che alla fine del primo tempo sono usciti.

"Ma che è 'sta cazzata. Ma che, siete matti?"

"Sì, noi ce ne annamo."

E finalmente ho potuto prendere la mano di Babi e tenerla per

tutto il film mentre lei mi imboccava di pop corn.

"Sì, me lo ricordo."

Ma non le racconto tutto il mio film.

"Dai, la scena era quella del cameriere che prende al volo

l'escargot che Vivien, così si chiamava Julia Roberts nel film,

cercando

di mangiarsela, ha lanciato fuori dal piatto."

"Sì, come no. Malgrado tutti gli insegnamenti del direttore

dell'albergo."

"Hai visto che te lo ricordi? Step fa il duro, ma sotto sotto è un

tenerone!!"

"Molto sotto sotto."

"Ma a me piace scavare. Chi ha fretta? Da piccola volevo fare

l'archeologa. E poi... Poi ho capito che soffro di claustrofobia e

non

sarei mai riuscita a entrare in una piramide. "

"Insomma ti piace stare più sopra che sotto."

"Ma non riesci mai a uscirtene con niente di meglio?"

"Aspetta che mi ci impegno." Mi metto le mani sulla testa come

se mi concentrassi. Poi le abbasso sul tavolo e le sorrido.

"No, mi dispiace, non esce nulla di meglio."

Ma proprio in quel momento. Pum. Gin prende in pieno viso

una fetta di pane bagnata. Le esplode sulla guancia e pezzetti di

mollica le finiscono tra i capelli. Non posso non ridere. Lucone

si

scusa da lontano.

"Oh, scusami, cazzo, era indirizzato a Step."

"E allora c'hai proprio una mira da schifo! "

Gin si massaggia la guancia, arrossata e ancora bagnata.

"Mi hai fatto male... Adesso vedi! " È come un segnale di

battaglia.

Tutti cominciano a tirarsi di tutto. Schello come se non bastasse

tira fuori il "bambino" e spinge al volo play.

"La battaglia ha bisogno di una buona colonna sonora."

Non fa in tempo a dirlo che una braciola centra in pieno la cassa

del suo Aiwa mentre parte a palla Hair. Tutti cominciano a ballare

da seduti agitando le braccia verso l'alto cercando di schivare

a tempo ogni tipo di cibo. Questa volta una patata centra in piena

fronte Gin che si alza di scatto come impazzita. Ecco, penso io,

ora

esce fuori di testa sul serio. E fa di meglio. La cosa più bella

che io

possa immaginare. Sale in piedi sulla sedia e via... Mimando alla

meglio il mitico Treat Williams in Hair. Sale con l'altro piede

sul

tavolo e via così, un passo dopo l'altro. Gin avanza ballando,

lasciandosi

cadere i capelli davanti e poi scoprendo di nuovo il viso.

Sorridendo, poi sensuale, poi di nuovo dura, comunque bellissima.

Niente male sul serio. E tutti stanno al gioco. Spostano i piatti

ormai vuoti, le forchette e i bicchieri a ogni suo passo. Hook,

Lucone,

Schello. Perfino le donne ci stanno. Tutti tirano via quello

che hanno davanti. Si fingono sconvolti da quella stravagante Gin,

proprio come gli invitati di quella lunga tavolata in Hair. Gin

balla

che è una meraviglia. Schello invece rovina tutto come al solito.

Sale sul tavolo e inizia a ballare dietro a Gin. Senza grazia,

distruggendo

tutto con il suo fuoritempo perfetto. Un calcio a destra.

Uno a sinistra. E via così. La donna di Hook non fa in tempo

a togliergli il piatto di sotto. Una clarks sfondata di Schello

centra

in pieno da sotto un piatto che vola via liscio così... Preciso.

Come

calciato dal Di Canio rigorista. E là! Prende in piena fronte la

donna

del muratore. La tipa stramazza giù dalla sedia. Si porta le mani

al viso e lancia un urlo agghiacciante che supera tutti, perfino

il

"bambino" di Schello. Vit corre come un pazzo.

"Porca puttana, ma che, siete pazzi? Via, scendete da lì. Signora,

come va?!"

Vittorio la aiuta a rialzarsi. Per fortuna non ha nulla o quasi...

Insomma, non si è aperta. Solo un bozzo enorme lì, sulla destra.

Un improvviso corno ingiustificato, o forse no.

"Chi è stato?"

"Ma che c'entra chi è stato."

Schello su certe cose non è mai fuori tempo soprattutto se rischia

di andarci lui di mezzo.

"È stato un caso, un incidente."

"Sì, quello che capita a te."

Vit si mette subito in mezzo e ferma il muratore.

"Su, non faccia così. È meglio di no."

"Ah no, e che fai, mi offri un altro limoncello? Sai che ci faccio

io con il tuo limoncello? Mi ci pulisco il cazzo."

"Ah, se la mette così. Prego se la sbrighi lei."

Il muratore prende la rincorsa e prova ad acchiappare al volo

Schello che indietreggia sul tavolo e cade all'indietro finendo

con

la gamba incastrata nella paglia di una sedia e poi giù per terra.

Il muratore non si perde d'animo, corre, fa il giro del tavolo.

Schello è lì per terra con la gamba incastrata nella sedia che non

riesce a rialzarsi. Il muratore, pensando alla sua donna, prende

la

rincorsa per calciarlo in piena faccia. Forse spera in un

pareggio.

Ma non è così. Il muratore viene sollevato al volo da dietro. Si

ritrova

a calciare nel vuoto. Lucone gli fa fare un mezzo giro e lo lascia

cadere in piedi poco più in là: "Dai basta, è stato sul serio...

un

incidente".

"Sì..."

Interviene Hook.

"Scusa eh, ma pensa piuttosto a mettere un po' di ghiaccio alla

tua donna che è meglio."

"Sai il ghiaccio dove te lo metto? Te lo ficco in culo! "

"Se la prendi così, allora non c'è proprio rimedio. Poi mi dicono

pure che ho fatto pippa."

Hook ride, il muratore non capisce, prova a dire qualcosa ma

viene centrato al volo da Hook. Un cazzotto in piena faccia,

velocissimo.

Bum. È migliorato Hook, però. Ne deve aver fatte di riprese

mentre ero fuori. Il muratore vola all'indietro che è una

meraviglia.

Atterra poco più in là su una sedia che cade, finisce

all'indietro,

spaccandosi sotto di lui. Steso. Tutti cominciano a gridare.

Qualcuno nel locale si agita. Dei signori in fondo si alzano dai

tavoli.

Una signora prende un cellulare e comincia a telefonare. È il

via. Non abbiamo bisogno di guardarci. Lucone, Hook, il Velista,

Balestri, Zurli, Bardato si trascinano via le donne.

"Cavoli, ma io non ho mangiato niente."

"Io neanche."

"Stai buona, dai, vieni via che dopo ti offro un bel gelato da

Giovanni. "

"Lo so io che ti dà. Un Calippo solo crema."

Ridono, perfino Schello si libera, scalciando via la sedia, che

sfortunatamente arriva di nuovo addosso al muratore che aveva

appena

capito, forse, dove si trovava. Tiro giù dal tavolo Gin per un

braccio. Sta per cadere ma la prendo al volo.

"Che è, che succede?"

"Per ora niente, ma è meglio andarsene."

"Aspetta... il giubbotto" torna indietro e prende al volo il

giubbotto

scuro Levi's e poi via.

"Ciao Vit, scusaci ma abbiamo una festa."

"Sì, una festa... sempre così voi, eh? Ve la farei io la festa!!

!"

Sembra scocciato, ma in realtà è come sempre divertito. È lì fermo

sulla porta. Ci guarda tutti uscire correndo, facendo un gran

casino.

Schello fa un salto, sbatte i piedi lateralmente uno contro

l'altro

alla John Belushi, gli altri ridono, Lucone e Bunny rubano

qualcosa

da mangiare dagli altri tavoli: una bruschetta, un pezzo di

salsiccia.

Balestri cammina lento. Ha lo sguardo stanco, un po' alticcio

o chissà cos'altro. Comunque sorride e allarga le braccia come

a dire "Son fatti così". Che poi il vero "fatto" è proprio lui.

Schello

ruba un pezzo di galletto strappandolo letteralmente dalla bocca

di una signora che va a vuoto con il morso. Quasi si morde la

lingua e sbatte indispettita il pugno sul tavolo.

"Ma non è possibile! Il boccone del re. Me l'ero lasciato per

ultimo."

Vit, che stava bevendo un bicchiere di vino, scoppia a ridere e

se lo versa addosso. Io passo in quel momento con Gin e per non

essere da meno frego alla signora una patata. Do un morso:

"Perfetta,

ancora calda, patate grosse come le fa Vit, tagliate a mano,

non surgelate, tieni".

Passo metà della patata rimasta a Gin.

"E poi non dire che non t'ho offerto la cena."

E corriamo via così, seguendo gli altri, mano nella mano. Lei

ride, scuotendo la testa con la mezza patata in bocca.

"Ma scotta..."

Finge di lamentarsi e ride e corre come una pazza. Con le gambe

in fuori, i capelli al vento e il giubbotto scuro. E in

quell'attimo,

di notte, ho un solo pensiero. Sono felice che mi abbia fregato 20

euro di benzina.

Capitolo 22.

Più tardi in macchina.

"Un po' eccessivi ma troppo simpatici i tuoi amici. A volte a

noi donne capita di uscire con certi morti."

"A noi donne... A noi donne chi?"

"Ok, allora diciamo che a volte 'a me' è capitato di uscire con