"Aiuto!" Alex riesce a non perdere l'anello e alla fine si trova travolto sotto di lei e ride entusiasta e felice che tutto sia andato bene.

Niki piange. "Amore! Guarda… Mi hai fatto piangere di felicità! Porca miseria…" E ridono insieme mentre lui le infila l'anello e lei si asciuga il rimmel che cola.

Poco dopo l'elicottero atterra sul tetto del grattacielo e quando entrano nel ristorante dell'Empire State Building, alcune persone ai tavoli si alzano in piedi e applaudono felici. Niki è emozionata.

"Adesso lo sanno proprio tutti…"

"Sembra di sì."

Poi vengono accompagnati a un tavolo. Dal fondo del ristorante appare Mouse che solleva il pollice e chiede divertito da lontano: "Tutto bene?".

Alex alza a sua volta il pollice come a dire "tutto benissimo".

Niki se ne accorge. "Ma quello è Mouse! Troppo forte…"

"Sì, mi ha dato lui una mano. Però mi ha detto che quando qui all'Empire hanno saputo della mia idea hanno organizzato la serata vendendo i tavoli al doppio!"

"Ma dai!"

"Sì! Sono tutti a cena qui per noi… È piaciuta da morire l'idea della proposta di matrimonio in volo con l'ultimo piano del grattacielo che si accendeva. A bella!"

"E certo… A fanatico! Da vero pubblicitario… A bello…" E ridono di questo buffo inutile tentativo di essere bori. Subito arriva un cameriere che prende le loro ordinazioni, mentre un altro versa lo champagne e un perfetto violinista si avvicina, intonando per loro le note della canzone tanto amata da Niki. I Really Want You di James Blunt.

"Nooo… Non ci credo, ma è un sogno."

Alex le sorride e le prende la mano. "Tu sei il mio sogno."

"Alex… ora però che ci sposiamo devi dirlo anche ai miei genitori…"

"Pure?"

"E certo… Anzi glielo dovresti proprio chiedere…"

"Ah, certo!" Alex apre il tovagliolo e se lo mette sulle gambe.

"Ma che, devo portare anche loro in elicottero?"

"No, quello no!"

"Allora speriamo solo che dicano di sì…"

"Al massimo dopo ci parlo io…"

"Ma Niki!" E continuano così, ridendo, mangiando del pâté d'anatra accompagnato da un gelato alla menta e insalata freschissima, poi per tutti e due una bistecca medium rare con delle patate enormi e splendidamente fritte, e infine una cheesecake leggerissima… bè, non proprio, ma comunque davvero buona. E accompagnano ogni piatto con un ottimo Sassicaia consigliato dal maitre.

"Ci sarà da trovare la chiesa… E il vestito…"

"Ma lo facciamo in un posto classico? O cerchiamo qualcosa di un po'"originale?"

"Tu, Alex, che ti metti? Non sarai mica serioso, vero?" E poi ancora: "Dobbiamo decidere le bomboniere…".

"E il catering!"

"Ah sì… Io farei tutto mare… Ma se qualcuno è allergico?"

"Al pesce? Non lo invitiamo!"

"Ma dai, non è carino!"

"E i fritti?"

"Ci devono essere!"

"E un po'"di prosciutto crudo?"

"Ci deve essere!"

"E un po'"di parmigiano?"

Tutti e due insieme. "Ci deve essere!"

E così continuano a inventare, a sognare, a spaziare in ogni direzione.

"Ah sì… per la musica io vorrei una band rock… Anzi no, tutte trombe. Tutto sul jazz. Anzi sarebbe forte chiamare i Negramaro."

"Ma quando ti ci vengono!"

"E allora Gigi D'Alessio… Pensa i miei!"

"Perché, non gli piace?"

"Ma no! E che inviti a suonare al tuo matrimonio uno che si è separato!"

"Ah già…"

"Ehi… Mica è facile mettere su un matrimonio."

E continuano così, pensandole tutte e di più.

Poi finiscono di cenare e tutta la sala, vedendoli uscire, si alza in piedi e di nuovo li applaude. Alex sorride imbarazzato e alza la mano a mò di presidente.

"Cavoli… Mouse questa me la paga… E ora poi abbiamo un problema."

"Cioè?" Niki lo guarda sorpresa.

"Non possiamo deluderli!"

"Sciocco!" E dopo riprendono l'elicottero e attraversano New York, Central Park, Manhattan, fino ad atterrare proprio sul loro albergo.

"Grazie di tutto!" Sorridono e salutano i piloti prima di scendere. Poco dopo sono in camera.

"Alex, è stata una serata fantastica…" Niki si sdraia sul letto enorme.

Alex si toglie le scarpe e si butta vicino a lei. "Ti è piaciuto?"

"Sì, è stato tutto troppo bello…"

"Bè, sai una cosa? Avevo organizzato tutto da Roma, conoscevo ogni passaggio, ogni momento, eppure mentre lo vedevo realizzarsi mi sembrava che non potesse essere vero. Mi domandavo se stavo sognando…"

"Amore…" Niki si gira emozionata verso di lui. "Ma che, mi fai piangere di nuovo?"

"No… Non vorrei mai…" Alex la stringe tra le braccia. Niki si perde in un suo bacio, poi sorride. "Non avrei immaginato… Sai, fin da ragazzina ho sempre pensato a questo momento… Sentirmi chiedere: "Niki, mi vuoi sposare?". L'ho pensato in tutti i modi, i più strani, i più belli."

"Non è possibile."

"Perché?"

"Non mi conoscevi ancora."

"Sciocco…" Niki fa un lungo sospiro. "Però mi hai regalato un sogno che supera la realtà…"

Alex le sorride. Quando sei così innamorato di una persona ti sembra che nessuna parola, nessuna sorpresa possano bastare per farglielo capire. Ti amo, Niki. Ti amo d'amore e per sempre. E poi un bacio e un altro e una luce che si spegne. E i neon dei palazzi intorno e qualche nube lontana che gioca con la luna, cambiando quei fasci luminosi che a tratti illuminano la stanza, come se fossero delle volanti con i loro fari o aerei lontani… o la luce di un faro. E lentamente i vestiti che si sfilano e cadono dal letto.

"Ehi, ma queste non le avevo viste…"

"Ti piacciono?"

"Molto…"

"Le ho prese oggi di nascosto, Victoria's Secret…"

"Uhm, le voglio vedere… da vicino…"

E un sorriso nella penombra e una mano furtiva e poi un inaspettato piacere e un morso e un sospiro, una voglia infinita di continuare a sognare, facendo l'amore. E poi notte. Notte fonda e scura. Notte pesante. Notte immobile. E solida. Notte bloccata. Notte che sembra non passare mai. Alex fa un respiro lungo, sereno, tranquillo. Spogliato per metà, a pancia sotto, con le braccia che scompaiono sotto il cuscino, le spalle scoperte, leggermente avvolte dalle lenzuola che sembrano una piccola onda su una lunga spiaggia. E dorme. Profondamente. Un pallido raggio di luna disegna i contorni del suo riposo.

Poco più in là il cuscino di Niki, vuoto. E tutta la camera è come immobile, sospesa. Una grande poltrona con sopra qualche vestito abbandonato, un tavolo con pochi oggetti appoggiati, una lampada spenta, più su un quadro moderno dai colori accesi. Tutto in silenzio, rigorosamente in attesa. Poco più in là, nel bagno chiuso, dietro la porta, come nascosta, appoggiata al lavandino per non cadere, Niki.

Un respiro affannato, fuori tempo, la fronte appena imperlata di sudore. Una strana morsa allo stomaco in quella notte perfetta con i secondi che scorrono. Non ci credo, Niki, che ti succede? Ma questo è panico, panico vero, paura, terrore… Cioè… Niki, hai paura di sposarti? Si guarda allo specchio, si lava per la quarta volta la faccia, si asciuga con il grosso asciugamano bianco sotto il lavandino e si perde quasi tra quelle morbide pieghe cicciotte di quel tessuto perfetto. Ora il respiro rallenta, il cuore batte più lento, recupera piano piano un po'"di fiato, un respiro più lungo, ancora uno e un altro. Ecco. Per incanto è come se guardandosi allo specchio si vedesse all'improvviso dieci anni dopo. Ha il viso tutto sudato, i capelli le scendono ribelli, ciocche sparse, disordinatamente scomposte, qualcuna è bianca! Qualche ruga attorno agli occhi, un'espressione stanca. Niki guarda meglio… Oh no. "Mamma, mamma!" Un bambino le tira il vestito. "Mamma? Mamma." Ma… Lo guarda meglio, lui è mio figlio. E poi un altro dall'altro lato. "Mamma, ho fame!" Stavolta è una bambina! E d'improvviso si sente gonfia e pesante, goffa, si guarda allo specchio e il suo viso le sembra leggermente ingrassato. Allora guarda

in giù. "Oh no!" E ha una pancia incredibile. Sono incinta, cioè, non è possibile, ne aspetto un altro. Cioè… ne ho tre! Tre, il numero perfetto! E proprio in quel momento nella cucina immaginaria entra Alex, sorridente. Ha qualche ciuffo bianco tra i capelli ma solo sulle basette e gli dona molto… E poi non è ingrassato, neanche un po'. Cavoli, non è possibile. "Ciao, amore… Ciao, bambini! Niki, io esco…"

E rimane sola nella cucina, ancora più sudata, con una pancia enorme, i bambini che urlano. I piatti da lavare sono tantissimi e sporchi, una pila incredibile che quasi ondeggia sul lavandino e sta per cadere ma si appoggia su un'altra dalla parte opposta. Le due pile si piegano e poi i piatti cadono tutti insieme dentro al lavabo e si rompono, esplodono, schizzano sugo e pasta e pezzi di cibo come una strana mitragliatrice impazzita. Niki si pulisce il viso con il grembiule bagnato. Ora è sudata e colorata di sugo, le viene da piangere. E dalla penombra arriva Susanna, la moglie di Pietro.

"Ciao! Niki, hai capito? Sto uscendo."

Susanna l'aiuta a pulirsi. "Loro fanno così… A noi i piccoli…", indica i bambini che corrono per la cucina, urlano come pazzi, si tirano i capelli, si picchiano e alla fine, tramutati in giovanissime erinni, spariscono nel buio della stanza.

"… Mentre loro se la divertono, hai capito? Fanno finta di lavorare, stanno in ufficio fino alle nove e mezza di sera… Ma stanno veramente in ufficio, poi? L'unica volta che l'ho cercato sul serio l'ho trovato con un'altra…"

E proprio in quel momento compare Camilla. "Già, e che altro fanno sennò… I cretini con la segretaria… O con la stagista, la giovane assistente… Perché ricordati…" Camilla le bussa con le dita raccolte sulla spalla, "a questo mondo ci sarà sempre una più giovane di te!" Niki alza il sopracciglio. No. Non ci posso credere, questo non è un incubo. È di più. È il nuovo Wes Craven. Uno Scream sull'amore, e che cavolo…