un rumore secco.
È uscita la D. Chi conosce che inizia per D? Nessuno, non
le viene in mente nessuno. Per fortuna non è uscito s. È diffì-
cile che un picciolo resista tanto. Ma anche se fosse uscita quel-
la lettera non se ne sarebbe preoccupata più di tanto. Non ha
paura. Babi passa davanti a sua madre. Le sorride. Raffaella
la guarda allontanarsi. È orgogliosa di sua figlia. Babi sì che
ha preso da lei. Non come Daniela. La sua paura in fondo è
giustificata. Daniela è tutta suo padre. Claudio mette il com-
pleto grigio sul letto.
"Ah, tesoro, hai comprato la caffettiera grande?"
"No, me ne sono dimenticata."
Raffaella si chiude in bagno. Ma come, pensa Claudio, l'ho
pure scritto sulla lista della spesa. Decide di non dire nulla giu-
stificando così ancora di più il carattere di Daniela. Claudio,
scelta una camicia, la butta sul letto. Poi ci mette sopra la sua
cravatta preferita. Chissà, forse stasera riuscirà a mettersela.
I genitori escono, raccomandandosi come ogni sera di non
aprire a nessuno. Subito dopo Babi corre giù in vestaglia, e
senza farsi vedere nasconde le chiavi di casa sotto il tappeto
del portone. Chissà dov'è Pallina in questo momento. Alle cor-
se delle moto sull'Olimpica. Contenta lei... > SWK-UB <n ut
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Daniela sta nel corridoio. Parla con Andrea Palombi al te-
lefono mentre con una penna scarabocchia i loro nomi e al-
cuni cuoricini su un foglio. Andrea, sentendo che Daniela non
risponde, si incuriosisce.
"Dani, ma che stai facendo?" , I
"Niente."
"Come niente? Sento dei rumori."
"Sto scrivendo."
"Ah, e che cosa scrivi?"
"Ma niente..." mente. "Sto facendo dei disegni."
"Ah, ho capito. E tu disegni mentre parli con me?"
"Ma no, ti ascolto. Ho capito tutto."
"Allora ripeti."
Daniela sbuffa.
"Il lunedì, mercoledì e venerdì vai in palestra e martedì e
giovedì a inglese."
"A che ora?"
Daniela ci pensa un attimo.
"Alle cinque."
"Alle sei. Lo vedi che non stai ascoltando."
"Ma sì, è che non me lo ricordo. Hai capito invece perché
prima non potevo parlare?"
"Sì, perché c'erano i tuoi che ti stavano salutando."
"Appunto: ti facevo sì, ehm, eh. E tu non capivi."
"Come faccio a capirlo se tu non me lo dici?"
"Come faccio a dirtelo se i miei stanno lì davanti? Ma guar-
da che sei forte! Ho un'idea: dobbiamo decidere una parola
convenzionale per quando non possiamo parlare."
"Tipo?"
"Che ne so, pensiamoci..."
"Potremmo dire il nome della mia scuola di inglese."
"Qual è?"
"Allora lo vedi che non mi ascolti! British."
"Sì, British mi piace."
Babi passa in quel momento nel corridoio e si ferma da-
vanti alla sorella.
"È possibile che stai sempre al telefono?"
Daniela non le risponde. Decide di sfruttare subito la nuo-
va parola.
"British."
Andrea rimane un attimo perplesso. "Che c'è, non puoi par-
lare?"
"E certo! Se no perché dico British? Così, senza senso. Al-
lora che lo abbiamo deciso a fare?" ,"),' '.i u-> < t" >,! £,
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"Va bene, ma che ne so che ora non puoi parlare?" *
"Eh no, lo devi sapere. Ho detto British."
"Sì, però ho pensato che magari stai provando come ti
suona."
La loro discussione non proprio metafisica è interrotta im-
provvisamente dalla voce inflessibile di una signorina Telecom.
"Attenzione. Telefonata urbana urgente per il numero..."
Daniela e Andrea rimangono in silenzio. Attendono la pri-
ma cifra che avrebbe deciso chi dei due è più ricercato. "3... 2..."
Daniela copre la voce della signorina. "È per me. Sarà Giulia!"
"Ci sentiamo dopo?"
"Sì, ti telefono quando ho finito. British!" Andrea ride. In
quel caso vuole dire qualcosa tipo "Ti voglio bene".
"Anch'io." Attaccano. Babi guarda la sorella. Strano che ab-
bia ubbidito così presto.
"Ci hanno fatto l'urbana urgente."
"Mi sembrava! È troppo strano che tu attacchi solo perché
te l'ho detto io. Saranno papa e mamma scocciati che devono
dirci qualcosa e trovano sempre occupato."
"Ma che! Questa è sicuramente Giulia, avevamo detto che
ci risentivamo."
Rimangono così ad aspettare in silenzio vicino al telefono.
Pronte ad alzare la cornetta al primo squillo. Come due parte-
cipanti a un quiz televisivo dove devi spingere per primo il pul-
sante e dare la risposta esatta. Il telefono squilla. Daniela è più
veloce.
"Giulia?" Risposta sbagliata. "Ah, mi scusi, sì ora gliela pas-
so. È per te." Babi strappa la cornetta dalle mani di Daniela.
"Sì, pronto?"
Quel senso di soddisfazione diventa subito un grave imba-
razzo. È la madre di Pallina. Daniela sorride. "Non ci stare mol-
to, eh?"
Babi prova a colpirla con un calcio. Daniela lo schiva.
Babi si concentra sulla telefonata. "Ah, sì signora, buona-
sera." Ascolta la madre di Pallina. Naturalmente vuole sua fi-
glia. "Veramente sta dormendo." Poi, rischiando come non mai:
"Vuole che gliela sveglio?". Babi socchiude gli occhi e stringe
i denti in attesa della risposta.
"No, non ti preoccupare. Posso dire a te."
È andata.
"Domani mattina sono riuscita a farmi dare appuntamen-
to per le analisi del sangue. Quindi dovresti dirle di non man-
giare appena sveglia e che la vengo a prendere io verso le set-
te. Entrerà alla seconda ora, se non facciamo troppo tardi." Ba-
bi ormai è rilassata. . ,M.U-, *
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"Sì, intanto la prima ora abbiamo religione..." Babi pensa
che quella materia per la sua amica è del tutto inutile. L'anima
di Pallina, tra bugie e fidanzati violenti, è andata completa-
mente perduta.
"Mi raccomando Babi, non farla mangiare."
"No, signora. Non si preoccupi."
Babi attacca. Daniela le passa vicino pronta a impadronir-
si di nuovo del telefono.
"Ti è andata bene, eh?"
"È andata bene a Pallina. Se la becca sono affari suoi. Io
che c'entro?" Babi prova subito a chiamare sul telefonino di
Pallina. Niente da fare: è staccato. E certo. Sta dormendo da
me e a casa mia non prende. Che telefono a fare? Ma di che mi
preoccupo? Al massimo rischia lei. Anzi, non mi devo neanche
innervosire.
Babi si fa una camomilla. Due fette di limone, una busti-
na di Dietor ed eccola lì sul divano. Le gambe piegate all'in-
dietro, i piedi infilati nella piega di un cuscino, lì dove fa più
caldo. Si mette a guardare la televisione. Daniela naturalmen-
te richiama Andrea. Gli racconta la storia di Pallina, la telefo-
nata della madre, il bluff di Babi e tante altre cose che per lo-
ro sono divertentissime. Nella televisione del salotto un po' di
zapping. Una trasmissione sulle civiltà antiche, una storia d'a-
more più contemporanea, un quiz troppo difficile. Babi rima-
ne un attimo sul divano a pensare. No. Questa risposta proprio
non la sa. La voce di Daniela arriva dal corridoio allegra e di-
vertita. Parole d'amore si confondono dolci tra fresche risate.
Babi spegne la tele. Pallina sarebbe tornata prima delle sette.
"Buonanotte Dani."
Daniela sorride alla sorella.
"Buonanotte."
Babi non tenta neanche di ripeterle di non tenere occupa-
to il telefono. A cosa sarebbe servito poi? Si lava i denti. Met-
te sulla sedia la divisa per il giorno dopo, prepara la borsa e si
infila nel letto. Dice una preghiera fissando il soffitto. Si ritro-
va un po' distratta. Poi spegne la luce. Si gira nel letto provando
a prendere sonno. Niente da fare. E se Pallina fosse andata di-
rettamente a scuola? Quella è capace di tutto. Magari fa not-
tata e si fa accompagnare da Pollo alla Falconieri mentre sua
madre viene a prenderla da lei. Mannaggia a Pallina! Ma per-
ché non fa l'innamorata semplice? Sta due ore al telefono co-
me sua sorella e pace. Non fa tanti danni, solo una bolletta un
po' più salata. No, lei deve andare alle corse. Deve fare la don-
na del duro. Mannaggia a Pallina! Scende dal letto e si veste
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veloce. Si infila giusto una felpa e un paio di jeans, poi va in
camera di Daniela e prende le sue Superga blu. Passa davanti
alla sorella. Naturalmente sta ancora al telefono.
"Vado ad avvisare Pallina."
Daniela la guarda sbalordita.
"Vai alla serra? Voglio venire anch'io."
"Alla serra? Vado sull'Olimpica. Dove fanno le corse."
"Eh! Si chiama la serra."
"E perché?"
"Per tutti i fiori che ci sono lungo la strada! Per quelli che
sono morti."
Babi si passa la mano sulla fronte.
"Ci mancava solo questa... La serra!"
Prende il giubbotto appeso in corridoio e fa per uscire. Da-
niela la ferma.
"Ti prego, Babi, portami con te!"
"Ma che, siete diventate tutte matte? Te io e Pallina che ce
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