mente di una donna che insiste tanto per fare la doccia con te.
"Andiamo ad avvisare gli altri."
Babi e Chicco svoltano in una stradina.
"Piuttosto, tu perché non sei intervenuto quando quel de-
ficiente mi ha messo sotto la doccia?"
"Che ne sapevo io, in quel momento ero andato di là a chia-
mare la polizia."
"Ah, sei stato tu?"
"Sì, la situazione stava degenerando, tutti che si mena-
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vano... Hai visto ad Andrea' Mannelli che labbro gli hanno
fatto?" <r> !'~
"Sì, poveraccio." <P*'
"Poveraccio? Quello ci va a nozze, figurati. Chissà che rac-
conterà adesso. Da solo contro tutti, l'eroe della serata. Lo co-
nosco come le mie tasche. Eccola, è questa."
Si fermano davanti a una macchina. Le frecce lampeggia-
no mentre le sicure salgono insieme. È un tipo di allarme ab-
bastanza comune, a differenza della BMW: ultimo modello, nuo-
vissimo. Chicco le apre la portiera. Babi guarda gli interni per-
fetti, in legno scuro, i sedili in pelle.
"Ti piace?"
"Molto."
"L'ho presa per te. Sapevo che ti avrei riaccompagnato a
casa stasera."
"Sul serio?"
"Certo! In realtà era tutto studiato. Quel gruppo di defi-
cienti l'ho chiamato io. Pensa, tutto quel casino è stato fatto
perché io potessi rimanere solo con te."
"Be', allora la storia della doccia te la potevi risparmiare,
almeno anche i vestiti erano all'altezza della situazione."
Chicco ride e chiude la portiera di Babi; poi fa il giro, sale
in macchina e parte.
"Tutto sommato, mi sono divertito stasera. Se non fosse
stato per quelli, sarebbe stato il solito mortorio."
"Non credo che Roberta sia dello stesso avviso." Babi po-
sa educatamente ai suoi piedi la busta plastificata. "Le hanno
distrutto la casa!"
"Capirai, che sarà, qualche piccolo danno. Dovrà ripulire i
divani e mandare in tintoria le tende."
Un rumore forte e sordo, cupo, di ferro, rompe l'atmosfe-
ra di eleganza e di armonia all'interno della macchina.
"Che è successo?" Brandelli guarda nello specchietto late-
rale. Improvvisamente compare la faccia di Lucone. Si sbelli-
ca dalle risate. Dietro di lui, Hook monta in piedi sul sellino
della moto e da un altro violento calcio alla macchina.
"Sono quei pazzi! Presto accelera." Chicco scala e comin-
cia a correre. Le moto leggere prendono subito velocità e gli
stanno addosso. Babi preoccupata si gira a guardare dietro.
Sono tutti lì, Bunny, Pollo, il Siciliano, Hook, con le loro mo-
to potenti, e in mezzo c'è Step. Il giubbotto di pelle si gonfia
aprendosi e mostrando il suo petto nudo. Step le sorride. Ba-
bi torna a guardare avanti.
"Chicco, corri più veloce che puoi, ho paura!" 4 < a.
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Chicco non risponde e continua a guidare spingendo sul-
l'acceleratore, giù, per la discesa della Cassia, nel freddo della
notte. Ma le moto sono lì, ai fianchi della macchina, non si scol-
lano. Bunny accelera, Pollo stende la gamba e con un calcio
spacca il fanale posteriore. Il Siciliano da un calcio alla portie-
ra laterale sinistra, ammaccandogliela tutta. Le moto si piega-
no a tutta velocità, allontanandosi e avvicinandosi alla mac-
china, colpendola con forza. Rumori sordi e impietosi arriva-
no alle orecchie di Chicco.
"Cazzo, me la stanno distruggendo!"
"Chicco non ti azzardare a fermarti, che quelli distruggo-
no te."
"No, ma gli posso dire qualcosa." Preme il pulsante del fi-
nestrino elettrico, aprendolo per metà. "Sentite ragazzi" urla
mentre cerca di mantenere la calma e soprattutto la strada.
"Questa macchina è di mio padre e se..." Uno scaracchio lo
centra in piena faccia.
"Yahooo, preso, cento punti!" Pollo monta in piedi dietro
a Bunny, alzando le braccia al cielo in segno di vittoria.
Chicco, disperato, si asciuga con un panno di renna più co-
stoso e più vero dei guanti di Pollo. Babi guarda schifata quel-
lo sputo ostinato, che si stacca con difficoltà dalla sua faccia,
poi preme il pulsante richiudendo il finestrino prima che la
mira di Pollo centri qualcos'altro.
"Cerca di arrivare in centro che magari incontriamo la po-
lizia."
Chicco butta dietro il panno e continua a guidare. Arriva-
no altri rumori di carrozzeria abbozzata e fanalini rotti. Ognu-
no di questi, pensa, sono centinaia di euro di danni e lunghe
sgridate di mio padre. Allora, preso da una rabbia improvvisa,
Chicco comincia a ridere, come un pazzo, quasi in preda a una
crisi isterica.
"Vogliono la guerra? Bene, l'avranno! Li ammazzo tutti, li
schiaccio come topi!"
Da un colpo al volante, la macchina sbanda a destra, poi
di colpo a sinistra. Babi si attacca alla maniglia della portiera,
terrorizzata. Step e gli altri, vedendo la macchina che gli va
contro, allargano frenando e scalando contemporaneamente.
Chicco guarda nello specchietto retrovisore. Il gruppo è lì,
dietro di lui, sempre attaccato.
"Avete paura, eh? Bene! Beccatevi questo." Spinge di bot-
to il freno. Entra I'ABS. La macchina si ferma quasi. Quelli con
le moto laterali la schivano allargando. Schello, che sta pro-
prio in mezzo, cerca di frenare ma il suo Vespone con le ruo-
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te lisce si mette in derapata e sbandando finisce contro il pa-
raurti. Schello cade a terra. Chicco riparte sgommando a tut-
ta velocità. Le moto, che sono rinite davanti alla macchina, si
scansano per paura di essere investite. Gli altri si fermano a
soccorrere l'amico.
"Che figlio di puttana!" Schello si rialza, ha tutti i pantalo-
ni sdruciti all'altezza del ginocchio destro. "Guardate qui."
"Capirai, col volo che hai fatto ti è andata fin troppo bene.
Hai solo un ginocchio sbucciato."
"Che cazzo me ne frega del ginocchio, quello stronzo mi
ha rovinato i Levi's, me li sono comprati l'altroieri."
Tutti ridono, divertiti e sollevati, per l'amico, che non ha
perso la vita e nemmeno la voglia di scherzare.
"Yahooo, li ho fottuti, li ho fregati quei bastardi!"
Chicco sbatte felice le mani sul volante. Butta di nuovo uno
sguardo allo specchietto retrovisore. Solo una macchina lon-
tana. Si rassicura. Non c'è più nessuno. "Stronzi, stronzi!" sal-
ta sul sedile. "Ce l'ho fatta!"
Poi si ricorda di Babi al suo fianco. "Come stai?" Torna se-
rio guardandola preoccupato.
"Meglio, grazie." Babi si stacca dalla portiera risedendosi
normalmente. "Ora però vorrei andare a casa."
"Ti ci porto subito."
Si ferma un attimo allo stop, poi continua per Ponte Mil-
vio. Chicco la guarda di nuovo: i capelli bagnati le scendono
lungo le spalle, gli occhi azzurri guardano avanti ancora un po'
impauriti.
"Mi dispiace per quello che è successo. Ti sei spaventata?"
"Abbastanza."
"Vuoi bere qualcosa?"
"No, grazie."
"Io però mi devo fermare un attimo."
il "Come vuoi."
Chicco fa un'inversione. Accosta vicino alla fontanella pro-
prio davanti alla chiesa, si butta un po' d'acqua sulla faccia, le-
vandosi gli ultimi possibili rimasugli di enzimi della saliva di
Pollo. Poi si fa passare il vento fresco della notte sul volto an-
cora bagnato, rilassandosi. Quando riapre gli occhi, guarda in
faccia la realtà. La sua macchina, o meglio, la macchina di suo
padre.
"Porca puttana!" sussurra fra sé, e fìngendo indifferenza fa
il giro, controlla i danni, toglie pezzi di fanalini rotti ancora in
bilico. Le portiere sono tutte pieni di bozzi, le fiancate stru-
sciate. In alcuni punti è saltata la vernice metallizzata. Fa una
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specie di preventivo mentale. Sui mille euro. Se si fosse pre-
sentato a quella trasmissione dove bisogna indovinare il prez-
zo giusto non l'avrebbero preso neanche fra il pubblico. Fa un
sorriso a Babi piuttosto forzato.
"Be', c'è da rimetterla un po' a posto, ha qualche struscia-
tura."
Non fa in tempo a finire la frase. Una moto blu scura, che
con i fari spenti lo ha seguito fin lì, si ferma rombando a un
passo da lui. Chicco non riesce quasi a girarsi che viene spin-
to con violenza sul cofano abbozzandolo. Nel preventivo si ag-
giungono almeno altri cinquecento euro. Step gli si scaraven-
ta con tutto il peso addosso, sferrandogli cazzotti in faccia, vio-
lenti, cercando di centrare la bocca, riuscendoci.
Le labbra cominciano subito a sanguinargli.
"Aiuto! Aiuto!"
"Così la prossima volta impari a tenere la bocca chiusa, ver-
me, infame, pezzo di merda!" E giù cazzotti, uno dopo l'altro,
sbattendogli la testa sul cofano, facendo sempre più danni. Ora,
oltre al carrozziere, il padre dovrà pagare anche un dentista.
Babi scende dalla macchina e, presa dalla rabbia, comin-
cia a colpire Step con pugni e calci, dandogli in testa la busta
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