che dall'altra parte qualcuno risponda, pensa a sua moglie. Raf-

faella è incredibile. Ha visto una o due volte la moto di quel ra-

gazzo e ne ricorda perfettamente la targa. Lui che ha da un an-

no quella Mercedes, ancora non sa a memoria la sua.

"Pronto, Enrico?"

"Sì."

"Ciao, sono Claudio Gervasi."

"Come stai?"

"Bene, e tu?"

"Benissimo... che piacere sentirti."

"Senti, scusa se ti disturbo, ma avrei bisogno di un favo-

re." Per un attimo Claudio spera che Enrico non sia poi così

gentile.

"Ma certo! Dimmi tutto."

È proprio vero, quando non hai bisogno di un favore tutti

sono disposti a fartelo.

ti il ).

~ub ut

251

45. ""

V

*

Non capisce se è sogno o realtà quel leggero ticchettio sulla

tapparella. Forse il vento. Si muove nel letto. Lo sente di nuovo.

Poco più forte, preciso, quasi un segnale. Babi scende dal letto.

Si avvicina alla finestra. Guarda tra le piccole fessure lasciate

aperte. Illuminato dalla luce della luna piena c'è lui. Alza sor-

presa la tapparella cercando di fare meno rumore possibile.

"Step, che ci fai qui? Come hai fatto a salire?"

"Facilissimo. Sono salito sul muretto e mi sono arrampi-

cato lungo i tubi. Dai, andiamo."

, "Dove?"

"Ci aspettano."

"Chi?"

"Gli altri. I miei amici. Dai, non fare storie, forza! Che sta-

volta, se ci beccano i tuoi, davvero sono cavoli amari."

"Aspetta che mi metto qualcosa."

"No, andiamo qua vicino."

-*** "Ma non ho nulla sotto la camicia da notte."

"Dai cretino. Aspetta un attimo." Accosta la finestra, si sie-

de sul letto e si veste velocemente. Reggisene, mutandine, una

felpa, un paio di jeans, le Nike ed è di nuovo alla finestra.

"Andiamo, ma passiamo dalla porta."

"No, scendiamo di qui, è meglio."

"Ma che, stai scherzando? Ho paura. Cado di sotto e mi

ammazzo. Sai se i miei si svegliano con un urlo e il mio botto

che succede? Dai, seguimi... ma fai piano!"

Lo guida nel buio di quella casa addormentata, tra piccoli

passi su morbida moquette e maniglie abbassate dolcemente.

Toglie l'allarme, prende le chiavi e via. Un piccolo scatto alla

porta che si chiude dietro di loro, accompagnata fino all'ulti-

mo, per non far rumore. Poi giù per le scale nel cortile, sulla

moto, in discesa, con il motore spento per non farsi sentire.

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Superato il cancello, Step ingrana la marcia, mette la seconda

e da gas. Volano in avanti, ormai lontani e al sicuro, liberi di

andare ovunque insieme, per tutti addormentati e soli nei pro-

pri letti.

"Che c'è qui?"

"Seguimi e vedrai. Non fare rumore mi raccomando." So-

no in via Zandonai, sopra la chiesa. Entrano in un piccolo can-

cello. Percorrono una strada buia in mezzo ad alcuni cespugli.

"Ecco, passa qui sotto."

Step alza un pezzo di rete che è stata strappata alla base.

Babi si abbassa stando ben attenta a non rimanere impigliata.

Poco dopo camminano al buio su dell'erba tagliata corta di fre-

sco. La luna illumina tutt'intorno. Sono all'interno di un com-

prensorio.

"Ma dove stiamo andando?"

"Shh." Step le fa segno di stare zitta. Poi, scavalcato un pic-

colo muretto, Babi sente dei rumori. Risate lontane. Step le

sorride e la prende per mano. Superano un cespuglio ed ecco-

la che appare. È lì, sotto la luce della luna, azzurra e traspa-

rente, tranquilla, bordata dalla notte. Una grande piscina. Den-

tro ci sono alcuni ragazzi. Si muovono nuotando senza far trop-

po rumore. Piccole onde superano i bordi spegnendosi sull'er-

ba circostante. Si sente come uno strano respiro, quell'acqua

che va e viene, perdendosi nel vuoto di una piccola grata.

"Vieni." Alcuni ragazzi li salutano.

Babi riconosce i loro volti bagnati. Sono tutti gli amici di

Step. Ormai ha anche imparato qualche nome: il Siciliano,

Hook, Bunny. Sono più facili di quelle presentazioni normali

dove tutti si chiamano Guido, Fabio, Francesco. Ci sono per-

sine Pollo e Pallina che si avvicina al bordo nuotando.

"Cavoli, ero sicura che non saresti venuta. Ho perso la scom-

messa."

Pollo la tira via dal bordo. "Hai visto, che ti avevo detto?"

Ridono.

Pallina tenta di affogarlo, ma non ci riesce. "Ora devi pa-

gare."

Si allontanano schizzandosi e baciandosi. Babi si chiede

cosa avranno scommesso e le viene qualche vaga idea.

"Step, ma io non ho il costume."

"Neanch'io. Ho i boxer. Che t'importa, quasi nessuno ce

l'ha."

"Ma fa freddo..."

"Ho portato degli asciugamani per dopo, uno anche per te.

Dai, non farla lunga."

253

' Step si leva il giubbotto. Poco dopo, tutti i suoi vestiti so-

no per terra.

"Guarda che ti butto vestita ed è peggio. Lo sai che lo fac-

cio." Lei lo guarda. È la prima volta che lo vede spogliato. Pen-

nellate d'argento lunare ne mettono ancora di più in risalto i

muscoli. Addominali perfetti, pettorali squadrati e compatti.

Babi si leva la felpa. Il suo soprannome è giusto, pensa. Meri-

ta proprio 10 e lode. Poco dopo sono tutti e due dentro l'acqua.

Nuotano vicini. Un brivido la fa tremare un po'.

"Brr, fa freddo."

"Ora ti scaldi. Stai attenta a non andare sotto con gli occhi

aperti. È piena di doro. È la prima piscina aperta della zona,

lo sai? È una specie di inaugurazione. Tra poco arriva l'estate.

Bella, no?"

"Bellissima."

"Vieni qua."

Si avvicinano al bordo. Ci sono delle bottiglie che galleg-

giano un po' dovunque.

"Tieni, bevi."

"Ma io sono astemia."

"Ti riscalda." Babi prende la bottiglia e ci si attacca. Sente

quel fresco liquido leggermente agro e frizzante scenderle lun-

go la gola. È buono. Si stacca dalla bottiglia e la passa a Step.

"Non è male, mi piace."

"Ci credo, è champagne." Step da un lungo sorso. Babi si

guarda in giro. Champagne? Dove l'hanno preso? Sicuramen-

te hanno rubato anche quello. "Tieni." Step le ripassa la botti-

glia. Lei decide di non pensarci e ne beve un altro sorso. Cal-

cola male e ne beve un po' troppo. Quasi si strozza e lo cham-

pagne con tutte le sue bollicine le sale su per il naso. Si mette

a tossire. Step scoppia a ridere. Aspetta che si riprenda. Poi

nuotano insieme verso l'angolo opposto. Un cespuglio più gros-

so lo protegge dai raggi della luna. Fa filtrare solo alcuni ri-

flessi d'argento. Ben presto si spengono fra i suoi capelli ba-

gnati. Step la guarda. È bellissima. Le bacia le labbra fresche

e subito si trovano abbracciati. I loro corpi nudi si sfiorano ora

completamente per la prima volta. Avvolti da quell'acqua fred-

da cercano e trovavano calore fra loro, conoscendosi, emozio-

nandosi, scansandosi a volte per non creare troppo imbaraz-

zo. Step si stacca da lei, fa una piccola bracciata laterale e tor-

na poco dopo con una nuova preda.

"Questa è ancora piena." Un'altra bottiglia. Sono circon-

dati. Babi sorride e beve, stavolta lentamente, attenta a non

strozzarsi. Le sembra quasi più buono. Poi cerca le sue labbra.

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Continuano a baciarsi così, frizzanti, mentre lei si sente gal-

leggiare e non capisce bene perché. È l'effetto normale del-

l'acqua o quello dello champagne? Lascia andare dolcemente

la testa indietro, l'appoggia sull'acqua e per un attimo smette

di girarle. Sente e non sente i rumori lì intorno. Le sue orec-

chie, sfiorate da piccole onde, finiscono ogni tanto sott'acqua

e strani e piacevoli suoni silenziosi la raggiungono stordendo-

la ancora di più. Step la tiene fra le sue braccia, la fa ruotare

intorno a sé, trascinandola. Lei apre gli occhi. Brevi increspa-

ture di corrente le accarezzano la guancia e piccoli e dispetto-

si schizzi ogni tanto raggiungono la sua bocca. Le viene da ri-

dere. Più in alto nuvole argentate si muovono lente sopra un

blu infinito. Si tira su. Abbraccia le sue spalle forti e lo bacia

con passione. Lui la guarda negli occhi. Le mette una mano

bagnata sulla fronte e accarezzandole i capelli li porta all'in-

dietro, scoprendo il suo viso liscio.

Poi scende lungo la guancia, fino al suo mento, lungo il col-

lo, e poi più giù sul suo seno orlato di acqua, increspato di fred-

do e d'emozioni, e ancora più giù, lì dove solo quel pomerig-

gio lui per primo, lui e solo lui, ha osato sfiorarla. Lei lo ab-

braccia più forte. Poggia il mento sulla sua spalla e con gli oc-

chi socchiusi guarda più in là. Una bottiglia semivuota galleg-

gia poco lontano. Va su e giù. E lei pensa al messaggio arroto-

lato che c'è dentro: "Aiuto. Ma non salvatemi". Chiude gli oc-

chi e comincia a tremare, e non solo per il freddo. Mille emo-

zioni la prendono e all'improvviso capisce. Sì, è lei che sta nau-