"Ma dai… Peccato, sembra così genuino."
"Certo… Barba incolta, maglione girocollo a pelle… Tutto per apparire in tv, dove dice di essere il portavoce del popolo, di saper ascoltare la sua rabbia e quelle cose lì… Ma prova ad aprirgli il portafoglio per una giusta causa e vedi come diventa sordo… Sono tutti
Sai quanti nomi potrei farti? Ma prima o poi verrà scoperto."
"Va bè, ciao amore. Ti lascio alla tua cena…"
"Ok, ciao, divertiti."
"Anche tu." Alex torna al tavolo. "Scusate"
"Era Niki?" Il direttore viene subito ripreso da un'occhiataccia della moglie.
Alex apre il tovagliolo e se lo mette sulle gambe. "Già."
Il direttore continua imperterrito. "Fervono i preparativi!"
"Di cosa?" Questa volta la moglie non è indispettita, solo curiosa.
"Posso?" Il direttore guarda Alex.
"Certo…" Vorrebbe aggiungere: "Ormai l'hai già detto, come posso fermarti!".
"Alex si sposa!"
"Ma dai! Che bello! Troppo forte!" Soldini gli stringe la mano. "Quella tua e di Niki è proprio una bella favola!"
"Grazie, grazie…" Alex è leggermente imbarazzato. Incrocia lo sguardo di Raffaella, l'assistente. Il "tipo" sembra sinceramente contenta. "Complimenti, la ragazza di LaLuna, vero?"
"Sì…"
"È molto bella. Sono felice per voi."
Il direttore riprende in mano la situazione. "Bene, allora ordiniamo, così poi possiamo chiacchierare anche un po'"del nostro progetto, no?"
E tutti quasi automaticamente aprono la carta del menu e cominciano curiosi e indecisi a scegliere i piatti. Confrontando quello che hanno mangiato a pranzo e cercando anche di non esagerare con le calorie. Meglio antipasto e secondo o primo e contorno? Bè, poi però alla fine un dolce me lo faccio!
"Uhm, che buono, c'è anatra ai mirtilli."
"Che cosa sono i paccheri?"
"È della pasta grossa, sono come le conchiglie ma più grandi…"
"Ah, grazie" e mentre continuano le curiosità e le indecisioni, Raffaella da dietro il menu guarda a lungo Alex. Ma lui non si accorge di niente, una serie di pensieri passa per la sua mente. Poi un sorriso e una semplicissima considerazione finale: sì, ma ancora non si è sposato. E così Raffaella chiude il menu, particolarmente soddisfatta. "Io ho scelto…"
"Che prendi?" E mentre qualcuno si interessa alla sua scelta, Alex si finge anche lui interessato. In realtà sa benissimo che lei lo sta guardando. Non c'è niente da fare, alcuni giochi sono subito chiari. Però bisogna vedere se si ha voglia di giocare o se la posta è troppo alta.
"Come primo, spaghetti alla Norma…"
"Uhm, mi sembrano buoni! Pomodoro, ricotta salata e melanzane…"
"Non è troppo pesante?"
Raffaella alza le spalle… "Ma mi piacciono troppo… Rischio!" E guarda di nuovo Alex, e questa volta è troppo tardi per sfuggire a quello sguardo.
"Ah no, io mi tengo più leggero… Vado direttamente al secondo. Una bistecca e un po'"d'insalata… Ho messo su qualche chilo…"
Raffaella sorride e non aggiunge altro, poi senza volerlo arrossisce ma per fortuna nessuno se ne accorge. Aveva avuto una bella idea su come farlo dimagrire.
Sessantanove
Il telefonino di Cristina squilla. Lei si mette un asciugamano al volo e corre in salotto, dove l'ha lasciato.
"Pronto!"
"Pronto, ma dov'eri?"
"Ciao, Susanna, ero sotto la doccia ma avevo finito. T'ho presa in tempo."
"E meno male! Senti, volevo farti una proposta… stasera è San Valentino…"
Cristina si friziona i capelli che gocciolano sul tappeto. "Lo so…"
"Certo che ci siamo lasciate proprio poco prima della festa, eh?"
"Già… direi che non abbiamo niente da festeggiare…"
"Lo dici tu, tesoro mio. Ti sto telefonando apposta. Usciamo insieme io e te, dai! Andiamo a cena e ci rilassiamo. Lascio i bambini a mia madre."
"Sì, bello… sai che divertimento vedere tutte le coppie… E poi io stavo per cenare, mettermi il pigiama e vedermi una fiction."
"A tutto sballo, eh? E dai, festeggiamo da single?"
"Ma San Faustino è domani!"
"Va bè, male che vada ci scambieranno per una coppia anche noi! C'è andata male con gli uomini, ci buttiamo sulle donne!"
Cristina sorride. Certo che Susanna è proprio forte. "Ma poi sarà già tutto prenotato…"
"Ma che ti frega! Andiamo a caso, intanto aperitivo. Dai, tra un'ora sono da te. E fatti bella, eh? Non ti voglio in tuta o sciattona. In tiro e truccata!" e butta giù senza lasciarle il tempo di rispondere. Cristina guarda il cellulare. Scrolla la testa. Poi va in camera. Apre l'armadio. Scorre velocemente gli abiti. Ne tira fuori due o tre. Si accorge che è tanto che non li mette. A Flavio piaceva questo nero. Cristina se lo appoggia addosso. Si guarda allo specchio. Poi lo fa cadere. Prende l'altro, è color lilla con dei piccoli
fiori bianchi e i polsini un po'"ripresi. Più sbarazzino. Ma sì, con gli stivali beige sotto andrà benissimo. Finisce di asciugarsi. Si veste. Poi si pettina e mette un po'"di rimmel, ombretto lilla e lucidalabbra trasparente. Ecco fatto. Si guarda. Sì, stasera voglio rilassarmi davvero.
Settanta
La musica impazza in un angolo della sala. Qualcuno balla. Ragazzi seduti lungo il corridoio chiacchierano ridendo, bevono una birra, uno rolla una sigaretta usando del tabacco, un altro poco più in là e più nascosto ne sta accendendo una dagli effetti speciali.
Nella grande aula alcuni sono seduti sui gradini o sui banchi, altri, più ligi o se non altro più puntuali, hanno già preso posto sulle sedie. La porta in fondo alla sala, al centro del piccolo palco, improvvisamente si apre ed esce Renato Materia, il giovane e aitante artista di Sinistra, almeno così si professa nel volantino ciclostilato che ha fatto il giro di tutte le università. S'impadronisce del microfono a filo poggiato sulla cattedra e inizia subito a rappare. Si muove agitando solo la testa e ogni tanto si ferma e alza il braccio a pugno chiuso, come a sottolineare la forza e la sua personale convinzione.
"Bugiardi e ladri, falsi politici, guru fanatici, da questo mondo toglietevi di torno e giù le mani dal nostro girotondo. Noi siamo quelli della sostanza, quelli che odiano la semplice apparenza, quelli che parlano uscendo dalla stanza e non si spengono nell'indifferenza. Noi siamo quelli che ci stanno dentro e le parole le rendono un tormento, noi siamo quelli che fanno sempre festa e non si vergognano mai di dire basta. Bugiardi e ladri, falsi politici, guru fanatici, piuttosto innamoratevi e andate a quel bel ponte, incatenatevi con tanto di lucchetto e con quella chiave fate voi il bagnetto… Un bel salto e giù dal parapetto. E noi liberi! Liberi! Torniamo liberi, liberi!"
Ma dal fondo dell'aula, con un megafono apparso dal nulla, si alza sicura la voce di Adriano Mei, uno di quelli duri e puri.
"Sì, liberi da te!"
È il segnale, il grido di battaglia. "All'attacco!" Da ogni lato della sala parte una pioggia di ortaggi, pomodori, sedani, ciuffi vari di verdura andata a male. Adriano Mei continua la sua personalissima lotta dal megafono. "Buffone, bugiardo, falso artista di Sinistra! Sei un venduto… non hai appoggiato un'iniziativa per beneficenza perché volevi più soldi. Sei uno sporco figlio del sistema… Levati quella barba, fatti crescere qualcos'altro, fatti riconoscere, non ti nascondere, lurido impostore."
E continuano così, allegri e divertiti a innaffiare il povero Renato Materia con ogni tipo di prodotto agricolo, fino a quando, tirato con grande precisione e forza, un uovo non lo centra in piena fronte, esplodendo sul suo viso e costringendolo a una vergognosa ritirata.
"Bastardo! Bastardo! Bastardo!" Il gruppo comandato da Adriano Mei continua a inneggiare e alla fine parte con una specie di carica, tanto che il povero Materia è costretto a fuggire nella stanza in fondo al corridoio.
Il suo pseudoagente, Aldo Lanni, sta chiacchierando con una bella ragazza.
"Ti posso far fare qualcosa d'importante in tv, noi abbiamo un sacco d'agganci…"
"Sul serio? Mi piacerebbe."
"E allora dammi il tuo numero, così ti chiamo."
Ma proprio in quel momento la porta si apre e piomba Materia tutto sporco di verdure e puzzolente di uova marce.
"Ma che t'hanno fatto?"
"Un'insalata russa, ecco che m'hanno fatto! M'hanno riempito di roba… e se ce beccano ce menano pure… Via via!"
Aldo Lanni non fa in tempo a prendere il numero della potenziale soubrette. "Ma porca miseria!" e viene tirato via per il giubbotto da Materia.
"Andiamo alla macchina, forza, dai!"
"Dove l'hai messa?"
"Ecco, sta laggiù."
Salgono al volo su una Mercedes berlina. Aldo Lanni mette in moto ma i ragazzi capitanati da Adriano Mei sbucano da quella stessa porta e gli corrono dietro.
"Eccoli! Vai vai!"
Aldo Lanni accelera ma uno dei giovani studenti ha una bottiglia in mano e la lancia con rabbia e forza, centrando in pieno il lunotto posteriore e facendolo esplodere in mille pezzi.
"Ma porca miseria, l'ho comprata due mesi fa!" Aldo Lanni curva a sinistra dirigendosi a tutta velocità verso l'uscita, ormai fuori pericolo. Materia si gira. I ragazzi hanno smesso di corrergli dietro.
"Si può sapere perché si sono incazzati così? Che hai detto?"
"Macché, non ho detto nulla! Stavo facendo il solito pezzo… quella cacata sui politici e i lucchetti…"
"Te l'ho detto che lo dovevi cambiare. Quello ormai ha stancato!"
"Ma no. Non so come hanno saputo della richiesta di soldi per quella ONLUS."
Aldo Lanni scuote la testa.
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