Malgrado il dolore della sua spalla contusa, dello sterno colpi-

to, dei fianchi provati dai colpi del Siciliano. Quel fresco desi-

derio cancella i lividi. Baci appassionati superano difficoltà mec-

caniche. Il freno a mano diventa indisponente, la rotella dello

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schienale orgogliosa. Step sente la sua pelle morbida e profu-

mata. Il suo respiro diventa irregolare di passione. Prova di nuo-

vo a tirare giù il sedile. Niente da fare, è bloccato. Allora, men-

tre con la mano destra gira la rotella in basso, punta un piede

contro il cruscotto e spinge con tutta la sua forza. Si sente un

crac, un rumore secco. Lo schienale va giù di botto e Babi con

lui e lui con lei, ridendo, senza pensare a niente, meno che mai

a Paolo, alla sua faccia scocciata, alla sua macchina metalliz-

zata. Ognuno si impadronisce dei jeans dell'altro, quasi fosse

una gara, una sfida sensuale. Poi Babi rallenta, inesperta e im-

barazzata, chiude gli occhi e alla fine abbracciandolo si emo-

ziona per quella sua tenera vittoria personale. Quando si ac-

corge che Step vuole andare ancora più avanti, lo ferma.

"No, che fai?"

"Niente. Ci si provava."

Babi lo allontana un po' scocciata.

"Ma dai, qui in macchina? La mia prima volta deve essere

una cosa bellissima, in un posto romantico con il profumo dei

fiori, la luna."

"La luna c'è." Step apre un po' il tettino. "Vedi, un po' co-

perta, ma c'è. Poi senti..." Aspira a fondo. "È pieno di fiori qua

intorno. Che cosa manca? Il posto è romantico, dai. Stiamo

pure su Tele Radio Stereo. È perfetto!"

Babi si mette a ridere.

"Io intendevo qualcos'altro." Guarda l'orologio. "È tardis-

simo. Se tornano i miei e non mi trovano finisco di nuovo in

punizione! Dai sbrighiamoci."

Si tirano su i jeans poi provano insieme a sistemare il se-

dile di Babi. Niente da fare. Tornano ridendo con lo schienale

rotto. Ogni volta che accelera Babi finisce stesa giù. Ipotizza-

no tutto quello che potrebbe dire suo fratello. Che serata... con

questo finale poi, è diventata tragicomica. Accompagna Babi

fino alla porta e la saluta. Guida veloce nella notte godendosi

quella "romantica" astinenza e quel profumo dei sospiri di lei

che rimane tra le sue mani.

"Ma dove sei finito? È un'ora che ti aspetto, devo riac-

compagnare Manuela a casa."

Paolo è già nervoso. Si immagina come sarebbe diventato

se solo gli avesse detto del sedile.

"Potevi prendere la moto, tanto ormai ti prendi tutta la ro-

ba mia."

Paolo non ride affatto e si chiude in salotto con Manuela.

Step va in camera, si spoglia e si infila nel letto. Spegne la luce.

È distrutto. Dal salotto arrivano delle voci. Cerca di sentire me-

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r

glio. Sono Paolo e Manuela. Stanno discutendo di qualcosa. La

voce di suo fratello è ripetitiva e noiosa. , ,,.

"Dimmi la verità. Voglio sapere la verità."

"Te l'ho detta."

"Ho detto dimmi la verità."

"Ma è quella, te lo giuro."

"Te lo chiedo per l'ultima volta. Dimmi la verità, voglio sa-

pere la verità."

"Ti giuro che ti ho detto tutto." Anche Manuela sembra ab-

bastanza decisa. Nel buio della stanza Step scuote la testa. Non

so se sono peggio i cazzotti del Siciliano o le discussioni di mio

fratello. Chissà che vuole sapere Paolo, tanto Manuela non glie-

lo dirà mai. Una cosa è sicura. L'unica grande verità è che Ma-

nuela tornerà a casa distesa sul sedile. E a quel pensiero Step

si addormenta divertito.

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52.

Babi sta a Fregene da Mastino con tutta la sua classe. Stan-

no festeggiando i cento giorni. Hanno finito di mangiare da un

po' e si sono messe a passeggiare sulla spiaggia. Alcune sue

amiche giocano a ruba bandiera. Lei si è seduta su un pattino

a chiacchierare con Pallina. Poi lo vede. Viene verso di lei con

quel suo sorriso, con quegli occhiali scuri e quel giubbotto. Ba-

bi ha un tuffo al cuore. Pallina se ne accorge subito.

"Ehi, non morire, eh?"

Babi le sorride poi corre incontro a Step. Va via con lui,

senza chiedergli come ha fatto a trovarla, dove la sta portan-

do. Ha salutato le sue compagne con un "ciao" distratto. Al-

cune di loro smettono di giocare e la seguono con lo sguardo.

Invidiose e sognanti, desiderose di essere al suo posto, ab-

bracciate a Step, a 10 e lode. Poi la ragazza al centro chiama

forte. "Numero.., sette." Due di loro arrancano nella sabbia,

correndo verso di lei. Si fermano una di fronte all'altra, con le

braccia larghe, guardandosi negli occhi, sfidandosi sorriden-

ti, accennando piccole finte, sostenute dalle compagne. Im-

provvisamente quel piccolo fazzoletto bianco sospeso nell'aria

diventa il loro unico pensiero.

Arrivata davanti alla moto, Babi lo guarda curiosa.

"Dove andiamo?"

"È una sorpresa." Step va dietro di lei e tira fuori dalla ta-

sca la bandana blu che le ha rubato e le copre gli occhi.

"Non imbrogliare eh... Non devi vedere."

Lei se lo sistema meglio divertita.

"Ehi, questo fazzoletto mi sembra di conoscerlo..." Poi gli

da una cuffia del suo Sony e partono insieme abbracciati sul-

le note di Tiziano Ferro.

Più tardi... Babi si tiene stretta dietro a lui con la testa pog-

giata sulla sua schiena e gli occhi coperti dalla bandana. Le

sembra di volare, un vento fresco accarezza i suoi capelli e un

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odore di ginestra profuma l'aria. Da quanto sono partiti? Cer-

ca di calcolare il tempo del ed che sta ascoltando. Quindi è qua-

si un'ora che sono in viaggio. Ma dove stanno andando?

"Manca molto?"

"Siamo quasi arrivati. Non è che stai guardando?"

"No."

Babi sorride e si appoggia di nuovo alla sua schiena, strin-

gendolo forte. Innamorata. Lui scala dolcemente e va a destra,

su per la salita chiedendosi se lei ha capito.

"Ecco, siamo arrivati. No, non toglierti la bandana. Aspet-

tami qua."

Babi cerca di capire dove si trova. Ormai è pomeriggio tar-

di. Sente un rumore lontano, ripetitivo e soffocato, ma non rie-

sce a capire di cosa si tratti. A un tratto sente un rumore più

forte, come se fosse stato spaccato qualcosa.

"Eccomi." Step la prende per mano.

"Che è successo?"

"Niente. Seguimi." Babi timorosa si lascia portare. Ora

il vento è cessato, l'aria si è fatta più fredda, sembra quasi

umida. La sua gamba urta qualcosa.

"Ahi."

"Non è niente."

"Come non è niente. Ma la gamba è mia!"

Step si mette a ridere.

"E ti lagni sempre. Stai ferma qui." Step l'abbandona un

attimo. La mano di Babi rimane sola, sospesa nel vuoto.

"Non mi lasciare..."

"Sono qui vicino a te."

Poi un forte rumore continuato, meccanico, legnoso. Una

tapparella che si alza. Step le sfila dolcemente la bandana. Ba-

bi apre gli occhi e improvvisamente le appare tutto.

Il mare al tramonto splende davanti a lei. Un sole caldo e

rosso sembra sorriderle. E in una casa. Esce fuori, sotto la tap-

parella alzata, sulla terrazza. In basso a destra riposa romanti-

ca la spiaggia del loro primo bacio. Lontano le sue colline pre-

ferite, il suo mare, gli scogli conosciuti: Port'Ercole. Un gabbia-

no le passa vicino salutandola. Babi si guarda intorno emozio-

nata. Quel mare argentato, le gialle ginestre, i cespugli verde scu-

ro, quella casa solitària sulle rocce. La sua casa, la casa dei suoi

sogni. E lei è lì, con lui, e non sta sognando. Step l'abbraccia.

"Sei felice?" Lei fa segno di sì con la testa. Poi apre gli occhi.

Bagnati e sognanti di piccole lacrime trasparenti, lucidi d'amo-

re, bellissimi. Lui la guarda.

"Cosa c'è?" <f. *,v«*. t, **"},

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"Ho paura." ,

"Di cosa?"

"Che non sarò mai più così felice come adesso..."

Poi pazza d'amore lo bacia di nuovo, sognante nel tepore

di quel tramonto.

"Vieni, andiamo dentro."

Si mettono a girare per quella casa sconosciuta, aprendo

stanze ignote, inventando la storia di ogni camera, immagi-

nandone gli ignari proprietari.

Alzano tutte le tapparelle, trovano un grande stereo e l'ac-

cendono. "Anche qui si prende Tele Radio Stereo." Ridono. Gi-

rano per quella casa aprendone i cassetti, svelandone i segre-

ti, divertendosi insieme. Separati, si chiamano ogni tanto per

mostrarsi anche la più piccola stupida scoperta e tutto sembra

magico, importante, incredibile.

Step stacca il bauletto della moto e rientra in casa. Poco

dopo la chiama. Babi entra nella camera. La grande finestra

da sul mare. Il sole ora sembra fare l'occhiolino. Sta scom-

parendo in silenzio dietro l'orizzonte lontano. Quell'ultimo

spicchio educato colora di rosa morbide nuvole sparse più

in alto. Il suo riflesso quasi addormentato corre lungo una

scia dorata. Attraversa il mare per spegnersi sulle pareti di