"Ti avevo detto anche questo. Dovevi accettare quello che ti avevano offerto… A Renà, hai tirato troppo la corda."

"Mi sa che c'hai ragione…" Rimane così per un po'"in silenzio. Aldo Lanni lo guarda ogni tanto con la coda dell'occhio, mentre continua a guidare. Un rivolo di chiara d'uovo cola giù dalla fronte di Renato Materia. Aldo Lanni sorride. Ben gli sta, pensa tra sé. Così impara a non accettare quello che gli avevano proposto e soprattutto a ridurre al cinque per cento la mia percentuale. Cosa crede? Che si arriva da soli ad avere successo… In tv poi! Roba da pazzi. Ha fatto bene Adriano Mei, ha usato al meglio quello che gli ho detto, niente azioni violente ma solo un po'"di paura. Così Materia si rimette in riga e continua a lavorare… per le mie tasche.

"Senti un po'"questa…" Materia si gira verso di lui. "Una Sinistra costruttiva è quella che ci serve, un uomo intelligente che lavori con la mente, non solo girotondi ma pensieri più profondi. Com'è? Eh? Com'è? Buona, vero?"

Aldo Lanni lo guarda sorridendo. "Ottimo, Renà… Fatti servire. È con roba come questa che torni a fà credere in te e nelle tue parole. Pure quell'idea dei citofoni la devi abbandonare. Ormai è vecchia."

"Hai ragione." Materia lo guarda felice. "Se non ci fossi tu… Come farei?"

Aldo Lanni annuisce e gli dà una pacca sulla gamba sinistra, l'unica zona che ha resistito spavalda e integra all'attacco di Adriano Mei e dei suoi compagni.

Piano piano, dopo qualche commento divertito, il gruppo di ragazzi rientra nella sala, la musica continua come se nulla fosse, qualcuno riprende a ballare in un angolo, qualcun altro si bacia, qualcuno ride raccontando un aneddoto divertente, qualcun'altra spizza da lontano il ragazzo che le piace tanto ma non ha il coraggio di avvicinare.

"Allora, che combiniamo?" Guido piomba alle spalle di Niki

con un bicchiere di plastica, una limonata corretta con un po'"di vodka e una foglia di menta che ci naviga allegramente.

"Ehi, mi hai fatto prendere un colpo!"

"Per così poco… Figurati… Tu sei una temeraria."

"Cioè? Perché mi dici così?"

Guido sorride e beve un sorso dalla cannuccia prendendo il tempo necessario per creare ancora più suspense. "Uhm… buono, vuoi?"

Niki guarda la cannuccia appena usata da lui. Ma ti pare? Ma che discorsi sono. È proprio cafone. Bello e cafone. E doverlo ammettere la infastidisce ancora di più. "No, grazie… vorrei invece sapere a cosa ti riferisci."

"Oh, niente… Perché, hai la coda di paglia?"

"Ma veramente no, proseguo tranquilla nella mia direzione." Poi fa un sorriso forzato. "Sei tu che di punto in bianco sei piombato tra i miei pensieri."

"Che c'è, stai pensando a quali musiche scegliere?"

Lei lo guarda e alza il sopracciglio.

"Per la cerimonia, intendevo… Ho saputo che ti sposi, no?"

E il cuore le parte a duemila e poi Niki arrossisce di colpo, neanche se la fosse scolata lei tutta d'un sorso quella vodka. Uffa, ma perché mi ha preso così? Ma che, sono cretina? Ma che è? Perché arrossisco? E non riesce a trovare nessuna spiegazione. Un vortice improvviso di pensieri, sensazioni, una bufera di emozioni che portano il suo cuore in subbuglio.

"A parte che ti ho appena conosciuto…"

"Appunto, è come se ti rifugiassi in un matrimonio improvviso."

"Ma stai scherzando? E perché mai?"

"Ma sai…" Guido si siede sul muretto e continua a sorseggiare tranquillo la sua limonata. "È sempre così, quando c'è qualcosa che uno non sa spiegarsi invece di affrontarla fugge o si nasconde."

"Io non fuggo né mi nascondo… E sinceramente trovo assurda anche questa nostra discussione."

"Discussione? Stiamo parlando… Pensavo fossi più serena nel dire a tutti che ti sposi! È una cosa che di solito per una ragazza è motivo di grande felicità, no?" e continua a bere la limonata alla vodka con la sua faccia da schiaffi.

"Infatti lo è. Ma non ne vado a parlare con il primo che capita…"

Guido si stacca dalla cannuccia sorpreso. "E chi è costui? Fammelo vedere che gliene dico due, lo prendo a calci."

Niki sorride. "Sei tu."

"Io? Uhm… Sai cosa diceva Jim Morrison? "A volte basta un attimo per scordare una vita, ma a volte non basta una vita per scordare un attimo"."

"Bella! Senti, sembri un uomo Perugina! Con dentro il foglietto per ogni occasione."

"Sì, è vero… Molte ragazze infatti mi dicono che sono dolce. Un cioccolatino… Altre, quelle che non mi hanno assaggiato, impaurite tengono le distanze."

"Guarda che io non ho paura."

"E io infatti non parlavo di te."

Niki lo guarda in cagnesco, con gli occhi sottili, affilati, semichiusi. Guido se ne accorge e realizza. "Ohi ohi… Si è arrabbiata."

Niki fa un respiro lungo, molto lungo. Guido ride. "E di brutto. Ok…" Beve l'ultimo sorso e scende dal muretto. "Senti, secondo me stiamo impostando male le cose: ogni volta che ci vediamo finiamo per litigare, c'è qualcosa che non funziona tra noi."

"Sì, tu."

"Ecco vedi, sei troppo aggressiva. Perché non usciamo una sera a cena e ne parliamo meglio? Non sei ancora sposata, no?"

"Che c'entra, potrei uscire anche da sposata."

Guido ride. "Non credo… Quanto durerebbe il vostro matrimonio?"

Niki sorride e fa le corna. "Tiè!"

"Pensa, dovrebbero portare fortuna e poi invece la maggior parte delle volte sono proprio loro che fanno finire un matrimonio: le corna!" Poi non le lascia tempo di rispondere. "Guarda, vedi laggiù…" Indica, nel gruppo sotto il palco, dei ragazzi che ballano. In mezzo a loro, leggermente fumata, c'è una ragazza che si muove divertita, lasciandosi andare, ha i capelli che le ondeggiano sulle spalle, gli occhi chiusi ed è senza scarpe, ha una sigaretta nella mano sinistra e una birra nella destra, alterna senza alcuna distinzione l'una e l'altra, con un unico desiderio, stordirsi.

"Lei è una mia ex. Ha ventitré anni… È indietro negli studi però avevamo fatto un sacco di progetti insieme, siamo stati benissimo per un anno e mezzo… Poi è successo qualcosa. Ha iniziato a fumare. Anche le canne, e a bere, e altre cose che non aveva mai fatto… Capisci? Da un estremo all'altro senza una ragione."

"Senza una ragione per te. C'è sempre un perché nelle cose… È che a volte a voi uomini sfugge."

Guido sorride. "Già. Invece il tuo futuro marito avrà sempre la capacità di capire? Saprà osservare cosa sta accadendo? Cambiare e seguirti nei tuoi cambiamenti?" "Oh… Io di lui mi fido."

"Infatti. Ne sono sicuro. È di te che non devi fidarti.;." Niki butta indietro i capelli e ride. "Di me! Ma figurati." ""Chi rinuncia alla libertà per raggiungere la sicurezza, non merita né la libertà né la sicurezza" diceva Franklin. E poi troppa sicurezza fa scivolare…"

"Allora non sei l'uomo Perugina… Sei quello delle citazioni." "E ne ho tantissime… Ma se andiamo a cena fuori, se vuoi, non ne faccio nessuna e parlo d'altro… Sempre che tu non abbia paura."

Niki ritorna seria. "Te l'ho detto. Non ne ho. Ma non ho neanche una buona ragione per venire a cena con te." E se ne va così, lasciandolo divertito e curioso, soddisfatto comunque di essere riuscito in qualche modo a smuovere qualcosa in lei. Sorride Guido, ottimista, inseguendo chissà quale pensiero.


Settantuno


Ore otto. Il rito dell'aperitivo. Una musica lounge avvolge il locale mentre veloci i baristi preparano cocktail e versano vino e prosecco nei calici. Sul bancone vari stuzzichini appetitosi, salsine, crostini, patatine, pistacchi e noccioline. Un po'"di verdura fritta e alcune pizzette riempiono alcuni vassoi. Una serie di cuori e striscioni rossi è appesa ovunque, così come le scritte "I Love You". Susanna si tira indietro i capelli.

"Hai visto quanta gente? E non sono solo coppie!"

Cristina si guarda intorno. "Sì, in effetti ci sono anche gruppi di ragazzi e ragazze."

Susanna sorseggia il suo Negroni. "Mmm, guarda quel ragazzo laggiù…"

Cristina si sporge dallo sgabello. Un tipo alto e moro è in piedi al bancone, vicino all'ingresso, e sembra annoiato. "Secondo me aspetta la fidanzata."

"Secondo me no" e Susanna gli fa cenno di avvicinarsi.

"Susanna! Ma che fai!" Cristina si copre la faccia con la mano. Il ragazzo guarda un po'"perplesso verso Susanna. Poi scuote la testa, sorride e prende il suo bicchiere. Si muove. Si avvicina a loro. È ben vestito, giovane e leggermente abbronzato. Cristina si gira dall'altra parte. "No dai, Susanna, ti prego…"

"Ma che ti frega, guarda quant'è fico…"

Il ragazzo arriva accanto a Susanna. "Dicevi a me?"

"Ciao, sì. Senti, io e la mia amica cerchiamo un posto dove andare stasera… un posto fico, però, sai, per festeggiare…"

Il ragazzo guarda Cristina che non sa più come nascondersi. "Ah, bè… potete provare da Joia, quello in via Galvani. Ci vanno un sacco di vip e l'ingresso per le donne è sempre ridotto. All'ultimo piano hanno anche il ristorante ma è stile privé, non so se stasera…"

Susanna lo osserva compiaciuta. "Ottimo consiglio. Anzi, se non sei occupato perché non vieni anche tu? Ci troviamo là verso

mezzanotte… Io e la mia amica prima andiamo a cena e poi senz'altro al Joia. Ci hai convinte, vero Cri?" Susanna si volta ancora verso Cristina che annuisce appena, imbarazzata. "Sai, la mia amica è timida ma apprezza anche lei. Insomma, ci vediamo là? O stai aspettando la tua tipa?"

Il ragazzo sorride. "No, sono solo passato per l'aperitivo. Ok, si può fare, a dopo al Joia, ci conosciamo meglio più tardi, ciao belle…" e strizza l'occhio a Susanna.

Appena si è allontanato, Susanna scoppia a ridere. "Ma dai, Cri, e sciogliti! Che male c'è, hai visto che forza? A belli…"