Margherita, Claudia e Simona si guardano tirando un sospiro di sollievo. Simona si asciuga le lacrime con il fazzoletto che le passa Margherita. "Era così bella con quello!" Claudia le sorride. "Oh, non si preoccupi. Gisella ha mille risorse. Prima o poi troverà quello che va bene anche per lei."
Margherita interviene. "Una come Niki è talmente carina che
per noi va bene qualunque vestito si metta."
Simona è lusingata. "Sì… Grazie." Claudia si versa del tè. "È la verità. Ne vuole, signora?" "Sì, grazie…" Claudia ne versa un po'"nell'altra tazza. "Il guaio è che si deve piacere lei e a volte se non ti trovi bene con te stesso, cioè nella scelta che fai, nella serata che affronti o alla festa dove vai o dove sei attesa, ti senti oppressa da troppe aspettative… Allora pensi che niente faccia al tuo caso e non ti piaci con nessun vestito!"
Margherita alza le spalle ridendo. "Mi ricordo quando mi preparavo per il mio matrimonio… Ero talmente isterica che piangevo ogni due minuti."
Claudia scuote la testa. "Io ogni sera dicevo ai miei che ci avevo ripensato! Li ho stressati in un modo… Li ho mandati ai matti! Pensa che quando alla fine mi sono sposata sono partiti loro in viaggio… ma non di nozze, antistress!"
"Oh no…" Simona le sorprende. "Anche io per il mio matrimonio ero agitatissima! Mi sembrava di impazzire! La notte passeggiavo sul mio terrazzo e non riuscivo a prendere sonno e poi tutti quelli che incontravo, dal giorno che mio marito mi aveva chiesto di sposarlo a quando effettivamente ci siamo sposati, per me erano tutti potenziali fidanzati, uomini, amanti, mariti, complici… Insomma, ognuno era l'occasione giusta per scappare. Mi
facevo certi film… Dei quali naturalmente poi non ho mai detto nulla a mio marito!"
Proprio in quel momento Niki ritorna tra loro. "Mamma, scusa, puoi venire un attimo?"
"Tua madre è troppo simpatica, Niki!"
"Sì, lo so!"
"Vuoi anche tu un po'"di tè?"
"No, grazie…"
Simona si avvicina a Niki che si sposta di lato per non farsi sentire. "Ma mamma, scusa!"
"Che c'è?"
"Tu dovresti appoggiarmi e invece ti schieri con loro!"
"Ma no, che c'entra… quel vestito ti andava bene secondo me. Era molto bello, ma se a te non piace…"
"No, non mi piace."
"Allora non piace neanche a me! Anzi… sai cosa ti dico? Ora che ci penso bene era proprio brutto!"
Niki alla fine ride e poi si mette a piangere e poi di nuovo ride. "Mamma, sono così stanca…"
Simona la abbraccia. "Amore, vieni qui." E la porta ancora più lontano, dietro un separé, e prontamente le asciuga le lacrime con il pollice. "È solo fatica nervosa, Niki, lasciati andare, vedrai che andrà tutto benissimo… Sarà una festa stupenda come tutte quelle che hai fatto, anzi no, bella come quella dei diciotto anni… Solo che festeggerete in due!"
Niki si riprende un po', fa dei respiri lunghi. La mamma le accarezza i capelli. "È che ti stai facendo carico di troppe cose, prendile con più leggerezza… Devi fare tutto, la scelta del vestito, del luogo, delle bomboniere, però divertendoti, senza pensarci."
Già. Niki si morde il labbro. Con più leggerezza. Ma come faccio? Mi sembra tutto così tremendamente pesante. Ma è come se Simona avesse bisogno di una qualche risposta. "Ok, mamma, ci proverò."
"Bene…" Simona prende sottobraccio Niki e la riporta nel gruppo. "Ok, per oggi direi basta…"
Margherita e Claudia rimangono sorprese e si guardano preoccupate. "Ma veramente…"
"Sì, insomma, c'era rimasta solo la prova trucco…"
Simona sorride alle due sorelle. "Sì, lo so, ma è un po'"stanca."
"No, mamma, non ti preoccupare. Se è solo per quello…" Niki le sorride. "Ce la posso fare."
Simona le si avvicina. "Sicura? Guarda che possiamo tranquillamente rimandare."
"No no, farò come dici tu…"
"Cioè?"
"Con leggerezza." E così mentre Samanta Plessi, la truccatrice, prova le varie sfumature, Mirta, la sua assistente fotografa, fa una serie di scatti. Subito dopo Chiara, la parrucchiera, studia diverse acconciature. Caterina, la sua assistente, scatta altre foto con la sua camera compatta. Capelli su, capelli giù, con boccoli, senza, solo davanti, la frangetta, piccoli fiori tra i capelli, capelli a treccia che girano intorno alla fronte, mille strane combinazioni, il colore sugli occhi che passa dal celeste al blu, dal verde al marrone, con le tonalità e le sfumature più diverse, con un po'"di porporina e di brillantini, con il fondo nero o bianco. E ancora altre pettinature e foto, e altre acconciature e altre foto, e prove vestiti e bouquet e scarpe, e questa chiesa sì e questa no, e queste piante no e queste sì, e il catering così e le bomboniere sì e i confetti così no e la lista regali e la lista invitati, e la scelta dei biglietti, e il viaggio di nozze i i fiori all'altare e i fiori all'uscita e il fotografo e il filmetto… e alla line, dopo una settimana del genere, Niki si trova stravolta sul letto.
"Pronto, Alex, ma dove sei finito?"
"Ma quando?"
"In questi ultimi giorni! Sono stata fissa con le tue sorelle, a volte con mia madre, una volta perfino con la tua… E se non avessi la tua foto sul mio telefonino non mi ricorderei più neanche come sei fatto!"
"Grazie…"
"Prego! Forse non lo sai ma qualche tempo fa uno che ti assomigliava ha preso un elicottero, si è inventato delle cose assurde e quando un grattacielo si è illuminato mi ha chiesto di sposarlo!"
"Sì, è, ero… Sono io! Porca miseria…"
"Che cosa?"
"Ma lo sai che me l'ero dimenticato? E tu cosa mi hai risposto?"
"Di sì! Cretino!"
Alex si mette a ridere. "Amore, sono le diciannove, ti passo a prendere tra un'ora, ok? Prima Hammam Acquamadre, bellissimo, a via Sant'Ambrogio, e poi una bella cena leggera, prendo del giapponese e lo porto a casa con un fantastico Cerable freddo e musiche di Nick the Nightfly su Radio Montecarlo, con massaggino speciale. Che te ne pare? Posso rimediare allo stress che hai sopportato in questi giorni e alla mia completa assenza?"
"Bè, per fortuna che almeno lo ammetti…" Poi Niki ripensa a quello che ha provato durante i momenti più difficili della settimana e che gli vorrebbe raccontare. Ma le sembra completamente fuori luogo farlo adesso, per telefono. Ne parleranno più tardi.
"Ok, Alex. Ti aspetto. Tra un'ora, però non tardare… sul serio. Ne ho bisogno."
"Finisco qui in ufficio e arrivo. Va bene? Alle otto precise sotto casa tua. Ho il costume in macchina."
"Ok. A più tardi…" E dopo aver chiuso, Niki rimane per un po'"sul letto, fissando il soffitto e pensando a tutto quello che è successo in appena due mesi, a come la loro storia sia cambiata. Accende la radio, la mette su una stazione senza pubblicità, senza parole, vuole solo sentire della musica e rilassarsi.
Chiude gli occhi e torna laggiù, all'incidente in motorino. Sorride ricordando quel giorno… Avevano pure litigato per strada, in mezzo alla gente, dopo che lei risvegliandosi dalla botta aveva detto tra sé: "Un angelo…", vedendolo così, da terra, dopo l'incidente, ritrovandolo quasi avvolto dal sole, dal cielo, da nuvole leggere che in qualche modo lo "santificavano". E poi il passaggio a scuola e poi le prime telefonate e poi quella sera a casa sua, sul terrazzo dei gelsomini. La prima volta che avevano fatto l'amore, senza fretta, nell'aria di quella notte magica. E piano piano ripercorre ogni momento passato con Alex, le risate, la fuga a Fregene da Mastino, la gita in montagna, la volta che hanno seguito quella canzone di Battisti… come si chiamava? Ah sì. Perché no. E hanno cercato di fare tutto quello che diceva e ci sono riusciti, finire in montagna e tornare la sera stessa, sempre senza dire nulla ai suoi genitori. "Scusi lei mi ama o no? Non lo so però ci sto." E poi la fuga a Parigi, bellissima quella sorpresa… E quella notte aveva capito che Alex era l'uomo della sua vita… E poi il dolore del ritorno di Elena. Quella solitudine, quella rabbia, quell'impotenza di fronte alla fine della loro storia, e d'improvviso la rinascita, quella bellissima fuga all'Isola Blu, l'isola degli innamorati, quella lettera che aveva trovato al ritorno delle vacanze, e lei era partita, non appena aveva preso la patente di guida lo aveva raggiunto. E quei giorni vissuti su quell'isola erano stati una storia ancora diversa, come se avesse trovato un altro Alex, più sereno, più tranquillo, senza età, senza appuntamenti, senza fretta, un uomo tutto per lei. Tra le sue braccia all'alba, al tramonto, fuori dal tempo,
persi nell'amore. Ma quello era un sogno. Poi ci siamo svegliati. Siamo tornati nella realtà di ogni giorno. Due case, l'università, amici di età diversa, discussioni e riappacificazioni. Anche se ha continuato a farmi sognare. E Niki ricorda la loro ultima fuga, New York, la limousine, lui che l'aspettava all'aeroporto, i giorni passati a fare shopping nella Grande Mela. Poi quella gita in elicottero e la sorpresa di quel grattacielo illuminato di notte. Scusa ma ti voglio sposare. La felicità di quel momento, la confusione di quella gioia travolgente, il panico di quella notte, quella paura improvvisa che ti attanaglia, perdere il controllo della propria vita, trovarsi in una dimensione imprevista, troppo presto. Tutto troppo presto. E in un attimo rivede il susseguirsi dei giorni al loro ritorno, delle settimane, degli incontri, delle famiglie, delle decisioni da prendere, del doloroso allontanarsi dalle sue amiche, dalla sua vita, dall'università, dal poter perdere tempo… Senza fretta, come diceva sempre Battisti. "Tanti giorni in tasca, tutti lì da spendere!" E per non farsi riprendere dal panico, Niki si mette a pancia in giù, abbraccia il cuscino e, come se fosse un palloncino, uno di quelli che si vedono volare via verso il cielo perso da qualche bambino, appena comprato all'uscita della chiesa in una azzurra domenica mattina, con quella stessa voglia di allontanarsi dalla realtà, Niki si addormenta. Un sonno senza sogni. Un respiro corto, come costretto, di chi, per un attimo, vuole lasciar perdere tutto, riposarsi dai troppi pensieri, dai sensi di colpa e doveri, dalle attese e aspettative degli altri. E, poco a poco, il respiro si rasserena, come se ora fosse tornata su quell'isola. L'Isola Blu degli innamorati, il Giglio, dove c'è quel faro… Ma ora Niki è sola su quell'isola. Cammina tranquilla sulla spiaggia e d'un tratto vede qualcuno arrivare. No. Non è possibile. Si sveglia di botto, sorpresa, stupita, stravolta. Ma che ore sono? Guarda l'orologio. No, ma come? Le otto e un quarto… e l'Hammam? Controlla il telefonino. Le è arrivato un sms. È di Alex. "Amore scusami, sto facendo tardi. Per il bagno turco faremo un'altra volta, ma la cena sarà perfetta e mi farò perdonare con un dopocena… come vuoi tu."
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