per assaggiare quelle labbra dal sa-

pore di champagne marino. Più tardi, seduti su una roccia,

avvolti negli accappatoi di Amarildo e Sigfrida guardano so-

gnanti le mille stelle sopra di loro, la luna, la notte, il mare

scuro e tranquillo.

"È bellissimo qui."

"È la tua casa, no?"

"Sei pazzo!"

"Lo so!"

"Sono felice. Non sono mai stata così bene in tutta la mia

vita. E tu?"

"Io?" Step l'abbraccia forte. "Sto benissimo."

"Da arrivare a toccare il cielo con un dito?"

"No, non così."

"Come, non così?"

"Molto di più. Almeno tre metri sopra il cielo."

Il giorno dopo Babi si sveglia e, mentre sotto la doccia le

ultime tracce salate abbandonano i suoi capelli, ripensa anco-

ra emozionata alla sera prima.

Fa colazione, saluta sua madre e monta in macchina con Da-

niela, pronta per andare a scuola come ogni mattina. Suo padre

si ferma al semaforo sotto il ponte di corso Francia. Babi è an-

cora insonnolita e distratta quando improvvisamente la vede.

Non crede ai suoi occhi. In alto, più in alto di tutte, sulla bianca

colonna del ponte, una scritta domina le altre, incancellabile. È

lì, sul freddo marmo, azzurra come i suoi occhi, bella come l'ha

sempre desiderata. Il suo cuore comincia a battere veloce. Per un

attimo le sembra che tutti possano sentirla, tutti possano legge-

re quella frase, proprio come sta facendo lei in quel momento. È

lì, in alto, irraggiungibile. Lì dove solo gli innamorati arrivano:

"Io e te... Tre meta sopra il cielo".

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24 dicembre.

È sveglio. In realtà non ha dormito affatto. La radio è acce-

sa. Ram Power. Uno lo vivi uno lo ricordi. Cosa c'è da ricordare?

Ha mal di testa e gli occhi gli fanno male. Si gira nel letto.

Dalla cucina vengono dei rumori. Suo fratello sta facen-

do colazione. Guarda l'orologio. Sono le nove. Chissà dove va

Paolo a quell'ora, la vigilia di Natale. Ci sono persone che han-

no sempre da fare, pensa, anche nei giorni di festa. Sente sbat-

tere la porta. È uscito. Prova un senso di sollievo. Ha biso-

gno di stare solo. Poi una strana sofferenza lo prende. Non

ne ha bisogno. È solo. A quell'idea si sente ancora peggio.

Non ha fame, non ha sonno, non prova nulla. Rimane così a

pancia sotto. Non sa per quanto tempo. A poco a poco rive-

de quella stanza in giorni più felici. Quante volte la mattina

svegliandosi ha trovato gli orecchini di Babi sul suo comodi-

no, quante volte il suo orologio, quante volte sono stati in-

sieme in quel letto, abbracciati, innamorati, desiderosi l'uno

dell'altra. Sorride. Si ricorda dei suoi piedi freddi, quelle pic-

cole dita gelate che lei ridendo poggiava sulle sue gambe, più

calde. Dopo che avevano fatto l'amore quando restavano lì, a

chiacchierare, guardando la luna dalla finestra, la pioggia o

le stelle, ugualmente felici, facesse caldo o piovesse. Acca-

rezzandole i capelli qualunque cosa fosse successa fuori, mal-

grado le guerre, i problemi del mondo, le strade nuove, la gen-

te. Poi la rivede andare verso il suo bagno, ammira di nuovo

innamorato quei segni più chiari sulla sua pelle, l'ombra di

un costume appena tolto, un reggisene slacciato. La sente ri-

dere da quella porta chiusa, la vede camminare con quel suo

modo buffo, con quei capelli sciolti, correre vergognosa ver-

so il letto, tuffarsi su di lui, ancora fresca d'acqua, di lavaggi

timorosi, ancora profumata d'amore e di passione. Step si gi-

ra di nuovo nel letto, guarda il soffitto. Quante volte, a ma-

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lincuore, è venuta l'ora di vestirsi, di accompagnarla a casa.

Allora silenziosi e vicini, seduti su quel letto avevano comin-

ciato a vestirsi, piano piano, passandosi ogni tanto qualcosa

che apparteneva all'altro. Scambiandosi un sorriso, un bacio,

infilandosi una gonna, chiacchierando piegati, allacciandosi

le scarpe, lasciando la radio accesa, per poco, prima di tor-

nare. Dove sarà in questo momento. E perché. Prova una stret-

ta al cuore.

Nei giorni di festa si mette a posto la camera, ci si sente

più allegri o più tristi. Non si sa dove mettere alcuni pensieri.

"Dani, questa la vuoi? Sennò la butto." Daniela guarda la

sorella. Babi è sulla porta della sua camera con la giacca blu

in mano.

"No, lasciala, me la metto io."

"Ma è tutta scucita."

"La faccio mettere a posto."

"Come vuoi." Babi la lascia sul letto. Daniela la guarda usci-

re dalla camera. Quante volte lei e Babi hanno litigato per quel-

la giacca. Non avrebbe mai pensato che la buttasse. Sua so-

rella è proprio cambiata. Poi lascia perdere quel pensiero e si