La donna si alza mezza nuda dal letto e scivola via dalla stanza, sotto gli occhi comunque curiosi dell'idraulico, che in leggero imbarazzo si rivolge a Susanna.

"Signora, mi dispiace… Se vuole sparisco anch'io…"

"No no! E lei quando la ritrovo… Venga, il bagno è quello di mio figlio più grande." Susanna esce dalla camera e va verso l'ultima stanza in fondo al corridoio. "Ecco, è questo qui. Vede il tubo della doccia? Sotto ci deve essere il problema… L'acqua non scorre bene e crea dell'umidità… Si metta qui e lavori pure."

"Ok." L'idraulico un po'"perplesso posa la borsa per terra, tira fuori i suoi strumenti, tra cui alcuni cacciavite, un metro e una chiave inglese particolarmente grossa, e inizia a smontare la grata dello scolo.

"Dov'è il rubinetto centrale, signora?"

"Dietro la porta."

"Ah sì, eccolo." L'idraulico trova il rubinetto e lo gira velocemente chiudendo così il possibile passaggio dell'acqua.

Proprio in quel momento entra nel bagno Pietro, che nel frattempo si è rivestito. "Amore, mi dispiace… Non credevo che tornassi…"

"E certo, ti dispiace perché ti ho scombinato i piani!"

"Ma no, non intendevo questo…" Poi rivolto all'idraulico: "Pure lei, non si trova mai… proprio oggi, eh…".

Susanna a quest'ultima stupida battuta non ci vede più. "Ma abbi il coraggio di stare almeno zitto!" Afferra l'enorme chiave inglese poggiata per terra e prova a colpire Pietro, che però la vede all'ultimo e schiva a sinistra prendendo il colpo sulla fronte, appena sopra l'occhio destro. "Ahia!"

"Io t'ammazzo! Maledetto, maledetto!"

L'idraulico la blocca da dietro. "Signora, calma… Calma, calma… Che sennò finisce in prigione." Riesce a toglierle la chiave inglese dalle mani. "Mi sembrava che l'aveva presa troppo bene!"

Pietro barcolla verso il salotto. Susanna lo guarda senza la minima emozione.

"Sparisci per sempre dalla mia vita."


Trentadue


Pietro si leva le mani dalle orecchie, giusto in tempo per ascoltare quelle ultime parole.

"No, dico, Alex, capisci? No, dico, capisci? Mi voleva ammazzare…"

Alex è allibito. "No, non capisco, capisco solo quanto sei cretino!"

"Cioè?"

"A parte che non avresti dovuto tradirla come hai sempre fatto… E poi lo fai portandoti una a casa?"

Flavio interviene. "È quello che gli ho detto pure io. È stato un modo per farti scoprire: non sapevi come dirglielo e hai trovato questa soluzione…"

"Sì, è arrivato lo psicologo… Il fantathriller sentimentale… Mi ha beccato e basta…"

"Ho capito, ma non potevi portartela da un'altra parte, se proprio dovevi?"

Flavio scuote la testa. "Io non riuscirei mai a fare una cosa del genere…"

"Perché voi siete troppo calcolatori. Quando ti prende la passione è così… Ci siamo sentiti, abbiamo preso un caffè. Eravamo a un passo da casa. Ti va di salire? E dai… In quei momenti prendere una camera d'albergo è troppo di cattivo gusto…"

"Pietro!" urla Alex. "Cattivo gusto? Ma stai parlando del tuo matrimonio! Hai due figli!"

Enrico rientra in salotto. "Ecco, io ne avrei una che si è appena addormentata… Potreste gentilmente, no dico, gentilmente non urlare?"

Alex sospira. "E io che pensavo aveste fatto a botte tu e Flavio. Sarebbe stato meglio."

Flavio lo guarda male. "E chi vinceva?"

"Cretino…" Pietro si massaggia la fronte. "Sembri Susanna. Sai che ha detto? Voglio sapere solo una cosa: come mai quando stavamo insieme non mettevi mai una candela, un po'"d'atmosfera, della musica, una bottiglia di champagne?" "Così ha detto?"

"Sì, prima di cacciarmi per sempre." "Secondo me allora forse potresti recuperare…" "Ci ho provato tutto il pomeriggio. È stata irremovibile." "E certo, perché secondo te ora basta un pomeriggio… Va bè… È chiaro… È ancora visibilmente scossa."

"Scossa… Non ragiona, vorrai dire. Ho due valigie in macchina. Ha cambiato la serratura di casa e mi ha fatto chiamare dal suo avvocato per farmi una diffida. Non posso avvicinarmi a mia moglie… Che poi quell'avvocato era pure un mio amico…" "Bell'amico!"

"Già… Una volta però ho raccontato a Susanna che prima di conoscerla avevo avuto una storia con la ragazza di questo avvocato e lei ieri lo ha chiamato dicendoglielo e chiedendogli subito dopo se poteva occuparsi della nostra storia. E quello ha accettato subito! Figurati…"

"No, figurati tu! Ma perché, gliel'hai raccontato?" "Ma è successo una vita fa!"

"Ma che c'entra, in amore non c'è mai un tempo…" "Pensavo che io e Susanna fossimo complici, una squadretta…" "Sì, e certo… Dove tu non le nascondevi niente, vero?" Pietro guarda i suoi amici. "Sentite, io credevo che tra me e lei ci fosse un tacito accordo. Tutti tradiscono tutti. E tutti facciamo finta di non saperlo, di non vedere, non sentire… Sai quante volte mi sono scopato donne che un secondo prima avevano giurato amore ai loro mariti al telefono, e perfino alcune con un figlio in pancia… Donne in attesa, avete capito? Che però non sanno rinunciare al sesso… Esattamente come noi!"

Alex scuote la testa, amareggiato. "No, ti sbagli, esattamente come te. Io, dopo che mi sono lasciato con Elena, non ho avuto voglia di nessuna fino a quando non mi sono innamorato di Niki. Innamorato, capisci? E da quando sto con lei non l'ho mai tradita."

"E da quanto ci stai?" "Quasi due anni…"

"Sì, ma non sei sposato! Mettiti nei miei panni. Vedila ogni giorno per dodici anni, settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno. Voglio vedere poi cosa ti inventi… Vienimelo a raccontare… Se ci arrivi! Io, sono un traguardo! Io, sono

un successo nell'arrivare dove sono arrivato! Guarda lui…" E indica Enrico che lo fissa sorpreso.

"Bè? Che hai da dire su di me?"

"Sei stato sempre fedele?"

"Sempre…"

"E ci ha rimesso! Lei se ne è andata con uno conosciuto dieci giorni fa… Pensa a quante scopate hai rinunciato!"

Alex non è più disposto a sentirlo. "Senti, Pietro, io credo che tu abbia un problema… Non è una lotta, la nostra. Deve esserti successo qualcosa, c'è troppa acredine in quello che dici."

Pietro allarga le braccia. "E invece ti sbagli, la penso naturalmente così… Senza nessun trauma adolescenziale."

Flavio si versa un po'"di birra. "Questo lo credi tu. Spesso non si è coscienti, si è sofferto talmente tanto per le cose che sono accadute, che alla fine le si cancella o rifiuta in blocco…"

"No, guarda…" Pietro si toglie il panno dalla testa. "Ne sono consapevole, tanto è vero il bernoccolo che ho qui in fronte… È tutta una cazzata. E più si va avanti più uno se ne rende conto. Flavio, tu e Cristina state insieme solo per paura… come moltissime altre coppie! Il vostro non è vero amore. È vero terrore! E io credevo che, senza dircelo, io e Susanna avevamo trovato l'equilibrio. Ma non era così. E sapete cosa vi dico? Meglio…" Si alza, si infila il giubbotto. "Da domani ricomincia una nuova vita. Voglio una casa tutta mia! Magari un loft, atmosfera giovane e poi donne… Divertimento… Nessuna responsabilità!" Ed esce chiudendosi la porta alle spalle.

"Ma perché, scusate…" Flavio guarda gli amici sconcertato, "fino a oggi che ha fatto di diverso?"

Alex annuisce. "Appunto, con l'unica differenza che non si era fatto beccare…"

"Infatti! Poteva stare attento comunque, era una coppia così divertente. Mi ricordo al loro matrimonio, lui… sembrava tanto innamorato…"

"Ecco, sembrava! Quel giorno ci provò anche con la hostess che prendeva i cappotti."

"Ah, sì… Me la ricordo pure io. Son passati dodici anni, eh… Ma era di un bono…"

"Sì, con due tette così… Ma al tuo matrimonio, cavoli, cioè, resisti almeno quel giorno."

"Lui no!"

"Però… Già il fatto che si sta cercando una casa, che vada a vivere da solo… Potrebbe servirgli per capire alcune cose."

"Tu credi?" Proprio in quel momento bussano alla porta.

"E ora chi è?" Enrico va ad aprire.

E Pietro con una valigia in mano. "Senti, da domani mi cerco un posto dove dormire… Ma stasera posso restare qui? Tanto sei solo, no?" Enrico si sposta e lo lascia entrare. "Ce l'hai un altro letto matrimoniale oltre al tuo?"

Alex e Flavio si guardano. "Niente. Non cambierà mai."




Trentatré


Bella mattina di sole. Sabato. Sono quasi le undici. La gente cammina lenta e curiosa per le stradine del mercato. Niki sta letteralmente scavando all'interno di una cesta di magliette in offerta messa su un banco coloratissimo di via Sannio. "Che dici, questa rosa è carina, no?"

"Sì, dai, può andare e poi costa solo cinque euro!" Olly si sta misurando un paio di jeans appoggiandoli sopra ai suoi. Hanno alcuni ricami sulla coscia sinistra. "Oh, forti questi… sono stilosi!"

"Oh, ma senti come parla questa da quando l'hanno presa a fare lo stage! A Olly & Gabbana!" dice Erica mentre spulcia una serie di coprispalle.

"Seee… è che sono stilosi davvero, nei mercatini si trovano sempre cose originali, e poi la gente ti chiede dove le hai comprate perché sembrano di negozio… E comunque vedrai come mi verrai a cercare quando sarò famosa e tutti vorranno i miei abiti!"

"Allora devi anche pensare alla griffe…" ride Diletta guardando le amiche così prese alla ricerca di vestiti.

"Vero. Potrei chiamare la mia casa di moda… Olly the Waves! Olly le Onde. Che figata!"

"Seee… Sembra Gerry Scotti al Milionario quando dice "Only the braves"!" scherza Niki.

"E infatti. Solo i coraggiosi realizzano i propri sogni! Lo dice sempre anche Giampi." Olly rimette sul bancone i jeans e fa segno alle amiche di proseguire nel giro. "Andiamo a vedere dove li fanno meno cari, basta girare un po'"per trovare l'offerta migliore!"