"Non ho potuto."
"Cerca di potere." E scappa via così, con un sorriso pieno di
promesse.
Mi guarda alzando il sopracciglio destro: "Ballerine... Quanto
amo la tv!".
Sorrido guardando l'ultima. È un po' più piccola delle altre,
esce correndo, è rimasta indietro per prendere la sua felpa.
Rotonda
e guizzante con un po' di roba in più ma tutta al posto giusto.
Mi sorride. "Ciao. " Non faccio in tempo a rispondere che è già
volata via.
"Comincio ad amarle anch'io."
"Bravo, così mi piaci. Allora questo è il palcoscenico e quello
è il nostro logo. Vedi, lì sul boccascena: 'I grandi geni'.
Modestamente
opera mia..."
"Non avevo dubbi, si riconosce dal tratto..."
Mento spudoratamente.
"Ma che, mi stai prendendo per il culo?"
"Scherzi?" sorrido.
"Be', lo stesso logo è già in 3d in grafica. Il programma è
questo:
una serie di persone comuni, dei veri e propri inventori, viene
qui sul palcoscenico e mostra come ha risolto un piccolo o un
grande problema della nostra società con una loro semplice
intuizione."
"Forte come idea."
"Noi li presentiamo, ci mettiamo il balletto intorno, ci
costruiamo
lo spettacolo sopra e loro mostrano l'idea che gli è venuta
in mente con tanto di prototipo depositato. È semplice come
programma ma credo che interessi alla gente. Non solo, ma quelli
che presentano qui da noi le loro invenzioni hanno un trampolino
di lancio con la tv che li può portare chissà dove. Possono fare
soldi
veri con le loro invenzioni. "
"Ah certo, se sono interessanti e se servono veramente a
qualcosa."
"Lo sono. Guarda che è forte questo programma. È un'idea di
Romani... Secondo me sarà un grande successo come tutto quello
che fa. Romani... Lo chiamano il re Mida della tv."
"Per quanto guadagna?"
"Per i successi che fa. Tutto quello che tocca dà grandi
risultati."
"Bene, allora devo essere felice di lavorare con lui."
"Be', hai iniziato dalla cima. Eccoli."
Li vedo entrare quasi in processione. Romani è davanti al gruppo.
Lo seguono due ragazzi sui trentacinque anni, uno robusto,
completamente calvo con degli occhiali scuri sulla testa, l'altro
magro
e un po' stempiato. Dietro di loro c'è un tipo con i capelli
lunghi
ma ordinati. Ha l'aria furba, si guarda continuamente intorno.
Ha un naso aquilino, uno sguardo nevrotico e a scatti. Indossa un
completo di velluto verde scuro senza più risvolti. L'orlo dei
pantaloni
è stato risistemato da poco. Si vede la piega più scura.
Sicuramente
ha dato alle sue gambe qualche centimetro in più e alla
sua eleganza qualcosa in meno. Se questo era ancora possibile.
"Allora, a che punto siamo?" Romani si guarda in giro. "Ma
non c'è nessuno?" Arriva di corsa un uomo basso dai capelli biondi
e gli occhi celesti. "Buongiorno, maestro. Sto finendo di montare
le luci, per stasera è tutto a posto."
"Bravo Terrazzi, lo dico sempre che sei il migliore."
Terrazzi sorride compiaciuto.
"Torno alla consolle per fare i punti luce."
"Vai, vai."
Il tipo con i capelli lunghi si avvicina a Romani: "Bisogna sempre
incoraggiarli, eh? Dargliela calda così danno di più, vero?".
Romani stringe gli occhi e lo guarda con durezza.
"Terrazzi è bravo sul serio, il più bravo. Fa le luci da prima che
tu fossi nato."
Il tipo con i capelli lunghi torna in silenzio al suo posto.
Si mette in fila, per ultimo. Riprende a guardarsi intorno, finge
di interessarsi a un angolo qualunque della scenografia. Alla
fine,
per sfogarsi con qualcuno, se la prende con la sua mano destra
e comincia a mangiarsi le unghie.
"Quelli sono gli autori. Romani è anche il regista, te lo ricordi
no?" me lo dice in modo ironico.
"Come no. È quello che ci dà lavoro."
"Gli altri due, quello robusto e quello magro, sono Sesto e
Toscani,
il semipelato e il pelato. Li chiamavano 'il Gatto e la Volpe',
e da sempre sono i due schiavi di Romani. Poi hanno provato a fare
un programma da soli, gliel'hanno chiuso dopo due puntate e
da allora li abbiamo ribattezzati 'il Gatto & il Gatto'. In quel
gruppetto
l'unica vera volpe è solo Romani, e di razza. Poi oltre a il Gatto
& il Gatto, c'è Renzo Micheli, il Serpe. Quello bassetto e un po'
cicciotto con i capelli lunghi e il naso adunco, è di Salerno, ha
le
mani in pasta dappertutto e un fiato da imbarazzare perfino un
topo.
Romani se lo porta dietro da più di un anno. Credo sia figlio
obbligato di un favore costato troppo. Lo chiamano Serpe perché
parla male di tutti, perfino di Romani, anzi soprattutto di lui
che è
il suo unico skipass in quest'ambiente. E la cosa più assurda è
che
Romani lo sa benissimo."
"Serpe, forte come soprannome."
"Step, attento a lui, ha quasi quarant'anni, molti amici nel
potere
e ci prova con tutte, soprattutto con le ragazzine. "
"Allora ti sbagli Mazzocca, se è così, è lui che deve stare
attento
a me. E ora fammi vedere dove è la nostra postazione. "
Capitolo 25.
"Gin, non ho capito perché ti ostini a portarmi con te ai provini,
non hai capito che sono l'eterna scartata?"
Guardo Eleonora e sorrido. Lei invece scuote la testa.
"Cioè, secondo me, tu Gin ci godi a vedermi bocciare. Ti devo
aver fatto qualcosa in un'altra vita o chissà cosa in questa."
"Ma Ele, non dire così. È che mi porti fortuna."
"Ho capito, ma non potevi essere come tutte, che ne so, portarti
un cornetto in tasca, un animaletto tipo una ranocchia, un
porcellino,
l'elefante con la proboscide in su?"
"No, Iwant you."
"Sembri lo zio Sam con i poveri soldati americani. Ci manca
solo che decidi di fare un provino in Vietnam."
"E tu naturalmente mi seguiresti."
"Certo, come no... ti porto fortuna! "
Poi uno scontro improvviso.
"Porca puttana, il mio frozen."
Marcantonio ha tutto lo yogurt versato sulla giacca. Gin scoppia
a ridere: "Porti fortuna, ma non a lui".
"Ehi, ragazze, ma perché non guardate avanti mentre camminate?"
"Ma perché scusa tu invece che guardavi? Il tuo yogurt?"
"Sì, solo che adesso vivo di ricordi."
"E allora perché devi dare la colpa a noi?"
Esco poco dopo con il mio frozen ancora intatto. E vedo Gin.
Non ci posso credere. Anche lei qui. Mi viene da ridere. Mi
avvicino.
"Guarda, guarda chi si vede. Aspetta, ho capito. Vuoi che ti offra
anche il pranzo."
"Io? Ma che, scherzi? Una cena basta e avanza. Piuttosto, che
ci fai qui da Vanni? Aspetta, ah, ho capito, mi hai seguito."
"Calma, calma. Perché pensi sempre che tutto ruoti solo e
sempre intorno a te? Non lo vedi? Prendo un frozen con un mio
amico."
"Strano. È una vita che vengo qui e non ti ho mai incontrato."
"Una vita non credo. Forse sei venuta in questi ultimi due anni
che ero fuori. "
Marcantonio interviene: "Scusate, non è che vi dispiace se mentre
fate tutta la vostra cronistoria io entro a pulirmi... E poi
sbrigati,
Step, che noi abbiamo un appuntamento importante".
Marcantonio rientra da Vanni scuotendo la testa. Eleonora
alza le spalle: "Che cafone il tuo amico, non si è neanche
presentato".
"Non ho capito, gli fai rovesciare addosso il suo frozen e
pretendi
pure che ti faccia l'inchino. Mi sembra di capire che sei una
degna amica di Gin. " Poi mi rivolgo a lei.
"Be', allora? A parte fare danni, che combinate da queste parti?"
Eleonora risponde spavalda: "Siamo venute a fare un provino".
Gin le dà una gomitata. "Ahia."
"Non ti sbilanciare, non lo conosci neanche e lo metti al corrente
delle nostre cose."
Do un'assaggiata al mio frozen. Buono, non c'è male: "E chi
siete, un nuovo gruppo? Le Spy Girls?".
"Ah, ah... Sai Ele, lui ha delle battute fenomenali. Tutto sta a
capire quando sono o non sono battute. "
"Ah, ecco."
"Be', no, questa non era una battuta, è una realtà. Molte ragazze
vengono prese per lavorare in agenzie investigatrici. E i tipi
come voi danno poco nell'occhio."
"Sì, un cazzotto nell'occhio ti dovevo dare. Ieri sera quando ci
provavi come un disperato..."
Ele ci guarda sorpresa: "Questa non me l'avevi raccontata!".
Gin sorride guardandomi.
"È stata una cosa così poco importante, che mi era passata di
mente!"
Mi levo il cucchiaino dalla bocca e cerco di raccogliere del
frozen
sul fondo della coppetta.
"Le hai detto che a un certo punto sospiravi?"
"Vaffanculo!"
"Questo ieri sera non mi sembra che lo hai detto."
"Te lo dico oggi, due volte: vaffanculo! "
Sorrido. "Adoro la tua eleganza."
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