Alex se ne accorge. "Niki, che c'è? Posso fare qualcosa per te? Ti prego, dimmelo, vorrei tanto aiutarti, mi sento colpevole per come stai, per quello che stai provando… È come se fosse tutta colpa mia… E come se io con i miei vent'anni di differenza ti avessi costretto a bruciare i tuoi, come se tu ti fossi all'improvviso ritrovata a fare un balzo in avanti, a saltare di botto tutto quello che invece devi giustamente vivere…"

Allora Niki fa un sospiro. Vorrebbe tanto dire ad Alex tutto quello che prova, che non è colpa sua o almeno non solo, che lei è una sciocca, una ragazzina, una insensibile, che non ha saputo starsene per conto suo e riflettere e aspettare e decidere prima di fare

qualsiasi passo. E ora è solo confusa e stanca. E Alex la vede di nuovo con quello sguardo un po'"triste, lontano, come offuscato. Tutto quello che Niki non era. E allora soffrendo per quel sorriso che non trova più, cerca di distrarla.

"Ma non mi hai detto niente… Ti avevo mandato un dvd, dentro c'era un video che avevo fatto per te… E con te… Lo hai visto?"

E Niki si ricorda di quel bellissimo filmato e soprattutto di quando l'ha visto. La sera che ha baciato Guido. Alex continua a parlare. "Sai, ho voluto mettere She's the One perché è un po'"la nostra canzone… Quando abbiamo sbattuto…" Ma quando la guarda cercando i suoi occhi, si accorge che lei sta piangendo. In silenzio, lentamente, le scendono le lacrime, una dopo l'altra, senza fermarsi. E Alex non capisce, non sa che dire, è completamente spiazzato.

"Amore… che succede… è per il filmato? Non dovevo mandarlo… Ma io lo avevo già spedito prima di ricevere la tua lettera, non l'ho fatto per riconquistarti, buttalo se non ti piace, non è così importante…" E Alex le si avvicina, prova ad abbracciarla, vorrebbe stringerla, amarla, farla sorridere, farla sentire felice, di nuovo, come sempre, più di sempre, lei, la sua Niki.

Ma lei si scosta, lo allontana. "No, Alex…" Continua a piangere. E poi solo quelle parole. "Perdonami. Non dovevo cercarti."

E se ne va via correndo, scappa nel prato, lì dove si erano tanto amati, dove si erano abbracciati, rotolando tra i fiori in una giornata di sole, riempiendosi di baci in un pomeriggio primaverile. E invece scappa via, senza dire altro, senza voltarsi indietro. E come accadono a volte le cose, così, senza un vero perché, ad Alex viene in mente una canzone di Battisti. Senza una ragione, senza capo né coda, come gli sembra la sua vita. Come erano quelle parole? "Un sorriso e ho visto la mia fine sul tuo viso, il nostro amor dissolversi nel vento… Ricordo. Sono morto in un momento." Alex guarda ancora in quella direzione. Non c'è più Niki. Non c'è più niente. Non è possibile. Gli sembra un incubo, una dimensione assurda, un mondo parallelo. E vede gente che corre, ragazzi che ridono, persone che parlano, innamorati che si baciano, quelle due ragazze che passano di nuovo correndo ora più stanche e lo guardano come prima, sorridendo. Non è possibile. Quando per te qualcosa finisce per gli altri tutto continua. Non è possibile. Perché? Fermatevi anche voi, vi prego… E comincia a camminare. E gli tornano in mente altre parole di quella canzone. "Un angelo caduto in volo, questo tu ora sei in tutti i sogni miei…" Questo sei

per me ora, Niki? Un angelo caduto in volo? E ancora altre parole. "Come ti vorrei… Come ti vorrei…" E ancora altre. "All'improvviso mi hai chiesto lui chi è… Un sorriso e ho visto la mia fine sul tuo viso, il nostro amor dissolversi nel vento…" Ecco di cosa parlava quella canzone. Ora tutto è più chiaro. Di un tradimento.


Centotrentacinque


Una settimana dopo.

Tardo pomeriggio. Olly apre la porta e lancia la sua cartella di lavoro sul divano. Poi si toglie le scarpe e va scalza in cucina. Apre il frigo, prende la bottiglia di Coca Cola, la stappa e ne beve un po'. Poi la rimette a posto. Si guarda intorno. Sì, oggi può andare, non è molto disastrosa, la casa. Solo qualche giubbotto tirato qua e là, le pantofole infilate sotto il tavolo e qualche custodia di cd aperta. Poi guarda l'orologio alla parete. Tra poco arrivano. Chissà che avrà da raccontarci di bello…

E dopo alcuni minuti ecco che suonano al citofono. Sono qui. Olly corre ad aprire. E le vede tutte e tre accanto.

"Ciao! Ci siamo trovate giù! Guarda, Diletta, ha portato tante cose buone da mangiare!" dice Erica.

Diletta sorride mostrando una busta del supermercato. "Sì, stavolta offro io, ho comprato un sacco di schifezze buonissime!" ed entrano.

Si sistemano sul grande divano. Diletta inizia a togliere dalla busta le bottiglie di Coca Cola e i succhi di frutta, un po'"di snack di riso e cioccolata, noccioline, pistacchi…

"Oh, ma come, nemmeno un po'"di vino?"

"Erica! Ma che dici? È pomeriggio!" risponde Niki.

"Va bè, ma io dicevo tipo aperitivo!"

"Eh, l'aperitivo ce lo facciamo con i succhi di frutta!" dice Diletta finendo di sistemare le cose sul tavolo. "Sono più salutari!"

Niki ride. "Bè, insomma, non è che le cose che hai comprato fanno proprio bene, eh… ma che, ti sei data alle merendine? Per questo sei ingrassata, eh?"

"Ogni tanto mi tolgo qualche sfizio, è vero, e poi per ora ho smesso di correre…"

Olly la guarda. "Allora, che dovevi dirci di tanto importante? C'hai convocate con un sms troppo strano… "Vi annuncio una piccola onda…" e che vuol dire?"

"Sì, anch'io non ho mica capito" fa Erica sgranocchiando un

po' di noccioline.

Diletta sorride. E le guarda, una dopo l'altra. Le mie amiche.

Da sempre insieme. Divertenti. Bellissime. Così diverse, così unite.

E ora lì per lei, sempre pronte a rispondere, a esserci. Poi guarda

Niki. E pensa a quando si era allontanata con le sue difficoltà. Ma oggi è presente. E sta per ascoltare quella notizia…

"Care le mie Onde… che farete tra circa sei mesi?"

Le Onde si guardano l'un l'altra senza capire. "Non lo so" fa Erica, "magari me ne starò con un ragazzo fichissimo!"

"E io magari starò facendo un bel lavoro con l'agenzia!" dice Olly.

"Io non lo so proprio…" dice Niki rattristandosi.

Olly le stringe la mano.

"Bè, io lo so…"

Tutte si voltano a guardare Diletta.

"Sì, lo so… sarete all'ospedale!"

Olly di colpo fa le corna con la mano sinistra, Erica strabuzza gli occhi e Niki fa la faccia strana. "Oh, ma che, porti sfiga?"

"Sarete all'ospedale e cercherete la mia stanza…"

Le ragazze si guardano ancora più stupite.

"Diletta, ci spaventi… che succede?" Niki è davvero preoccupata.

Diletta sorride scuotendo la testa. "Sì, cercherete la mia stanza nel reparto ostetricia…"

Niki guarda Olly. Erica inghiottisce troppo velocemente un pistacchio e comincia a tossire. Niki si mette la mano sulla bocca. "No… ma…"

Olly salta di colpo sul divano. "Ma… ma… mica vuoi dire che…"

Diletta le guarda tutte e poi sorride. Si sfiora la pancia con una mano. "Ve l'ho scritto, no? È in arrivo una piccola Onda…"

Olly, Erica e Niki si guardano. E poi scoppiano a urlare e abbracciano Diletta, la stringono, la baciano e cominciano a piangere.

"Piano, piano! Sennò come faccio a farvela la piccola Onda?!"

E poi mille domande e ancora grida e risate e sorrisi. Diletta racconta dei suoi dubbi, del pensiero di abortire, delle incertezze di Filippo. E poi invece la scelta, il coraggio di andare avanti, la voglia di Filippo e sua di avere il bambino. E le Onde le fanno ancora domande, le chiedono come sta, come si sente, se è felice.

"Oh, ma poi mi toccherà chiamarti mamma! Mamma Dile!" fa Erica.

"Sì, così poi vengo da te a chiedere consiglio quando mi stressa la mia di mamma!" scherza Olly.

"Sei coraggiosa…" le dice Niki.

"Sai Niki… basta volerle le cose…"

E le sorride. Niki rimane colpita da quelle parole. Semplici, vere, capaci di farla riflettere. E per un attimo se le ripete in silenzio, una, due, tre volte. Basta volerle le cose. È proprio vero. La vita dipende da noi. Come la felicità. Quello che ci faceva paura può diventare ragione di forza e bellezza. E rimane così, a pensare, mentre Erica e Olly parlano con Diletta e si commuovono ancora per quella stupenda novità che cambierà la vita della loro amica. E un po'"anche la loro.


Centotrentasei


"Ehi, ma che fine hai fatto?" Niki è sorpresa. Non si aspettava di incontrarlo. Non ora almeno. Guido. "Non ti ho visto per un sacco di giorni a lezione…" Guido sorride. Cerca comunque di non essere troppo invadente. "Tutto a posto?"

Niki alla fine pensa dentro di sé. Ma sì, lui che c'entra, in fondo mica è colpa sua, no?

"Sì sì, tutto a posto. È che certe cose non sono mai facili."

"Già, è vero. Quasi sempre sono le più difficili."

Quel detto non detto, che lascia spazio a tutta l'immaginazione. Rimangono così un po'"in silenzio, ciascuno rincorrendo i suoi pensieri. Niki. Che poi chissà cosa ha capito. È difficile comunque cercare di interpretare il proprio cuore, dove sta andando, dove ti porterà… Quanto ti farai male. Guido rimane a fissarla. Chissà che decisioni ha preso. Mi sembra così spaesata in questo periodo. Va bè, che poi l'ho rivista solo due volte e in mezzo a così tanta gente… Non abbiamo neanche potuto parlare più di tanto. Io ci provo.

"Ti va di venire a studiare un po'"da me?"

Niki rimane a guardarlo perplessa, poi alza il sopracciglio. "A studiare sul serio, però! Io sono tremendamente indietro sul programma."

Guido sorride e incrocia i due indici sulla bocca. "Giuro!" E così, poco dopo sono a casa sua.

"Vieni.:. I miei sono già partiti, beati…" sorride. "Se la prendono comoda loro. Abbiamo la casa al mare a Pantelleria e vanno mesi prima dell'estate fingendo di doverla sistemare… A me fa comodo. Tanto mi lasciano Giovanna, la signorina che pulisce casa e mi fa la spesa e da mangiare ogni giorno. Cosa posso chiedere di più? Libertà… E comodità."