ce. La cucina infatti è tutta in penembra. Babi si siede davan-
ti a lei. Arriva Daniela che prende posto lì vicino. Babi si ver-
sa del caffè, poi il latte, e ci mette dentro un po' di Dietor.
Anche Daniela si versa il caffè e poi del latte, ma ci mette
dello zucchero di canna. Ognuno con le proprie abitudini, il
proprio posto, la propria tazza.
"Mamma potresti comprare quei budini al riso-latte della
Danone al sapore di cioccolato. Buonissimi!"
Daniela guarda Babi cercando un'approvazione che non
trova.
"A me invece mamma dovresti prendere degli altri biscot-
ti integrali, che stanno finendo."
"Se non lo scrivete non compro nulla."
Daniela si alza e aggiunge alla lista della spesa su una men-
sola lì vicino i suoi budini e i biscotti dietetici della sorella.
"Daniela, ti avverto che se anche stavolta li fai scadere li
paghi tu."
"Ma mamma perché mi dici così?"
"Perché gli ultimi yogurt alla frutta che ti piacevano tanto
li ho dovuti buttare."
"Buongiorno a tutti! Come stanno le mie splendide don-
ne?" Claudio bacia le sue due figlie. Si siede anche lui al suo
solito posto a capotavola vicino a Raffaella.
"Malissimo, non capisco perché la mattina si debbano fa-
re sempre delle chiacchiere lunghissime e inutili. Stabiliamo
una regola. Di mattina non si parla." ,. , , ,, , (
67
Raffaella si versa un altro po' di caffè, poi si alza.
"Be', io torno a letto. Con voi due ci vediamo all'uscita di
scuola. A proposito, dite a Giovanna che oggi non voglio aspet-
tare. Ha detto mamma che se non viene subito, lei se ne va."
Da un bacio sulla guancia a Claudio e con un "Ciao tesoro!"
va via.
Claudio prende la caffettiera. L'apre e guarda dentro.
"Ma è possibile che non mi lasciate mai un po' di caffè?"
Claudio sbatte la caffettiera sul piattino di legno.
"Tutte le mattine la stessa storia. Ma insomma, non è pos-
sibile!"
Babi prende la caffettiera. "Papa, te ne preparo uno?"
"Non c'è più tempo, vorrà dire che lo prenderò fuori, al so-
lito. Ma perché non facciamo una caffettiera più grossa?"
Daniela mette a posto le tazze nel lavabo. "Perché non ce
l'abbiamo."
"E allora compriamola." Daniela gli mette davanti la lista
della spesa.
"Che c'è?"
"Tieni, scrivi. Mamma non vuole ricordarsi nulla. Qualun-
que cosa vogliamo, bisogna scriverla."
Claudio prende il foglio dalle mani di Daniela. Lo legge, poi
scrive, sotto "biscotti dietetici" con, tra parentesi, "Babi", "caf-
fettiera da venti" con, tra parentesi, "Claudio che non riesce
mai a bersi un caffè".
"Ecco fatto!" Chiude la penna e la sbatte sul tavolo. Poi si al-
za rovesciando lo sgabello dentro al quale come ogni mattina è
finita la sua gamba. "Mannaggia a questi sgabelli!" Esce dalla
porta di casa lasciandola aperta. Babi e Daniela si guardano.
"Speriamo che faccia bene manovra. Stamattina mi sem-
bra particolarmente nervoso."
"Sono gli influssi della luna. Oggi è passata nel suo segno.
Sbrigati a venire giù piuttosto."
"Sì, sbrigati, sbrigati. Intanto metto a posto sempre io."
"Perché, ieri sera la tavola chi l'ha preparata? E allora?!..."
Babi prende la borsa dei libri ed esce. Però Branko ci ha
proprio preso. Poi, mentre scende le scale, cerca di ricordarsi
il suo oroscopo. Cosa diceva la luna? Ah sì. Attenzione a pos-
sibili incontri.
,,ti' I.
, ,,,,5*»,, *,i-, - -
Nel cortile della scuola, sotto le fronde di un largo salice,
su un lungo muretto di marmo bianco alcune ragazze copia-
no frenetiche i compiti.
"Ma che c'è scritto qui? Uguale...?"
"x meno uno! Ma non sei capace neanche a copiare?"
"Ma guarda come scrivi!"
"Pure! Non fai mai niente a casa e ti lamenti anche di co-i-
me scrivo? Ma guarda che sei forte!"
"Oh, arriva la Catinelli."
Pallina chiude il quaderno di matematica e corre incontro
alla Catinelli insieme a qualche altra ragazza, tutte possibili
candidate all'interrogazione di latino.
"Dai Ale, sbrigati che fra un po' suona, dacci la versione di
latino." Le ragazze aspettano davanti alla Catinelli.
"No, niente da fare."
"Come niente da fare?"
"Che, non ci sentite? Non mi va che state a copiare la mia
versione. Va bene? Non capisco perché non potete tradurvela
a casa per conto vostro, come fanno tutti."
Pallina le si avvicina.
"Dai Ale, non fare così. Scusa, oggi la Giacci mi interroga
sicuro e pure alla Festa."
Una ragazza del gruppo ma con la divisa più disordinata
delle altre, proprio come i suoi compiti in classe, annuisce.
"Dacci la versione dai! Quella ci secca sennò!"
"Pallina non insistere."
"Che c'è Pallina? Su che stai insistendo?"
"Ah ciao Babi. C'è Ale che non vuole darci la versione. Tu
l'hai fatta?"
Per un attimo la Catinelli non è più al centro dell'attenzione.
"No, solo metà. Ma mi sa che non è neanche giusta. È che
io sono già stata interrogata. Ho controllato, oggi dovrebbe toc-
69
care a te e a Silvia Festa e poi ricomincia il giro. Ma di solito
interroga chi ha l'insufficienza."
La Catinelli prova ad allontanarsi. Pallina la tira per la
giacca.
"Hai sentito? Dai, non ci puoi lasciare così, ci rovini a tutte!"
"Non ho capito perché non fate come la Giannetti. Lei do-
po che l'ha fatta mi telefona e la ricontrolliamo insieme... Co-
sì se la prepara e il giorno dopo va bene. Come fate voi, a co-
sa vi serve?"
"Ma che ti frega? Infatti il latino non serve proprio a nien-
te. Insomma, ce la dai o no questa versione?"
"Te l'ho già detto, no. Fatevela dare dalla Giannetti."
Pallina sbuffa. "Sì, quella arriva sempre all'ultimo... Fra cin-
que minuti suona. Dai, almeno oggi... L'ultima volta, promesso."
"Lo dite ogni volta. No, questa volta è no. Non ve la do!"
La Catinelli si allontana.
"Ma guarda che stronza. È pure un mostro. Ecco perché è
così acida. Non ha mai nessuno che se la fila. È chiaro. Alme-
no noi ci divertiamo e piacciamo un sacco." Silvia Festa si av-
vicina a Pallina.
"Sì, ma non credo che a mia madre piacerà molto il tre che
ci mette la Giacci se non abbiamo fatto la versione."
"Tieni, prendete la mia". Babi tira fuori dalla borsa il suo
quaderno di latino e lo apre all'ultima pagina.
"Almeno potete dire di averci provato. L'avrete fatta per
metà ma è meglio di niente. Dite che vi siete fermate a espera-
visse. È un verbo che non so proprio da dove cavolo viene. In
effetti l'ho cercato un quarto d'ora su // ma non sono riuscita
a trovarlo. Poi mi sono scocciata e ho fatto merenda. Uno yo-
gurt magro, senza zucchero, terribile. Quasi più acido della Ca-
tinelli." Tutte ridono.
Pallina prende il quaderno e lo appoggia sul muretto. Lo
mette in mezzo alle altre. "Comunque è vero, lo studio fa in-
grassare. Io l'ho sempre detto, se avessi fatto il linguistico avrei
sicuro quattro chili in meno." Pallina comincia a copiare se-
guita da Silvia e altre ragazze, tutte possibili vittime della ter-
ribile Giacci.
Dalle grandi vetrate della classe si vedono dei prati poco lon-
tani. Alcuni bambini, vestiti uguali, giocano correndo fra l'er-
ba. Una maestra aiuta a rialzarsi un bambino che ha sporcato
di verde il suo grembiule bianco. Il sole batte sui banchi. Babi
guarda distrattamente la sua classe. La Benucci ha resistito me-
no del solito. Sta lì, con le mani sotto il banco, intenta a traffi-
70
care con la sua pizza rossa. Ne stacca un pezzo e con le dita co-
perte di pomodoro la porta veloce alla bocca. Poi comincia a
masticare, fingendo indifferenza, a bocca chiusa, ascoltando la
lezione come se niente fosse. Babi presta per un attimo atten-
zione alla spiegazione della Giacci. Una giovane donna dell'Ot-
tocento pur non sapendo andare minimamente a cavallo ha de-
ciso di farlo lo stesso. Ed è caduta. Babi non ha seguito così at-
tentamente da capire se si è fatta male o no. L'unica cosa sicu-
ra è che qualcuno, veramente a corto di idee, ci ha fatto su una
specie di romanzo.
"Bene. Questa ode, A Luigia Pallavicìni caduta da cavallo,
la portate per lunedì." L'altra cosa sicura è che loro l'avrebbe-
ro dovuta studiare. La campanella suona. La Giacci chiude il
registro.
"Vado nella sala professori a prendere il registro di latino.
Vi lascio sole. Non fate macello."
Le ragazze escono tutte dai banchi. Tre di loro prima che
la professoressa se ne vada riescono a strapparle il permesso
di andare in bagno. In realtà una sola ci va per ragioni fisiolo-
giche. Le altre due entrano in un unico bagno e si dividono fe-
lici lo stesso vizio. Una piacevole Merit alla faccia di tutti quel-
li che la indicano come la sigaretta che fa peggio di tutte.
"Tre metri sopra il cielo" отзывы
Отзывы читателей о книге "Tre metri sopra il cielo". Читайте комментарии и мнения людей о произведении.
Понравилась книга? Поделитесь впечатлениями - оставьте Ваш отзыв и расскажите о книге "Tre metri sopra il cielo" друзьям в соцсетях.