ventato quasi un rito, un portafortuna. E poi è un bel momento:
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possiamo parlare di tutto, iniziare insieme la giornata^ è mol-
to più bello così, no?"
Daniela non crede alle proprie orecchie.
"Babi, ma scusa, andiamo in Vespa. Con papa ci parliamo
sempre, ci possiamo stare la sera a cena, la domenica mattina."
Babi le prende il braccio stringendoglielo con un po' trop-
pa forza.
"Ma no Dani, è meglio così, sul serio, andiamo con lui."
Glielo stringe nuovamente. "E poi ti ricordi che ti ho detto ie-
ri sera, sto poco bene. Dalla prossima settimana magari an-
diamo in Vespa, che farà ancora più caldo." Quell'ultima stret-
ta non le lascia più dubbi. È un messaggio. Daniela è proprio
una ragazza intuitiva, più o meno.
"Sì papa, Babi ha ragione, veniamo con te!"
Claudio beve felice l'ultimo sorso di caffè. È bello avere due
figlie così. Non capita spesso di sentirsi tanto amati.
"Bene ragazze, allora usciamo, se no facciamo tardi a scuo-
la." Claudio va in garage a prendere la macchina mentre Babi
e Daniela si fermano davanti al portone ad aspettarlo.
"Ce l'hai fatta a capire, finalmente! Ma che, ti devo spez-
zare il braccio?"
"Me lo potevi dire subito, no!"
"Che ne so che proprio oggi ci danno il permesso di anda-
re in Vespa?"
"Ma perché non la vuoi usare?"
"Facile, perché non c'è."
"Non c'è la Vespa? E dov'è? Ma non ci sei uscita ieri sera?"
"Sì."
"E allora? Sei finita nel letame pure con la Vespa e l'hai but-
tata?"
"No, l'ho lasciata alla serra, e quando siamo tornati non
c'era più."
"Non ci credo!"
"Credici."
"Non ci voglio credere! La mia Vespa."
"Se è per questo l'hanno regalata a me."
"Sì, ma chi l'ha truccata? Chi ci ha fatto cambiare il col-
lettore? Il prossimo anno papa e mamma ti compreranno la
macchina, e sarebbe diventata mia. Non ci posso credere."
Claudio si ferma lì davanti. Tira giù il finestrino elettrico.
"Babi, ma che fine ha fatto la Vespa? Non c'è in garage."
Daniela chiude gli occhi. Ora ci deve credere per forza.
"Niente papa, l'ho messa dietro nel cortile. Ti da così fasti-
dio nel fare manovra. Penso che sia meglio metterla fuori."
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"Scherzi, rimettila subito dentro. E se poi te la rubano?
Guarda che io e tua madre non abbiamo intenzione di ricom-
prarvela. Vai subito a metterla dentro, forza. Tieni, queste so-
no le chiavi."
Daniela sale dietro mentre Babi si allontana verso il gara-
ge fìngendo di cercare nel mazzo la chiave giusta. Arrivata nel
cortile Babi si mette a pensare. E ora che faccio? Entro stase-
ra devo ritrovare la Vespa. Se no devo trovare un'altra solu-
zione. Mannaggia a Pallina, è lei che mi ha cacciato in questo
casino, ed è lei che me ne deve tirar fuori. Babi sente il rumo-
re della Mercedes che arriva a marcia indietro. Corre verso il
garage. Si china sulla serranda. Appena in tempo. La Merce-
des sbuca da dietro l'angolo e si ferma lì davanti. Babi fìnge di
chiudere il garage e si dirige sorridendo verso la macchina.
"Fatto, l'ho messa a posto." Babi si ritiene un mimo perfetto,
ma forse è meglio ritrovare la Vespa al più presto. Mentre sa-
le m macchina si sente come osservata. Guarda in alto. Ha
ragione.
Il ragazzo che abita al secondo piano è affacciato. Deve aver
visto tutto. Cioè, in realtà non ha visto niente, proprio per que-
sto ha quell'aria così perplessa. Lei gli sorride cercando di ras-
sicurarlo. Lui ricambia, ma si capisce perfettamente che qual-
cosa non gli è chiaro.
La Mercedes si allontana. Babi restituisce le chiavi al pa-
dre e gli sorride.
"L'hai attaccata bene al muro?"
"Attaccatissima. Non ti può dare fastidio." Babi si volta ver-
so Daniela. È seduta con le braccia conserte. È nera.
"Dai Dani, in Vespa ci andiamo la prossima settimana a
scuola!"
"Lo spero proprio."
La Mercedes si ferma all'uscita del comprensorio davanti
alla sbarra che lentamente comincia ad alzarsi. Claudio salu-
ta il portiere che gli fa segno di fermarsi un attimo. Esce dal-
la guardiola con un pacchetto in mano.
"Buongiorno dottore, mi scusi, hanno lasciato questo pac-
chetto per Babi."
Babi lo prende incuriosita. La Mercedes riparte dolcemente,
mentre il finestrino si richiude. Daniela si sporge in avanti spin-
ta dalla curiosità. Anche Claudio sbircia per vedere cosa sia.
Babi sorride.
"Chi ne vuole un pezzo? È un cornetto al cioccolato di Laz-
zareschi."
Babi spezza il cornetto con le mani. F *>
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"Papa?" Claudio scuote la testa.
"Dani?"
"No grazie." Forse sperava che in quel pacchetto ci fosse-
ro notizie della "loro Vespa".
"Meglio così, me lo mangio tutto io. Non sapete cosa vi per-
dete..." Pallina è proprio un tesoro, sa sempre come farsi per-
donare. Ora deve solo ritrovarle la Vespa entro le otto.
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27.
All'entrata della scuola le ragazze chiacchierano allegre
aspettando il suono della campanella. Babi e Daniela scendo-
no dalla macchina e salutano il padre. La Mercedes si allonta-
na nel traffico di piazza Euclide. Subito un gruppo di ragazze
corre verso di loro.
"Babi, ma è vero che ieri sei stata alla serra e hai fatto la
camomilla?"
"È vero che sei fuggita inseguita dalla municipale?"
"Un vigile ti ha preso per i capelli, Step l'ha sbattuto a ter-
ra e siete scappati sulla sua moto?"
"È vero che sono morti due ragazzi?" Daniela ascolta sba-
lordita. La Vespa non è andata sacrificata inutilmente. Quella
è vera gloria. Babi non crede alle sue orecchie. Come fanno a
sapere già tutto? Non proprio tutto. La storia del letame per
fortuna è rimasta segreta. Il suono della campanella la salva.
Mentre sale le scale risponde vaga ad alcune domande delle
amiche più simpatiche. Ormai è fatta. Quel giorno è una cele-
brità. Daniela la saluta con affetto.
"Ciao Babi, ci vediamo a ricreazione!" Incredibile. Da
quando vanno a scuola insieme non gliel'ha mai detto. Guar-
da Daniela allontanarsi circondata da alcune amiche. Tutte
le camminano intorno facendole mille domande. Anche lei
sta godendo del suo momento di notorietà. È giusto, in fon-
do ci ha rimesso le Superga. Spera solo che non racconti del
letame.
Un giovane prete venuto da una parrocchia lì vicino siede
alla cattedra. È la prima ora, quella di religione. Il divertimento
preferito di tutte è quello di metterlo in difficoltà con doman-
de sul sesso e sui rapporti prematrimoniali. Narrano disinibi-
te esempi precisi e fatti accaduti a delle tremende e fantoma-
tiche amiche, che quasi sempre, poi, sono loro stesse. Pratica-
mente quell'ora di religione si è trasformata in una vera e pro-
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pria ora di educazione sessuale, unica materia nella quale tut-
te avrebbero preso la sufficienza piena.
Il prete tenta di schivare una domanda ben precisa sulla
sua vita privata prima di prendere i voti. Apre la Bibbia tron-
cando così il grande interesse che si è creato intorno ai suoi
improbabili peccati. Babi sfoglia il diario. La prossima ora è
greco.
La Giacci interroga. Si sta per chiudere l'ultimo trimestre
prima degli esami di maturità. Con l'uscita delle materie non
ci sarebbero state più interrogazioni. Controlla i pallini. Ne
mancano solo tre per completare il giro. Sarebbero state loro
le "fortunate". Babi legge i nomi. C'è di nuovo Festa. Poverac-
cia. Bella settimana sul serio. Babi si gira verso di lei. Sta con
le mani sulle guance e guarda avanti. Babi la chiama con un
bisbiglio. Silvia se ne accorge.
"Che c'è?"
"Guarda che la Giacci oggi ti interroga in greco."
"Lo so." Silvia abbozza un sorriso, poi prende dalla schie-
na della compagna davanti il libro che ci ha poggiato. È quel-
lo di grammatica greca. "Sto ripassando." Babi le sorride. Per
quello che avrebbe potuto servirle. Forse era meglio se avesse
seguito l'ora di religione. In realtà solo un miracolo avrebbe
potuto salvarla. La campanella suona. Il giovane prete si al-
lontana. Porta via con sé una valigetta di pelle morbida scura
e anche gli ultimi dubbi. La sua camminata è una sincera con-
fessione. Se da giovane ha commesso peccati, loro, le ragazze
in generale, non hanno avuto colpa.
"Ciao Babi!" Y
"Pallina! Come stai?" i
Pallina posa la borsa con i libri sul banco di Babi. >
"Bene, con un litro di sangue in meno!" v
"È vero. Come sono andate le analisi?" *
Pallina si arrotola la camicia azzurra della divisa mostrando
il suo pallido braccio. "Guarda qui!" Le indica un cerotto dal-
la punta leggermente colorata, arrossata di sangue.
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