Step torna indietro, le prende le mani liberandole facil-
mente.
Babi decide di cambiare tattica. Cerca di fare la carina.
"Dai, va bene, va bene scusami. Adesso mettimi giù, per
favore." «*u..si.« ,.,w..j«,, .!<*£.>. . .......i» *" .*,,;, *. ... , , KJ.
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"Che vuoi dire per favore? Mi hai tirato la Coca-Cola in fac-
cia e ora mi dici per favore?" J * s
"E va bene, ho sbagliato a tirartela." <
"E lo so che hai sbagliato."
Step entra nella doccia, si abbassa finendo sotto la cipol-
la. "Ma ormai il danno è fatto. A questo punto mi devo fare per
forza la doccia, sennò poi dici che sono pure appiccicoso."
"Ma no, che c'entra." Un getto d'acqua la colpisce in pieno
viso, affogandole quasi le parole in bocca. "Cretino!" Babi si
agita cercando di sfuggire all'acqua, ma Step la tiene ferma fa-
cendola girare per bagnarla tutta. "Lasciami, deficiente, fam-
mi scendere."
"È troppo calda?" Step, senza aspettare risposta, gira il va-
riatore di temperatura che sta proprio davanti al suo viso. Lo
porta tutto sull'azzurro. L'acqua diventa subito fredda. Babi
urla.
"Ecco quello che ci vuole, una bella doccia gelata per cal-
marti un po'. Lo sai che fa benissimo fare delle docce gelate e
poi bollenti?" E riporta il termometro sul rosso. L'acqua co-
mincia a fumare. Babi urla ancora più forte.
"Ahi, brucia! Chiudila, chiudila!"
"Guarda che fa bene veramente, allarga i pori, facilita la
circolazione, al cervello arriva più sangue, così si ragiona me-
glio e uno capisce che bisogna comportarsi bene con la gen-
te... Essere carini e magari versare una Coca-Cola, non tirar-
gliela in faccia."
Schello entra in quel momento.
"Presto Step, andiamo. Uno ha chiamato la polizia."
"Che ne sai?"
"L'ho sentito. Lucone m'ha centrato con un uovo in fronte,
io ero andato di là a pulirmi e l'ho beccato al telefono. L'ho sen-
tito io con le mie orecchie."
Step chiude la doccia, poi posa Babi per terra. Schello in-
tanto apre dei cassettini intorno alla specchiera. Trova alcuni
anelli e delle catenine, tutta roba di poco conto, ma se la met-
te in tasca lo stesso. Babi, con i capelli sul viso, completamente
bagnati, sta appoggiata al muro della doccia cercando di ri-
prendersi. Step si toglie la maglietta. Prende un asciugamano
e comincia ad asciugarsi. Addominali perfetti compaiono tra
le pieghe del tessuto di spugna. La sua pelle, liscia e tirata, sci-
vola tesa lungo gli scalini dei suoi muscoli.
Step la guarda sorridendo,
i "Ti conviene asciugarti, sennò ti prendi un raffreddore."
Babi solleva con la mano i lunghi capelli bagnati che le co-
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prono il viso. Scopre i suoi occhi. Sono arrabbiati e decisi. Step
finge di averne paura.
"Ohi, ohi, come non detto." Continua a frizionarsi i capel-
li. Babi rimane seduta per terra. Il vestito bagnato è diventato
trasparente. Sotto il tessuto a fiori lillà si scorgono i pizzi di
un reggisene chiaro, forse intonato alle mutandine. Step se ne
accorge.
"Allora, lo vuoi o no un asciugamano?"
"Vaffanculo."
"Che parolone! Ma come, una brava bambina come te di-
ce queste cose? Ricordami che la prossima volta che facciamo
la doccia insieme ti devo lavare la bocca con il sapone. Chia-
ro? Ricordamelo, eh?"
Strizza la maglietta e legandosela in vita esce dal bagno.
Babi lo guarda allontanarsi. Sulla sua schiena ancora bagna-
ta, alcune goccioline d'acqua scivolano tra nervi e fasci di mu-
scoli scattanti e ben delineati. Babi prende uno shampoo che
trova lì per terra e glielo tira dietro. Sentendo il rumore, Step
si abbassa istintivamente.
"Ehi, ho capito perché sei così arrabbiata, ho dimenticato
di farti lo shampoo. Va bene, adesso torno, eh?"
"Vattene! Non ci provare..."
Babi chiude veloce la porta trasparente della doccia. Step
guarda le sue piccole mani attaccate al vetro.
"Tieni!" Le lancia lo shampoo da sopra, attraverso il vetro
aperto in alto della doccia.
"Mi sa che preferisci fartelo da sola... Come tante altre co-
se... del resto!" Poi con una risata sguaiata esce dal bagno.
Alla parola polizia, nel salotto c'è un fuggifuggi generale.
La rissa finisce subito. Lucone, il Siciliano e Hook, dal passa-
to più burrascoso, sono i primi a raggiungere la porta. Alcuni
invitati rimangono a terra sanguinanti. Roberta, in un angolo,
piange. Altri ragazzi vedono degli energumeni uscire con ad-
dosso i loro piumini, gli Henri Lloyd, qualche Fay e giacche
costose. Bunny, con uno strano rumore d'argenteria, si allon-
tana più pesante del solito. Corrono giù per le scale, veloci, fa-
cendo tremare la ringhiera dove si attaccano per aiutarsi in
curva. Rovesciano i vasi costosi degli eleganti pianerottoli.
Sfondano le buche delle lettere con dei cazzotti precisi, dritti
per dritti, urlando e, dopo aver rubato qualche sella di moto-
rino, si dileguano nella notte.
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"Big." Raffaella posa decisa le carte sul panno verde, guar-
dando soddisfatta la sua avversaria. Una donna dagli occhiali
spessi almeno quanto la sua lentezza.
"Mettile giù, mia cara..."
Quasi le cadono dalle mani. Raffaella se ne impadronisce
velocemente.
"Questa l'attacchi qui, questa così e quest'ultima qua. Que-
ste le paghi tutte."
Fa un conto mentale veloce, poi segna il risultato parziale
su un foglio. Si alza e si mette dietro le spalle di Claudio im-
padronendosi anche del suo gioco, e dopo qualche scarto si-
curo lo convince a battere. Pure il loro compagno fa gin. Raf-
faella segna felice i punti. Se non fosse per l'under che si è fat-
to fare Claudio, li avrebbero blizzati anche in seconda. Pren-
de le carte e comincia a mischiarle, veloce. La donna dagli oc-
chiali spessi gira la vela. Anche in quello non è da meno. E len-
tissima. Raffaella non sopporterebbe di perdere, non tanto per
il punteggio, è abbastanza avanti, quanto perché le carte toc-
cherebbero a lei. Nei tavoli vicini, una linea perdente ormai da
troppo decide di cambiarsi dando la colpa così di tutte quelle
cocotte negative alla sfortuna. Qualcun altro rimette il porta-
cenere appena svuotato dalla padrona di casa dov'era prima,
alla sua destra. Un avvocato si versa un whisky, esattamente fi-
no alla fine dei disegni sul vetro. La misura giusta per vincere
rimanendo più o meno sobri. Alcune coppie all'apparenza più
innamorate di altre si scambiano un saluto affettuoso prima
di riprendere le carte in mano. In realtà, è più una specie di ri-
tuale magico che un disinteressato volersi bene. Qualche cop-
pia se ne va, giustificandosi con un'alzataccia dell'indomani
mattina o con i figli che non sono ancora rientrati. In realtà, o
lui è stato poco bene ultimamente, o lei si è annoiata quella se-
ra. Fra queste ci sono anche Marina e Filippo. Salutano tutti,
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ringraziando la padrona di casa, mentendo sulla splendida se-
rata. Marina bacia Raffaella poi, con un sorriso più lungo del
solito, ricorda la loro segreta promessa circa le fìglie.
Dal portone 1130 della Cassia esce un gruppo di invitati.
Commentano l'accaduto. Un ragazzo sembra avere più cose da
dire di tutti. Sicuramente ha ragione, a giudicare dal suo lab-
bro gonfio. Dopo diverse, stupide, inutili domande, la polizia
è andata via da casa di Roberta. L'unica che sapeva qualcosa,
una certa Francesca, vedendo che la festa stava degenerando
si è allontanata in fretta, portando via con sé la sua borsa svuo-
tata e i nomi dei colpevoli.
Nel caos generale, Palombi e Daniela, insieme ad altri in-
vitati, sono fuggiti. Babi, completamente bagnata, ha perso sua
sorella. In compenso Roberta le ha trovato un paio di panta-
loncini che le vanno benissimo e la felpa di suo fratello più
grande nella quale ci sta quasi due volte.
"Dovresti andare più spesso vestita alle feste così, sei affa-
scinante."
"Chicco, ancora hai voglia di scherzare?" I due escono dal
portone. "Mi sono persa mia sorella e ho rovinato il vestito di
Valentino."
Mostra un'elegante busta di plastica con sopra un nome di-
verso da quello del vestito bagnato ma ugualmente famoso.
"E come se non bastasse, se mia madre mi becca che tor-
no a casa con i capelli bagnati, sono guai." Le maniche della
felpa le coprono le piccole mani. Babi se le rimbocca, tiran-
dosele su fino al gomito. Dopo appena un passo tornano giù
dispettose.
"Eccolo, è lui." Da dietro i cassonetti della spazzatura Schei-
Io indica deciso Chicco Brandelli. Step lo guarda.
"Sei sicuro?"
"Sicurissimo. L'ho sentito con le mie orecchie."
Step riconosce la ragazza che sta con quell'infame, anche
se il suo travestimento è perfetto. Non ci si dimentica facil-
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