"A don Mario…" interviene Pier, un giovane futuro sposo dai capelli lunghi e la faccia allegra, "ma non è che ci mette troppo alla prova? Cioè, lei è un sabotatore di matrimoni…"
Tutti ridono.
"Noi siamo qui sicuri e determinati… Ma chi non c'ha paura di fallì è un pazzo! Scusi eh, ma se non ce la dà lei una mano… Sa a casa che mi dicono ogni sera? Sei sicuro? Non è che stai a fa una cazzata? C'hai pensato bene? Oh, io sarei pure sicuro…." Pier si stringe alla sua ragazza e le prende la mano, "ma se me mettete tutta "sta strizza io crollo eh! Me smontate!"
Tutti si guardano e sorridono. Quest'intervento divertente ha allentato un po'"la tensione che si era creata con l'uscita di Sergio e il pianto silenzioso di Fabiola.
Alex si gira sollevato verso Niki. "Ehi, non ti smontare, eh…"
Niki annuisce. "Sì sì, certo." Poi fa un sorriso appena accennato.
Alex se ne accorge. "Ehi, non fare scherzi eh?"
"Sì, ma tu stammi vicino."
Alex le stringe forte la mano. "E chi ti molla…"
Don Mario si poggia sulla cattedra e riprende a parlare. "Gibran scriveva che "Insieme siete nati, e insieme sarete in eterno. Voi sarete insieme quando le ali bianche della morte disperderanno i vostri giorni. Sì, voi sarete insieme finanche nella silenziosa memoria di Dio. Vi siano però spazi nella vostra unione. Così che i venti celesti possano danzare tra di voi. Amatevi l'un l'altro, ma non rendete schiavitù l'amore. Sia piuttosto un mare che si muove tra le rive delle vostre anime. Riempitevi l'un l'altro le coppe, ma non bevete da una coppa soltanto. Donatevi l'un l'altro il vostro pane, ma non mangiate da un medesimo boccone. Cantate e danzate insieme e siate lieti ma che ognuno di voi sia solo…". Anche se a volte "L'amore piace più del matrimonio, per la stessa ragione che i romanzi piacciono più dei libri di storia", come dice Nicolas Chamfort. Ma voi dovete amare la storia. La storia è duratura. Saranno molte le cose che prima di questa grande decisione cercheranno di smontarvi. Non cedete. Pensate, scegliete, resistete. Andando avanti sembrerà quasi uno scherzo del destino, ma più sarete vicini al giorno del matrimonio e più vi si presenteranno tentazioni…"
E Niki alza di scatto la testa, stringe un po'"gli occhi. Sembra far caso proprio a questa frase. E l'ascolta con attenzione, registrandola, cercandone il significato. Come se già sapesse che presto le accadrà qualcosa del genere. E il suo istinto naturalmente non si sta sbagliando.
Centosette
Il campanello suona. Cristina va ad aprire. Davanti a lei compare un bellissimo mazzo di fiori colorato. Enorme. Splendide rose rosse composte con fiorellini verdi e bianchi e vari ciuffi di verde. Il tutto avvolto in una carta delicata con un grande fiocco di seta. Cristina rimane a bocca aperta. Da dietro il mazzo sbuca il fattorino, che con una faccia molto annoiata la saluta.
"Buongiorno, signora. Lei è Cristina Bertelli?" Sentirsi chiamare col suo cognome da ragazza le fa effetto.
"Sì…"
"Questi sono per lei" e glieli porge. Cristina li prende.
"Aspetti…" e si allontana un attimo rientrando in casa. Prende qualche soldo spiccio da una vaschetta su una mensola e lo dà al ragazzo. Lui ringrazia e se ne va.
Cristina chiude la porta. Guarda il mazzo. Cerca un bigliettino. Lo trova. Lo apre.
"Grazie per le emozioni che mi hai regalato ieri sera… Ti va di uscire ancora con me? Il tuo sì farebbe la mia felicità…"
Cristina strabuzza gli occhi. Corre a prendere il telefonino. Cerca velocemente il numero in rubrica. Eccolo. Tasto verde. Parte la chiamata. Qualche squillo…
"Pronto…"
"Ciao, Susanna… ma che hai fatto?" e glielo dice in tono arrabbiato.
"Che ho fatto?" Susanna è stupita.
"Ma che, hai dato a Mattia il mio indirizzo?!"
"Sì! Embè?"
"Embè? Ma come ti sei permessa! Ora questo sa dove abito! E gli hai anche detto il mio cognome! Chissà che pensa…"
"Oh, calma calma… e che pensa, mica è un maniaco! Ieri sera sei stata benissimo, me l'hai detto pure tu, avete parlato tutto il tempo e oggi in palestra Davide mi ha detto che Mattia vorrebbe rivederti ma tu non gli avevi lasciato recapiti… E allora l'ho fatto io!"
"Ah, brava! E se io non volevo?"
"Perché, vuoi venirmi a dire che non ti ha fatto piacere?"
"Sì, ma che c'entra!"
"C'entra c'entra. Ti ha fatto piacere. Quindi basta con tutte "ste menate mentali e goditi il momento! Ci sentiamo!" e Susanna butta giù. Cristina rimane a fissare allibita il telefonino.
Ma guarda questa! Dà il mio indirizzo così, al primo che capita. Ma io non lo so. Poi prende un vaso di vetro, lo riempie d'acqua, toglie la carta dal mazzo e lo sistema con cura. Certo che è proprio bello… è stato gentile. Era da tanto che qualcuno non mi regalava dei fiori. E io sto subito a pensare male. Senza godermi semplicemente il momento, come dice Susanna. È vero. Sono diventata arida e prevenuta. Anni fa un gesto così mi avrebbe fatto impazzire di gioia. Rilegge il bigliettino. Biiip. Il cellulare. Un sms. Cristina lo apre. Susanna. "Visto che ti sei arrabbiata tanto, te ne dico un'altra: gli ho dato anche il tuo numero di cellulare!"
Cristina non ci crede. Ma allora è davvero pazza! E non finisce di pensarlo che il cellulare inizia a squillare. Un numero che non conosce. Cristina risponde.
"Pronto…" una voce maschile calda. La riconosce. Mattia. Non è possibile.
"Ah… ciao… sì…"
"Ciao, Cristina… ricevuto il mio regalo?"
"Certo… bellissimo… grazie…"
"Sai, non sapevo che fiori scegliere… ho parlato tanto con la fioraia, le ho descritto la tua bellezza, le ho detto che sei simpatica… Alla fine lei ha detto che le rose rosse andavano benissimo…" E poi le fa una battuta: "Ogni fiore sembrava parlarmi di te". Cristina ride e chiacchierano ancora un po'.
"Dai, ma visto che siamo stati così bene… passo a prenderti tra un po'… usciamo insieme. Ma stavolta soltanto io e te. Ti va?"
Cristina ci pensa un po'"su. Poi si ricorda le parole di Susanna. Goditi questo momento.
"Ok, allora ti aspetto. Tra un'ora va bene? Il posto lo scegli tu…"
"Benissimo. A dopo!" Cristina chiude la telefonata. Corre in bagno, si fa una doccia e poi si prepara con cura. Si mette lo smalto alle unghie, indossa un paio di bellissime calze autoreggenti, un completo intimo molto carino e sopra un abito nero. Inizia a pettinarsi. Poi suonano alla porta. Cristina corre ad aprire. "Ma che sei arrivato pri…" Cristina non ci crede. Flavio è di fronte a lei. La vede
così, bella, ben vestita, pronta a uscire. Poi lancia lo sguardo dietro di lei e vede un mazzo di fiori in un vaso. E improvvisamente capisce. E vorrebbe dirle qualcosa. Che è bella. Che è un peccato lasciarsi così. Che vorrebbe che non uscisse. Che forse… E mille pensieri. La paura di perderla ancora una volta. Di più. Senza sapere chi è che le ha mandato quei fiori. Se le vuole bene. Se lei gli vuole bene. E poi quella domanda. Ma a che titolo lo chiedo? Che diritto ho? Cosa ci lega in fondo? Non abbiamo nemmeno dei figli. Non è come per Pietro. E allora senza dirle niente, solo guardandola un'ultima volta negli occhi, scuote la testa e se ne va.
Centootto
"Allora, sei pronta?"
Niki si guarda allo specchio. Le viene da piangere. Non le piace per niente quel vestito da sposa, ed è il decimo che ha provato.
"Dai, Niki… Esci dal camerino, così ti vediamo anche noi…"
Ecco, adesso ci si mette pure mamma. Non bastavano quelle due! Oggi è venuta anche lei e ci sta mettendo un carico pazzesco.
"Arrivo!" Niki si poggia tra i capelli il cerchietto con il velo e se lo lascia cadere davanti. Se devo fare le prove tanto vale che le faccia bene. E così prende anche il bouquet di rose bianche e fiori delicati lilla chiaro e apre la porta del camerino. Simona è seduta tra Margherita e Claudia e la sta aspettando impaziente e quando la porta si apre non può che portare le mani alla bocca.
"Ohhh… Mia figlia, mia figlia si sposa." Ed è come se lo avesse realizzato solo in quel momento per la prima volta, forse per la bellezza unica, assoluta di quel vestito. E all'improvviso.
Simona scoppia a piangere. "Amore, ma sei bellissima!"
"Ma che dici, mamma! Questo vestito mi fa dell'Ottocento! Guarda le maniche qui sopra e le spalle gonfie e il décolleté ricamato, ma dai! Io credevo di trovare qualcosa di più moderno!"
Simona scuote la testa, con le mani sempre sulla bocca e le; lacrime ancora indecise se scendere o no dagli occhi. "Sei bellissima…"
"Ma sai dire solo questo, mamma? Guarda come mi sta anche in vita! Non fa per me! Non è quello che voglio!"
Margherita e Claudia si scambiano un'occhiata, sorprese. "Mi dispiace, ma noi siamo d'accordo con tua madre…"
"Sì sì…" aggiunge Claudia.
"Assolutamente! Forse perché da fuori non sai vederti ma è proprio come dice lei. Sei bellissima…"
Margherita ride e ci aggiunge il carico. "Se ti vedesse ora Alex ti sposerebbe due volte!"
"Ecco… Ma il guaio è che mi devo sposare io e una volta sola,
spero! Quindi questo vestito non mi piace assolutamente, è peggio di tutti gli altri, almeno quelli erano meno…"
"Meno?" chiede Margherita.
"Meno…" Niki non riesce a trovare la parola ma accorre in suo aiuto la proprietaria del negozio, Gisella Bruni. "Ingombranti."
"Ecco!" Niki sorride sollevata. "Sì, meno ingombranti."
Gisella prende sottobraccio Niki. "Vieni con me, andiamo a vedere qualche altra soluzione." E se la porta via, rubandola alle sorelle di Alex e a sua madre Simona, ma rivolgendo loro un sorriso e un occhietto prima di andare, come a dire: non vi preoccupate, è solo nervosa e sotto stress. "Vieni con me, cara, ci penso io a trovare il vestito giusto per te."
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