"Eccola." Babi ha le guance arrossate. Le saluta con un sor-
riso divertito, leggermente affaticato dalla camminata. Pallina
le corre incontro. "Ciao." Si baciano, affettuose e sincere. A dif-
ferenza della maggior parte dei baci ai tavoli del Parnaso. "Che
stanchezza. Non pensavo fosse così lontano!"
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"Sei venuta a piedi?" Silvia Festa la guarda sconvolta.
"Sì, non avendo la Vespa." Babi guarda allusiva Pallina. "E
poi avevo voglia di fare due passi. Ma ho un po' esagerato, so-
no distrutta. Non è che mi tocca tornare nella stessa maniera,
vero?"
"No, tieni." Pallina le da un portachiavi. "La mia Vespa è lì
a tua disposizione." Babi guarda la grossa p di gomma azzur-
ra fra le sue mani.
"E si hanno notizie invece di che fine ha fatto la mia?"
"Pollo ha detto che nessuno ne sa niente. Deve averla pre-
sa la polizia. Ha detto che dopo un po' ti avvisano."
"Pensa se parlano con i miei." Babi guarda il gruppo di ra-
gazzi. Riconosce Pollo e qualche altro amico di Step. Un tipo con
una benda sull'occhio le sorride. Babi guarda altrove.
Alcune moto si fermano lì vicino. Babi si volta speranzosa
verso i nuovi arrivati. Il cuore le batte forte. Inutilmente. Ano-
nimi ragazzi, almeno ai suoi occhi, vanno verso i tavolini sa-
lutando.
"Chi cerchi?" Il tono e la faccia di Pallina non lasciano dub-
bi. Pallina sa.
"Nessuno, perché?" Babi si mette le chiavi in tasca senza
guardarla. È sicura che i suoi occhi sinceri la tradirebbero.
Pallina insiste: "No, niente, mi sembrava cercassi qualcu-
no...".
"Be', ciao ragazze." Un saluto affrettato. Le sue guance ar-
rossiscono. E non è più solo per la fatica. Pallina l'accompa-
gna alla Vespa.
"Sai come funziona?" Babi sorride, toglie il bloccasterzo e
Faccende.
"Che fate stasera?"
"Ehi, che succede? Ti degni di uscire con noi?"
"Come sei polemica. Ho chiesto solo cosa fate!"
"Mah, non lo so. Se vuoi ti telefono o ti faccio telefonare."
Pallina la guarda allusiva. Dietro quel sorriso, improvvisa-
mente compare lui: Step. I suoi occhi sicuri, quella pelle ab-
bronzata, i capelli corti, e le sue mani segnate da sorrisi spez-
zati, da nasi colpiti, un tempo perfetti. "Sembri il mio pe-
sciolino." La bocca aperta... gli occhi chiusi... "Ah, ma allora
sei incoerente... incoerente... incoerente." Come un'eco. Babi
ha un lampo d'orgoglio.
"No grazie, lascia stare. Ci vediamo domani a scuola. Era
solo una curiosità."
"Come vuoi..." La Vespa la porta via veloce prima che quel-
la debole diga d'orgoglio venga travolta da quel mare perico-
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loso non ancora in tempesta. Pallina tira fuori dalla tasca il te-
lefonino e sorride.
Babi mette la Vespa di Pallina in garage. Perfetta. Suo pa-
dre non si potrà mai accorgete della differenza. L'attacca an-
cora un po' di più al muro, così non può proprio dire nulla.
Guarda l'orologio. Le sette meno un quarto. Cavoli! Sale di cor-
sa la scala. Apre veloce la porta.
"Dani, è tornata mamma?"
"No, ancora no."
"Meno male." Raffaella l'ha messa in punizione, Babi
non può uscire fino alla prossima settimana, ed è un po'
troppo sgarrare proprio il primo giorno. Daniela la guarda
insofferente.
"Allora, si sa niente della nostra Vespa?"
"Niente. Deve avercela la polizia."
"Cosa? Molto bene! E che ci fanno, gli inseguimenti?"
"Mi hanno detto che prima o poi la polizia ci chiamerà per
restituircela. Dobbiamo solo intercettare la telefonata prima
di mamma e papa..."
"Facile. E se chiamano la mattina?"
"Siamo finite. Per adesso Pallina ci ha lasciato la sua Ve-
spa. L'ho messa in garage, così quando torna papa non si ac-
corge di niente."
"Ah, a proposito, ti ha telefonato Pallina."
"Quando?"
"Poco fa, quando eri fuori. Ha detto di dirti che stasera
escono e vanno alle Vetrine. Che ti aspetta, di non tirartela e
venire che ha scoperto tutto. E poi mi ha detto qualcosa tipo
il nome di un animale. Cagnolino, topolino... Ah, sì, ha detto
salutami pesciolino. Ma chi è pesciolino?"
Babi si gira verso Daniela: si sente colpita, scoperta, tradi-
ta. Pallina sa.
"Niente, è solo uno scherzo."
Sarebbe troppo lungo da spiegare. Troppo umiliante. La
rabbia la rapisce per un attimo, la porta silenziosa in camera
sua. Nel tramonto dipinto sui vetri della sua finestra vede il
tragitto di quella storia. La bocca di Step, il suo sorriso di-
vertito, il racconto a Pollo, la sua risata e poi lo stesso rac-
conto a Pallina e chissà a chi altro ancora. È stata stupida,
avrebbe dovuto dirlo alla sua migliore amica. L'avrebbe capi-
ta, consolata. Sarebbe stata dalla sua parte, come sempre. Poi
guarda il poster sull'armadio. E per un attimo prova dell'odio.
Ma è solo un attimo. Lentamente abbassa le armi. "Mitica cop-
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pia!" Orgoglio, dignità, rabbia, indignazione. Scivolano giù
come una camicia da notte di seta senza spalline, lungo il suo
corpo liscio e dorato. E lei, finalmente libera, ne esce fuori
semplicemente, con un passo. Nuda d'amore si avvicina a lui,
alla sua immagine.
Per un momento sembrano sorridersi. Abbracciati nel so-
le del tramonto, vicini anche se diversi. Lui di carta plastifica-
ta, lei piena di lucide emozioni, finalmente chiare e sincere.
Lei abbassa timida gli occhi e senza volerlo si ritrova di fron-
te allo specchio. Non si riconosce. I suoi occhi così sorridenti,
quella pelle luminosa... Anche il viso le sembra diverso. Si ti-
ra indietro i capelli. È un'altra. Sorride felice a quella che non
è mai stata. Una ragazza innamorata. Non solo. Una ragazza
indecisa e preoccupata di come vestirsi quella sera.
Più tardi, dopo che i suoi l'hanno sgridata nuovamente
e sono usciti per una delle loro cene, Babi entra in camera
di Daniela.
"Dani, io esco."
"Dove vai?" Daniela compare sulla porta.
"Alle Vetrine." Babi tira fuori dai cassetti alcuni maglioni
e apre l'armadio della sorella. "Senti, dove hai messo la gonna
nera... quella nuova..."
"Non te la presto! Così mi butti pure quella! Non esiste."
"Ma dai, è stato un caso, no?"
"Sì, magari stasera ce n'è un altro. Magari stavolta finisci
nel fango. No, non te la presto. Quella è l'unica che mi sta be-
ne. Non te la posso dare, sul serio."
"Già, però poi quando faccio la camomilla o esco sul gior-
nale, allora ti vanti con le tue amiche e dici a tutte che sei mia
sorella. Mica glielo dici che non mi presti la gonna!"
"Che c'entra?" <
"C'entra, c'entra, mi devi solo chiedere un favore..."
"Va bene, allora prendila." -!
"No, adesso non la voglio più..." *
"No, adesso te la prendi..."
"No, non me la prendo..."
"Ah, no? Allora se non ti metti la mia gonna quando esci io
telefono subito a mamma e l'avviso."
Babi si gira arrabbiata verso la sorella. "Cosa fai tu?"
"Quello che hai sentito."
"Vedrai che guance rosse che ti vengono..."
Daniela fa una faccia buffa e alla fine scoppiano tutte e due
aridere. - ~ -.,>« «.^ ,-».-«.' - ^... ..", .....-»
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"Tieni." Daniela posa la gonna nera sul letto. "È tutta tua.
Tuffatici pure dentro il letame, se ti diverte."
Babi prende la gonna con tutte e due le mani e se la pog-
gia sulla pancia. Comincia a immaginare cosa potrebbe met-
terci sopra. Suona il telefono. Daniela va a rispondere.
In camera sua Babi alza la radio. La musica inonda la ca-
sa. Daniela abbandona la cornetta. "Andrea, aspetta un atti-
mo." Chiude la porta del corridoio, poi riprende tranquilla a
parlare. Babi tira fuori di tutto. L'armadio aperto, i cassetti per
terra. La roba appoggiata sul letto. Indecisione. Va in camera
di sua madre. Apre il grande armadio. Comincia a frugare. Ogni
tanto si ricorda qualcosa. Può essere giusto da abbinare con la
gonna nera? Apre i cassetti. Sta bene attenta a dove mette le
mani. Le cose devono tornare al loro posto. Le madri si ac-
corgono sempre di tutto, o quasi. Anche a Raffaella la Vespa
di Pallina era passata inosservata. Le madri si accorgono di
tutto ma non capiscono niente di motorini o di Sony.
Non mandare mai una madre a comprarti quel tipo di jeans
che hai visto addosso alla tua amica. Ti porterà sempre quelli
che indossa la sfigata della classe.
Sorride. Un golf di angora azzurro? Troppo caldo. La ca-
micetta di seta? Troppo elegante. La giacca nera con il body
sotto? Troppo lugubre. Il body, però, non è male. Body sotto
camicia? Si può provare. Richiude i cassetti. Fa per tornare in
camera sua. Ha lasciato un golf rosso sul letto. Sarebbe stata
scoperta. Lo rimette a posto. Se ne sarebbe accorta? L'entu-
siasmo vince sulla paura.
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