"Peccato che non puoi apprezzarla del tutto. Be', noi dobbiamo

andare, mi dispiace solo di una cosa... Ele, scusa ma non potevi

rovesciarlo addosso a lui lo yogurt, acido per acido."

Si allontanano. Le guardo andare via. Gin la dura e l'amica sua,

un po' più bassa. Ele come la chiama lei, Elena, Eleonora o chissà

cos'altro. Fanno ridere. "Ehi salutatemi Tom Ponzi!"

Gin senza neanche voltarsi alza la mano sinistra e in particolare

indica il cielo con il dito medio alzato. Arriva Marcantonio

giusto

in tempo per vedere quel saluto.

"Ti adora, eh?"

"Sì, è in visibilio per me."

"Ma che gli farai tu alle donne, devo temerti, cazzo, devo

temerti.

"

Gin ed Ele continuano a camminare. Ele sembra sul serio scocciata.


"Si può sapere come mai non mi hai raccontato nulla?"

"Ma ti giuro Ele, mi è passato di mente, sul serio."

"Sì, senz'altro... Cioè, tu ti baci con quel bono della miseria e

ti passa di mente!"

"Sul serio ti piace così tanto?"

"Be', bono è bono, però non è il mio tipo. Io preferisco

quell'altro.

Sembra Jack Nicholson da giovane. Secondo me ha un sacco

di pensieri spinti. Mi dà più l'idea del porco."

"E ti piace un porco?"

"Be', il sesso deve essere anche fantasia e io l'avrei

sbalordito...

Mi mettevo a leccargli tutti i vestiti che gli ho sporcato di

frozen e

poi cominciavo a strapparglieli via con i denti. "

"Sì, e poi ti arrestavano davanti a Vanni."

"Piuttosto chi è quel bono della malora?"

"Della miseria avevi detto."

"Va be', quello che è. Che fa, dove abita, come l'hai conosciuto,

sul serio vi siete baciati, ma come si chiama?"

"Altro che Tom Ponzi, sei molto peggio. Ma che, devo rispondere

veramente a questa smitragliata?"

"E certo, che aspetti?"

"Allora rispondo a tutte, eh? Non lo so, non lo so, l'ho

conosciuto

ieri sera, c'è stato un bacio, si chiama Stefano."

"Stefano?"

"Step."

"Step? Step Mancini?"

Eleonora strabuzza gli occhi e mi guarda.

"Sì, si chiama Step e allora?"

Mi prende per il giubbotto e mi scuote tutta.

"Non ci posso credere, yaoo! Passeremo agli annali. Minimo

quando racconto la notizia usciamo su 'Parioli Pocket'. Step il

picchiatore,

il duro. Ha una Honda 750 Custom blu scura, corre come

Valentino Rossi, ha fatto a botte con mezza Roma, stava fisso a

piazza Euclide, amico di Hook, di Schello e per la sua donna ha

litigato

perfino con il Siciliano. Step e Gin incredibile! "

"Oh, ma lo conoscete tutti 'sto Step, l'unica a non conoscerlo

ero io."

"E lui con chi si mette? Con te!"

"A parte che non ci siamo messi insieme, primo. Secondo, chi

è questa sua donna?"

"Ah, allora ti interessa. Sei crollata!"

"Macché! Sono curiosa e basta."

"Stava con una un po' più grande di noi, credo, una bella ragazza,

andava alla Falconieri. È la sorella di Daniela, quella dedotta

che stava con Palombi, quello che stava..."

"Ho capito che stava con Giovanna che stava con Piero che stava

con Alessandra eccetera eccetera. La tua rete infinita. Va be',

non conosco nessuna di queste persone e soprattutto non me ne

frega niente. E ora andiamo a fare il provino che ho bisogno di

soldi.

Mi voglio comprare il motorino per me e mio fratello."

"Ma non puoi chiedere i soldi ai tuoi?"

"Non se ne parla. Dai, tira fuori i documenti."

Gin ed Ele prendono la carta d'identità e la mostrano al tipo

alla porta. "Ginevra Biro ed Eleonora Fiori, dobbiamo fare il

provino

come centraliniste, ma in video, cioè appariamo."

Il tipo dà un'occhiata ai documenti, poi controlla sul foglio di

una cartella. Segna con una penna al bordo del foglio. "Aho e meno

male. Entrate che cominciano fra poco. Mancavate solo voi."

Capitolo 26.

Ragazze schierate al centro del palcoscenico. Alte, bionde, brune,

leggermente rosse, appena tinte di henné. Più o meno eleganti,

casual o pseudokitsch nel disperato tentativo di mettere insieme

due cose fintamente intonate. Scarpe da ginnastica sotto perfetti

completi grigi, la moda del momento, vecchie zeppe troppo alte

per una moda ormai smussata. Nasi dritti o malamente rifatti, o

non ancora ritoccati per insufficienza di soldi. Alcune

tranquille,

altre nervose, altre ostinate con quel piercing spavaldo, altre

ancora,

più timide, rimaste bucate da un piercing sbullonato da poco.

E tatuaggi più o meno scoperti, chissà quanti altri nascosti. Le

ragazze

dei provini. Gin ed Ele si infilano di nascosto tra le ultime.

"Allora..."

Romani, il Gatto & il Gatto, il Serpe e qualche altro addetto ai

lavori sono tutti seduti in prima fila pronti al piccolo grande

spettacolo,

un po' di divertimento prima delle vere fatiche.

Mi siedo in fondo alla fila, con il mio frozen ancora da due

cucchiaiate

e mi gusto da lontano la scena. Gin non mi vede. Sembra

sicura di sé, tranquilla, con le mani in tasca. Non so dire a che

gruppo

appartiene. Mi sembra unica. Pure la sua amica non scherza.

Muove ogni tanto la testa nel tentativo di portare indietro i

capelli.

Il coreografo ha un microfono in mano.

"Allora, adesso fate un passo in avanti, vi presentate, nome e

cognome, età e che lavori avete già fatto. Guardate la telecamera

centrale, la due, quella con la lucetta rossa dove c'è sopra quel

signore

che ora vi saluta. Saluta Pino! "

Il tipo seduto sulla telecamera centrale, senza staccare il volto

dal suo monitor, lascia per un attimo la telecamera, alza la mano

e

saluta verso di loro.

"Ok! Avete capito?"

Qualche ragazza accenna un sì incerto con la testa. Gin

naturalmente,

come potevo immaginare, non si muove.

Il coreografo deluso butta giù le braccia, poi al microfono: "Ehi

ragazze, fatemi sentire la vostra bella voce, ditemi qualcosa...

Fatemi

sentire che esisto". Dalle ragazze si alza un mezzo coretto

scoordinato

di sì, va bene, d'accordo, perfino qualche sorriso.

Il coreografo sembra più soddisfatto.

"Bene, allora cominciamo."

Marcantonio mi si avvicina.

"Aho, Step, che fai qui dietro? Andiamo avanti, ci mettiamo

nelle prime file, si vede meglio."

"No, io me la gusto da qui."

Come vuoi.

Si siede vicino a me.

"Vedrai che Romani ci chiama. Su ogni cosa vuole anche il nostro

parere."

"Eh, e quando ci chiama ci andiamo."

Una alla volta le ragazze si passano un microfono e si presentano.

"Ciao sono Marelli Anna, ho diciannove anni. Ho partecipato

a diverse trasmissioni come valletta e sto studiando Legge. Ho

fatto anche una particina in un film di Ceccherini..."

Renzo Micheli, il Serpe, sembra sul serio interessato.

"Che parte facevi?"

"La prostituta, ma era solo una posa."

"E ti è piaciuta la parte?"

Tutti sghignazzano ma senza farsi vedere troppo.

Solo Romani rimane impassibile. Marelli Anna risponde:

"Sì, mi piace il cinema. Ma secondo me ho più futuro in

televisione".


"Bene, andiamo avanti con la prossima."

"Buongiorno, sono Francesca Rotondi, ho ventun anni e sto

per laurearmi in Economia. Ho fatto..."

Romani si gira a destra e a sinistra guardandosi in giro, poi ci

vede.

"Mazzocca, Mancini, venite più vicino."

Marcantonio mi guarda alzandosi. "Che ti avevo detto?"

"E noi andiamo, sembra un po' di stare a scuola, ma se fa parte

del gioco..."

Le ragazze dei provini hanno la luce in faccia e non possono

vedere. Un'altra ragazza si presenta e un'altra. Poi comincia

quella

vicino a Gin. Finisco per sedermi in prima fila a destra. Lei

ancora

non mi ha visto. Ele invece, la sua amica, sì.

Ele naturalmente non si lascia scappare l'occasione.

"Ehi, Gin." Sottovoce. "Guarda chi abbiamo in prima fila."

Gin coprendosi con la mano gli occhi dalla luce si sposta un po' e

mi vede. Mi porto la mano destra vicino al viso e senza farmi

vedere

la saluto. Non la voglio prendere in giro. Lo capisco che è lì

per lavoro. Ma lei niente, non la prende bene e di nuovo, come al

solito, con la mano sinistra, stesa lungo i fianchi mi mostra il

suo

dito medio mandandomi affanculo. E tre.

"Tocca a te, bruna."

È il suo momento ma distratta viene presa alla sprovvista.

"Che è, oh? Ah, sì. " Prende il microfono che la ragazza alla sua

destra le allunga. "Sono Ginevra Biro, diciannove anni, studio

Lettere

indirizzo spettacolo. Ho partecipato a diverse trasmissioni nel

ruolo della valletta. Ta dan." Gin spinge le mani in avanti e poi

in

alto facendo un passo in avanti e mezzo inchino. "Se avevo la

solita

busta era volata via. "