se si spenderà poco, pensa. Un giovane cameriere arriva per

prendere le ordinazioni. Sono quindici e tutti cambiano idea

continuamente tranne lei che ha scelto fin dall'inizio un'in-

salata mista con poco olio. Il povero cameriere è distrutto.

Cerca ogni tanto di ricapitolare i primi per passare poi ai se-

condi ma quando è il momento dei contorni qualcuno ha già

cambiato idea di nuovo.

"Senti capo, fai due pappardelle al cinghiale."

"Anche per me." Si aggiunge subito qualcun altro e un altro

ancora. E subito dopo altri due decidono di prendere la polenta,

o la Carbonara. È il gruppo più indeciso che Babi abbia mai vi-

sto. Come se non bastasse, Pollo cerca di dare una mano ripe-

tendo ogni volta tutte le ordinazioni e creando ancora più con-

fusione. Alla fine tutti ridono divertiti. È diventato una specie di

gioco. Il povero cameriere si allontana sempre più confuso. L'u-

nica cosa certa è che deve portare quattordici medie chiare e

una... cosa ha ordinato quella bella bionda dagli occhi azzurri?

Ricontrolla il blocchetto pieno di cancellature ed entra in cuci-

na ricordandosi di portare anche una Diet-Coke.

La cena prosegue nel massimo della confusione. Ogni vol-

ta che viene portato un piatto, dal prosciutto alle ovoline alla

bruschettà, è una specie di arrembaggio, tutti ci si buttano so-

pra e dopo un attimo è tutto sparito.

231

Delle ragazze dagli occhi troppo truccati ridono divertite.

Babi guarda Pallina cercando un po' di comprensione. Anche

lei, però, sembra ormai essersi integrata perfettamente nel

gruppo. È arrivata la sua insalata mista con poco olio. La si-

tuazione non è proprio delle più allegre. Poi è la volta del rac-

conto del Siciliano. È la triste storia di un certo Francesco Co-

stanzi. Ha avuto la cattiva idea di infastidire la sua ex donna.

Neanche la donna, pensa Babi, la sua ex. Roba da pazzi.

Ma tutti ascoltano interessati e nessuno sembra muovere

questo appunto. Quindi pensa Babi, forse ha ragione lui. La

pazza sono io.

"Allora sapete che faccio?" Il Siciliano manda giù un sor-

so di birra. "Vado insieme a Hook da Marina che stava a casa da

sola."

Dall'altra parte della tavolata Hook con la benda sull'occhio

sorride. È al centro dell'attenzione e si sta prendendo giusta-

mente la sua fetta di gloria. Il Siciliano continua.

"Allora la faccio telefonare a questo coglione di Costanzi.

Lei lo chiama e gli dice se passa a salutarla. E sapete cosa fa

l'infame?"

Babi guarda stupita il gruppo. Sembra che non lo sappia-

no veramente. Azzarda lei la risposta.

"C'è andato." Il Siciliano si gira verso di lei. Sembra un po'

infastidito.

"Brava Babi. Proprio così. Ci va 'sto infame!" Lei sorride.

Poi incrociando lo sguardo scocciato di Step allarga le brac-

cia. Il Siciliano non se ne accorge e continua divertito il suo

racconto. "E ora viene la parte migliore. Quando questo arri-

va, Marina lo fa salire. Com'è entrato, io e Hook gli saltiamo

addosso e lo immobilizziamo. Poi, non sapete che ridere, lo

spogliamo e lo leghiamo a una sedia. Oh! Dovevate vedere la

faccia che c'aveva. Nudo come un verme. Poi prendo un col-

tello da cucina e glielo metto là in mezzo alle gambe. Inizia a

urlare. Secondo Hook perché il coltello era gelato! Poi entra

Marina. L'avevamo fatta vestire tutta di pizzo trasparente. Be',

le metto la musica e inizia a fare uno spogliarello. Io dico al ti-

po: oh, se vedo che ti piace e il coso da qualche segno di vita ti

giuro che te lo taglio. Oh, Marina rimane in reggisene e in mu-

tandine e il tipo non si muove, non so se m'avete capito, è co-

me morto l'affare."

Tutti ridono come pazzi. Una ragazza in fondo al tavolo

quasi si strozza. Anche Step sembra divertirsi. Babi non crede

alle sue orecchie.

"Zitti, zitti..." fa il Siciliano. "A un certo punto sentiamo il

232

rumore della porta. Non sono i genitori di Marina? Io e Hook

ci fiondiamo fuori e quelli non beccano il tipo nudo sulla se-

dia con Marina mezza spogliata? Vi giuro, una scena da mo-

rire, da sentirsi male. Dovevate vedere le loro facce."

"E che gli hanno fatto al tipo?"

Babi guarda Pallina. Ha anche il coraggio di fare queste

domande.

"Boh, non lo so. Noi siamo scappati. So solo che adesso

l'infame sta con una e ha seri problemi a farsela... Dopo la pro-

va che gli abbiamo fatto passare, sembra che ci ha perso l'abi-

tudine. Se vede una che si spoglia il coso non gli si tira più su."

È l'apoteosi. Tutti cominciano a ridere come pazzi. Poi non

si sa come accade. Un pezzo di pane vola. Subito dopo è una

pioggia, una vera e propria battaglia di avanzi di carne, pata-

te, birra. Si tirano di tutto. Le ragazze sono le prime ad ab-

bandonare le postazioni. Babi e Pallina si allontanano veloci

dal tavolo seguite dalle altre. I ragazzi continuano a lanciarsi

la roba da mangiare, con forza, con rabbia, fregandosene de-

gli altri tavoli, di colpire i clienti vicini. Il massimo è quando

il povero cameriere cerca di fermarli. Viene centrato in pieno

volto da un pezzo di pane casareccio bagnato. C'è una specie

di ovazione. Quel cameriere non ha mai avuto così successo in

vita sua. Poi è la volta del conto. Pollo si offre di raccogliere i

soldi. Step prende Babi sottobraccio e la porta fuori del risto-

rante. Uno dopo l'altro anche gli altri escono.

Babi tira fuori il portafoglio. "Quanto ti devo?" ;

Step le sorride. "Scherzi? Lascia stare." i

"Grazie."

"Non devi ringraziare me. Monta."

Step accende la moto. Babi sale dietro di lui.

"Allora chi devo ringraziare? Pollo stava raccogliendo i sol-

di."

"No, quella è la frase convenzionale." Proprio in quel mo-

mento Pollo esce di corsa dal ristorante e salta sulla sua mo-

to. "Via ragazzi!" Tutti partono sgommando veloci. Le moto

schizzano in avanti spegnendo le luci. Dal ristorante escono di

corsa il cameriere e qualcun altro. Gridano cercando inutil-

mente di leggere le targhe.

Il rumore delle moto echeggia forte negli stretti vicoli di

Piano. Uno dopo l'altro, piegati a tutta velocità, sbucano fuo-

ri dal paese attraverso le stradine, urlando e ridendo, suonan-

do i clacson. Poi, quasi volando, prendono la Tiberina, avvolti

dal freddo della strada, dal verde bagnato dei boschi vicini. So-

lo allora riaccendono le luci.

233

\ Pollo accosta Step. n

"Oh, non si mangia male da questo Colonnello..." ;,

"No. Si mangia bene." '-,

"Comunque volevano quaranta euro a cranio..." 1

"Allora hai fatto bene!"

Pollo da gas e ridendo sguaiatamente si allontana con Pal-

lina. Babi si sporge in avanti. *S

"Cioè vuoi dire che non abbiamo pagato?"

"Be', che c'è qualche problema?"

"Problema? Ma ti rendi conto che ti possono denunciare?

Magari hanno letto qualche targa."

"Non ci riescono con i fari spenti. Senti, lo facciamo sempre

e non hanno mai beccato nessuno. Quindi non portare sfiga!"

"Io non porto sfiga. Sto solo cercando di farti ragionare.

Anche se mi sembra molto difficile. Ma non pensi a quelli del

ristorante? Quella è gente che lavora, che sta tutto il giorno in

cucina a sudare sui fornelli, che apparecchia per te, che ti ser-

ve da mangiare, che sparecchia, che pulisce e tu non li consi-

deri minimamente."

"Come non li considero! T'ho detto pure che mi è piaciuto

un casino come si mangia in quel posto!"

Babi rimane in silenzio. È inutile. Si lascia andare indie-

tro sul sellino scostandosi un po' da lui. Intorno il vento della

notte e l'umidità dei boschi la sfiora dandole dei brividi di fred-

do. Ma non è solo quello. Sta con uno che non capisce, che non

può capire. Guarda in alto davanti a sé. È una notte limpida.

Le stelle brillano lontane. Piccole nuvole trasparenti accarez-

zano la luna. Sarebbe tutto bellissimo se solo...

"Ehi, Step." Hook lo accosta. "Ti giochi cinquanta euro a

chi arriva fino al centro su una ruota sola?"

Step non se lo fa ripetere due volte. "Preso." Scala e da

gas. La moto s'impenna. Babi fa appena in tempo a tenersi.

Di nuovo! Non ne posso più. Almeno stavolta non sto girata

a testa in giù!

"Step! Step!" Grida dandogli dei forti pugni sulla schiena.

"Smettila! Scendi." Step lascia andare dolcemente il gas. La

moto tocca terra con tutt'e due le ruote. Hook continua anco-

ra per un po' gridando vittoria.

"Ma che t'è preso? Sei impazzita?"

"Basta con le pinne, con le botte, con gli inseguimenti, non

ne posso più, hai capito?" Babi sta urlando. "Voglio una vita

normale, tranquilla. Di gente che va in motocicletta come tut-

ti. Non voglio fuggire dai ristoranti, voglio pagare come tutti.

Non voglio che tu faccia a botte. Non voglio sentire che uno