Niki li guarda e poi sorride. Tanto, pensa tra sé, è un problema suo. "Ecco, aspettate qui…" Ed esce dal salotto.

Roberto e Simona rimangono in silenzio a guardarsi. Roberto la fissa con curiosità e malizia. "Tu ne sai qualcosa, non è vero?"

"Ti giuro di no… Ma scusa, te lo direi."

"Uhm, non è niente di buono mi sa…"

"Ma se è così felice dobbiamo esserlo pure noi!"

"Mmm, quel che rende felice un figlio a volte è una tragedia per i genitori…"

"E mamma mia che pesantezza!" Simona gli tira un colpetto sulla spalla.

Un istante dopo nel salotto rientra Niki accompagnata da Alex.

"Eccoci qui…"

"Ma dov'era? Nascosto in camera tua?"

"No… È solo che… non trovava posteggio." Si era preparata la scusa. Almeno quella. Poi Alex e Niki si guardano sorridendo. In realtà Niki lo aveva "posteggiato" sul pianerottolo perché voleva prima preparare tutto, far sistemare i suoi genitori e finalmente dare quella notizia.

Niki guarda un'ultima volta Alex che prende fiato, tira un bel respiro, e poi fa ai suoi genitori un bel sorriso. Stringe forte la mano di Niki e butta fuori tutto di botto.

"Io e Niki vorremmo tanto sposarci… Spero che siate felici di questa nostra decisione…" Proprio in quel momento Roberto, che si stava sistemando meglio sul puf, mette male la mano e scivola per terra.

"Papà!" Niki scoppia a ridere. "Non prenderla così!"

Simona aiuta il marito a rialzarsi. "Non volevo, te lo giuro…"

Simona lo lascia e corre verso la figlia. "Ma è bellissimo, tesoro!" E l'abbraccia.

"Oh, mamma, come sono felice. Non sai quante volte ho provato questo discorso di notte nel mio letto, in bagno."

Alex annuisce. "Già, poi però alla fine l'ho fatto io!"

"E certo, e chi doveva farlo sennò!" Roberto si avvicina ad Alex. "Vieni qui, abbracciamoci." Si stringono così, in un abbraccio molto rude e maschile. Roberto dà qualche pacca sulla spalla di Alex. "Bene, sono proprio felice per la mia figliola." Poi abbraccia anche Niki.

"Oh, papà… Ti voglio tanto bene."

Simona, in maniera più contenuta, abbraccia a sua volta Alex. Poi si stacca e tutta felice annuncia: "Dobbiamo festeggiare. Abbiamo una bottiglia che sta già in frigo e tenevamo proprio per una grande occasione. E quale migliore di questa?".

Subito Roberto si accoda a lei. "Ti seguo, amore… Vengo a prenderla con te!"

Alex e Niki, rimasti soli nel salotto, si abbracciano felici.

"Hai visto, Niki, ci facciamo sempre un sacco di problemi e invece spesso le cose sono molto più facili del previsto…"

"Dici?"

"Certo! Non lo hai visto come erano felici i tuoi genitori?" "Mio padre dopo la notizia è caduto per terra." "Ma è solo scivolato dal puf. Dai, poteva succedere anche se gli raccontavi un'altra cosa."

"Tu non lo conosci. Per me deve essere sconvolto."

Roberto e Simona sono in cucina. Tutti e due poggiati con la schiena al lavabo che guardano nel vuoto davanti a loro. Roberto è a bocca aperta.

"Non ci credo, non è possibile, dimmi che sto sognando… Dimmi che è solo un terribile incubo dal quale ci risveglieremo. Non ci posso credere. La mia bambina…"

Simona gli dà una gomitata scherzosa. "È anche mia… Anzi è prima mia. E poi tua!"

"Guarda che l'abbiamo fatta insieme."

"Sì, ma io l'ho tirata su i primi nove mesi da sola!" Roberto si gira verso di lei.

"E tutte le volte che mi svegliavo nella notte perché lei urlava e tu eri distrutta e non volevi andare a consolarla, chi la cullava, eh? Chi ci andava?"

Simona gli prende la mano. "Tu. È vero, anche tu hai fatto molto per lei."

"Abbiamo fatto entrambi sempre tutto per lei… E chi se la prende ora? Lui."

Simona sorride. "Dai, piantala. Torniamo di là. Sennò si preoccupano."

"E soprattutto Niki capisce."

"Ha già capito."

"No…"

"Ma allora tu non la conosci tua figlia." Simona prende una bottiglia di ottimo champagne, poi i flùte nell'armadio in cucina, e torna sorridente in salotto.

"Eccoci qua… Non trovavamo i bicchieri!"

E si siedono tutti e quattro mentre Roberto stappa la bottiglia e versa da bere, cercando di non sembrare sconvolto.


Sessanta


Domenica, una giornata tranquilla, un cielo azzurro con qualche nuvola leggera. Sono le tredici, qualcuno è appena uscito dalla messa, una ragazza sta passeggiando con il suo alano nero: è grosso, la trascina per andare a curiosare più avanti. Un signore è in fila davanti al giornalaio.

"Mi dà "Messaggero" e "Repubblica"…"

Un altro, infastidito perché si sente superato, dice di fretta: "È uscito l'ultimo di "Dove"?".

"Guardi un po'"lì sotto… Dovrebbe essere davanti. Altrimenti deve ancora uscire."

Il signore non lo trova. Il giornalaio, un ragazzo con tanto di piercing al sopracciglio, si spinge in avanti cercando di leggere le copertine delle riviste messe al contrario.

"Eccolo, eccolo, è lì…" E indica un giornale dimostrandosi più lucido del suo cliente, malgrado la serata passata in discoteca, che lo ha portato direttamente in edicola senza passare da casa. E nemmeno da un qualsiasi materasso. Purtroppo.

Alex si ferma all'Euclide di Vigna Stelluti ed esce poco dopo con un vassoio di pastarelle mignon. Ne ha prese venti, comprese quelle al marron glacé con tanto di castagna e panna che piacciono molto a sua madre, Silvia.

Alex sorride mentre sale in macchina. E l'unica che si commuoverà, sono sicuro, le scenderà una lacrima, io l'abbraccerò e dopo lei, proprio per superare l'ostacolo, si mangerà uno di quei mignon alla castagna, senza dire nulla, pluff, lo farà sparire in silenzio. Però sotto sotto sarà contenta, lo so. Le ha sempre fatto strano vedere che proprio io, il suo primo figlio, tra tutti quelli delle sue amiche e perfino le mie due sorelle minori, fossi l'unico a non essere ancora sposato. E con quest'ultima considerazione Alex guida sereno verso casa dei suoi. Mette un cd, una compilation che gli ha fatto Niki. Ecco, questa è la canzone giusta. Home di Michael Bublé. Ti fa sentire in perfetta sintonia con il mondo.

Ma come ho fatto a non pensarci prima? Sono così felice di questa decisione. Poi sorride tra sé, quanto sei cretino Alex. Mica stavi con Niki, prima. E improvvisamente gli attraversa la mente un pensiero, un'ombra, come un fulmine a ciel sereno. Dov'è ora? Come sta vivendo questo momento? È felice della mia scelta? Cioè della nostra scelta? Perché è anche nostra, vero? Mica solo mia… O vive come se questo fosse un giorno qualunque della settimana? E la vede all'università che ride, si muove tra i ragazzi della sua età che la guardano, parlano di lei al suo passaggio, poi insieme a un professore all'uscita da una lezione, poi il tipo la guarda un po'"troppo a lungo. Poi la immagina da qualche altra parte, magari in fila alla posta vicino a qualcuno che fa l'idiota con lei. Poi, come se fosse già passato del tempo, eccola più adulta, vestita da donna, con un tailleur, seria, in un alimentari, che sta facendo la spesa, oppure in un ufficio a concludere un lavoro con un collega che le fa un po'"il filo. La vede tranquilla, serena, posata, del tutto donna, piena di sicurezza. E questi pensieri lo rasserenano, senza un vero perché, senza una ragione hanno scacciato la gelosia. Ma non sa che a volte le sensazioni possono essere giuste, e che presto dovrà fare i conti proprio con queste paure. Ed entra fin troppo tranquillo nel giardino della villa dei suoi genitori.


Sessantuno


Dal grande salotto che si affaccia sul verde, uno splendido roseto attraversa il giardino d'inverno insieme a un bellissimo pergolato, e poco più avanti anche una vite.

"Mamma, papà, ci siete?"

Luigi, il papà, sta mettendo a posto una pianta ribelle.

"Alex, che piacere vederti!"

"Ciao…" Si scambiano un bacio. "Mamma?"

"Eccola… Sta arrivando."

Tra le siepi poco lontane compare improvvisamente Silvia, accompagnata da Margherita e Claudia, le sorelle di Alex con i rispettivi mariti, Gregorio e Davide.

"Ciao, mamma!" Alex esce e va verso di loro.

"Ciao! Sei arrivato! Hai visto, son venute anche le tue sorelle… Non riusciamo mai a stare tutti insieme."

Alex sorride salutando. "Hai ragione, mamma. È che il lavoro di questi ultimi tempi mi ha preso molto…"

"A proposito, non ci hai detto che cosa sei andato a fare a New York." Gregorio, il marito di Margherita, commercialista, sembra sapere il fatto suo. "Aprite una succursale anche lì? Oggi conviene con il dollaro…"

"No, non è per quello, non era un affare di lavoro…"

Davide abbraccia Claudia, la sorella maggiore. "Un affare di cuore? Sai che noi pensiamo di andarci per Pasqua a New York?"

"Sul serio? Allora vi do qualche buon indirizzo." Poi Alex pensa a Mouse. Subito Gregorio e Margherita si accodano. "Certo, se riusciamo a lasciare le bambine a qualcuno veniamo anche noi… tu ce la terresti, mamma?"

"Non so, vediamo… Quando è quest'anno Pasqua? Forse siamo invitati dai Pescucci." Alex ascolta tutte queste chiacchiere e ripensa a quanto è stato gentile Mouse. No no, non lo posso punire così.

Silvia controlla il marito. "Luigi… Quanto ti manca?"

Il papà di Alex fissa l'ultimo ramo e stringe il cordoncino verde

che serve per tenere le piante. "Fatto! Eccomi, cara, pronto per qualsiasi avventura."

"Dobbiamo semplicemente sederci a tavola."

"Bè, dipende da cosa si mangia. A volte può essere anche un'avventura pericolosa…"

"Spiritoso… Dina, la nostra cameriera sarda, è diventata bravissima!"