"Birre prese insieme?"

"No, lei beve Coca Cola e io a volte rum."

"Male! Birra insieme dà leggerezza e senso di libertà e poi fa molto spot. Tatuaggi? Piercing? Ipotesi di cose strane? A sesso come andiamo?"

Alex lo ferma bruscamente. "Senti, Pietro, ha solo paura all'idea di sposarsi."

"Ah sì? Io in questa lettera vedo anche l'ipotesi di un altro."

"Cosa? E dove? Come? Perché?"

"Non lo so. Lo sento. Io non credo a questa paura improvvisa, purtroppo la vita è fatta così e quasi sempre dietro una lettera come questa…" Pietro la scuote per aria. "Quasi sempre c'è l'incapacità di raccontare veramente come stanno le cose."

Alex si alza e va a versarsi da bere. Enrico e Flavio guardano male Pietro, lui fa segno con la mano portandola chiusa verso il mento, come a dire: che volete da me? Proprio in quel momento torna Alex con un bicchiere pieno di Red Bull.

"Bravo, questa ti tiene su! Adesso potresti avere un crollo psicologico."

Alex ne beve un sorso, poi torna a guardarlo tranquillo. "Sai, Pietro, tu parli così perché nella tua vita hai sempre tradito."

"Ho tradito per non essere tradito. Mi era già successo da ragazzino. A diciotto anni ero innamoratissimo di una… che invece era una stronza e andava con gli altri. Quando l'ho scoperto mi sono detto non accadrà mai più, arriverò io prima di loro. Tradirò prima che loro tradiscano me."

Alex beve un altro sorso. "Male, perché vuol dire che così tu l'hai fatta vincere due volte. La prima quando è successo che tu hai tradito e la seconda perché non credi più nell'amore. Io invece ci voglio credere."

"E se avesse un altro, come ci rimarresti?"

Alex ci pensa su un attimo. Tutti gli altri si guardano preoccupati. Poi Alex, sereno, attacca a parlare. "Potrebbe avercelo e non trovare il coraggio di dirmelo… ma perché non dovrebbe? Cosa ci sarebbe di male? L'amore è bello perché ci si innamora e succede senza una ragione precisa, senza una volontà e senza un tempo prestabilito. Tu già sapevi quando ti saresti innamorato di Susanna?"

"No!"

"E tu di Camilla?"

"Neanche."

"E tu di Cristina?"

"Sono sempre stato innamorato di Cristina, anzi non me la nominare perché sto malissimo!"

"Va bè, allora tu non fai testo. Comunque, tornando a Niki, potrebbe darsi che lei si è innamorata di un altro, ma potrebbe anche essere semplicemente che ha avuto paura del matrimonio. Sono tutte e due al cinquanta per cento e io, forse perché voglio credere nella mia favola, scelgo la seconda." E si siede sul divano, ora più sereno, continua a sorseggiare la sua Red Bull e li guarda tutti e tre. Poi cambia completamente espressione. "Anche perché se c'ha un altro io m'ammazzo."

"Ah, ecco! Mi sembrava assurdo questo atteggiamento!" Pietro sorride. "La favola, la favola… Poi, come ti tolgono la favola, ecco i disastri."

Alex gli si avvicina. "Senti, siccome quella casa senza Niki mi sembra veramente terribile… posso restare anch'io qui con voi?"

Flavio lo abbraccia. "Ma certo! Ma che domande fai! Mi casa es tu casa."

Pietro gli batte sulla spalla. "Allora, a parte che questa è mi casa… Poi sono io che decido chi resta e chi no…" E fa una lunga pausa in cui sia Alex che Flavio sembrano pendere dalle sue labbra. Anche Enrico segue la vicenda con il massimo interesse. Poi Pietro sorride e abbraccia Alex. "Ma certo! Ma che domande fai! Questa es tu casa! Anche perché con tutte le volte che mi hai ospitato tu, con le russe e tutti i miei casini, sono felice finalmente di potermi sdebitare un po'. Vieni che ti faccio vedere la camera…" Pietro lo prende sottobraccio e lo accompagna in fondo al corridoio. "La migliore! Ad Alex do la migliore… Perché se la merita!" E scompaiono così uscendo dal salotto.

Enrico e Flavio rimangono seduti sul divano.

Flavio è visibilmente dispiaciuto. "Cazzo, non ci voleva proprio. Alex era così felice, stava andando tutto per il meglio… Almeno per lui."

Enrico annuisce. "Già, almeno uno che potesse vivere la favola, come dice lui, nel nostro gruppo ci voleva proprio! Ora siamo come tanti…"

"Cioè?"

"Ci si lascia, ci si separa, oppure si sta insieme per abitudine, per comodità, per interesse, mai veramente per amore. Cazzo! Ci puntavo su Alex e Niki, erano la mia scommessa vincente, il supe- renalotto dell'amore, il sei stupefacente."

Flavio allarga le braccia. "Però non è detta l'ultima parola,

scusa, potrebbero tornare insieme e sposarsi e vivere alla grande la loro favola… Dopo il faro, il grattacielo…"

"Sì, la luna!" rientra Pietro. "Voi vivete tutti sulla luna, siete alieni!"

"Cioè?"

"Cioè quella ha vent'anni ed è normale che c'abbia l'ormone a mille! Dopo aver provato la cosa strana con uno più grande di lei ritorna, come è giusto che sia, a vivere una bella storia di sesso con un suo coetaneo… Ma dai, ragazzi, non prendiamoci in giro, si vede lontano anni luce che questa c'ha un altro."

Proprio in quel momento Flavio ed Enrico gli fanno segno di girarsi. Alex è dietro di lui con la bocca aperta spalancata, le braccia cadute lungo i fianchi. "Ero venuto per un po'"d'acqua, ma a questo punto credo sia meglio un whisky."

"Sì." Pietro annuisce. "Anche per me, doppio. Scusa, Alex, ma è meglio essere un po'"pessimisti che ingenui. Io ne sono convinto e a questo punto credo convenga che tu questa situazione o la affronti di petto o la dimentichi del tutto e per sempre."

Alex sbatte il suo bicchiere con il whisky contro quello di Pietro. "È meglio la prima soluzione. Per la seconda, dimenticarla, non basterebbe comunque una vita. Io Niki non la dimenticherò mai."


Centodiciannove


Olly è la prima a prendere in mano la situazione. "Lo sapevo, lo sapevo, Alex era troppo perfetto. Simpatico, divertente, bello, sempre attento, fichissimo anche con noi, il faro, poi la sorpresa a New York… Lo sapevo che c'era qualcosa sotto… Ha un'altra. No aspetta, peggio… Qualcosa che tu non puoi contrastare… È gay!"

"No…"

"Ho capito! Era già sposato e non te lo ha detto!"

"No…"

"Cioè… Non ha mai divorziato…"

"Olly… Se mi fai finire te lo dico."

"Sì, hai ragione, scusa."

E le tre amiche, le tre Onde rimangono lì di fronte a lei, leggermente protese in avanti, curiose come non mai.

Niki sorride. "Ecco, allora… Sono stata io." E le amiche sono ancora più sbalordite. "Ho paura, non lo so cosa mi è successo, a un certo punto ero come impazzita, non ne potevo più, mi sembrava una sensazione incredibile… come vedere una clessidra rotta… Ecco, io la giravo ma era bucata, la sabbia scorreva tutta e finiva, scendeva da un buco…" Olly, Diletta ed Erica la ascoltano in silenzio. Niki continua. "E non capivo più niente, avevo attacchi improvvisi di panico, il tempo che scorre, che passa, che vola via, che si brucia, il mio tempo…" E comincia a piangere. "Non lo so cosa mi ha preso. Eppure mi importava così tanto di Alex. Non ci capisco più niente. Sono disperata. Piango per quell'amore bellissimo che provavo… E che non provo più."

Olly per prima le si siede vicino, l'abbraccia. "Ma dai, Niki, non fare così, mi fai stare malissimo, fai piangere anche me."

"Sì…" subito anche Diletta ed Erica si mettono sedute vicino a lei dall'altra parte. "Sì, anche a noi. Ci fai piangere un casino… Guarda…" Diletta le indica i suoi occhi. "Non riesco a fermarle, uffa! Vorrei essere grande e starti vicino e consolarti ed essere una roccia per te… E invece… Piango più di te!"

E scoppiano a ridere e Niki tira su con il naso e anche Diletta. E si abbracciano e si stringono forte. E improvvisamente Niki si trova di nuovo con le sue tre amiche, come se tutto quel tempo passato senza di loro fosse scomparso. E quell'abbraccio cancella le colpe, riduce le distanze, mette la voglia di riprendere il filo e ricominciare come prima, più unite di prima. Ci sarà modo poi di parlare, di chiedere scusa, di chiarirsi gustando quel buon karkadè. Ma quell'abbraccio conta più di ogni parola.

Erica appoggia sul tavolo la tazza ormai vuota. Ha le labbra un po'"sporche di rosso. Olly glielo fa notare dandole un fazzolettino. "Tieni, il karkadè ti ha macchiata."

Erica lo prende e si pulisce. Poi sorride. "Mi sporco sempre!"

"Sei un disastro!" le dice Niki. "E questa cosa mi mancava…"

"Dillo a me… eri scomparsa… sempre appiccicata a Genoveffa e Anastasia!"

Niki ride. "Ma non si chiamano così!"

"Fa lo stesso!"

"Allora io sarei Cenerentola secondo te… in effetti hai un po'"ragione… solo che il principe l'ho perso invece che trovarlo…" Niki si rattrista.

Diletta allunga la mano, cerca la sua e gliela stringe. Anche Olly. Erica si alza e fa il giro del tavolo. Le va dietro e l'abbraccia forte. "Ascoltami bene e ricordati la favola… Cenerentola mica aveva delle amiche come noi!"

Niki si commuove. Tutte la stringono. "Vero… non aveva le Onde… sono fortunata. E vi voglio bene… mi avete sopportata quando mi facevo rabbia da sola…"

Olly cerca di diventare razionale e pratica. "Va bene! Ora basta, forza ragazze, eh… Mica siamo alle medie. Noi dobbiamo essere tranquille, forti, donne, potremmo già essere delle madri…"

Diletta la guarda e sorride senza farsene accorgere. Poi pensa tra sé: eh, a chi lo dici. Olly continua. "Guarda, Niki, che la cosa è facile… Vuol semplicemente dire che non era il momento, mica è un problema! Vuol dire che era troppo presto… Magari va semplicemente rimandato… no? Mica hai fatto qualcosa di male… Tu non hai colpa."

Ma il silenzio di Niki è più eloquente di mille parole. Olly, Diletta ed Erica la guardano. "Niki?"