"Eh?"
"I disegni, dicevo, ti piacciono?"
"Si sì, sei bravissima. Sono perfetti." E senza volerlo arrossisce un po'.
Centotre
Susanna ha scelto etnico. Lei, Cristina, Davide e Mattia sono seduti a un tavolo dello Sawasdee, il ristorante thailandese non lontano da piazza Bologna. L'ambiente è raffinato, elegante.
"Allora, vi piace? Spero che la cucina thai vi ispiri… alcuni dicono sia afrodisiaca!" sorride Susanna. "Poi qui sono bravi. Vengono anche quelli dell'ambasciata. Fanno buono il curry rosso con pollo e bambù, si chiama Kaang Nar Mai, il maiale fritto in agrodolce, il manzo al curry. Ci sono venuta una volta…"
Cristina si guarda intorno. In effetti è un bell'ambiente.
"Certo, Davide, che avevi proprio ragione…"
Davide si gira e guarda Mattia. "In che senso?"
"Che ne valeva la pena… Sono proprio affascinanti le nostre due ospiti!" e sorride guardando Cristina che diventa rossa. Mattia è davvero bello. Muscoloso, abbronzato, con gli occhi chiari. Ha modi di fare gentili ma sicuri. Dal primo momento che l'ha visto è rimasta colpita.
"Te l'avevo detto, io sono uno esigente ed ero certo che Susanna avesse amiche belle e simpatiche almeno quanto lei!" Davide riempie i bicchieri e fanno un brindisi.
La serata procede così, serena, divertente, gustosa, piena di novità. Cristina si sente di nuovo donna, ammirata, viva. E un po'"si spaventa. E un po'"no.
Centoquattro
Olly sta lavorando all'ennesimo elenco di indirizzi. Sono le nove e lei è già lì. A un tratto squilla il telefono sulla sua scrivania. Strano. Non mi chiama mai nessuno qui. Avranno sbagliato. Prende il cordless e risponde.
"Allora?"
Olly lì per lì non riconosce la voce. Il tono è perentorio.
"Pronto? Allora?"
Olly risponde. "Sì?"
"Asilo nido, ci sei?"
Olly sbianca. Eddy. "Sì sì, ci sono. Mi dica."
"Io non devo dire… devo vedere. I tuoi disegni. Subito dopo pranzo."
Olly sbianca ancora di più. I disegni. Ma allora l'altro giorno diceva sul serio. E ora che faccio? Mica li ho fatti!
"Ehm… sì, certo. Glieli porto dopo." E attacca. E ora che combino? Apre velocemente il cassetto. Prende la cartellina. Sfoglia i disegni alla ricerca di qualcosa che possa andare bene. No. No. No. Questi non vanno, e poi ne ha già visti almeno la metà! Accidenti. Simone entra nella stanza e si accorge dell'agitazione di Olly. Lì per lì vorrebbe andarsene. È ancora un po'"deluso dal suo comportamento. Non le ha mai detto di sapere perché si trovasse di fronte al suo palazzo, quella mattina. Non voleva imbarazzarla troppo. La guarda di nuovo. È proprio in tilt. Ma che ha fatto? Decide di avvicinarsi.
"Ciao, Olly…"
Olly alza la testa di scatto. "Ah… Ciao, Simo…"
"Ma che hai?"
"È la mia fine… Eddy mi ha chiesto dei disegni l'altro giorno. Cioè non è che mi ha detto proprio che li voleva, pensavo mi stesse provocando e io non li ho fatti. Pensavo scherzasse. E invece ora ha chiamato e li vuole per dopo pranzo. Sono morta." E si mette le mani nei capelli, stropicciandosi poi gli occhi.
Simone la guarda. "Allora, vedi che voleva darti una chance?"
"Eh, sì… voleva, a quanto pare. E io ho mandato all'aria tutto."
Simone sorride. "Ma allora non sei una tipa tosta, se ti arrendi subito così… nella moda l'impossibile deve diventare possibile."
"Ma come faccio? Devo anche abbinarci i tessuti… Ho fallito" e sta per mettersi a piangere. Simone ci pensa un attimo. Poi avvicina una sedia.
"Prendi l'album…"
Olly lo guarda con gli occhi umidi. "Cioè?"
"Oh, ma stamani dormi in piedi, eh! Tira fuori l'album e le matite."
Olly ubbidisce.
"Prenderemo come spunto questi tre tuoi…" e sfila tre fogli tra quelli disegnati da Olly, "e li modificheremo. Poi andrò giù e sceglierò dei tessuti da abbinare. Dai, se cominciamo ora ce la facciamo per l'una, una e mezza."
Olly lo guarda. Poi di colpo si sporge sulla sedia e gli stampa un bacio sulla guancia. "Sei un tesoro…"
"Lo so. Solo tu non te n'eri accorta… che ti credi?" e si mette a disegnare. Anche Olly.
E dopo quattro ore di lavoro senza sosta e senza pause caffè, scambiandosi consigli, cancellando, rifacendo e poi valutando i tessuti presi da Simone in sartoria, Olly esce dall'ufficio e corre in corridoio. Bussa alla porta di Eddy. Nessuna risposta. Ci riprova. Niente. Non è possibile. Non c'è. Devo trovarlo. Non voglio che pensi che ho fatto tardi. O che magari vada via. Corre giù per le scale. Chiede alle signorine della reception. Non sanno dove sia. Cerca al bar. Niente. Va in sala riunioni. Niente. Torna su e prova a ribussare alla sua porta.
"Chi è?"
Meno male. È rientrato. "Olimpia Crocetti."
"Sì… forza. Vediamo se siamo promossi in quinta…"
Olly abbassa la maniglia, fa un respiro ed entra. Eddy è seduto sulla sua poltrona di pelle e tiene i piedi sulla scrivania. La guarda. Olly un po'"agitata inizia a parlare.
"Meno male… pensavo non ci fosse più… cioè che se ne fosse andato… cioè, sì… che poi cioè pensasse che io avevo fatto tardi… che non rispetto i patti… sì, insomma…"
"Ero semplicemente in bagno."
"Ah. Certo…" Olly rimane in piedi impalata.
"Allora, vieni avanti o mi tocca pure alzarmi?"
"No… cioè si… insomma eccomi." Olly si avvicina e si mette a
sedere. Porge a Eddy la cartella coi tre disegni. Eddy la apre controvoglia. Osserva il primo. Poi il secondo. Il terzo. Rimane impassibile.
Come sempre. Ormai Olly lo conosce. Dopo qualche minuto interminabile di silenzio in cui le mani di Olly iniziano a sudare e le orecchie a diventarle rosse, Eddy la guarda. La fissa per qualche istante. Riosserva i disegni. Poi Olly. Poi i disegni. Poi di nuovo lei.
"Ma li hai fatti tu?"
"Sì…" per un attimo vorrebbe dirgli che in realtà li ha finiti grazie a Simone, cioè che le idee sono sue, sì, ma se non c'era Simone a modificarli un po'"e finirli e scegliere i tessuti…
"Non ci si crede. Fossimo a scuola direi che hai copiato."
"Da me stessa…"
Eddy la guarda e fa una smorfia. "Pure spiritosa…" Scruta di nuovo i disegni. "Direi che sei stata promossa."
Olly non crede alle sue orecchie. Non sa che dire. Ha gli occhi spalancati e la salivazione azzerata.
"Puoi anche respirare, eh…"
"Eh? Ah… sì… non è che…"
"Ma tu balbetti sempre? Guarda che una stilista i cui tre disegni stanno per andare in produzione…" e fa una pausa conscio del peso delle sue parole, "non può certo balbettare. Pensa te che figura che ci facciamo…"
Olly lo guarda. E di colpo gli vuole bene. Fa per alzarsi, vorrebbe abbracciarlo. Eddy se ne accorge. "Per carità, non ci pensare nemmeno, scordatelo subito. E vai via. Riprendi i disegni e portali giù in produzione. Li chiamo io. Vai vai, sciò." E le fa cenno con la mano di uscire. Olly prende al volo i fogli dal tavolo, la cartellina, lo saluta, inciampa sul tappeto, esce e richiude la porta. Ci si appoggia contro e chiude gli occhi. Respira profondamente. Non ci credo. Non è possibile. Poi si riprende e corre giù. A metà scala si ferma, torna indietro, ripercorre tutto il corridoio ed entra nell'ufficio marketing. Simone sta guardando qualcosa al monitor di un portatile. La vede entrare di corsa. Felice. Pazza. Rossa in faccia. Un po'"sudata.
Lei gli corre incontro, lo abbraccia.
"Li mette in produzione, li mette in produzione!" e salta, trascinando anche lui. Tutti la guardano stupiti. Poi Olly si stacca, dà un bacio sulla guancia a Simone e scappa via di nuovo, stavolta verso il piano di sotto. Sì, pensa, Simone è davvero un angelo. Altro che imbranato. Se solo Olly sapesse quanto gli è costato lo apprezzerebbe ancora di più.
Centocinque
Nei giorni seguenti Margherita e Claudia non mollano un attimo Niki.
"Guarda, dev'essere perfetto. Mamma ci prende in giro."
Niki interviene curiosa. "Ma di che parlate? Non capisco."
"Oh" Margherita sorride, alza le mani lasciandole poi cadere giù, "tu sai com'è fatta mia madre, no?"
Veramente, pensa Niki, non lo so. L'ho vista solo una volta.
"Bè, insomma" continua Margherita, "è una donna molto esigente e si diverte a metterci in difficoltà, prende tutto come se fosse una sfida."
Claudia le sorride. "Sì, non è proprio quel che si dice una suocera facile!"
Suocera. Suocera!? Oddio, è vero! E come se all'improvviso fosse entrato nella sua mente un fulmine, un tuono, una bomba, insomma un vero e proprio attentato alla sua tranquillità, Niki ha un nuovo attacco di panico. Ma Margherita e Claudia non si accorgono di niente e continuano come se nulla fosse.
"Per esempio, crede che non riusciamo a farti cambiare idea…"
Claudia prende Niki sottobraccio. "Ma se andiamo d'accordo su tutto! Vero?"
E Niki si lascia guidare, quasi non respira più, annuisce, sgrana gli occhi, si sente girare la testa e solo alla fine con un filo di voce risponde: "Sì sì… certo". E viene trascinata dalle due sorelle senza possibilità di sosta.
"Allora, lui è Alberto Tonini, un fotografo eccezionale."
"Salve, signore."
"Secondo noi è l'ideale. Ci ha fatto due servizi splendidi per i nostri matrimoni. Guarda…" E aprono sotto i suoi occhi un grande libro in pelle con una serie di foto di tutte o quasi tutte le cerimonie importanti di Roma. "Ecco… Questa è la famiglia Vassalli… Questa è la figlia del dottor Brianzi, questa è la signora Flamini, questa…" E continua così, facendole vedere i matrimoni più
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