È vero, forse è lei la donna adatta a lui. Maddalena sorri-
de. Sussurra quasi tra il fresco rumore delle lenzuola:
"Questa è una di quelle volte in cui invece bisogna sapersi
muovere... giusto?".
"Giusto."
Step le bacia il seno. Ne è sicuro. Madda è la donna adat-
ta a lui. Poi, all'improvviso, si ricorda cos'era quello strano pro-
fumo che ha sentito nel giubbotto. È Caronne. Si ricorda an-
che a chi appartiene. E per un attimo, nel buio di quella stan-
za, non è più così sicuro.
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. 4
=./! *
« -M i
Un suono insistente. La sveglia.
Pallina la spegne. Scivola giù dal letto senza far rumore e
si veste. Guarda Babi. Si è appena mossa e dorme ancora tran-
quilla a pancia in su. Pallina si avvicina alla piccola bacheca
in legno attaccata al muro. U2, Ali Saints, Robbie Williams,
Elisa, Tiziano Ferro, Cremonini, Madonna. Ci vuole qualcosa
di veramente speciale. Eccolo lì. Controlla il volume e lo ab-
bassa. Poi sfiora appena il tasto play. Settemila caffè. Britti dol-
cemente comincia a cantare. Il volume è giusto. Babi apre gli
occhi. Si gira sul cuscino finendo a pancia in giù. Pallina le
sorride.
"Ciao."
Babi si gira dall'altra parte. La sua voce arriva un po' soffo-
cata.
"Che ore sono?"
"Le sette meno cinque."
Pallina le si avvicina e la bacia sulla guancia. '*
"Pace?"
"Minimo mi ci vuole un cornetto al cioccolato di Lazzare-
schi."
"Non c'è tempo, tra poco mia madre è qui, devo andare a
fare le analisi."
"Allora niente pace."
"Stanotte sei stata fortissima."
"Ho detto che non volevo sentirne più parlare." ',
Pallina allarga le braccia.
"Okay, come vuoi. Ehi, cosa dico a tua madre se la inconi
tro mentre esco?" '
"Buongiorno."
Babi le sorride e si tira su le coperte. Pallina prende la bor-
sa con i libri e se la mette sulla spalla. È felice, hanno fatto pa-
ce. Babi è troppo forte, e poi adesso è anche una camomilla.
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Pallina chiude piano la porta dietro di sé, attraversa veloce in
punta di piedi il corridoio. La porta di casa è ancora chiusa a
chiave. Fa scattare la serratura, e proprio mentre sta per usci-
re sente una voce dietro di lei.
"Pallina!"
È Raffaella, in una vestaglia rosa, il viso struccato, legger-
mente sbiadito e soprattutto stupito. Pallina decide di seguire
il consiglio di Babi, e con un "Buongiorno signora" si dilegua
giù per le scale. Esce dal portone e arriva al cancello. Sua ma-
dre non è ancora arrivata. Si siede sul muretto in attesa. Il so-
le tiepido sale di fronte a lei, il benzinaio leva la catena alle
pompe, alcuni signori escono frettolosi dal giornalaio lì da-
vanti, portando sottobraccio il peso di notizie più o meno ca-
tastrofiche.
Alla luce del giorno non ha più dubbi. Non vorrebbe per
madre Raffaella, assolutamente, anche se è molto più puntua-
le della sua.
Babi entra nel bagno. Incrocia la sua faccia allo specchio.
Non è delle migliori. Fare la camomilla non dona, almeno a
lei. Apre il rubinetto dell'acqua fredda, la fa scorrere per un
po', poi si sciacqua con forza il viso.
Daniela appare dietro di lei.
"Raccontami tutto! Com'è andata? Com'è la serra? È sul se-
rio divertente come dicono? Hai incontrato qualche mia amica?"
Babi apre il tubetto del dentifricio, comincia a spingerlo
dal fondo cercando di fare scomparire l'orma del pollice di Da-
niela che ha colpito esattamente a metà.
"È una cretinata. Un gruppo di bori che rischia inutilmen-
te la vita e ogni tanto qualcuno che riesce a perderla."
"Sì, ma c'è tanta gente? Che cosa fanno? Dove si va dopo?
Hai visto le camomille che forza? Che coraggio, eh? Io non ce
la farei mai a fare la camomilla!"
"Io ce l'ho fatta..."
"Sul serio? Hai fatto la camomilla? Uau! Mia sorella è una
camomilla."
"Oh, non è poi questa gran cosa, ti assicuro, e poi ora de-
vo prepararmi."
"Ecco, fai sempre così! Con te non c'è soddisfazione. Che
vantaggio hai ad avere una sorella più grande se poi non ti rac-
conta nulla? Tanto abbiamo già deciso con Andrea che la pros-
sima settimana ci andiamo anche noi! E se mi va, faccio an-
che la camomilla!" Daniela esce sbuffando dal bagno. Babi sor-
ride fra sé, finisce di lavarsi i denti poi prende la spazzola. Nien-
te da fare. Daniela si è vendicata a distanza. Alcuni lunghi ca-
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pelli neri giacciono immobili e aggrovigliati fra le capocchie
della loro spazzola. Babi li raccoglie con la mano e li butta nel
water. Poi tira l'acqua e comincia a pettinarsi.
Daniela ricompare dietro la porta.
"Dove hai messo le Superga che ti ho prestato ieri sera?" '
"Le ho buttate."
"Come, le hai buttate? Le mie Superga nuove...?"
"Hai sentito, le ho buttate. Sono finite dentro al letame ed
erano talmente rovinate che le ho dovute buttare. Anche per-
ché sennò Step non mi accompagnava a casa."
"Sei finita nel letame, poi Step ti ha accompagnato a casa?
E quando l'hai fatta la camomilla?"
"Prima."
"Dietro a Step?" '
"No." '
Daniela a piedi nudi segue Babi in camera sua.
"Insomma Babi, mi racconti com'è andata?"
"Senti Dani, facciamo un patto, se tu da oggi in poi pulisci
la nostra spazzola dopo esserti pettinata, io fra qualche gior-
no ti racconto tutto, va bene?"
Dani sbuffa.
"D'accordo."
Poi torna in camera sua. Babi si infila la divisa. Non le avreb-
be mai raccontato nulla, lo sa. Daniela forse avrebbe pulito la
spazzola per i primi giorni, ma poi basta. È più forte di lei.
Raffaella entra nella camera di Babi.
"Ma Pallina ha dormito qui?"
"Sì mamma." >
"E dove?" »
"Nel mio letto." '
"Ma com'è possibile? Quando sono venuta ieri sera a ba-
ciarti c'eri solo tu."
"È arrivata più tardi. Non poteva stare a casa sua perché
la madre faceva una cena."
"E dov'è stata prima?"
"Non lo so."
"Babi, non voglio essere responsabile pure per lei. Pensa
se le fosse accaduto qualcosa e sua madre sapeva invece che
stava qui da me..."
"Hai ragione mamma."
"La prossima volta voglio saperlo in tempo se viene a dor-
mire da noi."
"Ma io te l'ho detto, prima che tu andassi dai Pentesti, non
ti ricordi?"
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-.> Raffaella rimane un attimo a pensare. ' '...."
; , "No, non me lo ricordo."
Babi le sorride ingenuamente come a dire "e io che ci pos-
so fare?". D'altronde sa perfettamente che non lo potrebbe mai
ricordare. Non gliel'ha mai detto.
"Non vorrei mai avere per figlia una come Pallina. Sempre
in giro di notte a combinare chissà che. Non mi piace quella
ragazza, finirà male, vedrai."
"Ma mamma, non fa niente di male, le piace divertirsi ma
ti assicuro che è buona."
"Lo so, ma preferisco te."
Raffaella le sorride e le fa una carezza sotto il mento, poi
esce dalla stanza. Babi sorride. Sa come prenderla. È un pe-
riodo però che le dice troppe bugie. Si propone di smettere.
Povera Pallina, anche quando non c'entra niente risulta col-
pevole. Decide di perdonarla. Certo, bisogna risolvere il pro-
blema Pollo, ma anche questo a suo tempo. Si infila la gonna.
Si ferma davanti allo specchio, si tira su i capelli, scoprendo-
si il viso, e li trattiene con due piccoli fermagli laterali. Rima-
ne così, a fissarsi, mentre lo Zingaro felice esce dallo stereo. Ba-
bi si accorge di quanto assomiglia a sua madre. No, se anche
sapesse tutto quello che ha combinato, Raffaella non la cam-
bierebbe mai con Pallina, ci sono troppe cose simili fra loro.
È uno di quei rari casi in cui, pur senza saperlo, tutti sono
d'accordo.
Il sole filtra allegro dalla finestra della cucina. Babi finisce
di mangiare i suoi biscotti integrali e beve l'ultimo goccio di
caffellatte che si è lasciata apposta nella tazza. Daniela scava
fino in fondo. Il suo cucchiaino si agita nervoso nella scatola
di plastica di un piccolo budino, cercando di prendere anche
l'ultimo pezzo di cioccolato dispettoso nascosto giù, in quella
fessura. Raffaella ha comprato quasi tutto quello che le è sta-
to scritto sulla lista. Claudio è felice. Forse un oroscopo posi-
tivo, di sicuro il sospirato caffè, che finalmente è riuscito a be-
re. Ha risparmiato anche sulla caffettiera grande.
"Babi, oggi è una giornata bellissima. C'è un sole fuori... e
non deve fare neanche molto freddo. Ne ho parlato prima an-
che con tua madre e siamo d'accordo. Anche se hai preso quel-
la nota... Oggi potete andare in Vespa a scuola!"
"Grazie papa, siete molto carini. Ma sai, dopo il discorso
dell'altro giorno ci ho pensato bene, e forse hai proprio ragio-
ne tu. La mattina andare a scuola insieme io, te e Daniela è di-
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