Alex li guarda, seduti sul divano di fronte a lui. Restano in silenzio.
Poi Enrico sorride. "Mi ha commosso il tuo discorso."
Anche Flavio è d'accordo. "Sì, è bello…"
Pietro annuisce. "Hai ragione, ho sbagliato."
Enrico lo abbraccia. "Auguri, Alex. Vorrei che tu fossi felice!"
Anche Flavio si alza per abbracciarlo. "Sì, anch'io."
E Pietro li raggiunge. "Ci sono pure io, eh, cosa credete! Che, mi volevate lasciar fuori? Bastardi!"
"Noi, eh…"
E rimangono così, stretti l'uno all'altro al centro del salotto. E ridono e scherzano. Pietro salta. "Sì, vi voglio bene…"
"E dai!"
E non si accorgono che qualcuno sta infilando la chiave nella serratura e aprendo la porta. Entra Medi, una donna sui cinquantanni, filippina, che rimane a bocca aperta vedendo quel gruppo di uomini che saltellano abbracciati in quel modo. "Ti voglio bene!"
"No, più io!"
"Io vorrei divorziare e sposarmi con tutti voi!"
Pietro finisce il giro e incrocia lo sguardo della filippina.
"Ah, salve!" Si stacca dagli altri e la raggiunge. "Lei è Medi, vero? Mi aveva detto Martinelli che ogni tanto viene per tenere in ordine la casa… Da adesso ci sarò io…"
"Sì, mi ha detto signore, ho portato solo questa proprio come mi aveva chiesto lui…" E mostra una cassetta con delle bottiglie d'acqua. "Perché ho finito l'altro giorno quella che c'era… E poi questa…"
Pietro prende dalle sue mani la busta, la apre, ci sono le bollette dell'acqua, del gas e della luce. "Mi ha detto solo che lei deve fare volture e le servivano… Poi se servo anche io da domani posso tornare… Ecco, qui c'è il mio numero e i miei costi fissi…"
Pietro guarda il volantino che gli sta dando, con tutto quello che la Medi- service è in grado di fare.
"Nove euro l'ora?"
"Come tutte, meglio di tutte…"
Pietro si gira verso gli amici. "Cioè, c'ha pure lo slogan… Alex, questa ti ruba il lavoro." La riaccompagna verso la porta. "Va bene… grazie. Se ho bisogno le faccio sapere…" E la fa uscire. Pietro raggiunge gli amici. "Ma vi rendete conto?"
Flavio annuisce. "Ormai sono superorganizzate."
Enrico lo segue. "È che le nostre donne gli hanno lasciato troppo spazio… Dovevamo controllare anche questo, ci è sfuggita di mano la situazione."
Pietro sta zitto, Alex gli si avvicina. "Che stai pensando?"
"Che Martinelli si è subito preoccupato delle spese e che quella vedendoci così abbracciati che saltavamo ridendo come dei cretini chissà cosa penserà… e soprattutto cosa andrà a dire in giro."
Flavio si avvicina. "Ma che deve pensare… Che siamo amici."
Pietro sorride. "È vero."
Flavio lo guarda e cambia espressione. "Anzi… Ti posso chiedere una cosa? Visto che Cristina vuole stare da sola, e io devo trovare un posto, fino a quando non ce l'ho posso rimanere da te?"
Pietro resta un attimo in silenzio, poi vede gli occhi di Enrico ma soprattutto lo sguardo severo di Alex. Sorride. "Ma certo! Ci mancherebbe… È pieno di stanze qui!"
Flavio lo abbraccia. "Grazie! Vado subito a prendere la valigia in macchina."
Pietro aspetta che sia uscito. "Ah, ha la valigia in macchina, se l'è portata dietro… Quindi lo dava per scontato, lo sapeva già che veniva a stare da me!"
"Macché…" Alex scuote la testa. "Sei perfido…"
Proprio in quel momento suona il telefonino. È Niki. Alex sorride un po'"imbarazzato e si allontana. "Pronto, Niki!"
"Amore! Allora, com'è andata con i tuoi?"
"Benissimo…"
Niki sente uno strano silenzio. "Sul serio? Mi dici la verità?"
"Ma certo, amore, ci mancherebbe."
Niki si insospettisce. "Ma dove sei?"
"Da Pietro…"
Proprio in quel momento rientra in salotto Flavio con due valigie e diversi sacchetti.
"Ma cos'è tutto questo rumore?"
"Ci sono anche gli altri."
"Ah sì?" Niki è sempre entusiasta. "Lo hai detto anche a loro?"
"Sì…"
"E come l'hanno presa?"
Flavio intanto apre la valigia, cadono fuori alcuni maglioni, i ricordi della sua vita con Cristina. Diventa triste e fissa sconsolato gli amici. "Non ci posso credere che sia andata così…" Anche loro sono sconsolati, cercano di tenerlo su, ma Flavio è decisamente depresso. Niki insiste. "Allora? Come l'hanno presa i tuoi amici?"
Alex capisce che in certi casi conviene comunque mentire. "Non sai, sono impazziti di felicità."
"Bene! È un momento bellissimo per tutti!"
Ma nello stesso istante Flavio scoppia a piangere. "Ahhh…"
"Che succede?"
"Niente di grave, credo…"
"Ma chi è che piange così?"
Alex ci pensa su e al volo trova una scappatoia. "È Ingrid, la figlia di Enrico! Avrà fame… Niki, scusa eh, ti chiamo dopo…"
"Ma certo, sì, vai vai…"
Alex chiude la telefonata e si avvicina a Flavio. "Che c'è, che succede?"
"Aprendo la valigia ho visto questo maglione."
"E allora?"
"Me l'ha regalato lei…"
"E va bè, ma che c'è di così grave…"
"No, non puoi capire. Era la festa di San Valentino e avevamo girato tutto il giorno, e siccome parlavamo sempre di fuggire con una barca…"
"Ecco che ritorna il marinaio!"
"E dai, Pietro!"
"Avete ragione, scusate."
Flavio continua il racconto. "Quella sera abbiamo scartato i pacchi… Bè, non ci eravamo regalati tutti e due lo stesso maglione? Ma proprio lo stesso stesso, stessa marca, stesso colore…" Flavio lo tira su e lo fa vedere. "Questo!" E riprende a piangere. "Cosa starà facendo ora Cristina?"
Pietro sospira. "E cosa starà facendo ora Susanna, forse sta mettendo a letto Carolina…" Enrico sospira a sua volta. "Invece io cosa sta facendo Camilla non me lo chiedo proprio… Anzi, peggio… Lo immagino."
Alex prende in mano la situazione. "Bè, sentite, qui bisogna risollevare l'umore. Ceniamo tutti insieme come ai vecchi tempi?"
"Giapponese?"
"Old"
"Birra e pokerino?"
"Sì!" rispondono gli altri in coro.
Alex cerca di puntualizzare. "Senza fare l'alba, però, che domani ho una riunione…"
Tutti lo guardano male. "Sì, è arrivato il quasi sposato!"
E capisce perfettamente che non è il caso di insistere. "Ok… Do io le carte."
E stanno lì, attorno a quel tavolo di vetro troppo grande, vicini, amici, uniti in quel nuovo, strano momento di cameratismo, come non succedeva da tempo. E mentre le carte girano e fanno la fortuna o la sfortuna dei giocatori, mille pensieri diversi s'intrecciano sopra le loro teste. Pietro ricorda una battuta di Woody Allen: "Sono l'unico al mondo cui capita una mano di poker con cinque carte senza che ce ne siano due dello stesso seme". E tutti ridono.
"Non è il mio caso! Non sapete che punto ho…"
"Stai bluffando!"
"Vieni a vedere, se hai coraggio. Cento euro!"
E non si sa chi vincerà quella mano. Una cosa è sicura. Nessuno perderà mai quella splendida amicizia.
Sessantacinque
Olly spegne il motore della macchina. Mette tutte e due le mani sul volante. La luce del lampione la illumina. Un cane attraversa veloce la strada. Lei lo segue con gli occhi. Giampi la guarda. "È stata una bella festa, vero? E grazie d'avermi accompagnato a casa."
Olly continua a fissare davanti a sé. "Sì, carina… Niki è rimasta contenta."
Giampi si accorge che l'umore di Olly non è dei migliori. Allora le si avvicina. Le sfiora la guancia con una carezza. Olly si scosta un po'.
"Che hai, amore…"
Olly si gira e lo guarda un po'"dura un po'"triste. "Niente…"
"Niente e fai quel broncio? Dai, che c'è?"
"Ma niente… ti sei divertito tu?"
"Bè, sì… c'era gente simpatica. Pensa che addirittura in tre m'hanno offerto un passaggio per tornare a casa quando ho raccontato che eri venuta a prendermi tu per preparare insieme tutto…"
"Ah, che gentili… Anche Ilenia, immagino…"
Giampi la guarda. "Bè, sì… anche lei. E gentile. Prima ci hai lasciato un po'"al volo, potevi restare a parlare con noi. Ti sarebbe rimasta simpatica." Olly gioca nervosa con l'Arbre Magique al pino. Non dice niente. Giampi continua. "Studia Scienze infermieristiche. E poi balla. Sì, è forte. Mi piace conoscere persone interessanti."
"Immagino. Specie se sono ragazze carine."
"Che intendi?"
"Nulla. E vi siete scambiati il numero? Sennò lo chiedi a Erica, è sua amica hai detto, no?"
"Ma perché dovrei volere il suo numero? No, non ce lo siamo scambiato. Ci rivedremo a qualche altra festa tua o di Erica, se ricapiterà, così, semplicemente…" Giampi si stranisce. "Olly, ma mica sarai gelosa, eh?"
Lei resta un istante in silenzio. Poi guarda fuori dal finestrino. "Io? Macché. E perché dovrei? In fondo parli sempre con altre donne, fai il gentile e sembra che io non ti basti…"
"Olly, ricominciamo? Io amo te, sto bene con te e te l'ho dimostrato tante volte. Sono solo un ragazzo che ama parlare con la gente. Giovani, anziani, uomini o donne che siano. Mi hai conosciuto così, no? E questo che hai detto ti piace di me… E ora che dovrei fare? Fingere di essere diverso? Trattenermi? Guarda che io non ti ho mai tradita…"
Olly è combattuta. Sa bene d'aver esagerato ma non riesce a fermarsi, a tornare indietro. Lo ascolta, lo guarda e alla fine…
"Insomma basta, Giampi. Dici sempre così… ma a me sembra che t'interessino solo le belle ragazze… Così non mi porti rispetto…"
"Ma che dici, Olly! Non ti porto rispetto? Ma che ti ho fatto?"
Olly si morde le labbra, poi inizia a piangere. "Mi fai stare male, anche stasera sei rimasto sempre a parlare con quella lì…"
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