"Chi è?"

"Sono Pollo! Mi apre per favore?"

Maria, memore del giorno prima, si gira verso Step con

aria interrogativa. Step annuisce con la testa. Maria apre la

porta. Pollo entra di corsa. Step è lì davanti che si versa il

caffè.

"Oh Step, non sai che mito! Una favola, una ficata!"

Step alza il sopracciglio.

"Mi hai portato i tramezzini?"

"No, quelli non te li porto più visto che non sai apprezza-

re. Guarda." Gli mostra "II Messaggero".

"Il giornale già ce l'ho," alza dal tavolo "la Repubblica", "me

l'ha portato Maria. Piuttosto, non l'hai neanche salutata."

Pollo si gira verso di lei, insofferente.

"'Ngiorno Maria." Poi apre il giornale e lo posa sul tavolo.

"Hai visto? Guarda che foto da urlo! Un mito... Sei sul gior-

nale..."

Step mette la mano sulla pagina della Cronaca di Roma. È

vero. Eccolo lì. C'è lui sulla moto con Babi dietro mentre pin-

nano davanti ai fotografi. Perfettamente riconoscibili: per for-

tuna sono stati fotografati da davanti. La targa non si vede,

sennò sarebbero stati cavoli amari. C'è tutto l'articolo. Le ga-

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re, alcuni nomi dei fermati, la sorpresa della polizia, la de-

scrizione della sua fuga.

"Hai letto? Sei un mito Step! Sei famoso ormai! Cazzo, ce

l'avessi io un articolo così."

Step gli sorride.

"Tu non pinni come me. Oh, è proprio una bella foto! Hai

visto Babi, come sta bene?"

Pollo annuisce scocciato. Babi non è proprio quello che si

dice il suo ideale di donna. Step alza il giornale con tutte e due

le mani e guarda estasiato la fotografìa.

"Certo che la mia moto è proprio bella!" esclama mentre si

chiede se Babi ha già visto quella foto. Sicuramente no. "Pol-

lo, mi devi accompagnare in un posto. Tieni, prenditi un po' di

caffè mentre mi faccio la doccia." Step va di là. Pollo si siede

al suo posto. Guarda la foto. Comincia a rileggere l'articolo.

Prende la tazza e la porta alla bocca. Che schifo! È vero: Step

prende il caffè senza zucchero. La voce di Step arriva attutila

e bagnata da sotto la doccia.

"A che ora chiudono i negozi?" Pollo mette il terzo cuc-

chiaino di zucchero nel caffè. Poi guarda l'orologio.

"Fra meno di un'ora."

"Cazzo, dobbiamo sbrigarci." Pollo assaggia il caffè. Ora sì

che va. Si accende una sigaretta. Step compare sulla porta. Ha

addosso un accappatoio, e con un piccolo asciugamano si fri-

ziona forte i capelli. Si avvicina a Pollo e guarda di nuovo la

foto.

"Che effetto fa essere l'amico di un mito?"

"Mo' non esagerare."

Step gli prende la tazza dalle mani e beve un sorso di caffè.

"Che schifo! Ma come fai a berlo così dolce? È terribile! Ci cre-

do che poi sei grasso! Ma quanti cucchiaini ci hai messo?"

"Io non sono grasso. Sono un falso magro."

"Oh, Pollo, adesso che ti sei fidanzato devi tornare in pa-

lestra, fumare di meno, stare a dieta. Guarda che quella ti la-

scia sennò! Le donne sono terribili, ti adagi un attimo e sei fi-

nito. Ora poi, dopo questa mia foto, minimo devi andare pure

tu sul giornale."

"Guarda che io già ci sono uscito sul giornale, e prima di

te. Con gli irriducibili. C'ho un primo piano da urlo con la fa-

scia in fronte e le braccia alzate, da 'capo della curva'."

"Ma tu non capisci, il tifoso oggi non va più. Ora è di mo-

da il malandrò, il teppista... Vedi, infatti hanno fatto il servizio

su di me. Oh, secondo te gli posso chiedere qualche soldo al

'Messaggero'? Sfruttamento di immagine, no?" Step va a ve-

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stirsi. Pollo finisce di bere il caffè. Poi si alza e si passa la ma-

no sulla pancia. Step ha ragione. Da lunedì ricomincerà ad an-

dare in palestra. Non si sa perché, ma quasi tutto il mondo ri-

comincia da lunedì.

Pollo è in viale Angelico, sulla sua moto ferma, poggiata

sul cavalietto laterale. Step monta al volo dietro di lui.

"Vai... Oh, Pollo, vai piano, che l'ho messo in mezzo a noi."

"Quanto ti hanno fatto pagare?"

"Ventidue euro." -,_,., . *-i,

"Mortacci. Dove dobbiamo andare adesso?" " ,,. '-

"A piazza Jacini." , t

"A fare che?" »- - "»

"Babi abita là." ^

"Ma dai! E non l'avevi mai vista?" .i <. , - . , -v

"Mai." , "

"Strana la vita, no?"

"Perché?"

"Be', prima una non la vedi mai, e poi cominci a vederla

tutti i giorni."

"Sì, strana."

"Poi ancora più strana se dopo che cominci a vederla tut-

ti i giorni le fai pure i regaietti."

Step da un cinquino sul collo scoperto di Pollo.

"Ahia!"

"Hai finito? Sembri uno di quei tassisti rompicoglioni che

non smettono mai di parlare quando ti portano in un posto e

ti fanno un casino di domande. Ti manca solo la radio grac-

chiante, e poi sei uguale."

Pollo comincia a guidare allegramente e imita la radio dei

taxi.

"Csss piazza Jacini per Pollo 40, piazza Jacini per Pollo 40."

Step gli da un'altra pacca. Poi comincia a riempirlo di schiaf-

fi a mano aperta in faccia, sulle guance, sulla fronte. Pollo con-

tinua a fare la radio del taxi urlando a squarciagola.

"Piazza Jacini a Pollo 40, piazza Jacini a Pollo 40." Conti-

nuano così ridendo e urlando, procedendo a zigzag nel traffi-

co con tutte le macchine intorno che frenano preoccupate. Si

avvicinano a un vero taxi. Pollo gli urla dentro il finestrino:

"Piazza Jacini a Pollo 40". Il tassinaro si prende un colpo

ma non dice nulla. La moto si allontana. Il tassista alza la ma-

no indicandoli e scuotendo la testa. Si capisce perfettamente

che il suo idolo al massimo può essere Sordi, e non certo De

Niro. Step e Pollo passano vicino a una vigilessa. La sfiorano

179

r

quasi, sorridendole, toccandole il bordo della gonna. Pollo ti-

ra fuori perfino la lingua. Lei non prova neanche a prendere

la targa. Cosa potrebbe scrivere sulla multa? Il codice strada-

le non punisce i tentativi di rimorchio, anche se pesanti come

quelli.

"Piazza Jacini a Pollo 40, arrivati!" La moto di Pollo si fer-

ma rombando davanti alla sbarra del comprensorio di Babi.

Step saluta il portiere che ricambia e li lascia passare. La

moto sale lungo la salita. Il portiere guarda quei due energu-

meni leggermente perplesso. Pollo si gira verso Step.

"Allora sei già venuto qui, il portiere ti ha riconosciuto."

"Mai. I portieri sono tutti così, basta che li saluti e quelli ti

fanno passare! Fermati qua e aspettami." Step salta giù dalla

moto.

Pollo da gas e la spegne. "Sbrigati, il coso dei pagamenti

scorre..."

"Tassametro."

"Va be', come cazzo si chiama, si chiama. Muoviti. Sennò

me ne vado."

Step, al citofono, trova il cognome e suona.

"Chi è?"

"Devo consegnare un pacco per Babi."

"Primo piano."

Step sale. Una cameriera grassa è sulla porta.

"Buongiorno: tenga, devo lasciare questo per Babi. Stia at-

tenta che si rovina." Una voce arriva dal fondo del corridoio.

"Chi è, Rina?"

"Un ragazzo ha portato una cosa per Babi." Raffaella avan-

za guardando quel ragazzo sulla porta. Spalle larghe, capelli

corti, quel sorriso. L'ha già visto, ma non si ricorda dove.

"Buongiorno signora. Come sta? Ho portato questo per Ba-

bi, è una sciocchezza. Glielo può dare quando torna da scuola?"

Raffaella sta ancora sorridendo. Poi a un tratto realizza.

Non sorride più.

"Tu sei quello della capocciata al signor Accado. Sei Stefa-

no Mancini."

Step rimane sorpreso.

"Non credevo di essere così famoso."

"Infatti non sei famoso. Sei solo un mascalzone. I tuoi san-

no quello che è successo?"

"Perché, che è successo?"

"Sei stato denunciato."

"Oh, non fa niente. Sono abituato." Sorride. "E poi sono

orfano." . > ft -.' v-u- » » *, » »««

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Raffaella rimane per un attimo imbarazzata. Non sa se cre-

derci o no. Fa bene.

"Be', comunque non voglio che tu giri intorno a mia figlia."

"Veramente è lei che viene sempre dove sono io. Ma non fa

niente, a me non da fastidio. Mi raccomando, non la sgridi,

non se lo merita, io la capisco."

"Io no." Raffaella lo squadra dalla testa ai piedi cercando

di farlo sentire in imbarazzo. Non ci riesce. Step sorride.

"Non so perché, ma non piaccio mai alle madri. Be', mi

scusi signora, ma ora devo proprio andare. C'ho il taxi che mi

aspetta. Sto spendendo una cifra." Step scende perle scale, sal-

ta gli ultimi gradini proprio in tempo per sentire la porta sbat-

tere con forza. Come assomiglia a Babi, quella signora. È im-

pressionante. Ha lo stesso taglio di occhi, la forma del viso. Ma

Babi è più bella. Spera che sia anche meno incazzosa. Si ri-

corda l'ultima volta che si sono visti. No, si somigliano anche

in quello. Per un attimo desidera rivederla. Pollo si attacca al