"Va bè, ma in quel modo comunque il ricordo si rafforza, ecco, se ora bendata vai sotto un motorino per esempio…"

"Cretino!" Niki prova a colpirlo di nuovo, ma questa volta Alex si abbassa veloce e si porta subito alle sue spalle per non prenderle più.

"Amore, stavo scherzando…"

Niki cerca di nuovo di pizzicarlo. "Anch'io!"

Alex tenta di sottrarsi alla sua mano, che però alla fine anche questa volta lo prende.

"Ahia!"

"Hai capito o no?" Niki ride e continua a provare a pizzicarlo mentre Alex la spinge in avanti con le mani sulle spalle e tenendosi sempre più indietro con il corpo.

"Buongiorno, signor Belli." Il portiere lo saluta divertito. Alex gli fa segno di stare zitto portandosi l'indice davanti alla bocca.

"Shhh!"

Niki si gira sempre bendata ma sospettosa.

"Chi era?"

"Un signore."

"Sì, lo so, l'ho sentito… e ti conosce! Ma dove siamo?"

"È una sorpresa! E sei anche bendata… Ti pare che ti dico dove siamo?! Ma scusa, eh… Ecco, fermati qui."

Alex la supera e apre il portone.

"Ferma, eh…"

"Sto ferma."

Niki sbuffa e incrocia le braccia sul petto, Alex entra e chiama l'ascensore, poi torna a riprenderla.

"Ecco, avanti, avanti così, attenta allo scalino, sempre dritta… Attenta!"

Niki si spaventa e fa un salto all'indietro.

"Che è?"

"Oh no, scusa, niente… Mi ero sbagliato!"

"Cretino! Mi hai fatto prendere un colpo, cretino!"

"Amore… Mi stai dicendo troppe parolacce… Mi tratti troppo male!"

"Ma se tu fai il cretino!"

Alex ride e sta per spingere il pulsante dell'ascensore, ma prima che le porte si chiudano entra anche un signore. Ha la faccia allegra, è cicciotto, sui sessant'anni. Rimane un attimo perplesso, guarda Alex divertito, poi Niki bendata, poi di nuovo Alex. Allora alza il sopracciglio e fa la faccia da uomo vissuto, ma molto vissuto.

"Andate, andate pure… da soli!"

Ed esce con il sorriso di chi sembra saperla lunga.

Alex scuote la testa e preme il pulsante. Le porte si chiudono. Niki è curiosa e leggermente agitata.

"Ma si può sapere cosa sta succedendo?"

"Niente, amore, niente, è tutto ok."

L'ascensore arriva al piano.

"Ecco, seguimi." Alex la prende per mano e la guida lungo il pianerottolo, apre la porta di corsa, fa entrare Niki e la chiude alle sue spalle.

"Ecco, vieni Niki… Vieni con me. Attenta, ecco, passa di qui."

La aiuta a superare un tavolino basso, un divano ancora col cellophane, un attaccapanni, un televisore imballato. Poi apre la porta di una grande stanza.

"Sei pronta? Ta ta…"

Alex le leva la benda dagli occhi.

"Non ci credo… Ma sono nella mia stanza!" Niki si guarda in giro.

"Come hai fatto a entrare in casa mia… Ma che sorpresa è? Erano i miei genitori quelli di prima? Ma avevano una voce… Non mi sembravano loro." Niki esce fuori dalla camera e le prende

quasi un colpo. C'è un salotto diverso, un corridoio diverso, altre stanze e poi dei bagni e una cucina completamente diversi. Poi torna nella sua camera.

"Ma com'è possibile?" E vede il suo stesso tavolo, gli stessi poster, le stesse tende, gli stessi peluche. "Tutte le mie cose… qui, in un'altra casa!"

"Sì, ho cambiato per te, vorrei che sentissi questa nuova casa come tua…" Poi l'abbraccia. "Ecco, e quando vuoi stare qui con me, hai proprio la tua stanza…" Alex si avvicina e le mostra sul suo telefonino tutte quelle foto della camera di Niki che ancora conserva.

"Ma come hai fatto?"

"Una foto ogni tanto…" Alex sorride e si rimette in tasca il cellulare.

"Più che altro non è stato facile ritrovare tutti i peluche… Ti piace? Non puoi dire di no… Hai scelto tutto tu!" Niki ride e Alex le si avvicina e l'abbraccia.

"La inauguriamo?" E le dà un bacio leggero, morbido, allegro. Poi si stacca e sorride e le bisbiglia piano, perso tra i suoi capelli, vicino all'orecchio: "Siamo in camera tua… Ma non c'è il pericolo che entrino i tuoi! È perfetta. Adrenalina… ma al sicuro". E finiscono su quel nuovo letto. Il suo letto, il loro letto. E in un attimo si perdono così in quella risata, in quel sospiro, in quel nuovo nido che sa subito d'amore.

Più tardi.

"Ah… Questi sarebbero i tuoi cassetti sotto il tavolo…" Alex si avvicina e li apre tutti e tre insieme, "qui invece sono finti, li ho fatti diventare un piccolo frigobar…" E tira fuori una bottiglia di champagne. "Chissà cosa c'era in quelli di casa tua… Ho provato ad aprirli ma erano sempre chiusi a chiave…"

Niki sorride. "Piccoli o grandi… segreti." E Alex la guarda, prima sorride, dopo si impensierisce. Ma poi un bacio e un altro e un altro ancora. E un po'"di champagne e un brindisi: "A questa nuova casa!". E quelle bollicine, quella risata e quello sguardo improvvisamente diverso… E la gelosia di colpo viene cancellata, puff, vola via così, con il sapore di tutto quell'amore.

Alex la prende per mano e le mostra il resto della casa, il salotto, la cucina, i bagni, le tante cose ancora da scegliere insieme. Entrano nella camera da letto. "Ma è veramente bellissima…" e Alex vede la sua agendina sul comodino. Si ricorda quello che ha scritto, le parole e tutte le sciocche, inutili prove fatte nel suo ufficio. Poi quella frase. "C'è un attimo nella vita nel quale si sa perfettamente che è quello il momento di saltare. Ora o mai più. Ora o nulla sarà più come prima. Ed è questo il momento." Saltare. Saltare. Poi d'un tratto la sua voce. Di nuovo ora, notte.

"Alex…"

Si gira verso di lei. "Eh? Sì, amore, dimmi…"

Niki ha gli occhi leggermente socchiusi.

"Ma che ore sono? Perché non dormi?"

"Sto pensando…"

"E smetti ogni tanto di lavorare, amore… Sei bravissimo…"

Niki si volta piano dall'altra parte scoprendo un po'"le gambe, accendendo in un attimo ogni suo desiderio. Alex sorride. No. La lascerò riposare.

"Dormi, tesoro. Ti amo…"

"Uhm uhm… Anch'io." Un ultimo sguardo a quella agendina. Ora o mai più. E allora Alex scivola sotto le lenzuola con un sorriso, come se tutto fosse già successo. E l'abbraccia da dietro. Anche Niki sorride. E lui la stringe un po'"più forte. Sì. È la cosa giusta.


Due


"Amore, io devo scappare… Vieni, dai, che è pronta la colazione."

Niki versa dalla caffettiera fumante un po'"di caffè nelle due grandi tazze perfettamente identiche. Arriva Alex. Si siede ancora assonnato di fronte a lei. Niki gli sorride.

"Buongiorno, eh… Dormito bene?"

"Un po'…"

"Mi sa che ti rinfili sotto le coperte…"

"Macché, anch'io tra un po'"devo uscire."

Niki finisce di versare il caffè e si risiede. "Ecco, qui c'è il latte caldo, qui quello freddo e qua dei biscotti al cioccolato che avevo preso l'altro giorno. Sono buonissimi, ma ho visto che non li avevi aperti."

Alex poggia il bricco sul bordo della tazza e si versa un po'"di latte. Niki avvicina la sua bocca e poi sorride quasi nascosta dietro la tazza. "Amore, te le ricordi queste?"

Alex prende la tazza, la rigira tra le mani. "Queste? Mai viste!"

"Ma, amore! Sono quelle che abbiamo preso nella nostra prima fuga a Parigi! Ti ricordi, te le ho comprate e tu mi hai detto: un giorno con queste tazze faremo colazione al nostro tavolo nella nostra casetta. Te lo ricordi?"

Alex beve un sorso di cappuccino e scuote la testa sorridendo.

"No…"

"Falso. Guarda che non fa niente. Non c'era mica un secondo fine dietro questo discorso." Alex quasi si strozza. Poi prende un biscotto al cioccolato, lo mette in bocca e comincia a masticarlo. "Uhm… Che buono…"

"Moltissimo… Bè, io scappo, oggi ho lezione e sarà pazzesca…" Niki prende la giacca dall'armadio e se la infila. "Ah, a proposito, stasera mi sa che non resto a dormire, vado a casa, poi studio, poi in palestra tardi e poi sto a cena con i miei. Mi sa che si stanno innervosendo con questo fatto che ogni tanto resto a dormire da "Olly"."

"Perché?"

"Perché l'hanno capito benissimo che sei sempre tu "Olly"."

"Ah… Certo."

Alex rimane con un biscotto mezzo spezzato in bocca.

Niki sorride e fa per andarsene. "Senti, non bere troppo caffè, che poi la sera non dormi… Non credi?" Lo guarda allusiva.

Alex fa finta di niente. "Sì, hai ragione. Ieri ho bevuto l'ultimo caffè troppo tardi in ufficio…"

Niki ci ripensa un attimo e si ferma.

"Senti, Alex… No no, niente."

Alex si alza e va verso di lei. "Che c'è, Niki, dimmi."

"No no, niente…" e fa per aprire la porta. Alex la richiude e ci si mette davanti.

"O me lo dici o ti faccio fare tardi alla lezione. Dai, cosa pensavi?"

"Io?"

"Eh sì… E chi sennò?"

Niki sorride. "Sono curiosa. Ma cosa pensavi stanotte quando mi guardavi nel sonno?"

"Ah…" Alex fa un sospiro e torna verso il tavolo. "E io chissà che mi credevo…" E si siede. Poi le sorride. "Pensavo a come sono fortunato. Pensavo: questa ragazza è veramente bella. E poi pensavo a questo nostro momento e che… Guarda, ho quasi paura a dirlo."

Niki si avvicina con gli occhi felici, lucidi, piena di entusiasmo. "Non aver paura, amore, ti prego, dillo."

Alex la guarda negli occhi. Allora fa un respiro enorme e alla fine si butta. "Ecco, io non sono mai stato così felice in tutta la mia vita."

"Amore, ma è una cosa bellissima." Niki lo stringe a sé, rapita, entusiasta. Alex la osserva tra le sue braccia senza farsi vedere. E un po'"arrabbiato con se stesso. Non è solo questo che le avrebbe voluto dire. Ma comunque sorride, non lo dà a vedere. Niki si stacca da lui.