sorridente. In fondo ci vuole così poco per far felice un bam-
bino. Bastano due o tre preservativi. Tanto lui quella sera non
li avrebbe usati. Dalla camera da letto non viene nessun ru-
more. Neanche Step sembra averne bisogno, pensa divertito
Pollo. Poi, siccome si sta annoiando, decide di fare qualche
telefonata.
Nella penembra di quella camera piena di giocattoli, Step
le accarezza la schiena, le spalle. Fa scivolare la mano lungo il
suo braccio poi lo prende e lo porta vicino al viso. Lo bacia. La
sfiora con la bocca, lungo tutta la sua pelle. Babi ha gli occhi
socchiusi, dolcemente prigioniera dei suoi sospiri. Step le apre
la mano delicatamente, le bacia il palmo e poi la posa sul suo
petto nudo, abbandonandola ai suoi pensieri. Babi rimane im-
mobile, improvvisamente spaventata. Oddio, ho capito. Ma non
ce la farò mai. Non l'ho mai fatto. Non ci riuscirò. Step conti-
nua a baciarla teneramente sul collo, dietro le orecchie, sulle
labbra. Mentre le sue mani, più sicure e tranquille, più esper-
te, si impadroniscono di lei come morbide onde, lasciando in
quella spiaggia sconosciuta un naufrago piacere.
Poi all'improvviso, trascinata da quella corrente, da quel-
la brezza di passione, anche lei si muove. Babi prende corag-
gio. Si stacca lentamente da lì dove è stata lasciata e comincia
ad accarezzarlo. Step la stringe a sé dandole fiducia, tranquil-
lizzandola. Babi si lascia andare. Le sue dita scendono legge-
re su quella pelle. Sente la sua pancia, i forti addominali. Ogni
280
scalino per lei è un baratro, un abisso, un passo difficile da
compiere, quasi impossibile. Eppure ce la deve fare e, tratte-
nendo il respiro nel buio della stanza, improvvisamente salta.
Si ritrova così con le sue dita che accarezzano quell'accenno
di morbidi riccioli e poi più giù sui suoi jeans, su quel botto-
ne, il primo per lei in ogni senso. E in quel momento, senza sa-
pere perché, pensa a Pallina. Lei, già più sicura, più esperta.
Immagina quando glielo racconterà. Sai, allora lì non ce l'ho
fatta, non ci sono riuscita. Questo forse le da il coraggio, l'ul-
tima spinta. Improvvisamente lo fa. L'apre. Quel primo botto-
ne dorato esce dall'asola con un rumore leggero, jeansato. Nel
silenzio della stanza lo sente tutto, arriva nitido e chiaro fino
alle sue orecchie. Ce l'ha fatta. Fa quasi un sospiro. Ora è tut-
to più facile. La sua mano, ora più sicura, passa al secondo e
poi al terzo e poi più giù mentre i bordi dei jeans si allontana-
no fra loro, sempre più liberi. Step si stacca dolcemente da lei,
lascia andare la testa all'indietro. Babi lo raggiunge subito di
nuovo, rifugiandosi timida in quel bacio, vergognandosi di quel-
la minima lontananza. Poi un rumore improvviso. Delle porte
che sbattono.
"Che succede?"
E, come per incanto, si spezza quella magia. Babi leva la
mano e si tira su.
"Che cos'era?"
"Che ne so? Dai vieni qua." Step la tira di nuovo a sé. Un
altro rumore. Qualcosa che si rompe.
"No, cavoli, di là sta succedendo un macello!" Babi si alza
dal letto. Si mette a posto la gonna, si riabbottona la camicia
ed esce veloce dalla stanza. Step si lascia cadere sul letto con
le braccia aperte.
"Vaffanculo a Pollo!" Poi si richiude i jeans e quando arri-
va in salotto non crede ai suoi occhi. "Che cazzo fate?"
Ci sono tutti. Bunny e Hook stanno facendo una specie di
lotta sul tappeto. Vicino a loro c'è un lume rovesciato. Schello
sta seduto con i piedi sul divano, mangia un pacco di palatine
e guarda Sex and thè City. Lucone ha il bambino sulle gambe
e gli sta facendo fumare una canna.
"Guarda Step! Guarda che faccia da sconvolto ha questo ra-
gazzine." Babi si scaglia come una furia su Lucone, gli toglie la
canna dalle mani e la spegne in un portacenere.
"Fuori! Fuori di qui. Immediatamente."
Sentendo quelle grida, dalla cucina escono Dario e un al-
tro con una birra in mano. Arriva anche il Siciliano con una
ragazza. Sono rossi in viso. Step pensa che devono aver fatto
281
quello che lui e Babi non hanno neanche tentato. Beati loro!
Babi comincia a spingerli uno per uno fuori dalla porta.
"Uscite tutti da qui... Fuori!"
Divertiti, si lasciano trascinare facendo ancora più casino.
Step l'aiuta.
"Forza ragazzi fuori." Per ultimo spinge Pollo. "Con te fac-
cio i conti dopo."
"Ma io ho chiamato solo Lucone; è colpa sua che ha avvi-
sato gli altri."
"Stai zitto." Step gli da un calcio nel sedere e lo scaraven-
ta fuori dalla porta. Poi aiuta Babi a mettere a posto.
"Guarda, guarda che hanno fatto quei vandali."
Gli mostra il lume rotto e il divano macchiato con la bir-
ra. Le patatine sparse ovunque. Babi ha le lacrime agli occhi.
Step non sa più che dire.
"Scusami. Dai, ti do una mano a pulire,"
"No grazie, faccio da sola."
"Ma sei arrabbiata?"
"No, ma è meglio se te ne vai. Fra poco tornano i genitori."
"Sei sicura che non vuoi che ti aiuto?"
"Sicura."
Si scambiano un bacio frettoloso. Poi lei chiude la porta.
Step scende giù. Si guarda intorno. Non c'è nessuno. Monta
sulla moto e l'accende. Ma proprio in quel momento da dietro
una macchina spunta tutto il gruppo. Nella notte si alza un co-
ro. "Bravo baby-sitter, oh oh oh!" con tanto di applausi. Step
scende al volo dalla moto e comincia a correre dietro a Pollo.
"Oh, io non c'entro niente! Prenditela con Lucone! È col-
pa sua!"
"Mortacci tua, ti sfondo!"
"Dai che non stavi a fare niente di là. Ti stavi annoiando!"
Continuano a correre giù per la via tra le risate lontane de-
gli altri e la curiosità di qualche inquilino insonne.
Babi raccoglie i pezzi del lume, li butta nel secchio poi pu-
lisce per terra e smacchia il divano. Alla fine, stanca, si guar-
da intorno. Be', poteva andare peggio. Dirò che il lume mi è
caduto mentre giocavo con Giulio. Il bambino d'altronde non
potrà mai negarlo. È lì che dorme un sonno profondo, com-
pletamente fumato.
282
Ij» >*>
"i- > **«! *«. 51.
La mattina dopo Step si sveglia e va in palestra. Ma non lo
fa per allenarsi. Cerca qualcuno. Alla fine lo trova. Si chiama
Giorgio. È un ragazzine di quindici anni che ha un'ammira-
zione sconfinata per lui. Non è l'unico. Anche gli amici di Gior-
gio parlano di Step come di una specie di Dio, un mito, un ido-
lo. Sanno tutte le sue storie, tutto ciò che si racconta su di lui
e loro non fanno altro che alimentare ancora di più quella che
ormai è diventata una specie di leggenda. Quel ragazzine è uno
fidato. L'unico al quale Step può chiedere un favore di quel ge-
nere senza correre il pericolo di finire sputtanato. Anche per-
ché dove finisce l'ammirazione comincia il terrore.
Poco più tardi Giorgio è alla Falconieri. Cammina rasente
i corridoi senza farsi vedere e alla fine entra nella m B, la clas-
se di Babi. La Giacci sta facendo lezione, ma stranamente
non dice nulla. Babi rimane senza parole. Guarda sul suo
banco quell'enorme mazzo di rose rosse. Legge divertita il
biglietto: / miei amici sono un po' un disastro, ma ti promet-
to che stasera a cena da me saremo soli. Uno che non c'entra
niente.
La notizia fa presto il giro della scuola. Nessuno ha mai
fatto una cosa del genere. All'uscita Babi scende le scale della
Falconieri con quell'enorme mazzo di rose rosse fra le braccia
spazzando via gli ultimi dubbi. Tutti parlano di lei. Daniela è
fiera di sua sorella. Raffaella si arrabbia ancora di più e Clau-
dio naturalmente si prende un'altra strigliata.
Quel pomeriggio Step sta rimettendo a posto una raccolta
di tavole di Pazienza appena comprate quando suonano alla
porta. È Pallina.
"Oh, prima ho fatto la cupida, ora faccio la postina. La pros-
sima volta che mi toccherà fare?" Step ride. Poi le prende il
pacco dalle mani e la saluta. C'è un grembiule a fiorellini rosa
e un biglietto: Accetto solo se cucini tu e soprattutto se lo fai
283
mettendoti il mio regalo, p.s. Vengo io, ma alle otto e mezzo, non
prima perché ci sono i miei!".
Poco dopo Step è nell'ufficio di suo fratello.
"Paolo, stasera mi serve casa libera, assolutamente."
"Ma io ho invitato Manuela."
"E invece la inviti un altro giorno... Dai, Manuela la vedi
sempre. Cavoli, Babi viene solo stasera..."
"Babi? Ma chi è? La figlia di quello che è venuto a casa
nostra?"
"Sì, perché?"
"Quello mi sembrava arrabbiato. Ci hai parlato poi?"
"Come no. Siamo andati a giocare a biliardo insieme e ci
siamo pure ubriacati."
"Vi siete ubriacati?"
"Sì, insomma... Veramente si è ubriacato solo lui."
"L'hai fatto bere?"
"Ma che l'ho fatto bere. Ha bevuto lui. Ma dai! Ma che mi
"Tre metri sopra il cielo" отзывы
Отзывы читателей о книге "Tre metri sopra il cielo". Читайте комментарии и мнения людей о произведении.
Понравилась книга? Поделитесь впечатлениями - оставьте Ваш отзыв и расскажите о книге "Tre metri sopra il cielo" друзьям в соцсетях.