panico, l'adrenalina a mille. Devo parlare con qualcuno. Ho paura. Aiuto.
"Ciao… scusa…"
Niki ferma una ragazza a caso.
"Sì?"
E in quello stesso momento Niki quasi se ne vergogna, arrossisce, ritrova il suo equilibrio. "Sai che ore sono? Mi si è fermato l'orologio…"
La ragazza guarda il suo. "Le tre e un quarto."
"Ah… grazie."
"Prego, figurati…" La ragazza la guarda un po'"meglio. "Scusa ma… tu non sei quella della pubblicità delle caramelle… Il sole… Come si chiamavano?"
"LaLuna…"
"Eh, sì…"
"Sì, sono io."
"E infatti dicevo che mi sembravi proprio lei… A volte il caso…" E rimangono così per qualche istante. Poi la ragazza riprende. "No, sai, perché io ci ho provato tanto, mi piacerebbe fare qualche lavoretto per potermi mantenere qui a Roma. Sono di Macerata. Studio Legge, voglio diventare avvocato, però se ci fosse l'opportunità non mi dispiacerebbe fare qualche pubblicità o magari del cinema. Potrei, no?"
Niki la guarda e le sorride felice. In fondo il panico le è passato e ora la fa ridere la situazione, è anche un po'"assurda. Essere riconosciuta per quelle foto, diventare famosa mentre dormi. Non è male. Poi guarda meglio quella ragazza che adesso le si presenta.
"Mi chiamo Paola."
"Niki… piacere. Guarda, se vuoi ti do questo numero dell'ufficio… C'è la loro responsabile casting, si chiama Michela, seleziona le ragazze per gli spot… Allora, scrivi…" e le dà il numero dell'ufficio di Alex, che ricorda a memoria. Mentre Paola lo salva sul telefonino, Niki pensa tra sé. È una bella ragazza, magari è un po'"bora, certo, però se non parla… fisicamente è molto carina, ha anche delle gambe magre e lunghe. Paola chiude il cellulare. "Ok, grazie…" Poi le sorride. "Ma scusa, non hai il telefonino?"
Niki alza le spalle. "Sì…"
"Allora potevi guardare lì che ore sono…"
"Ah già… Che sciocca, non ci avevo pensato."
Paola le sorride come a dire non fa niente. "Comunque mi ha fatto molto piacere conoscerti… Cioè, è stata una situazione
strana… Magari vorrà dire qualcosa, gli incontri secondo me non avvengono mai per caso."
"Già…" Niki ripensa al suo attacco di panico e un po'"se ne vergogna. "Bè, ora ti saluto, Paola."
"Sì… Ciao. Ah… Niki, giusto?"
"Sì."
"Bè, te lo devo proprio dire: sei stata bravissima in quello spot sul tram, su tutta Roma…"
"Ah… grazie."
"Bè, ciao…" Paola si allontana, si gira un'ultima volta e la segue per un po'"con lo sguardo. Niki tira via il blocco dalla ruota e lo mette nel bauletto. Bravissima io in quello spot? Ma se dormivo!? Secondo me mi confonde con qualcun'altra. La cosa più bella della pubblicità LaLuna è la mia naturalezza in quella foto. E sai perché? Perché me l'ha fatta Alex mentre dormivo… Alex. Ma non mi ha cercato mai, oggi? Ma come è possibile? Almeno informarsi, che ne so, su dove sono, cosa sto facendo… Intanto Niki prende il casco dal bauletto, poi tira fuori dalla borsa il telefonino e lo apre. Nooo! Sei chiamate perse! Ma come è possibile? Poi guarda meglio. Mannaggia, lo avevo lasciato su silenzioso. Ecco perché non mi cercava nessuno… Né Alex né gli altri, casa mamma papà le Onde! Guarda le chiamate perse. Cosa… E ti pareva. Olly. Chissà cosa vuole… e Alex… quattro telefonate! Cioè mi ha cercato quattro volte e io non ho risposto mai. Controlla meglio. Alle dodici e quindici e alle dodici e sedici, poi di nuovo quattordici e trenta altre due telefonate. Chissà cosa è successo, lo chiamo subito. Compone velocemente il numero e poi preme invia. Tuuu tuuu.
"Pronto, amore! Ma che fine hai fatto? Hai avuto una lezione infinita!"
Niki si morde le labbra. È nervosa. "No, macché… Ho fatto di tutto per entrare, sono arrivata ai primi posti che mi avevano tenuto e poi è successo un casino."
"Cioè?"
"Due hanno fatto a botte e in più c'è stata l'occupazione…"
Alex sorride.
"Per un attimo pensavo che avessi fatto come Julia Roberts…"
"Cioè?" Niki si sente ancora più colpevole.
"Se scappi ti sposo… Pensavo fossi fuggita."
"No…" Vorrebbe aggiungere "Ancora no", e ripensa a quel momento di panico, ai ragazzi come lei che uscivano dall'università, leggeri…
Alex si accorge di quello strano silenzio. "Niki…"
"Sì?"
"Che c'è? Tutto bene?"
"Sì sì, scusa… Tutto bene."
Alex è un po'"teso. Cerca però di recuperare. "Mi ricordo che anche quando andavo io all'università un sacco di lezioni saltavano…"
"Sì, lo so, ma in quest'ultimo periodo sono più quelle che saltano che quelle che si riescono a fare."
Alex cerca di rassicurarla. "Vedrai che presto si sistemerà tutto. Sono i naturali riflessi del cambio al governo. E sempre così… Qualcuno muove gli studenti, o comunque gruppi importanti della nostra società, per far sembrare fragile l'intero sistema… Il guaio è che spesso chi viene mosso non sa neanche il perché sta contestando. Sai se chiedi a quei ragazzi dell'Onda il perché delle loro manifestazioni quanti ti sanno dire qualcosa di sensato?"
"Sì, questo è vero… Alcuni lo fanno perché fa moda…"
"Altri perché comunque si rimorchia…" E in quel momento a Niki viene in mente Guido. Ma Alex continua. "Com'era da noi allora… Credo che sia una di quelle cose che rimane valida per ogni generazione…"
"Già."
"E scusa, ma se è saltata la lezione, come mai non rispondevi?"
Niki arrossisce di botto, avvampa, si sente il cuore battere a duemila. E ora? Ora che faccio? Che dico? Va bè, comunque non ho fatto niente di male, giusto? "Sono andata a giocare a bowling con dei miei amici."
"Con le Onde?"
"No… Certi dell'università…" Niki chiude un attimo gli occhi poi continua. "Barbara, Sara, Marco, Luca… Insomma, quelli con cui studio."
"Ah…"
Guido. Non ho detto Guido. L'ho volutamente escluso. Perché lo hai escluso, Niki? Che stai combinando? Neanche a dire che adesso puoi recuperare dicendo: "Ah, c'era anche un certo Guido…". Suonerebbe falso, falsissimo, anzi peggio, segnerebbe la tua colpevolezza. Ma colpevolezza di che? Oh! Niki, sta passando troppo tempo… Troppo. Dì qualcosa.
"E tu che hai fatto, Alex? Tutto bene al lavoro?"
E mai come stavolta quella frase le suona strana, stonata. Come se in realtà non le interessasse veramente sapere, come se volesse
solo prendere le distanze dalla sua bugia. Bugia… Mancanza di verità completa. Cioè, ho solo escluso la presenza di Guido, nulla di più. O molto di più? Che succede, Niki? Cosa sono tutte queste domande? Cosa sta accadendo? Stai impazzendo? Non è possibile, Niki. Lo sai, vero? Per fortuna Alex riprende a parlare. Ma per Niki è come se fosse passato un secolo, una pausa lunghissima, e tutti quei pensieri, quelle elucubrazioni mentali. Come diceva quella canzone di Battisti? Me l'ha fatta conoscere proprio Alex quando abbiamo cominciato a uscire. "Confusione… mi dispiace se sei figlia della solita illusione e se fai confusione…" e anche quell'altra… "Ma io gli ho detto no e adesso torno a te con le miserie mie, con le speranze nate morte che io non ho più il coraggio di dipingere di vita…" Ma che dico? Che penso? Che c'entra? E solo in quel momento Niki si accorge che Alex sta parlando con lei al telefono.
"E quindi alla fine siamo andati a mangiare allo Zodiaco, un posto bellissimo, amore, ti ci devo portare…"
"Ah… E chi eravate?"
Alex si ferma un secondo. Rimane così, come sospeso, preoccupato. "Ma Niki, te l'ho appena detto: io, Leonardo e la nuova assistente Raffaella che mi segue in questo progetto…"
"Ah…"
Alex capisce che c'è qualcosa di strano. Magari è stanca. Ha troppi pensieri, l'università e poi la preparazione di un matrimonio. "Amore, vuoi che ci vediamo più tardi? Cerco di fare prima che posso in ufficio e poi magari usciamo. Un cinema, una cenetta fuori. Quello che vuoi tu, insomma."
Niki ci pensa su un attimo. "Grazie ma non credo. Voglio approfittare per studiare un po'"anche stasera. Se ce la faccio. Voglio avvantaggiarmi perché poi non so come proseguiranno le cose…"
"Con i due mostri?"
"Eh, già…" ride Niki. "Magari mi fanno fare un'altra settimana da super stress come questa… Arrivo al matrimonio che non mi riconosci neanche, amore. Pure domani abbiamo un appuntamento…"
"Importante?"
"Il più importante: abito da sposa… Sono preoccupatissima."
Alex sorride. "Amore… Qualunque cosa metterai, anche la più semplice, sarai bellissima…"
"Alex? Cos'hai combinato? Questa è una tipica frase da perdono…"
Alex pensa per un attimo a Raffaella, ma sì sente completamente innocente. "Hai ragione. Perdonami. Ho perso troppo tempo. Avrei dovuto chiederti di sposarmi quando sei salita in macchina la prima volta che ci siamo visti…"
"Ma se la tua unica preoccupazione era di farmi togliere i piedi dal cruscotto!"
"E certo, perché sennò ti guardavo le gambe e andavo a sbattere…"
"Bugiardo!"
"È vero! Ascolta, ci sentiamo più tardi che ora vado in riunione?"
"Ok. A dopo, amore…"
Alex chiude il telefonino. Che strano. Non mi ha chiesto com'è Raffaella. Di solito una nuova assistente preoccupa sempre una donna. "Alex…" In quel momento si materializza proprio lei sulla porta. "Posso farti vedere una cosa?"
"Certo, Raffaella, vieni…" Alex la guarda avvicinarsi alla sua scrivania. Si vede benissimo che è stata una modella. Anzi, lo è ancora. E quando Raffaella poggia dei disegni sulla scrivania e si sporge un po'"troppo in avanti, Alex non ha più dubbi. Questa nuova assistente preoccupa lui per primo. Raffaella se ne accorge ma fa finta di niente, sorride. "Ti piacciono?"
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