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dei tuoi amici ha messo il coltello in mezzo alle gambe di uno

solo perché questo ha chiamato la sua ex donna e non vorrei

sentirlo neanche se fosse la sua donna! Io odio la violenza, odio

i picchiatori, odio i prepotenti, odio la gente che non sa vive-

re, che non sa parlare, che non sa discutere, che non ha rispetto

per gli altri. Hai capito? La odio!"

Rimangono per un po' in silenzio, lasciandosi cullare dal-

la velocità costante della moto, dal vento che sembra piano pia-

no calmarla. Poi Step scoppia a ridere.

"Si può sapere che c'è di tanto divertente?"

"Lo sai cosa odio invece io?"

"No, che?" s' - "

"Perdere cinquanta euro."

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Davanti al benzinaio di piazza Euclide, un gruppetto di ra-

gazzi e ragazze sta ascoltando un tipo molto divertente. Avreb-

be successo in un piccolo teatro di cabaret. Invece s'è ostinato

a prendere Economia e Commercio anche se davanti ai profes-

sori fa quasi sempre scena muta. Poco più in là, davanti a Pan-

demonium, si sono dati appuntamento dei ragazzi un po' più

grandi. Arriva una BMW z3. Dalla macchina scende una bruna

dalle calze perfette almeno quanto le sue gambe. Ha una giac-

ca nera e dei bermuda plissettati di seta traslucida. La macchi-

na è celeste e un pubblicitario non potrebbe creare niente di me-

glio. Quando scende lui però la magia svanisce. Ha pochi capelli

in testa e un po' di pancia. Un vero creativo non lo sceglierebbe

mai. Poco più avanti, di fronte al giornalaio, è ferma una ca-

mionetta. Due carabinieri controllano senza molta convinzione

alcuni documenti dei ragazzi lì intorno, poi se ne vanno.

Una macchina passa veloce strombazzando. Una ragazza

dai capelli biondi si affaccia dal finestrino salutando qualcu-

no e sparisce sgommando a destra, su per via Siacci. Una bru-

na entra al Caffè Shop a comprare le sigarette.

Poi, uno dopo l'altro arrivano loro. Suonando e sgasando.

Alcuni salgono con la moto sul marciapiede, altri la posteg-

giano, di fronte alla serranda chiusa dell'Euclide. Babi scende

dalla moto di Step, si passa i capelli indietro con la mano. In

quel momento le si avvicina Pallina.

"Forte, no?"

"Cosa?"

"Be', che siamo fuggite così, nella notte, senza pagare. Io

non l'ho mai fatto. Dai, è troppo divertente. E poi sono sim-

patici loro, no?"

"No. E non mi sono divertita affatto."

"Be', per una volta..."

"Non è una volta. Lo sai benissimo. Per loro è un'abitudi-

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ne. Pallina, non capisci. È come se tu rubassi. Mangiando sen-

za pagare, tu hai rubato."

"Capirai! Un piatto di tortellini e una birra. La rapina del

secolo!"

"Pallina, quando non vuoi capire non c'è proprio verso, eh?"

Improvvisamente una mano le da due colpi non proprio

leggeri sulla spalla: è Maddalena. Mastica una gomma e la ris-

sa sorridendo.

"Guarda che tu qui non ci devi venire." i

"Perché?" "

"Perché io non ti ci voglio."

"Non mi risulta che questo posto sia tuo. Quindi non puoi

vietarmelo."

Babi si gira verso Pallina troncando ogni discussione. Cer-

ca di iniziare una qualsiasi conversazione. Ma stavolta uno

strattone violento la obbliga a girarsi.

"Forse non hai capito. Te ne devi anda'." Maddalena pic-

chia con la mano sulla spalla di Babi. "Intendi?"

Babi sospira. "Ma che vuoi da me? Chi ti conosce? Chi sei?"

Maddalena alza la voce. Diventa rossa. "Sono una che ti

spacca la faccia." Poi le si avvicina e le urla a un palmo dal vi-

so. "Hai capito?"

Babi fa una smorfia di disprezzo. Intorno qualcuno si è gi-

rato a guardare cosa sta succedendo. Piano piano la gente smet-

te di chiacchierare e le si fa intorno. Tutti sanno cosa sta per

accadere. Anche Babi lo sa. Cerca di allontanarla. Maddalena

le sta vicino, troppo.

"Senti, falla finita. Non mi piacciono le piazzate."

"Ah, non ti piacciono, eh? E allora staitene a casa..."

Maddalena avanza minacciosa. Babi allunga le mani e le

mette sulle sue spalle cercando di tenerla lontana.

"Senti te l'ho detto, non mi va di discutere..."

"Che fai?" Maddalena guarda la mano di Babi sulla sua

spalla. "Mi metti le mani addosso? Leva subito questa mano

da qua!" E da una botta forte al braccio di Babi.

"Va bene me ne vado. Step?"

Babi si gira per cercarlo. Ma proprio in quel momento sen-

te un bruciore foltissimo sotto lo zigomo destro. Qualcosa l'ha

colpita. Si volta. Maddalena è lì, di fronte a lei. Ha i pugni al-

ti, chiusi e minacciosi, e sorride. È stata lei a colpirla. Babi si

porta la mano sopra la guancia. Lo zigomo è caldo e le fa ma-

le. Maddalena la colpisce con un calcio in pancia. Babi si spo-

sta indietro. Maddalena la prende di striscio ma le fa male

ugualmente. Babi si gira per andarsene.

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«* "Dove credi di andare, brutta stronza?"

Un calcio da dietro la prende in pieno nel sedere spingen-

dola in avanti. Babi riesce a non perdere l'equilibrio. Ha le la-

crime agli occhi. Continua a camminare lentamente. Intorno

a lei sente degli schiamazzi, facce che ridono, altri che la fis-

sano in silenzio, qualcuno la indica.

Delle ragazze la guardano preoccupate. Il rumore del traffi-

co lontano. Poi vede Step. È lì davanti a lei. Improvvisamen-

te sente dei passi di corsa dietro di lei. È Maddalena. Chiude

gli occhi e abbassa leggermente la testa. L'avrebbe colpita di

nuovo. Si sente tirare indietro di botto per i capelli, trasci-

nata quasi. Si gira su se stessa per non cadere. Si ritrova a

correre a testa bassa, tirata da Maddalena, da quella furia ur-

lante che la riempie di pugni sulla testa, sul collo, sulla schie-

na. L'attaccatura dei capelli sembra quasi volersi staccare e

un dolore atroce le raggiunge il cervello facendola impazzi-

re. Cerca di liberarsi. Ma ogni strattone, ogni resistenza so-

no una fitta acuta in più, un dolore lancinante. Allora la se-

gue rincorrendola quasi. Babi porta le mani avanti attaccan-

dosi al suo giubbotto, spingendo con tutta la forza, sempre

più vicino, sempre più veloce, senza vedere dove va, senza ca-

pire. Poi un forte rumore di ferro, del metallo che rimbalza.

Si ritrova improvvisamente libera. Maddalena è finita contro

dei motorini, è caduta a terra, trascinando con sé nella foga

un SH 50 e un vecchio Free. Ed ora è ferma lì sotto, mentre

una ruota sporca, dai raggi arrugginiti ancora gira, e un pe-

sante telaio e il manubrio la bloccano. Babi sente la rabbia

salirle improvvisamente come una marea, come un'onda enor-

me di odio. Sente il suo viso rosso, il respiro affannato, il suo

zigomo colpito, la sua testa torturata e in un attimo le è ad-

dosso. Inizia a colpirla scalciando come un animale, irrico-

noscibile. Maddalena prova a rialzarsi. Babi si piega su di lei

e la tempesta dì pugni, colpendola dappertutto, urlando, graf-

fiandola, tirandola per i capelli, disegnando sul suo collo lun-

ghe linee irregolari fatte di sangue. Poi due mani forti la sol-

levano da dietro. Babi si trova improvvisamente a scalciare

nel vuoto, divincolandosi, nel tentativo di liberarsi per tor-

nare a colpire, per mordere di nuovo, per ferire ancora. Nel-

l'allontanarsi un suo ultimo calcio preciso, ma non del tutto

voluto, colpisce un altro motorino. Un SH 50 si abbatte lento

vicino a Maddalena, ormai esausta.

"Oh, il mio motorino..." reclama un innocente.

Mentre viene trascinata via, Babi guarda la folla. Ora non

ridono più. In silenzio la fissano. Si allargano per farla pas-

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sare. Si lascia andare all'indietro abbandonandosi a chi la por-

ta via. E una risata nervosa sale da lei verso il ciclo. Si ricor-

da quella ragazza sguaiata che stava a capotavola. Ride an-

cora e poi di più, più forte, ma dalla sua bocca non sente usci-

re più nulla.

Il vento fresco accarezza la sua faccia. Chiude gli occhi.

La testa le gira. Il cuore batte forte. Il suo respiro è spezzato

e onde violente di rabbia la scuotono a tratti, non ancora cal-

mate. Qualcosa sotto di lei si ferma. È sulla moto. Step l'aiu-

ta a scendere.

"Vieni qua."

Sono sul ponte di corso Francia. Sale i gradini. Si avvicina

alla fontanella. Step bagna la sua bandana e gliela passa sul vi-

so. "Va meglio?" Babi fa cenno di sì con la testa. Step si siede

sul muretto lì vicino, con le gambe aperte a ciondoloni. Rimane

a fissarla sorridente.

"Chi eri tu? Quella che odia i picchiatori? I violenti? Meno

male! Roba che se non te la levavo da sotto, l'ammazzavi quel-

la poveraccia."

Babi fa un passo verso di lui, poi scoppia a piangere. Im-

provvisamente, in maniera convulsa. È come se qualcosa si fos-