va', che io vado a prendere il pop corn."

"Sì, ma per quale sala?"

"Che ne so!"

"Sì, ho capito, ma quale film vuoi vedere? Uno comico, uno

sentimentale, uno del terrore?"

"Ma scegli tu... scusa! Io ti ho portato fino a qua, adesso devo

pure scegliere il film! Mi sembra troppo! Fai qualcosa anche tu.

Calcola solo che il film del terrore mi sembra che l'hai già

visto."

"Guarda che ti sbagli Gin, non l'ho visto."

Guardo la locandina e lo trovo. Le verità nascoste. No. Non l'ho

visto. E poi che ne sa lei di quello che ho visto o no.

"Ma come, l'hai detto tu, l'hai anche interpretato. Sul raccordo

dietro a Gini, un vero film del terrore. Brrr. Ancora tremi tutto.

Ti

vedo. Vai sul sentimentale, va'... che come caschi, caschi bene e

non

ti fai male!"

Due ragazze davanti a me ridono. Gin si allontana scuotendo

la testa. "Roba da pazzi..." Io mi metto le mani in tasca. Le

ragazze

davanti a me mi guardano ancora un po' e sorridono di nuovo.

Poi per fortuna una delle due attacca un discorso che le porta

da qualche altra parte. Per la prima volta capisco cosa vuol dire

sentirsi "soggetto". E poi fatto soggetto da una donna, da Gin,

Gin che ha guidato la mia moto, che l'ha portata bene, tranquilla,

sicura, veloce, che ci si è trovata, che è arrivata fino a qui...

Lungo tutto il raccordo, di notte, in gonna, cambiare le marce

con le scarpe eleganti, con il freddo, con le macchine veloci.

Gin...

la prima donna che ha guidato la mia moto. E la prima che mi ha

fatto soggetto! Mi viene da ridere. Poi tocca a me. Torno serio,

compro i biglietti e non ho dubbi sulla scelta.

Gin è ferma all'entrata della sala con due bicchieroni di pop

corn tra le braccia e una CocaCola poggiata su un secchio lì

vicino

con infilate dentro due cannucce.

"Allora ce l'hai fatta..."

Prendo la CocaCola, tiro un sorso e la supero.

"Andiamo va'."

Gin scuote la testa e mi segue cercando di non far cadere i pop

corn.

"Si può sapere che film hai scelto?"

"Perché? Tanto avresti comunque da ridire."

"Io?!? Ma perché la leggi così. Non è vero. Io sono una che si

adatta. Non sono una rompicoglioni. E poi non ne ho visto ancora

nessuno. Quello comico, quello sentimentale e perfino quello

del terrore. Andavano bene tutti."

"E infatti... li ho presi tutti."

Tiro fuori dalla tasca sei biglietti.

"Prima quello del terrore, poi quello comico così ti riprendi e

poi quello sentimentale così magari alla fine mi riprendo io."

"Con quello sentimentale... E da cosa?"

"Mi riprendo te, in senso fisico... Ma scusa, tutta questa uscita,

tu che porti la mia moto, tre film al posto di uno, tra il secondo

e il terzo c'è un buco di venti minuti e magari mangiamo pure... E

in tutto questo io non ci guadagno niente? Eh no, non vale. Tu sei

un investimento. Cioè a me, qualcosa, o meglio 'una cosa', cioè

'quella cosa' mi spetta... o no? Eh?"

"Una cosa sola? Ma tu vali molto di più. Tieni te li meriti tutti!

"

Gin mi lancia il bicchierone dei pop corn. Io li prendo alla meno

peggio considerando che ho in mano pure la CocaCola. Il risultato

non è dei migliori. Rimango con alcuni pop corn attaccati

al golf, uno perfino sulla spalla e molti, troppi, ai miei piedi.

Gin

si allontana alzando le spalle.

"Non ti preoccupare, offre la casa! "

Proprio in quel momento passano le due ragazze che stavano

davanti a me in fila. Si mettono di nuovo a ridere. Mi scrollo

qualche

pop corn di dosso, poi sorrido anch'io. "Dovete capirla. Non

lo vuole ammettere ma si è innamorata! " Annuiscono. Be', mi

sembra

che la mia spiegazione l'abbiano presa per buona. E un po' più

soddisfatto entro nella prima sala. È buio.

"Gin... Gin, dove sei?" Chiamo sottovoce, ma comunque qualche

tipo preciso di troppo c'è sempre. "Shhh."

"Ma non sono neanche partiti i titoli di testa... e che sarà mai!

"

Alzo la voce. "Gin! Dammi un segno."

Da destra mi arriva un pop corn e mi colpisce sulla guancia.

"Sono qui..."

Mi siedo vicino a lei che subito mi offre il suo bicchierone. "Se

già ti sei mangiato tutti i tuoi pop corn, prendi pure i miei. Io

sono

generosa, lo sai."

"E come no! Più che offrirli tu li tiri direttamente! "

Infilo una mano tra i suoi pop corn e ne prendo un po' prima

che facciano la stessa fine degli altri. "Step, di' la verità. Ma

quest'idea

dei tre cinema l'hai presa da Antonello Venditti?"

"Antonello Venditti? Ma che, sei matta? Ma chi lo conosce?"

"Ma che c'entra! Dalla sua canzone. Quella che parla anche di

Milan Kundera, che parla della scuola, del Giulio Cesare."

"Mai sentita."

"Mai sentita?"

"Sì, mai sentita!"

"Ma dove vivi? È che non fai caso alle parole..."

"No, non faccio caso a un cantautore romanista..."

Un tipo davanti a noi si gira deciso.

"Invece noi facciamo caso alle vostre parole, solo che vorremmo

anche sentire cosa dicono nel film. O anche stavolta ci sono i

titoli secondo voi?"

Preciso, pignolo e pure vendicativo. Capirai, non gli è sembrato

vero. Ha aspettato apposta che parlassimo proprio per dire la

sua battuta sui titoli. Poteva rifare semplicemente "shhh".

Saremmo

stati zitti e basta. Invece è andato lungo, troppo. Faccio per

alzarmi.

"Scusa eh, ma..." Non faccio in tempo a finire la frase che

Gin mi tira giù per il giubbotto facendomi ricadere sulla

poltrona.

"Step... mi fai un po' di coccole?" Mi tira a sé sorridendo e io

non me lo faccio ripetere due volte.

Dopo il primo film, Le verità nascoste, andiamo a bere una birra

al pub della Warner prima che cominci quello comico.

"Ma di' la verità Gin... Hai avuto paura?"

"Io? Non conosco quella parola."

"Allora perché ti stringevi tanto a me e poi sul più bello mi

levavi

la mano?"

"Avevo paura."

"Ah, hai visto? Te l'ho detto..."

"Avevo paura che quello dietro se ne accorgesse e poi ci

denunciasse...

o per rissa o, peggio, per atti osceni in luogo pubblico."

"Meglio la seconda allora."

"E certo, così ci andavo di mezzo pure io."

"Ma no, mica per quello. E che faccio la collezione di denunce.

Atti osceni mi manca! "

"Ah be', con me l'album non lo finisci."

"E perché? Mancano ancora due film."

Si muove di scatto. Le fermo la birra prima che me la tiri

addosso.


"Ehi, niente paura. Volevo solo finirla perché sta cominciando

l'altro film. Se perdi tempo, poi come fai con il tuo album?"

Sorride, beve tutto d'un sorso e finisce la sua birra. Poi si alza

asciugandosi apposta la bocca con il polso del giubbotto.

"Andiamo... o non ti va più?"

E allusiva entra nella sala. Scary Movie. Prima il film del

terrore.

Ora un film comico sul terrore. Chissà come trova la mia scelta.

Ma non glielo chiedo, troppe domande. Gin si agita sulla sedia.

Ogni tanto ride a qualche scena di comicità demenziale. Be', il

fatto

che rida già è incoraggiante. Ride di me? Troppe domande, Step.

Ma che fai, sei diventato insicuro?

Gin si alza. "Ohi, io vado in bagno."

"Ok."

"Hai capito?"

"Sì, me l'hai detto, vai in bagno."

Gin scuote la testa e sorride uscendo dalla fila, tenendosi bassa,

per non disturbare quelli dietro. O senza dare troppo nell'occhio?

Mi giro. Dietro è vuoto. Non c'è nessuno. Mi rimetto a guardare

il film. Un tipo con la maschera corre inciampando dappertutto.

Ma non mi fa ridere. Forse perché sto pensando a Gin. E al

bagno. O forse perché non fa proprio ridere. Comunque, devo andare

anch'io al bagno. Be', "devo" è una parola grossa. Mi va, è

meglio, se non altro per capire se ho capito o no.

Al massimo se Gin mi dice "Ma che hai capito?" le dico "Ma

che hai capito tu? Dovevo andare semplicemente al bagno. Oh che,

non può scappare anche a me?". Uhm, non ci crederà mai. Attraverso

la fila senza far troppo rumore. Le risate di qualcuno più

avanti coprono il fatto che ho sbattuto contro una poltrona mezza

abbassata. Mi massaggio il quadricipite e mi infilo nel bagno. Non

la vedo. Si sarà chiusa nella toilette sul serio?

"Ehi meno male."

Mi spunta all'improvviso da dietro la pesante tenda bordeaux.

"Per un attimo ho pensato che non avessi capito." Ride. Non

le dico che per un attimo non avevo capito sul serio. "Mi hai

messo

paura! " Gin mi si avvicina e mi bacia. È calda, morbida, bella,

profumata, desiderabile e... da finire l'album!

"Be', non dici niente?"

"Sì. Che facciamo? Ci chiudiamo in bagno?"

Lei sorride. " No, rimaniamo qui. " Poggia le mani indietro, si

spinge

sugli avambracci e quasi si arrampica sul lavandino, salendoci