"No, domani mattina torni a scuola. Forse c'è una solu-

zione, ma prima devo sentire che ne pensa tuo padre, se è d'ac-

cordo anche lui."

Quale soluzione può essere, se sua madre ha bisogno an-

che del consenso di suo padre? Dopo aver mangiato, finalmente

10 sa. È solo una questione di soldi. Avrebbero dovuto pagare.

11 bello delle scuole private è che tutto si può risolvere facil-

mente. L'unico vero grande problema è "quanto" facilmente.

Daniela entra nella camera della sorella con il telefonino

in mano.

"Tieni, è per te." Babi, stanca dagli avvenimenti, si è ad-

dormentata.

"Pronto."

"Ciao, vieni con me?" È Step. Babi si siede meglio sul let-

to. Ora è completamente sveglia.

"Volentieri, ma non posso."

"Dai, andiamo al Parnaso, oppure al Pantheon. Ti offro una

granita di caffè con panna alla Tazza d'Oro. L'hai mai prova-

ta? È un mito."

"Sono in punizione."

"Di nuovo? Ma non è finita?"

"Sì, ma oggi la professoressa ha beccato la firma falsa, è

successo un macello. Quella ce l'ha con me. Ha fatto rapporto

alla preside. Avrei dovuto ripetere tutto l'anno. Invece mia ma-

dre ha messo a posto tutto."

"Forte tua madre! Bel caratteraccio... ma arriva sempre do-

ve vuole."

"Be', le cose non stanno proprio così. Ha dovuto pagare."

"Quanto?"

"Cinquemila euro. In beneficenza..."

Step fa un fischio. "Cazzai Bell'atto di bontà..." Segue un

silenzio imbarazzato. "Pronto, Babi?"

"Sì, sono qui."

"Credevo fosse caduta la linea."

"No, stavo pensando alla Giacci, la mia professoressa. Ho

paura che la storia non finisca qui. L'ho ripresa davanti a tut-

te e me la vuole far pagare a ogni costo!"

"Più di cinquemila euro?" ,. ". ,,. ,.

244

r

"Quelli li ha sborsati mia madre, chiaramente... sono una

specie di donazione. Ora se la prenderà con me. Che palle! Pen-

sa che sono messa così bene con i voti, la maturità sarebbe sta-

ta una passeggiata."

"Allora non puoi proprio venire?"

"No, scherzi, se telefona mia madre e non mi trova, succe-

de veramente il finimondo."

"Allora passo io da te." Babi guarda l'orologio. Sono quasi

le cinque. Raffaella sarebbe tornata molto più tardi.

"Va bene, vieni. Ti offro un té."

"Non ci sarebbe una birra?"

"Alle cinque?"

"Non c'è niente di più bello di una birra alle cinque, e poi

c'è un altro fatto, io odio gli inglesi." Attacca.

Babi scende veloce dal letto. Si infila le scarpe.

"Dani, faccio un salto giù all'alimentari, ti serve qualcosa?"

"No, niente. Chi viene, Step?"

"Ci vediamo fra poco." Compra due tipi di birra, una latti-

na di Heineken e una di Peroni. Fosse stato vino ne avrebbe

capito qualcosa di più. Ma di birra non ne sa proprio niente.

Risale veloce a casa e le mette nel freezer. Poco dopo suona il

citofono.

"Sì?"

"Babi, sono io."

"Primo piano." Spinge due volte il pulsante del citofono e

va alla porta. Non può fare a meno di controllarsi nel riflesso

di un quadro. È tutto a posto. Apre la porta. Lo vede salire su

facendo i gradini di corsa. Rallenta solo all'ultimo proprio per

permettersi quel sorriso che a lei piace tanto.

"Ciao." Babi si accosta alla porta facendolo passare. Lui la

supera poi tira fuori da sotto il giubbotto una scatola.

"Tieni, sono dei biscotti inglesi al burro. Li ho presi qua vi-

cino, sono favolosi."

"Biscotti inglesi al burro... Allora qualcosa degli inglesi ti

piace..."

"Veramente non li ho mai mangiati. Ma mio fratello ne va

pazzo. E lui è fissato con torte di mele e cose simili, quindi de-

vono essere sicuramente buonissimi. A me piace solo la roba

salata. Anche a colazione, magari mi faccio un toast o un tra-

mezzino. Ma i dolci, quasi mai."

Lei sorride. Leggermente preoccupata di quanto siano di-

versi anche nelle cose più semplici.

"Grazie, li mangerò subito." In realtà è a dieta, e quei pic-

coli rettangoli al burro friabili sono roba da cento calorie l'u-

245

no. Step la segue, anche lui è leggermente preoccupato. Quei

biscotti non li ha comprati per strada, li ha presi a casa sua.

Poi, pensandoci meglio, si tranquillizza. In fondo sta facendo

un favore a Paolo. Un po' di dieta non gli fa sicuramente ma-

le. Daniela esce apposta dalla sua camera pur di vederlo.

"Ciao Step."

"Ciao." Lui le da la mano sorridendole, sembra non aver

fatto caso più di tanto al fatto che lei sappia il suo sopranno-

me. Babi fulmina con lo sguardo la sorella. Daniela, capendo-

la al volo, finge di prendere qualcosa e torna subito in camera

sua. Poco dopo l'acqua bolle. Babi prende una scatola colora-

ta di rosa. Poi da un cucchiaino lascia scivolare piccole foglie

di té nel pentolino. Lentamente, un leggero profumo si sparge

per la cucina.

Poco dopo sono in salotto. Lei con una tazza di té alla ci-

liegia fumante tra le mani, lui con tutt'e due le birre, risolven-

do così ogni possibile dubbio. Babi prende un album di foto-

grafie dalla libreria e gliele mostra. Forse è l'Heineken, oppu-

re anche la Peroni, fatto sta che si sta divertendo. Ascolta i suoi

racconti coloriti che seguono ogni volta una foto diversa, un

viaggio, un ricordo, una festa.

Questa volta non si addormenta. Foto dopo foto la vede

crescere così, sfogliando quelle pagine incellofanate. Le vede

spuntare i primi denti, spegnere una candelina, andare in bi-

cicletta e poi, eccola lì, poco più grande, sulle giostre, con la

sorella. Sulla slitta con Babbo Natale, allo zoo con un cuccio-

lo di Icone tra le braccia. Piano piano vede il suo viso dima-

grire, i suoi capelli diventare più chiari, il suo piccolo seno cre-

scere, e all'improvviso, dietro quella pagina, lei è donna. Ora

non è più un semplice maschietto imbronciato con un bikini

e le mani sui fianchi. Un piccolo due pezzi copre il corpo ab-

bronzato di una bella ragazza, dalle gambe lisce, ora magre e

più lunghe. I suoi occhi chiari adesso sono in grado di capire,

la sua innocenza una scelta. Seduta su un pattino, le spalle ma-

gre, forse ancora troppo spigolose, compaiono dorate tra gli

ultimi ciuffi di capelli sbiancati dal mare. Sullo sfondo bagnanti

sfuocati non sanno neanche di essere stati immortalati.

A ogni pagina che sfogliano lei sembra assomigliare sem-

pre più all'originale che gli sta seduto accanto. Step incuriosi-

to dai racconti segue quelle foto, sorseggia la seconda birra, fa

ogni tanto qualche domanda. Poi all'improvviso Babi, che sa

già cosa l'aspetta, cerca di saltare una pagina.

Step, divertito da quelle sue mille piccole versioni, è più ve-

loce di lei. .*( u wjuuu i», .Vtf.u.ii^t .M,-,-

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"Eh no, voglio vedere."

Lottano per fìnta, solo per abbracciarsi un po' e sentirsi più

vicini. Poi lui, dopo aver vinto, scoppia a ridere. Buffa e smor-

fiosa con gli occhi storti, è lì sorridente in mezzo alla pagina.

Quella foto a Babi non è mai piaciuta.

"Strano, è quella che ti assomiglia di più." Lei, finta offe-

sa, gli da una botta. Poi mette a posto l'album, prende la sua

tazza, le due lattine di birra ormai vuote e va in cucina. Step,

rimasto solo, gironzola per il salotto. Si ferma davanti ad al-

cuni quadri di autori a lui sconosciuti. Su un largo tavolo dal-

le corte zampe piccole scatole e portaceneri d'argento, senza

un ordine preciso, avrebbero fatto comunque la felicità dei suoi

amici.

Babi lava la sua tazza e butta le due lattine di birra vuote

nel secchio sotto il lavandino coprendole con il cartone del lat-

te finito e degli Scottex accartocciati. Non devono restare trac-

ce. Quando torna in salotto Step è sparito sul serio.

"Step?" Nessuna risposta. Va verso la sua camera. "Step?"

Lo vede. È in piedi vicino alla scrivania che sfoglia il suo

diario.

"Non è carino leggere le cose degli altri senza il permesso."

Babi gli strappa il diario dalle mani. Lui la lascia fare. Ormai

ha letto quello che gli interessa. Lo memorizza.

"Perché, c'è scritto qualcosa per cui potrei arrabbiarmi?"

"Ci sono cose mie."

"Mica ci saranno messaggi o scritte su quel farlocco con la

BMW?"

"No, quella è una storia così, un piccolo flirt." Gioca di-

vertita sulla pronuncia esagerata della parola straniera.

"È un piccolo flirt" le fa il verso Step.

"Certo, non è come la tua storia con quella furia scatenata."

"Ma di chi stai parlando?" Step fa finta di non capire.

"Dai, hai capito perfettamente a chi mi riferisco! A quella

brunetta, la picchiatrice che ieri ho messo al suo posto. Non

mi dirai che quella mi è saltata addosso solo per sport. Fra voi,

altro che flirt..."

Step ride e le si avvicina, la bacia, trascinandola con sé sul