anni che non vede una donna. "

"Quattro."

Mi guarda aggrottando le sopracciglia.

"Cosa quattro?"

"Sono uscito ieri dopo quattro anni di galera."

"Ah sì?" Non sa se prendermi sul serio o no. Mi guarda incuriosita

e comunque decide di giocare.

"A parte che sicuramente sarai innocente... ma che cosa hai

fatto?"

"Ho ucciso una ragazza che mi aveva invitato a casa sua

precisamente

alle..." faccio per guardare l'ora,"be', suppergiù a quest'ora

e aveva deciso di non darmela."

"Presto, presto... Ho sentito un rumore, sono i miei. Cavoli!"

Mi spinge verso un armadio.

"Entra qua dentro."

"Ehi, ancora non sono il tuo amante, non sei neanche sposata.

Dov'è il problema?"

"Shhh."

Gin mi ci chiude dentro e poi corre di là. Rimango così, in

silenzio,

non so bene cosa fare. Sento un rumore lontano di porta

che si apre e si chiude. Poi più nulla, silenzio. Ancora silenzio.

Cinque

minuti, nulla. Ancora nulla. Otto minuti. Niente. Ancora niente.

Guardo l'orologio. Cazzo, sono passati quasi dieci minuti. Che

faccio? Be', io mi sono scocciato. D'altronde non è successo

niente

di male. Io esco. Apro piano piano l'anta dell'armadio. Guardo

attraverso la fessura. Niente. Alcuni mobili e uno strano

silenzio,

almeno per me. Poi d'improvviso un pezzo di un divano. Apro un

po' di più l'anta. Un tappeto, un vaso e poi la sua gamba, così,

accavallata.

Gin è distesa sul divano, ha la testa indietro appoggiata

allo schienale e si fuma una sigaretta. Ride divertita.

"Ehi, mitico Step, ce ne hai messo. Che hai fatto tutto questo

tempo chiuso nell'armadio? Hai fatto roba da solo, eh? Egoïste! "

Cazzo, mi ha fottuto! Esco fuori con un balzo e cerco di

prenderla.

Ma Gin è più veloce di me. Ha appena spento la sigaretta e

si dà alla fuga. Sbatte contro l'angolo di una porta, quasi

scivola su

un tappeto che si arriccia sotto il suo passo ma recupera in

curva.

Due balzi ed è in camera sua, si gira di colpo e prova a chiudere

la

porta. Ma non ce la fa. Ci sono sopra con tutte e due le spalle.

Gin

prova a resistere per un attimo, poi abbandona il tentativo.

Lascia

la porta e si butta sul letto con i piedi alzati verso di me.

Scalcia ridendo

come impazzita. "Ok scusa, mitico Step, anzi no, epico Step,

anzi Step solo, Step e basta, Step perfetto. O meglio, Step come

vuoi tu! Dai, stavo scherzando. Ma almeno i miei scherzi sono più

divertenti, non come i tuoi."

"Perché?"

"I tuoi sono lugubri! Te che ammazzi una ragazza mentre stai

a casa sua da solo. E dai! "

Giro intorno al letto cercando di entrare nella sua difesa, ma

lei mi segue scalciando verso l'alto. Veloce e attenta segue le

mie

mosse distesa sul letto e ruotando senza perdermi di vista. Poi

scarto

a destra, faccio una finta, e mi lancio addosso a lei. Entro nella

sua guardia e lei subito ritira le braccia e le porta davanti al

viso.

"Ok, ok... mi arrendo, facciamo pace."

"E certo che facciamo pace."

Ride e poggia la guancia sulla spalla sinistra. "Ok..." Mi fa un

piccolo sorriso e viene verso di me. E si lascia baciare morbida,

tenera

e calda, ancora affaticata ma tranquilla. Si lascia baciare, sì, e

bacia anche lei, scivola e ritorna su fra le mie labbra con

attenzione,

con impegno, con passione, con il suo essere piccola. Apro gli

occhi per un attimo e la vedo navigare così, così vicino al mio

viso,

così presa, così partecipe, così impegnata. No, stavolta non ha

scherzi

nascosti nelle sue piccole tasche. Richiudo gli occhi e mi lascio

andare con lei. Viaggiamo insieme, piccoli surf della nostra

stessa

onda, morbide lingue, mano nella mano che ridendo si prendono

a spinta per poi abbracciarsi di nuovo. Labbra che giocano

all'autoscontro

cercando di farsi un po' di posto, di incastrarsi alla meglio,

in quella stretta e morbida macchina targata bacio. Poi Gin

comincia a scuotersi un po'. Continuo a baciarla. Si scuote di

nuovo.

Cos'è, passione? Si stacca da me. "Oddio scusami." Scoppia a

ridere. "Non ce la faccio più... Tu undici minuti e trentadue

secondi

chiuso nell'armadio del salotto, non ci posso pensare. Cavoli,

è da leggenda! Scusami ti prego, scusami." E salta giù dal letto

prima che possa agguantarla. "Però baci bene se può consolarti."

Rimango disteso sul letto, mi appoggio sul gomito e rimango a

fissarla.

È difficile trovare una ragazza così carina e per di più

divertente

e spiritosa. Anzi no, ho sbagliato. Così divertente, spiritosa e

così bella. Anzi no, ho sbagliato di nuovo. E così... bellissima.

Ma

non glielo dico.

"Lo sai qual è la cosa più incredibile? Che faremo un lavoro

insieme

tutti i giorni per chissà quanto e siccome tutto torna, tu sarai

lì e io ti punirò."

"Ah, bravo, passi alle armi più basse, mi minacci... molto bene!

Che volevi invece? Che ti si faceva vedere la casa, ti si offriva

qualcosa da bere... Puro formalismo? Facile!" Fa una voce in

falsetto.

"Cosa vuoi Stefano? Un aperitivo? Con anche delle patatine

magari..." E finge perfettamente una risata "Ah... Ah!"

"Guarda che come patata tu vai benissimo."

Continua con la voce in falsetto.

"Oh, non ci posso credere. Che battuta favolosa! Neanche

Woody Allen nei suoi giorni migliori..."

"Sì, magari dopo una scopata con la finta figlia coreana! "

"Ma perché sei sempre così greve? Non pensi che possano essersi

semplicemente innamorati? Accade sai."

"Certo, nelle favole, in quasi tutte mi sembra, o no?"

"In tutte!"

"Le conosci bene."

"Certo, e ho deciso di vivere la mia vita come una favola. Solo

che questa non è stata ancora scritta. Sono io che decido, passo

per

passo, momento per momento, sono io che scrivo la mia favola."

Decido di non rispondere. Mi guardo in giro per la stanza. Qualche

peluche, le foto di Ele, almeno mi sembra, qualche altra ragazza

e poi due o tre tipi fighissimi. Se ne accorge.

"Quelli sono modelli di pubblicità. Abbiamo lavorato insieme

e nient'altro." Segue tutto Gin.

"Ma chi ti ha chiesto niente."

"Ti vedevo preoccupato."

"Assolutamente no, non conosco questa parola."

"Oh, certo, mi ero dimenticata, tu sei un duro. Brr, che paura! "

Mi alzo e faccio un giro per la camera.

"Sai che si può capire tutto di una donna guardando nel suo

armadio? Fammi vedere!"

"No!"

"Di che hai paura, dello scheletro? Ammazza oh, ma quanta

roba hai? E tutta nuova di zecca! Ci sono ancora i cartellini

attaccati.

E poi tutto di marca, la signorina! Dotata e non solo di curve,

eh?!"

"Lo vedi che sei scemo? E per nulla aggiornato. È tutta roba

che non pago. "

"Sì, eccola, la ragazza immagine di qualche griffe."

"No. Uso Yoox. Ordino tutto in internet su questo sito che è

un outlet. Ci sono tutte le marche più importanti. Scelgo quello

che

voglio, me lo faccio arrivare a casa. Lo indosso qualche giorno

stando

attenta a non sciupare nulla e a non togliere il cartellino. Poi

glielo rimando entro il decimo giorno, dicendo che non sono

soddisfatta,

che magari la taglia era troppo grande."

Continuo a scorrere i vestiti. C'è di tutto: top di Cavalli e

Costume

National, una longuette Jil Sander, gonne Haute, due borse

D&G, una maglia chiara in cachemire di Alexander McQueen, un

soprabito Moschino in jeans, una divertente giacca a quadri di

Vivienne Westwood, una blusa Miu Miu, jeans Miss Sixty Luxury...

"Una griffata diabolica."

';Già."

È forte. Bella, divertente, spregiudicata. Sa come fare a vivere

alla grande. Ma guarda cosa si è inventata. Ecco una che naviga

con

intelligenza. Yoox per vestirsi sempre diversa, sempre alla moda,

senza spendere un euro. Mi piace.

"Fermo così! Hai un'espressione assurda! A che pensi?!"

Prende qualcosa dal tavolo e me la punta contro. "E sorridi,

duro!" Una polaroid. Alzo il sopracciglio proprio mentre scatta.

"Dai, in fondo starai benissimo tra quei due modelli. Certo, non

hanno le tue storie alle spalle ma saranno felici di vivere

accanto alla

leggenda' ! "

"Be', sì, come i due ladroni sulla croce accanto a Gesù."

"Be', il paragone mi sembra un po' azzardato."

"Sì, ma sono diventati famosi anche loro."

"Ma non erano certo felici! Loro non erano lì per amore."

Le rubo la polaroid e gliene scatto una.

"Anch'io!"

"Dai, fermo! Vengo male nelle foto! "

Scatto e tiro via la polaroid appena fatta.

"Vieni male nelle foto? E perché dal vivo invece?"

"Scemo, cretino, ridammela." Cerca di strapparmela in tutti i